mercoledì 9 gennaio 2008

Scrivani, non scrittori...


Malato a letto, ho appena finito una bella conversazione con la Perfezione...

Ebbene la mia conclusione la scrivo in queste righe che tanta importanza hanno nella mia economia temporale... Trattasi di un incoraggiamento a chiunque legge, di trovare ogni tanto anche la voglia e il tempo di scrivere.

Nella vita, quando abbiamo voglia di mettere su carta (o su Internet) le nostre esperienze, siamo scrivani di qualcosa che dobbiamo solo decidere di cogliere. Lo scrivano, vecchio mestiere De Amicisiano, era quello sfortunato ragazzetto fiorentino che per aiutare la famiglia, copiava la notte... Poi mi viene in mente una magnifica scena di Miseria e Nobiltà, con un Totò impegnato a scrivere una bella lettera per un fantastico attore pugliese che termina così: "... Caro fratello, ti prego di mandarmi soldi, perchè non mi restano neanche per pagare lo scrivano che ho davanti...".

Ebbene prendendo spunto da fatti e sensazioni, la vita ci detta delle righe, senza poi grande fantasia o innovazione. Capita che ci si ripeta, che si scrivano cose leggere o sensazioni intime, ma tutto è più facile se solo non si sta a pensare cosa e chi... Non è necessario essere degli scrittori, quelli inventivi, per dire qualcosa in pubblica piazza. Basta avere un'idea o qualcosa che si ha voglia di comunicare o di urlare. Dissentire è fantastico, essere d'accordo possibile ma non indispensabile...

E quindi il treno continua a marciare spinto da tutti noi, a braccia, gambe, motore e elettricità... E speriamo che il pantografo non si stacchi mai!

3 commenti:

Grimilde ha detto...

Veramente in Miseria e Nobiltà la lettera era per il caro Cumpare-Nipote.
Se è compare e nipote non c'è scrivano che possa far cambiare idea...ma stiamo parlando di un capolavoro...ti devo dar ragione: scrivere (anche solo un post) è questione di volontà e di superamento di barriere psicologiche.
Barriere che ci creiamo per il solito,sbagliato, timore di essere giudicati per quello che espriamiamo o di come lo esprimiamo. e per evitare di essere contraddetti taciamo di fronte a tanti salvo poi parlare troppo ma sempre con gli stessi interlocutori.

Andrea B ha detto...

Grazie per la correzione: i capolavori meritano la conservazione filologica!

E infatti io penso proprio che il blog sia la giusta via per dire quello che viene come viene... E non temere il confronto e fare anche un bel discorrere comune, a volte aiuta a chiarire, anche a se stessi, un pensiero...

Grimilde ha detto...

Ok! ho deciso compro il biglietto

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