martedì 31 agosto 2010

Test vocazionali


Intervistano Umberto Veronesi. Uomo sempre straordinariamente lucido, anche forse perchè un pò troppo sistematicamente abbronzato, va a commentare i test di accesso a medicina.

Domanda: domani ci sono i test di medicina, che ne pensa?

Veronesi: non sono adeguati perchè sono test di cultura generale e invece dovrebbero essere dei test vocazionali...

Bene. Potrei essere d'accordo. Lo sarei perchè io feci dei test a ingegneria che non servivano per l'accesso, ma dovevano dare una valutazione delle potenzialità. Avendola finita erano test validi, ma nel tempo mi sono domandato se avrei potuto scegliere altre direzioni senza avere a soffrirne. La medicina è una di queste strade inesplorate, per cui la vocazione forse l'avrei anche avuta, ma da cui sarei stato anche spaventato. Il punto è come si reagisce se si scopre di non avere la vocazione? E soprattutto, come si individuano le caratteristiche di uno che la vocazione ce l'ha?

Sentirsi chiamati a qualcosa. Ecco una definizione buona di questa ricerca di una strada cui devolvere la nostra esistenza intera. Ebbene, siccome trattasi di sentimento e non di puro calcolo razionale, ecco che una serie di domande che esula comunque dal vissuto vero, è uno strumento del tutto inefficace a far comprendere se ci siano o meno i presupposti per riuscire in quello che è un sogno... La vocazione è un fatto personale, per la Chiesa tra i chiamati e Dio, per noialtri tra una speranza e la realtà... E allora le motivazioni per ognuno sono diverse. Possono non essere quelle giuste, ma perchè gli altri devono poter avere il diritto di impedirci di vivere un momento di potenziale felicità o soddisfazione? Ci pensa già la vita di tutti i giorni a provare a disilluderci...

E allora io penso non a test vocazionali, ma a test sentimentali... Provare e ricominciare nuove cose senza scoraggiarsi e senza rimorsi, meglio che rinunciare perchè qualcuno ha detto che non se la sentivamo: come faceva a saperlo lui?

lunedì 30 agosto 2010

La lavatrice perfetta

Tra le mie poche o tante piccole manie, c'é il problema lavatrice. Essendo uscito dalla casa di famiglia dove Mamma ha sempre dominato i lavori casalinghi, il dilemma sul come ottenere una lavatrice perfetta si é presentato solo di recente.
Quello a cui tendo in un anelito di immenso é la condizione di fare la lavatrice esattamente al momento giusto quando il ciclo dei panni é completo... Non un solo calzino né una chiara o scura mutanda dovrebbero rimanere nella cesta dello sporco. Ma per ottenere ciò dovrei scendere in ascensore al piano lavatrice nudo e scalzo. Inoltre nella stessa tenuta dovrei stare fino ad andare a letto perché il ciclo possa iniziare in ritardo... Aggiungerei a questo che non dovrei lasciare niente in giro penzoloni sulle sedie, e questo sarebbe un altro obiettivo difficile...
Quello che in realtà mi lascia frustrato é l'impossibilità di poter gettare tutto insieme nel cestello. A meno di vestire tutto nero o tutto bianco, il rischio nuance sarebbe elevatissimo. Per non parlare di rosso, blu o verde forte, che mi metterebbero in alto in una classifica della originalità, ma molto in basso in quella del buon gusto!
E quindi non é la pigra frustrazione di dover lavare i panni quanto quella di non poterlo fare perfettamente... Mi contattasse prego chi trovasse una soluzione: gli potrei solo chiedere una dimostrazione...

domenica 29 agosto 2010

Cambio faccia...

Il blog ha cambiato faccia in pochi colpi di clic e dopo un pò più di tre anni. Era da tempo che desideravo dargli una piccola novità. Non è uno stravolgerlo, ma mi sembra che sia interessante provare l'effetto di colori e di riposizionamenti.

