martedì 27 dicembre 2011

La pizzeria milanese di Napoli

Il mondo diviene sempre più incomprensibile. Certamente le cose si ribaltano molto velocemente nel corso della storia. Prima ci voleva un secolo per apprezzare un vero cambiamento, ma oggi nell'arco di una esistenza breve, già si vedono sconvolgimenti che sono difficili da comprendere e accettare per chi ha vissuto in un certo modo i suoi primi anni...


Sembrerebbe un discorso oscuro se non avessi un esempio ridicolo che giustifica la precedente fosca considerazione. Domanda semplice semplice: qual è la cosa più famosa che abbiamo a Napoli? NO, non la 'munnezza! Parlo della Pizza. Sì, la famosa pizza napoletana, quella che in realtà non ha neanche bisogno dell'aggettivo che ne descriva l'origine. Insieme alla musica e al golfo, direi che queste sono le cose che Massimo Troisi avrebbe potuto indicare come quelle da cui "Ricominciare da Tre"...

Ebbene, in questa mia vacanza natalizia mi trovo a camminare per il centro città e, laddove sorgeva ormai molto tempo fa, un cinema, si è impiantato un nuovo ristorante. Niente di particolare: è così da parecchio. Però sembra che il luogo non porti particolare fortuna visto che le gestioni del locale sembrano cambiare più velocemente delle mie pur rare visite in città. Però leggo distrattamente la bianchissima insegna, stile lounge, e sono costretto a rileggere.

Il posto ha deciso di nominarsi "Manicomio", e per fare una provocazione e una specie di assurdo, pongono come sottotitolo, "Antica Pizzeria Milanese". Ora si possono fare provocazioni se sono intelligenti, ma la mia opinione è che questa non lo sia. Cosa viene a dire a uno straniero a Napoli, che c'è un'antica pizzeria milanese? Ci fanno la pizza cotoletta? Bella variante, per carità, ma siamo sicuri che sia necessario dare questo messaggio confuso a chi viene in città? E anche i napoletani doc come me e gli altri, se non si soffermano sul nome del posto, possono essere colpiti solo dal sottotitolo e dirsi: neanche più la pizza sappiamo fare!

Non possiamo giocare sulle cose che facciamo bene per come esse sono: belle e semplici? Artificialmente cercare il pugno nell'occhio, spero che li ripaghi con un adeguato colpo dello stesso tipo.

Mi piacerebbe che il locale cambiasse nome. Non è giusto secondo me stupire a tutti i costi e in ogni modo. Magari la pizza fa anche pena, e quindi non attribuirla a Napoli può essere positivo. Ma anche così non ha senso non rivendicare la proprietà anche di cose non riuscite bene...

Insomma, invito tutti i napoletani che ci andranno o passeranno di lì, a gentilmente suggerire di cambiare nome. Non ho niente contro il milanesi, se pure si fosse chiamata Antica Pizzeria di Avellino non sarebbe stato piacevole... E' che basta con la battuta a tutti i costi. Della TV e dei suoi obbrobri linguistici e degli spot inutili, ne abbiamo già abbastanza...

sabato 24 dicembre 2011

Natale senza essere più buoni

Senza essere più buoni è ancora possibile fare Natale. In fondo le feste sono la peggiore occasione per essere migliori. Sarebbe infatti una gran ipocrisia comportarsi diversamente solo per quelle poche ore in cui non si sa mai cosa succeda. Se invece si vuole iniziare un percorso di cambiamento di lungo termine, ogni data vale.

Pur nella totale dimenticanza dell'origine di questo insieme di feste, di gran lunga più complicato di quel momento in cui il simpatico anziano in calzamaglia rossa e scomode scarpe nere si presenta alla porta, resta l'atmosfera un pò artificiale, ma familiare.

Ed in famiglia non cerchiamo di essere più buoni. Anzi, possiamo essere come siamo perchè è l'unico posto in cui il giudizio su di noi è già formato e consolidato. Finanche è un giudizio che si avvicina di molto a quella realtà che anche noialtri possiamo vedere...

Sono confortato dalla tradizione natalizia, pur conscio che non andrà avanti all'infinito. Ma quest'anno sono anche un pò stranito nel vedere che tutto cambia e non c'è tentativo di conservazione che valga abbastanza contro il tempo. Questo è comunque così giusto e così di guida verso un destino diverso negli anni che abbiamo, che mi piace pensare che il Natale e le feste riassumano il movimento che abbiamo nella nostra vita...

E quindi sia un felice cambiamento alla ricerca di quello che vogliamo. Siano i doni metafora di quello che vorremmo avere per tutti i giorni dell'anno: qualcosa di bello. Sia l'affetto della famiglia quello di cui abbiamo bisogno con forza.

E dopo questo predicozzo molto ecclesiastico, ma che pure non fa di me un monaco, auguro a ogni lettore di queste pagine un soggiorno felice nella propria vita per il Natale. E' quella vita che abbiamo: vale la pena di cercare di avere quella che vogliamo!

domenica 18 dicembre 2011

E se fossero gli uomini a innamorarsi di piu'?

E' domenica sera e dovrei andarmene a letto perchè il supercapo ha messo in campo una magnifica riunione domani (LUNEDI') alle 8 del mattino. Come possa essergli venuta in mente questa cosa non si sa. Fortuna che qui non sono superstiziosi, altrimenti le benedizioni di tutti noi partecipanti gli farebbero passare proprio un bel Natale...

Ma il tema di cui scrivo mi ronza in testa da ieri con costanza e per una volta mi dedico a un'analisi umana un pò sentimentale. Non è cosa da me, ma ci sono le eccezioni in tutto... La riflessione nasce da un film. Si intitola "Sul Mare", è di Alessandro D'Alatri e Anna Favignano. Racconta semplicemente la storia di una morte bianca, una di quelle tristi novelle di chi finisce male cercando di vivere. Ma racconta anche la storia di un amore più o meno impossibile. Di quel sentimento senza confini che brucia, corrode, gratifica, costruisce eppur distrugge... I dettagli non sono la cosa che mi ha toccato, quanto la sensazione che ci fosse qualcosa di vero e di possibile in una pellicola. Gli uomini (e le donne) si innamorano, e a volte senza sapere come e perchè, il sentimento diviene un faro da cui non si riesce a staccare lo sguardo. E la tua barca punta dritto verso quel fascio luminoso senza riconoscere scogli e secche, e sperando che sotto, ci sia un porto sicuro.

Storicamente però, dal cinema alla letteratura, alla morale comune, sono sempre state additate molto più le donne che gli uomini a motore di questo sentimento. Cioè sembra che siano le donne a essere vestali devote della fiamma dell'amore. Di uomini malvagi e traditori, amati con sofferenza muta, pare non si possa fare a meno. Molto più raro il caso che siano invece le signore a perfidamente abusare di quell'amore che i maschietti sembrano incapaci di provare. Ecco, il mio punto è rivendicare che gli uomini si innamorino come e a volte anche più delle donne e che siano disposti a farsi coinvolgere profondamente. Senza generalizzare l'uno o l'altro caso, mi sembra di poter dire che non sia il genere a dire quanto si possa essere coinvolti o meno nelle storie. Sarà banale e molti diranno che è una squallida vuota scoperta, ma non so perchè, a vedere il film, ho avuto un moto di ribellione che mi diceva: quante storie vere o inventate dicono che sono gli uomini a essere insensibili e ipocritamente indipendenti? Non è sempre e solo così. Mi va di ribadirlo. Forse perchè io non sono per niente così...

E buona settimana!

lunedì 12 dicembre 2011

Quel che resta di un anno


Non manca moltissimo alla fine di quest'anno. È una fine agognata per me e quindi non mi dilungherò sul parlare di questi 365 giorni. Almeno non descriverò eventi personali.
Però questo post è dedicato ad alcune riflessioni cui sono giunto nella maturità di un'età che avanza inesorabile, ma non in tutto negativa.



Prima di tutto il 2011 ha sfatato anche la superstizione della fine del mondo. Ormai ce la propinano in tutte le salse più vistose, ma pare che non dipenderà dalle date la nostra dipartita, quanto dalla distruzione che riusciremo a creare sul pianeta... Molto più probabile che siamo capaci di auto-estinguerci piuttosto che ci pensi un evento apocalittico legato a non si sa bene quale congiuntura astrale.


In secondo luogo, dopo un secolo in cui l'umanità ha finito col diventarne schiava, il denaro sta mostrando il suo ghigno tremendo. Se abbiamo attraversato tempi in cui ipocritamente l'adorazione della carta moneta e di tutti i suoi simboli era atto del demonio, oggi questo si è ribaltato. In una forma di dittatura finanziaria, il nostro modo di vivere, la nostra stessa possibilità di essere liberi e di esprimere noi stessi che il benessere porta con sé, costringe a inchinarsi davanti alle banche. Entità assurde come le agenzie di rating, governano più degli stati nazionali, assecondando sensazioni del tutto irrazionali oppure fin troppo guidate dalle potenze emergenti. La grande Cina ha saputo attendere il suo momento, e sembra non avere pietà per nessuno nella sua crescita. Sta fagocitando tutto, ed è imprevedibilmente furba nell'azionare leve come il debito nazionale per acquisire il diritto di governare il futuro attraverso il mercato. Per chi ha ancora fame di raggiungere il luccichio scintillante di questa Europa specchio riflesso di un'America decadente, tutto è lecito.

L'Europa, mai fino in fondo costituita, sta perdendo se stessa a partire da quella moneta e da quel mercato che, ancora una volta sotto il segno del soldo, l'aveva saputa unire. Il crollo a effetto domino delle economie povere strutturalmente e storicamente ricche e importanti, dimostra la fragilità di un sistema che non ha mai accettato di integrarsi fino in fondo. Forse è stato un bene perchè è più facile vincere contro uno solo che contro una squadra di individui che devono difendere la propria porta. Forse avere delle gambe più grandi e muscolose, evita gli sgambetti...

E nella stessa metafora, come non pensare alla fine dell'infinita piaga italiana di Berlusconi? Il suo migliore amico, il denaro, gli ha voltato le spalle. Il mercato dove ha trionfato nella sua vita imprenditoriale, lo ha disarcionato. Cercherà di tornare, di non scomparire, ma se con un pò di malizia gli altri riusciranno infine a emarginarlo non considerandolo più un interlocutore valido, probabilmente potremo fare a meno di ennesime buffonate e di menzogne fasulle per gli anni a venire.

Restano per me dolorose alcune immagini. La spazzatura a Napoli, che ha ridotto la città a immagine mondiale della stupidità italiana e la nazione a zimbello organizzativo planetario. Le manifestazioni violente in Italia e nel mondo contro quello che non piace. Come se distruggerla fisicamente non faccia ricrescere vigorosa la gramigna. L'assenza assoluta oggi di idee e di aspirazioni più alte di un bel cellulare e soprattutto quel vuoto spinto di solidarietà di fronte alle difficoltà degli altri che si avverte non solo in Italia, ma in tutto il pianeta azzurro. Non so quanto si potrà andare avanti così.

Però, alla fine io ci metto una nota di speranza positiva. Sono nati nel mondo sei o sette bambini che sono stati identificati come i sette-miliardesimi esseri umani della Terra. Sono tutte creature magnifiche che hanno dentro di sé in potenza la rivoluzione contro tutte le cose che ho elencato sopra. Spero che la potenzialità si trasformi un giorno in realtà...

sabato 10 dicembre 2011

Polemiche, povertà, menzogna e realtà.

Chi non l'aveva previsto? Anche uno solo, sarebbe troppo. Chi, nella società italiana, non aveva capito che questo governo ci sarebbe andato giu' pesante e senza guardare in faccia a nessuno, soprattutto cogliendo quello che era sicuramente ottenibile, era un illuso.


Monti & Co, hanno avuto carta bianca dal Quirinale. Sono stati legittimati dalle parti politiche accecate dall'odio contro Berlusconi come da quelle favorevoli al Cavaliere che hanno gradito l'opportunità di regalare a qualcun altro il cilicio della ingiurie della gente. Ha quindi deciso di fare tutto quello che l'élite privilegiata e intellettuale, ha sempre visto come le necessarie misure per svecchiare il Paese. E quindi via di provvedimenti che per tutti gli altri governi sarebbero stati tabù impossibili in vista di una successiva elezione. Pensioni su tutto. Il governo tecnico ha deciso che era il caso di sfruttarla questa benedetta crisi e che quindi si poteva e doveva agire su tutti quei meccanismi altrimenti intoccabili. Come le grandi multinazionali sfruttano le difficili condizioni di mercato ad arte per annunciare migliaia di esuberi e dimagrire dopo abbuffate senza controllo, così si sceglie di cavalcare l'onda, sfruttare le pressioni europee e giustificare tutto. Non c'è alternativa. Bisogna operare sulle cose che sicuramente si possono ottenere, e non su quelle impossibili. Quindi, bisogna agire su quei molti che pagheranno certamente perché non hanno scampo.


A dispetto di giustificazioni e di improbabili attenuanti, l'uragano ha raggiunto il Bel Paese che si è sciolto come l'omonimo formaggio su una fetta di pane. A prendere molti a morsi, ci penseranno le nuove regole. Non per tutti però. Ecco infatti che i potenti, i parlamentari, stanno già cercando il modo per evitare di subire una qualsiasi ripercussione. A essere diffidenti fino in fondo, ci si potrebbe vedere dietro un raggiro multiplo, con il governo che, di proposito non fa le cose al 100% nelle regole con gli onorevoli dandogli una scappatoia. Ma forse sarebbe troppo anche per loro... Intanto mi disgusta che i politici abbiano voce in capitolo per difendere i loro stipendi e non la abbiano tutti gli altri che solo di quello vivono. In secondo luogo, ancora venendo al tema a me caro della mancanza di principi ispiratori, trovo un'aberrazione che coloro che ci rappresentano in parlamento non abbiano il buon gusto di uniformarsi al clima di sofferenza della nazione. Quasi che l'essere stati eletti gli dia dei diritti in più rispetto a tutti gli altri cittadini. L'odio per la politica nasce proprio da questa corrotta sensazione di volersela continuare a spassare sputando in faccia a quelli che pure li hanno sostenuti...


Non sono in grado di dire chi abbia ragione su questa super-manovra che ad alcuni sembra una retromarcia destinata a sbattere. Non me la sento di polemizzare contro il governo non avendo una chiara visione degli interventi. Spero la abbiano loro. Non  mi piace chi oggi attacca Monti dopo averlo incensato e dopo avergli messo in mano l'Italia con la cifra 00 (licenza di uccidere) davanti al numero di Presidente del Consiglio. Lungi da me dire che avere il Biscione ancora tra i piedi (e sono stato buono a usare piedi) sarebbe stata una opzione migliore.


Di fatto l'Italia si trova ora dove l'Italia stessa si è andata a cacciare. Si può dare la colpa a Berlu, alla sua corte di buffoni e al suo irrequieto cervello piccolo, ma anche la si può dare alla Sinistra assente se non quando c'era da dire peste e corna della premiata ditta di acrobati al governo. Si può dire che Monti faccia l'interesse delle banche. Si può pensare che l'Europa ci abbia sculacciato senza motivo e quindi frignare, che hanno iniziato loro e adesso siamo a terra in una nuvola di polvere. Queste sarebbero parzialmente tutte realtà e tutte menzogne.


Restano in ogni caso sul tappeto delle infinite e infruttuose polemiche e tanta, troppa povertà per un paese che è stato grande e sembra oggi uno spettro, incatenato mani e piedi a guardarsi morire in un specchio. Contrappasso tremendo di chi vede la sua bellezza sfiorire...

mercoledì 7 dicembre 2011

Poche righe

Poche parole stasera per raccontare il mio Dicembre di follia. E' sempre così qui in Svizzera. A Natale e prima di esso si festeggia e ci si saluta fino all'anno nuovo... Esco di fatto quasi tutte le sere e alla fine ne sono spossato. Ma sono pubbliche relazioni importanti, che non si possono trascurare...

Fatto sta che non capisco perché sia solo il clima della collettiva follia a scatenare questa elettrica fame di feste senza troppa discriminazione negli inviti come nel da farsi...

Ma va bene così, perché non posso pretendere di capire tutto e tutti. Ma quanto vorrei poter diluire lungo i 365 giorni una serie di cose che non sono sicuro di voler fare...

E' forse il sogno di una lunga giornata che attende una breve notte e un domani non da meno...

lunedì 5 dicembre 2011

Annunci del Governo. E' l'ora della dieta...

Ebbene è giunto il momento di svegliarsi. Ci ha pensato ieri con calma e posata decisione l'incaricato presidente del consiglio a puntare la sveglia. Il trillo è stato e sarà di quelli che non riesci a spegnere neanche con le martellate, e gli italiani smetteranno molto presto di festeggiare la fine di Berlusconi per passare al banco della giuria e sparare a alzo zero sul nuovo governo.

Partiamo da un primo punto. L'unica tv che ha mandato al 100% l'intervento di presentazione della manovra del governo è stata La7. Niente da perdere e tutto da guadagnare, certo, ma i guasti Berlusconiani faticano a perdersi. Era talmente importante mettere in scena l'intrattenimento domenicale che non si poteva dedicare su tutte le reti uno spazio per una serie di annunci devastanti. Ovviamente c'è la malafede dietro: tutti potranno manipolare i messaggi a loro discrezione e a seconda della filo-governatività o della volontà di critica, potranno sparare le loro cartucce.

Primo esempio il fatto che tutti parlino delle lacrime del ministro del Welfare. Sono state la cosa meno importante tra quelle dette, eppure il gossip non sa fermarsi a minimizzare neanche in questi momenti storici profondamente dolorosi. Ma è lo spettacolo desolante dei giornali, che sanno ben dare le colpe alla politica senza mai assumersi le proprie...

Elemento numero 2, la serie di provvedimenti annunciati. Altro che pioggia: grandine sulle teste di tutti. Ma era forse una cosa cosi' imprevedibile? Non è stato questo governo scelto per mostrare la retta via e portare il paese fuori dal pantano? In fondo non si stanno mettendo in pratica tutte le richieste dell'Europa fin troppo annunciate e troppe volte colpevolmente trascurate? Nel pettinare questa bambola italiana, Monti e i suoi ministri hanno preso una spazzola fine che i nodi li tira tutti. E' uno straziante spettacolo pensare a come la vita di tutti venga segnata da questa profonda crisi finanziaria. Si portano al fine avanti tutte quelle modifiche che i governi proni alla logica della poltrona non hanno mai fatto.

Non sono in grado di dire se tutte le misure prese siano necessarie e quante di esse produrranno gli effetti desiderati. Non so se saranno provvedimenti sufficienti a rimettere, nel medio lungo periodo, l'Italia in gioco. Pero' posso dire che sono riforme di una durezza cui gli italiani non sono abituati. Troppi anni di politica del nulla, e ecco che queste misure che intaccheranno anche benefici acquisiti, diventano tremende scudisciate. Tra poco Berlusconi ricomincerà a salire nei sondaggi, mentre il PD ritornerà a perdere perchè incapace di alternativa, ma ancor piu' fautore di questo esecutivo e delle sue "scellerate" scelte. Insomma, un nuovo pasticcio.

Ero stato un facile profeta dell'inutilità delle manifestazioni di piazza per la dipartita del biscione. Adesso in molti si vergogneranno di aver gioito allora e cercheranno di dimenticarsi di averlo fatto. Potranno senz'altro riuscirci gettando fango e veleno sul governo. Io da un lato vedo la necessità di interventi forti, ma dall'altra resto sbigottito dell'assenza di un'idea forte che guidi gli spiriti. L'evocazione da un universo parallelo del principio di equità sociale, è in realtà una dolorosa maschera volta a legittimare azioni al limite della tollerabilità per tante famiglie. Io voglio sperare che tutto questo serva.

Purtroppo pero' ho l'impressione che questo governo tra poco dovrà affrontare un fuoco di fila senza giubbotto antiproiettile. Quando gli italiani finiranno di rendersi conto di dover pagare, di non avere piu' di fronte il Papi pronto con il suo magnifico esempio a sdoganare ogni illecito o moralmente ignobile atto, si inizierà a dire che è troppo. Che ci deve essere un altro modo. Che era meglio prima.

Ma non sarà la verità. Il conto del ricco tavolo che ha mangiato fino a scoppiare, lo deve saldare qualcuno, e visto che l'Onorevole Casa delle Libertà si è defilata in tempo, ci dovranno pensare i cittadini.

Sperando che tutto questo serva, e soprattutto basti....

domenica 4 dicembre 2011

La pena di morte. Un ritornarci ciclico

Non mi capita troppo spesso di mettere su queste pagine dei post che siano pesanti su temi delicati. Per un certo pudore nell'esprimere posizioni troppo nette, a volte uso dei toni miti. Non è così nei confronti della pena di morte. Già anni fa (caspita, il blog incomincia a diventare un giovincello...), espressi la mia contrarietà alla pena capitale. La mia condanna della condanna resta incondizionata allora come ora.


Mi sono imbattuto in una puntata di un telefilm legale americano, e ancora una volta mi è venuto il desiderio di parlare del mio sdegno nei confronti del dare la morte, facendo in modo che la collettività avalli l'azione. E' fondamentale la mia contrarietà all'occhio per occhio. E' la ribellione all'inciviltà della scelta. Con la pena di morte non si colpisce solo chi subisce la condanna, ma anche chi gli sta intorno e magari in modo innocente. E' una pena che prescinde dal fondamento della vita, ovvero la speranza di poter cambiare e migliorare.


Non discuto per niente il dolore di chi perdite le ha subite. Mi è fortunatamente incomprensibile. Ma l'atteggiamento vendicativo va tenuto a freno proprio dalla collettività che non è coinvolta e quindi deve opporsi alla reazione non ponderata. E quand'anche riflessione e giudizio ci sia, non si può prescindere dalla considerazione che, indipendentemente dalle colpe, lo stato la vita debba difenderla, mai offenderla. 


Qualche millennio fa, gli uomini hanno deciso di vivere insieme in gruppi. Che se ne siano tanti buoni e qualche mela marcia resta inevitabile. Ma una volta isolati nella loro pazza e deforme perversità i responsabili di reati gravi, non è accettabile che li si elimini, magari anche con brutale soddisfazione.


Se il principio da preservare è la punizione di chi ha agito contro la vita, non è possibile seguire quello stesso percorso. Ed ecco che nè l'iniezione letale, nè la sedia elettrica o l'impiccagione sono meglio della lapidazione o della ghigliottina, ancorchè meno sanguinolenti...


Continuerò a considerare profondamente ingiusto e irrazionale il reagire contro la scelta sbagliata di uno con la stessa scelta. Ancor più continuerò a credere che la gente possa cambiare un pò, E che se non possono farlo, il loro inferno sarà iniziato già su questa Terra...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori