martedì 23 febbraio 2010

Generazione senza reali

Le ultime vicende folkloristiche dell'Italia della canzone hanno in sé un paradosso di quelli che tanto ci piacciono. Si é infatti scatenata una campagna bellico-mediatica pro e contro il principino Savoia. Ora molti hanno forse dimenticato come sia nato televisivamente. Fu il tanto amato (dagli altri) e osannato a sinistra per la sua intelligenza Fabio Fazio a portarlo al sole della cronaca. Dopo una serie di dimenticabili uscite, in cui ancora si proponeva come figura elitaria, il reale, si é abbassato a condividere il mondo reality della tv per puro vanto. E via a imparare a ballare (ma un vero principe non avrebbe già imparato?!). E via con le ospitate. Niente da proporre, niente di utile da dire. Eppure lì a suscitare interesse pruriginoso e polemiche...
E qui proprio casca il cavallo bianco del nostro azzurro. Perché scateniamo polemiche intorno a un personaggio che con l'Italia non ha avuto mai niente a che vedere? Per quanto timidamente, noi 30-40enni, siamo o saremo la classe dirigente della nazione (vabbé prendetela come un'ipotesi), e siamo una generazione che i reali li ha letti solo sui libri di storia (se qualcuno ancora li legge). Finanche i nostri genitori, nella maggioranza, ricordano vagamente quel Vittorio Emanuele oscurato dalla bassa figura in camicia nera perché piccolo uomo senza polso. E al di là di tutto, cosa ce ne importa dell'ennesimo eroe creato dalla tv?
Ebbene é evidente che ce ne importa, e che non é improbabile una sua vacanza sull'isola dei famosi. Ancora un'altra consacrazione orchestrata e seguita in modo ossessivo. E se Filiberto non fosse altro che un simpatico fannullone inserito nel loop del telecomando, il successo di pubblico che lo spinge avanti sarebbe lo stesso: sarebbe meglio non si illudesse che la tv lo riporti sul trono. Come crea essa distrugge, e prima o poi uno scivolone ci sarà. Quando i maghi Costanzo/Fazio/Ventura decideranno di non averne più bisogno, il principe dovrà buttarsi in politica. E allora dovrà sperare solo che ci sia ancora Casini a raccoglierlo, perché il Cavaliere, alla sua tavola rotonda, foss'anche con Excalibur, non lo farà sedere...

domenica 21 febbraio 2010

Ritornare a studiare.


Oggi devo assolutamente mettermi a studiare. Ho deciso di fare dei corsi e migliorare alcune delle mie conoscenze strutturandole (che detto in parole povere significa farmi un m***o così). Quindi è necessario trovare e dedicare del tempo a libri e documenti telematici che mi siano di supporto in questa attività.

Le sensazioni, a questo punto, sono un pò stravaganti. Mentre mi sono abituato da qualche anno a dedicarmi la domenica come giorno di riconciliazione con me stesso, vedo profilarsi all'orizzonte i ricordi dei miei lunghi periodi di clausura nei quali mi abbrutivo dietro a materie più o meno astruse. In genere era estate, e in maniera molto poco confortevole stavo lì sui libri dimentico che fuori ci fosse un mondo. Sudavo, non mi facevo la barba che allora cresceva in peli poco robusti, ciabattavo per casa in zoccoli di legno o al massimo in pantofole di sughero. I vestiti casalinghi, già per loro concezione sdruciti, apparivano stropicciati. I capelli alla "Diotistrafulmini"... Insomma scene non esaltanti...

Di certo non mi ridurrò così di nuovo, ma la prospettiva di riprendere ad avere un ritmo costante di apprendimento con il rallentamento delle trasmissioni sinaptiche mi mette un pò in apprensione... Sarebbe bello essere entusiasmato da una sfida, come si usa dire nei migliori corsi aziendali. Ma alla fine della fiera, se penso a tutte quelle cose che ho studiato e mai utilizzato o definito nel dettaglio, un pò di ripensamento viene...

giovedì 18 febbraio 2010

Fireball


Immaginate un uomo magro, piuttosto emaciato, ma con degli occhi profondi e spiritati. Immaginatelo fare dei movimenti ampi seguendo una musica interiore. Nel contempo potete ascoltare dalla sua bocca dei suoni armoniosi e allo stesso tempo spaventosamente decisi.

Lo vedete puntare le mani in direzione del suo sguardo. Istintivamente seguite i suoi indici tesi in uno sforzo estremo mentre un ultimo momento di concentrazione lo pervade. Ed ecco comparire una enorme sfera infuocata che raggiunge un bersaglio e fragorosamente esplode in mille colori di fiamma devastando con intima soddisfazione tutto intorno... E' stata una palla di fuoco, una fireball.

Beh, ho sempre sognato a occhi aperti di poter creare questo effetto, spazzando via quello che non mi piace e usando una infinita energia nascosta nel mio cervello. Ovviamente sono sempre rimasto con i piedi per terra, e non ho mai creduto che queste cose potessero avvenire neanche quando nei giochi di ruolo mi sentivo un vero mago... Però l'analogia mi torna utile per raccontare che oggi ho cercato di usare un pò di quella energia che ho nelle mie piccole sinapsi per raggiungere un obiettivo. Mi sono sforzato di esprimermi bene per mostrare di potercela fare. Coreograficamente mi sono mosso per evocare le mie energie nascoste, e sperabilmente ho dato una buona prova, eliminando qualche resistenza che pure c'era...

Se una fireball può aiutare a spianare il terreno, bisogna usarla con attenzione, perchè può colpire molti nel suo raggio e non è sempre necessario essere esplosivi. Indi adesso sto cercando di estinguere il mio incendio con calma e blog, per ritrovare serenità e guardare avanti...

E quindi mi lancio in un incantesimo che evocherà un sonno ristoratore... Magari non mentre guido però...

domenica 14 febbraio 2010

Essere ricchi dentro (le tasche)


Il denaro non fa la felicità, ma aiuta a vivere meglio. Essere "ricchi dentro", ma con le tasche vuote, tutto sommato è un pò filosofia del sogno.

Al di là di quelle consolatorie proteste di soddisfazione da animo nobile, ma da quattrini pochi, mi sono reso conto con il tempo che nascere ricchi (non dico benestanti, dico ricchi...) può essere un vantaggio innegabile e molto produttivo. Guardando alla storia, famiglie antiche e danarose, riescono a mettere i propri rampolli in posizioni di rilievo che permettono anche a elementi non eccelsi di avere un ruolo decisamente importante. La teoria delle reti di conoscenza, la possibilità di raggiungere estremi lontani e di avere merce di scambio, aiuta e facilita. Ieri guardavo un documentario sulla famiglia Kennedy. Pur supponendo che i loro geni siano stati particolarmente ben miscelati, vista la media delle attività in cui sono stati coinvolti, mi sembra ovvio concludere che il loro denaro li ha messi sul trampolino più alto. Certo poi sapersi tuffare bene è un merito, ma per tanti altri, già scalare fino al punto di lancio è una impresa.

E' così che si perpetuano generazioni di potere. Certo si può migliorare nel corso di un'esistenza partendo dal basso, ma per raggiungere lo status di chi su un piedistallo c'era già il lavoro è tanto di più. Ma non voglio guardare solo al privilegio come forma di "facilitazione". C'è anche da aggiungere che il vivere in una certa atmosfera, permette di capire molte cose e di essere prodighi nell'utilizzo delle proprie risorse. E questo significa anche un modo di investire e di spendersi largheggiando, che con un pò di oculatezza, ripaga...

Non odio i ricchi nella "sacca". Però penso a volte che tutti meritano una possibilità, e se per nascita non ce l'hai, si dovrebbe trovare un modo di darla lo stesso...

venerdì 12 febbraio 2010

Questo inverno


Qui fa freddo quest'anno. Forse non solo qui. Ma è un freddo accompagnato da tanta neve e da una serie di repentine diminuzioni di temperatura al limite dell'imbarazzante...

Mi piace tutto sommato questo freddo-freddissimo. Specialmente mi piace se è costante e mi posso proteggere da lui. Non mi piace troppo entrare nei locali chiusi e iper-riscaldati che ci sono in Svizzera, perchè sembra di diventare improvvisamente un baccalà in ammollo: viscido e spugnoso. Ma inutile lottare contro l'idea che un paio di gradi in meno non uccidano.

Mi sto anche approcciando di più alla montagna. E' un bene. Qui in Svizzera bisogna capire che senza la vita di montagna, sei un paria della peggiore specie. Un essere di serie b. Un cafone. Tutto insieme mescolato. Se riesci a nascondere la tua incapacità negli sport invernali, ancora ancora te la puoi cavare, e per questa ragione insisterò ad andare sulle cime e troverò delle forme di divertimento alternative. Ho deciso che mi interessano slittino e Snowshoes... Che significa sedersi e lasciarsi portare o camminare e vecchietti in mezzo alla neve. E' anche vero però che con queste due cose, si esercita una certa natura contemplativa: c'è un pò più di tempo per guardarsi intorno e godersi anche gli scenari. Forse questo lo desidero, nella mia ricerca di una forma di felicità.

Si sta organizzando un interessante weekend in Davos, località ricca di attività. Sono coinvolto e spero la cosa funzioni. Sarebbe bello vivere un pò di ore in quota e vedere com'è quando si fa la vita invernale... Vi farò sapere delle mie impressioni di uomo di mare...

giovedì 11 febbraio 2010

Programmare: amore e odio


Tra le mie "molte" abilità lavorative, c'è il fatto di sapere programmare software. Significa che sono capace di far fare al computer delle operazioni più o meno complicate, che per la maggior parte della gente non hanno alcun senso, ma che in ambiente tecnico hanno invece un valore intrinseco...

Combinando milioni di piccole parole dettate da una logica più o meno ferrea, nascono cose che usiamo tutti i giorni e che a molti sembrano frutto di una arcana magia. Facebook, MSN, Google, Windows e Mac OS, hanno tutti dietro delle strane combinazioni di simboli che sono in grado di mettere in moto l'elettronica dei nostri dispositivi.


Tutto sommato è un linguaggio di comunicazione che identifica chi lo usa: se si guarda un programma si capisce bene che mente c'è dietro. Ordinata, geniale, confusa e sprecona, taciturna o comunicativa, la natura del programmatore esce fuori da come le linee di testo si susseguono nella loro disposizione più o meno elegante...


Programmare è una attività che mi assorbe profondamente. Non ce ne sono molte più così. E' una delle poche cose che riesco a fare senza interruzione. Una di quelle che mi spinge al limite di non andare al bagno per una pipì se non in caso di estrema emergenza. E' chiaro quindi che la amo: mi fa sentire profondamente soddisfatto quando il programma funziona, e la frustrazione dell'errore mi spinge solo a risolvere il problema... Però è anche un'attività che odio. Proprio perchè mi assorbe e mi lascia stremato. Proprio perchè non riesco a appendere poi la tastiera al chiodo. E sono tormentato dalle immagini del codice che non gira, dalla ricerca della soluzione migliore o semplicemente di una soluzione.

Oggi dopo 6h non stop, me ne sono andato dall'ufficio a malincuore, pensando solo a quello che ancora avrei voluto fare... E' un bene e un male. La stanchezza che ne segue, è però consolante...

martedì 9 febbraio 2010

La Stizza


Da non confondere con la Strizza, la Stizza è una sensazione fastidiosa, al limite della molestia. Consuma le mie energie nervose a vuoto, con il risultato finale che mi sento al limite dell'avvilimento...

Sono un paio di giorni che vengo investito dalla stizza. Prima di tutto perchè la mia magnifica macchina, il mio destriero V6, ha un occhio un pò ballerino. La luce di posizione, quell'inutile lucetta che non si vede per niente, al faro destro ha delle incertezze. In modo abbastanza casuale, resta spento, a volte poi accendendosi nell'uso. E' un disturbo cui ho cercato di porre rimedio portando l'auto dove l'ho comprata. Il risultato però è stato che alla seconda accensione, il problema si è rifatto vivo... Inoltre, nel cambio lampadina che hanno fatto (probabilmente senza sapere che pesci prendere), il faro non deve essere stato stretto troppo bene, se è vero come è vero che vibra come prima non faceva... Insomma devo ritornare a portare l'auto, nella speranza che la cosa possa essere risolta per il weekend...

In tutto ciò, vengo a scoprire che anche gli Svizzeri hanno delle vette di idiozia. Vado al garage dove ho riservato un posto auto, e trovo il cancello aperto. Penso che stia per chiudersi, realizzando poi che non è così. Analizzo il problema ingegneristicamente: i componenti sono la fotocellula, il motore e i cardini. La fotocellula già mostra qualcosa che non va. E' diretta verso il cancello, mentre quella dell'altra porta scorrevole dirige esattamente nel verso opposto. Inoltre, il motore elettrico ha la spina staccata. La combinazione impedisce ogni movimento. Alla fotocellula ci arrivo, ma alla spina della corrente neanche se salto come Bubka. Oltretutto, se è stata staccata di proposito, il rischio corto circuito non è da sottovalutare. Insomma non posso fare nulla altro che trovare stamattina la porta che prova a chiudersi e invece non ci riesce perchè disturba la fotocellula e quindi torna indietro. Almeno questo lo posso aggiustare e detto fatto!

Ma che stizza! La stizza perchè questo piccolo difettuccio dell'auto la rende imperfetta. Stizza perchè il garage lo pago perchè stia chiuso a vegliare la mia macchina. Stizza perchè questi idioti che mettono le cose fuori posto, potrebbero anche non avere altro scopo che rompere...

E quindi occhi sbarrati alle 4 in cerca di una soluzione, mentre il mio cervello continua a firriare per partorire qualcosa. Non so neanche io cosa... Però qualcosa che mi avvicini a un mondo per me un pò meno imperfetto... Forse quando scenderò a patti con l'imperfezione perderò la voglia di stizzirmi... Per ora però speriamo in una notte di sonno senza occhi sbarrati!!!

sabato 6 febbraio 2010

11 Ore

Ieri sera (venerdì) crollo verticale dell'attenzione e della mia capacità operativa. Davanti alla televisione dopo 5 minuti, inebetito e sinusoidalmente addormentato, ecco che decido alla chetichella di andare a buttarmi a letto.

Mi inoltro nelle coltri, e sprofondo in un sonno doloroso e un pò agitato alle 22.24 (alle 22.23 ho spento la luce, e considero il tempo tecnico di rotazione...). A mezzanotte, dei rumori forti dall'altra parte della parete mi svegliano. Evidentemente il vicino è appena rientrato e si sta dimenando non molto delicatamente per casa. Il suo tonfo sul letto è il colpo di grazia e mi sveglio. Ma dopo una quindicina di minuti, ritorno alle oscurità del mio sonno.

Alle 6.48, inappellabili necessità fisiologiche mi portano in bagno. Riesco tuttavia a ritornare al mio stato primigenio, e dormo ancora un pò. Alla fine totalizzo un 11 ore circa, che non considero un record quanto un bonus.

Ho avuto di conseguenza la possibilità di avere una giornata intensa e di non rimanerne sopraffatto. Non so cosa mi stia prendendo, ma ultimamente mi sento un pò frustrato dal mio essere un fisico/rottame. Se da un lato sento la necessità di fare sport, darmi degli obiettivi di miglioramento, mi guardo indietro e la mia storia mi lascia perplesso. Ho sempre dato molte, troppa importanza al mio cervello, lasciando da parte il mio fisico che ora sembra prendersi un pò di rivincite. Spalle indolenzite da uso di pc, schiena dolorante al primo peso male alzato...

Sì, dovrei fare di più e meglio per conservarmi bene. E credo che a conti fatti ci sia ben poco che mi trattenga. Eppure non ci riesco a superare quella ritrosia da acciacco e la paura di sciamannarmi completamente...

Ma per tutto c'è un tempo. Basterebbe sapere quale sia!

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Capotreno e Viaggiatori