Mi ci vorrà magari un pò per abituarmici. Forse anche a chi legge, che potrà magari dirmi la sua impressione in proposito. Ma la domanda di base, cui non ho saputo trovare una risposta adeguata, è perchè no?

Di questa domanda ho fatto uso più e più volte nella mia vita, anche per decisioni importanti. Se le risposte sono pigrizia, rinuncia, presunta impossibilità creata ad arte, allora no, non ha senso non fare il cambiamento.

In questo periodo mi sto chiedendo sempre più spesso "perchè no?", e sempre più di frequente le risposte sono avvilenti e giungono alla estrema risposta che siamo fatti così e non è possibile cambiare! Beh, non è il caso di adagiarsi sul comodo divano della impossibilità. Bisogna guardare avanti al tempo lungo o breve che abbiamo e "fare, non provare!", nello stile del Maestro Yoda e nella speranza...

La mia auto ha 240 cavalli. Può andare a 230-240 all'ora solo schiacciando bene il pedale. Ma in Svizzera questo non è possibile. Tuttavia è la consapevolezza di poterlo fare che dà la soddisfazione. Il sentire che ci sono cose che possiamo avere anche se non le abbiamo ora ci manda avanti meglio. Ed è per questo che io sogno, tramite film, amici, donne e quant'altro mi giro intorno a guardare, che le cose succedano. Ma per tutto ciò, è importante non avere risposta ad un perchè no...

Salve nuova faccia di Viaggia in Treno!

Doppio fischio!!!

Nuove serie, vecchie idee: Heroes


Sto iniziando la visione di Heroes. La mia Telefilmmania mi porta a esulare dal campo medico del compianto ER, dell'irrazionale Dr. House, dei soap-film Grey's Anatomy e Private Practice per nuove esplorazioni.

La prima puntata è notevole per un ex lettore di fumetti. E il riferimento a X-Men lo fanno anche gli autori: non avrebbe avuto senso evitarlo, visto che i mutanti hanno ispirato tante di quelle cose da essere indimenticabili... Con quella tensione drammatica di un incipit ben riuscito, ecco che parte una sequela di connessioni di cui la vera scuola è stata Lost. Troppo complicato per me quest'ultimo: dopo le prime 3 puntate, sono stato io quello "Perso" e recuperare è stato impossibile. D'altronde è tessere il filo della storia che rende una serie di successo. Dopo il primo momento in cui è l'idea a stupirci e intrigarci, deve essere quella normale o sub-normale interazione di uomini e donne a conquistarci. Ne è un chiaro esempio ER, la mia favorita. Dopo i primi 20-30 squartamenti e le prime 100 defibrillazioni che hanno avuto un arco temporale di 3-4 puntate, per sopravvivere 15 anni, è stato necessario sparare storie d'amore a ripetizione finite male e bene e fare in modo di romanzare la vita. Alternativa meno piacevole e tutto sommato anche piuttosto dolorosa per i fan, sono state le scomparse tragiche, tra morti ammazzati e per malattia, credo che un pò tutti i telefilm citati abbiano sterminato una marea di innocenti dottori. Non si capisce di fatto chi possa arrivare alla vecchiaia senza almeno subire un incidente grave, e lavorare in ospedale sembra da questo punto di vista molto pericoloso. Un disastro per le assicurazioni sulla vita che dovrebbero essere rifiutate di fatto a tutti i dottori!

Ebbene Heroes mi promette bene. Mi ci lancerò con la solita curiosità nella mia operazione sciacqua cervello necessaria a intervalli rapidi per continuare a vivere la vita di tutti i giorni...

sabato 28 agosto 2010

Spam Invaders


Su più o meno tutte le caselle di posta elettronica che ho sulla rete, è attivo un filtro anti-spam. Lo è da qualche anno, da quando in rete dei buontemponi e dei criminali, hanno deciso che era il caso di colonizzare tutto il mondo elettronico conosciuto nel modo più semplice e più random possibile.

Lo spam è generalmente riconoscibile a occhio nudo: se guardo la cartellina del mio account Gmail (uno dei filtri migliori, devo ammetterlo...) tra le mille offerte di migliorare le mie prestazioni sessuali di presunti amici e amiche, l'altissima percentuale di presunte foto senza veli di personaggi famosi, il gioco online e le e-mail che mi sarei mandato da solo, spiccano le numerose e in aumento mail in cinese/giapponese. Solo per statistica di popolazione e per la cattiva fama nazionale, propenderei per la terra della Muraglia, ma come distinguere i caratteri non mi sovviene...

E' un fenomeno costante lo spam che nasconde una serie di insidie da non sottovalutare e che trascendono finanche l'immaginazione. Ma soprattutto è una vera invasione dello spazio personale. Il dover aggiungere ai nostri già complicati meccanismi interiori applicati di giorno in giorno, anche presidi telematici che ci permettano di porre un cuscinetto con l'impatto della rete è l'ennesima dimostrazione che su questo pianeta siamo diventati in tanti, forse troppi. Le nostre zone franche sono continuamente ridotte e perforate in forme impensabili da persone sconosciute e per questo anche inattese. Se qualcuno iniziasse a mettere ogni giorno una rivista porno nella vostra cassetta della posta, di cui tra l'altro il postino (gmail o gli altri) ha il diritto di avere sotto controllo, prima o poi i vicini potrebbero iniziare a pensare che qualche problemuccio nel rapporto coni vostri gingilli lo abbiate... Di più: c'è chi riceve la "sfida" di essere più bravo di chi lo spam spedisce e di catturarlo tutto. Non è facile coprire tutti i casi, e qualche e-mail, magari anche importante, sono sicuro vada persa. Recentemente mi è successo con un biglietto del treno molto innocuo che era finito nel cestino...

Ebbene che fare? Niente. Perchè l'esercito invisibile degli spammer e la moltitudine infinita di e-mail inutili è imbattibile con sani comportamenti, e tanto meno tecnicamente facile da contrastare. E' più semplice filtrare accuratamente che stanare la sorgente. Ma aspettiamoci presto che anche Facebook e le reti sociali inizino a essere intasate di milioni di oggetti inutili capaci di sfuggire al controllo. Insomma, in attesa della prossima invasione, è forse il caso che qualcuno pensi a costruire quella piccola scialuppa di salvataggio che sparando con l'autofire abbatteva gli alieni in arrivo...

mercoledì 25 agosto 2010

Il coraggio (ha) due mani

I detti popolari, proprio per la loro natura, hanno quel sapore di saggezza piuttosto inquietante. Si dice prendere il coraggio a due mani perché poi non sfugga. Mi viene da pensare però che anche il coraggio abbia 2 mani per reagire... E quando inizia a menare, potrebbe non essere saggio insistere...
La riflessione nasce dalle tante esperienze quotidiane: quante volte ci siamo fatti coraggio e siamo partiti a dire o fare cose che toccavano la nostra sfera della paura? Abbastanza io credo da sapere che non sempre é valsa la pena di farlo, e alcune di quelle sono rimaste memorabili batoste. Il temporeggiare del romano Cunctator é figlio di quella prudenza di chi aspetta e vede che succede per avere tutti gli elementi a disposizione.
Anche questa politica non sempre vale. I rimorsi ho sempre detto e pensato siano meglio dei rimpianti. Ma se guardo a quel misto di pratiche considerazioni ragionate e di inquietudine, che spesso mi pervade specialmente nelle relazioni umane, mi chiedo se si giunga sempre ad avere rimorsi o molto più spesso accettazione di se stessi e dei propri limiti...
E nel mezzo tra un giorno da leone del coraggio che si dimena come un capitone da cena della vigilia, i cento giorni da pecora che pure alla fine il cappotto di lana lo perde, restano i 50 giorni da orsacchiotto. Ci sarà pure un pò di letargo, ma la caccia al salmone e le leccate al miele alla Joghi non sono da buttar via...

domenica 8 agosto 2010

Fame

Al concerto di venerdì scorso mi è partita una fame da cannibale. Forse sarebbe più giusto dire che da sempre non sono stato un tipo inappetente. Dipende probabilmente solo in parte dal mio stomaco. Molto di più, come ogni cosa che mi capita, viene dal cerebro...

Certo, alle 7.30, alle 12 circa e alle 20, mediamente il mio stomaco bussa come un cannone di alto calibro, ma non saprei dire se la cosa non dipenda anche dalla mia consapevolezza dell'orario. Di fatto, conscio del rischio che la mia giornata potesse essere guastata dal "nirbuso" provocatomi dalla fame, ho approntato un meccanismo di difesa preventiva all'attacco.

Alle 10, prima di metterci a tempo indeterminato tra le transenne, mi sono procurato panini e prosciutto (rigorosamente cotto se no si annozza!) e formaggio. Per non ritardare troppo il nostro arrivo allo stadio, però, non ho potuto preparare niente in modo consueto, e quindi ho dovuto improvvisare la farcitura nella fila. Erano interessanti le facce di chi ci circondava e ci vedeva operare a catena di montaggio. Alcuni divertiti, altri scettici che ci saremmo riusciti, altri infine interessati perchè già in calo di zuccheri. La difficoltà era accresciuta dai movimenti della coda che si ripetevano a momenti, guarda caso proprio quando stavo generalmente maneggiando il preziosissimo prosciutto di Parma! Ma non un solo pezzo è andato perso e me ne glorio...

La giornata poi è stata lunga, il consumo energetico, foss'anche solo emotivo, elevato. E allora, il mio corpo ha richiesto ben tre iniezioni di panino, urlando "I still haven't found what I'm looking for", specialmente dopo la fine dell'esibizione... Lo ho accontentato e la massima della giornata è: 'A Famm è Famm!

Buon appetito!

sabato 7 agosto 2010

U2 e Torino: eventi e scuotimenti.

E' venuto, dopo “solo” 10 mesi di attesa il gran momento dell'inizio del Tour degli U2 e del mio tour insieme a loro per l'Europa. E' venuto forse prima di quanto tutti noi ci aspettassimo. In fondo, quando abbiamo comprato i biglietti, abbiamo pensato che sarebbe arrivato, ma la dimensione temporale era di quelle confuse.

Invece, poi ci siamo trovati a Torino alla fine delle mie ferie estive di Luglio, le mie ferie marine. Abbiamo vissuto una città fresca e piena di persone che erano arrivate solo ed esclusivamente per la serata con Bono, Edge, Adam e Larry. L'atmosfera forse la ho immaginata, ma era quella elettrica di quegli eventi che segnano un momento. Vedere facce tese e allo stesso tempo entusiaste. Andare vicino allo stadio olimpico e trovare tanti con i quali discutere di cosa e di come sarebbe stato suonato. Riconoscere i motivi della propria presenza e trovarli diversi eppure uguali... Insomma, essere dentro una storia, una storia musicale, un pezzo di storia della tua vita.

Non ho fatto la notte fuori allo stadio, perchè la musica è bella, il concerto pure, ma l'acqua per lavarsi di più. Non ero all'alba in coda dietro gli accaniti che sono stati premiati da una pizza gentilmente offerta dagli U2 in visita in veste di “uomini caritatevoli” e da una corsa in pole position senza possibilità di sorpassi. Ma alle 11, con panini e acqua, crema solare e in buona compagnia, ero tra i mille e duemila che sarebbero entrati per primi sul prato dello stadio. Sono state lunghe ore di coda, lunghe ore di piccoli passi e poco confortevoli sedute per terra. Ma sono trascorse più velocemente di quello che avrei creduto. Sono volate portando certo stanchezza, ma non quanta avrebbero dovuto. Chiamatela anche adrenalina, ma io la chiamerò atmosfera. La spinta in alto di una certezza di una bella serata... E poi alle 16 lo scatto verso lo stadio. Qualche momento incerto, qualche salto nel buio, qualche volo rasoterra mancato per un pelo. Ed ecco l'accogliente piattaforma metallica arroventata a 40°da un sole d'agosto che ci ha fatto rimpiangere l'ombra un po' polverosa del percorso a ostacoli precedente... Un calippo venduto a 3€, i bagni al limite della loro capacità. I soliti furbi. Scene da manuale fino alle 21.20, quando è iniziato un “Beautiful Day” lungo una serata. E già senza fiato, saltando, ballando e sognando di vedere anche quello che la modesta statura non poteva raggiungere, ci siamo ritrovati alla fine quando 4 signori di mezza età hanno salutato sorridenti e soddisfatti di aver fatto il loro lavoro. Con un Bono Vox che ha detto “Andate a casa!” e poi ha aggiunto vedendo che nessuno si muoveva “Beh, noi andiamo a casa...”.

Ad altri lascio il racconto di scalette, di inediti, le disamine tecniche. A me resta come al solito il dolce e liberatorio sapore di “Where the Streets have no name”, cantata oltre il mio limite polmonare, ma capace miracolosamente di eliminare finanche il mal di gola e il mal di testa, forse perchè nel dare e togliere energie, si resta svuotati anche di tutti i propri possibili malanni...

E quando penso che solo uno degli eventi così di questa stagione è passato, non mi sento pazzo a ripeterlo più volte. Viviamo solo per le emozioni e per emozionarci giorno per giorno. E se un concerto può fare questo per noi, è bene prenderle il massimo che si può e mantenerlo nel cuore e nella mente, pronti sia per tempi migliori che peggiori...

In attesa del prossimo Beautiful Day...

lunedì 2 agosto 2010

Film d'amore e d'amicizia e la vita...

Guardo i film d'amore e quelli di amicizia. Li guardo di tanto in tanto intervallandoli con i film d'azione. Di fatto sono onnivoro per la celluloide. Guardo tutto per poi poter dire che una cosa mi piace e l'altra no.

E i film sdolcinati, drammatici, leggeri e pieni di riflessioni, in genere mi mettono di umore pensieroso. Da bravo uomo duro dovrei trovare repellenti le commedie al miele molto meno dei film dolorosamente drammatici, ma è da lungo tempo che sono venuto a patti con quella parte sentimentale del mio carattere che ha bisogno di sognare. Per certi versi mi piacerebbe che anche altri provassero a essere meno settari e lasciarsi un po' andare a quella frivola onda di sorriso che queste storie impossibili eppure desiderabili dovrebbero creare... Ma anche se questo non accadesse, non ne sarei dispiaciuto e continuerei per la mia strada serenamente...

Mi colpisce però il pensiero che le storie cinematografiche, quelle belle e piacevoli, siano tante volte l'altra faccia della luna della vita reale. Escludendo il fatto che nella maggior parte di esse non capiti mai a nessuno di andare al bagno (avete mai fatto caso che la fuga per una pipì non sia frequente nei film d'amore?!), la brutalità di tanto che vedo e sento in questa mia età adulta è sorprendentemente superiore a ogni immaginazione. E i sentimenti del cinema sono così positivi da scollare completamente la finzione dal vissuto. Ma forse è meglio così: nessuna confusione può esistere tra sogno e realtà. O forse questo è un vero peccato...

Dedicando un pensiero...

Dedico un pensiero a te che leggi queste poche righe. Te lo dedico perchè a volte la voce sembra spegnersi senza eco nel rumore di sottofondo di una rete troppo affollata per essere vera. L'essere in troppi significa spesso essere in pochi o addirittura soli. E sapere che tu hai letto è una traccia visibile di idee espresse in parole, chiare o no, ma sempre vere, almeno quando scritte...

E mentre batto con le dita veloci le ultime lettere di una giornata che ha la stessa probabilità di essere origine di infinite nuove cose come di non aver impatto alcuno, penso a chi inavvertitamente darà una veloce sbirciata o una approfondita lettura di queste e delle altre righe più sotto sentendo la gratitudine di chi non è solo compositore di caratteri, ma sperabilmente di pensieri...

domenica 1 agosto 2010

Sorrento e la gioventù – andata e che non torna più...

Le vacanze, in dipendenza da dove, come e quando si affrontano, hanno la caratteristica, generalmente positiva, di dare sensazioni...

Questa ultima, trascorsa nella mia Sorrento, immutabile e in continuo cambiamento, mi ha portato ancora una volta la consapevolezza che siamo diventati tutti adulti. Tutti intesi come i giovani che hanno percorso un pezzo di strada insieme e poi hanno trovato quell'incrocio a mille svolte che si chiama vita e che comporta scelte, successi, delusioni e nel complesso dipinge il nostro presente e futuro...

Questo luogo, inevitabilmente legato ad anni meravigliosi, ad amicizie dolorose, a piccoli e grandi amori, resta una di quelle cosiddette pietre miliari, da sorpassare sulla mia strada per farne il punto...

Ma non è con tristezza che ricordo la giovinezza che se ne è andata (e che spero non sia definitivamente conclusa per certi versi...). Constatare però di essere in una nuova fase (forse da un po') dà quella punta di malinconia che è propria della impossibilità di tornare indietro e correggere principalmente i propri errori. Non solo: c'è anche il fatto che non si commetteranno più errori così, quelli genuini forse e quelli più sinceri. Impareremo di meno, lanciandoci con meno cuore? Penso che per certi versi, sarà così. D'altronde la cosa bella e brutta di questa vita è il poter continuare a sbagliare, magari meglio, preparandoci a dare una soluzione a noi stessi...

Ma a parte le complicate filosofie di una mente (poco) pericolosa, sono percorso in queste ore dal senso di appartenenza a questi luoghi e dai ricordi del tempo andato. Mi domando dove siano finiti i protagonisti di questa storia, forse già lunga, di cui a buon titolo ho fatto parte. Facebook non è abbastanza per mantenere contatti e legami. E' tuttavia utile per seguire dei percorsi. E il pensare che con la maggior parte di quei giovani le strade hanno diverso, ha un sapore non particolarmente dolce. Non penso di essere il solo a vivere questo viaggio nel tempo. Di certo per me e per gli altri emigrati è un po' più strano...

Mi resta da fare forse una citazione, in questo post non particolarmente ben riuscito:

“Giovinezza che si fugge tutta via, chi vuol esser lieto sia...”

La vera estate italiana

La vera estate italiana é raggruppata nei 31 giorni di agosto. É inutile parlare di partenze intelligenti, di periodi migliori o peggiori. Sembra che non ci sia altra scelta che chiudere le baracche, mettere riposo i burattini, e iniziare a "godersi" il meritato riposo nello stress generale del casino che ritempra. L'Italia si svuota nei suoi punti di accumulazione per crearne altri che in genere sono inadeguati a accusare il colpo. Ma é davvero così necessario generare un plutonico flusso canalizzatore e causare un buco nero di casino che risucchia suoni colori e finanche ricordi in un blob senza volto? Non sono molto sicuro che la Newco della Fiat permetterà più l'agosto free se vorrà evitare i buchi di produzione. E non sarà un bene? In fondo, cosa é precluso a giugno o luglio ai vacanzieri? Il clima della Penisola é generalmente già benevolo e addirittura il trend degli ultimi anni é un agosto decadente. Le strutture sono disponibili. I costi al momento ancora bassi. Magari le scuole dovranno riorganizzare le ferie, ma onestamente di molto poco... E cmq con la gestione che i governi fanno dell'istruzione, non mandarci i ragazzi non é detto diventi così dannoso...
Oggi é primo agosto e in più é domenica. Lo stress é enorme per sole 12 ore di luce. Io sono ristretto in un paio di metri quadri di spiaggia e non tanto il caldo metereologico quanto il fiato di tanti esseri umani genera un ambiente al limite del malsano. É agosto, e tutti devono avere le proprie ferie. Ma proprio tutti insieme?!!

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori