domenica 27 gennaio 2008

Essere adulti e cucinare

Adulti? Ha davvero un senso tracciare una linea e dire: da qui in poi sono un adulto? E come misurarlo? Quando fai da solo/a? Quando guadagni il tuo pane? Quando ti governi, quando ti pulisci casa? Quando qualcuno per la prima volta ti dice "Mi scusi, signora"? Non credo che la linea ci sia. Credo però che la risposta in fondo sia facile, non si è mai adulti, non in quel senso, nel modo in cui tutti da bambini vediamo i grandi, quanto piuttosto nel senso che si è adulti quando c'è qualcosa che si deve risolvere e per la prima volta diciamo "lo faccio io". Quando risolviamo le cose, quando qualcuno si può appoggiare a noi, quando non è più sentirsi, quando è essere. Quando non è più un problema. Quando non te lo chiedi più. Per il resto, per tutto il resto, continuiamo a giocare. A recitare. Ed è giusto così. (Ah, essere adulti è anche quando mettiamo condizionali e congiuntivi ai posti giusti .... no magari no, però è meglio lo stesso!)
Nel frattempo, in attesa di crescere, un bacio e un abbraccio fortissimo al mio capotreno, perchè penso che sia una persona speciale.
E una ricetta per le sue prossime cene, ripresa da "Cavoletto di bruxelles" e un po' rimaneggiata, causa residenze diverse.
Agnello in crosta con pesto (come l'ho fatto io)
Procuratevi una bella coscia d'agnello, della pasta sfoglia (surgelata), del pesto in barattolo (io ho usato quello della Biffi, che sembra fatto in casa, ma va bene qualunque), sale, pepe, olio.
Ho dissossato la coscia (è semplice e comunque non importa come vengono i pezzetti di carne), l'ho ripulita dalla pelle, ho tagliato la carne a pezzettoni, grandi circa come una polpetta, poi l'ho condita con sale e pepe e l'ho rosolata in padella con olio d'oliva. Mentre la carne si raffreddava ho preso la sfoglia scongelata e l'ho tagliata in quattro pezzi, ho schiaffato al centro di ogni pezzo un po' di pesto, poi ho preso la carne d'agnello, ho fatto 4 parti uguali e l'ho messa su ogni pezzo di sfoglia. Perciò ho detto che non importa come vengono i pezzetti di carne, tanto li infiliamo nella sfoglia. Ho chiuso bene la sfoglia facendo 4 pacchettini, li ho messi su una bella teglia con carta da forno e l'ho infilata nel forno già caldo a 180°. Una mezz'oretta e i pacchettini sono cotti. Veramente ho anche spennellato i pacchettini di sfoglia con uovo sbattuto, ma non è indispensabile, io ce l'avevo già perchè avevo cucinato anche gli scones (sempre da cavoletto). La carne all'interno viene più cotta in questo modo rispetto a quella della ricetta originale, ma non è un male. D'altro canto sinceramente non credo che a Napoli si riescano a trovare il filetto di agnello (i macellai vi guarderanno come se foste improvvisamente impazziti) e la pasta brick (mai coverta in vita mia). Comunque sono venuti buonissimi, croccanti e sono davvero super facili. Un pacchettino a testa. Il contorno ideale sono le patate, a purèe, al forno, cotte nel latte, vedete voi.
Veramente questo sabato, visto che avevo avuto una settimana di nervosismo totale, mi sono rilassata cucinando anche i chocolate crinkle cookies (buoni, ma devo farli cuocere meno), gli scones all'uvetta, la lemon curl, una lingua in salsa verde e un po' di verdurine assortite. Vabbè, avevo bisogno di rilassarmi molto e io se cucino mi rilasso.

5 commenti:

Andrea B ha detto...

Per certi versi credo che quello che dici sia vero: non c'è un punto e a capo che dice che si è adulti. Ma a me è successo l'anno scorso di iniziare a fare caso a una serie di cose che prima non mi sarebbero mai successe e con una certa ironia ho incominciato a appuntarle... Era il momento di fare il punto della situazione per me, e credo che il risultato sia sotto gli occhi di tutti... Alcune cose che ho scritto di conseguenza, le rileggevo ieri sera, e sono niente male, almeno per me...

Grimilde ha detto...

Mi sembra che abbiamo espresso lo stesso concetto anche se con parole diverse.

Ma perchè sono andata rileggere il mio post cecando gli errori di congiuntivi e condizionali ? Sarà che mi incuti un certo timore ??

La perfezione stanca ha detto...

Ehm ehm, sano terrore, direi. Davvero lo vuoi sapere? E sia: ... sarebbe arrivata nel momento in cui AVESSI raggiunto i traguardi che mi ero ...
Mi spiace, però ... non hai vinto, ritenta! Firmato: la signorina Rottelmeier.
Per il resto si, abbiamo espresso più o meno lo stesso concetto con parole diverse. Volevo appunto rafforzare e anche un po' stimolare il nostro capotreno, che scrive un libro sull'adultità! E giocare sulla causa e sull'effetto: le cose che succedono determinano l'adultità o è l'adultità a determinare il fatto che le cose succedono in un certo modo????? La gallina o l'uovo, l'uovo o la gallina?? Scherzo, ma mica tanto!

Grimilde ha detto...

Cara signorina Rottelmeir..ops scusa Perfezone...dopo il tuo post l'avevo notato, tanto che stavo modificando il mio...ma poi mi sono detta il concetto è il mio (anche se non in italiano corretto) ed io sono così...mi suonava benel'idea dell'indefinito (ripeto l'italiano è sbagliato).
Credo che il blog serva ad esprimere le sensazioni, ognuno a modo proprio, e per far emergere dei pensieri che in determinati momenti della vita ti prendono nel profondo...
P.S. Secondo post seconda bacchettata...c'è sempre il margine per migliorare!

Andrea B ha detto...

Mi piacete così: pungenti e dialettiche...

Ah, che donne!

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