venerdì 29 maggio 2009

Thoughtful - Pensieroso

A volte mi piacciono le sintetiche espressioni inglesi che ben sanno definire uno stato. La traduzione letterale della contratta Thoughtful é "pieno di pensieri", e Pensieroso non é esttamente la stessa cosa... Chi per sua (dis)avventura, mi conosce un pò, mi ha visto spesso saltare da un argomento all'altro senza una apparente sequenza logica. Non capita solo nelle conversazioni, ma anche nella mia testa i pensieri hanno repentini cambiamenti di direzione. Stamattina é una di quelle tempestose. Attraversando anni della carriera degli U2, attraversando la terra elvetica in treno, attraversando un momento di riflessione, sono andato dal ricordo del weekend del primo maggio dell'anno scorso a quello di quest'anno, passando per uno sguardo al futuro lavorativo su cui sto riflettendo e per una cena a base di mozzarella che sto organizzando... Insomma un minestrone composito, forse un pò salato, dove verdure fresche e un pò passate si mescolano e si legano senza fare una piega...
Una volta dovrei forse dilungarmi su qualche parte di queste riflessioni, ma il pensiero é effimero e va molto più veloce delle mie dita sulla tastiera, che per sua natura non può poi trasmettere emozioni...
Ora che sto completando questo post alcune nubi di stanchezza si sono diradate. Però mi resta qualche pensiero, e il serbatoio non é del tutto vuoto..

mercoledì 27 maggio 2009

Danni e ringraziamenti

Ho conosciuto molte persone, alcune meravigliose, altre terribili. A volte, ma solo a volte, ad esser fortunati, se ne incontra una che ti cambia la vita. E allora bisogna ringraziare. La vita, l'universo e tutto quanto.
Ci sono persone che nella loro vita subiscono un danno e se lo superano imparano che si sopravvive a tutto. Spesso questo le fa diventare persone senza pietà verso gli altri, incapaci di provare empatia. Ma quelli che subiscono un danno fanno a sè stessi qualcosa di peggio: per sopravvivere, per non provare più dolore, uccidono dentro di sè la capacità di sentire. E nel fare questo uccidono anche la capacità di amare, di gioire, di capire gli altri. Bambini con gli occhi spenti che guardano attoniti il mondo.
E per sopravvivere non si riesce più a vivere. Io ero così. Solo che a un certo punto della mia vita mi sono guardata intorno e mi sono accorta che sopravvivevo si, ma non vivevo più. Mi ero detta così tante volte di non aver bisogno di nessuno che davvero ad un certo punto non c'era nessuno di veramente importante.
Ho avuto fortuna. Ho incontrato qualcuno. E se quel qualcuno legge (e qualche volta lo fa) io lo voglio ringraziare. Per avermi ridato il sorriso, quello vero. Perchè mi ha insegnato di nuovo a piangere con il cuore e non con gli occhi. Perchè mi ha fatto sentire il dolore. Perchè mi ha ridato la capacità di amare. Perchè mi ha ridato gli amici, quelli veri.
Mi ha fatto smettere di avere paura, di rimanere tremante. Di temere il cambiamento. Di non guardare in alto. Di odiare il lavoro.
Mi ha dato nuovi occhi per guardare il mondo e oggi mi stupisco ogni giorno per quello che vedo, per quello che capisco, per quello che sento. E io ringrazio la persona che mi ha trovato e che ho trovato.
Grazie a questa persona ho famiglia, ho amici, ho me. Perciò voglio dirle grazie. Magari è poco e non ho trovato nemmeno le parole giuste per dirlo, ma quello che so è che se ora non mi sento più prigioniera nella mia testa a guardare il mondo attraverso due piccole finestre è tutto merito suo. E un po' anche mio.
E' stato un lavoraccio.

A modo mio

Domani prendo un aereo verso il meridione. Lo faccio a modo mio, con organizzazione e sperabilmente sorpresa. Però penso anche al futuro e mi piacerebbe prendere qualche via orizzontale tipo tangente portoghese...

Viaggiare è un mondo di sorprese più o meno entusiasmanti. Ognuno dovrebbe farlo nel modo che gli piace, tenendo conto che il viaggio diviene godereccio solo quando si è con le persone giuste e nello stato d'animo corretto... Una volta mi sono aggregato in una organizzazione di amici, senza convinzione, affidandomi alla speranza che ne venisse fuori qualcosa di buono. E' stato un errore madornale: sarei voluto rimanere a casa tutta la vita... Tanto fu un viaggio spiacevole, che non è solo l'età che me lo ha fatto rimuovere quanto il trauma. Ho scoperto lì di poter essere insopportabile e pignolo e di non essere avvezzo alle improvvisazioni e alle avventure. Devo avere un programma in mente oppure nessun programma (che pure è un programma) perchè il mio smanioso essere direttivo smetta di tirarmi la giacchetta da una parte e di conseguenza io non incominci a scocciare tutti gli altri con le cose da fare...

Insomma, sarò diventato un pò egocentrico, ma c'è un seme di "a modo mio" nelle cose che faccio. Questo può anche riservare la sorpresa di andare incontro agli altri, ma nel complesso, serve a non distruggere i miei e gli altrui momenti con una insostenibile e incontenibile e assolutistica volontà!

martedì 26 maggio 2009

Umanità

Mi piacciono molto le stazioni e gli aeroporti. Mi piacciono perché sono percorsi da varia umanità: belli, brutti, strani, giovani, anziani... Certo l'ambiente delle stazioni italiane non é sempre meraviglioso: se c'é una parte che temo e non amo di Napoli é proprio Piazza Garibaldi, che di due/tre mondi ha molto, ma di eroico ben poco...
Qui in Svizzera invece la stazione é generalmente il centro della città e ti permette di capire che dimensione di villaggio stai per affrontare. É poi ricchissima di servizi, di bus e altre connessioni, rappresentando un mondo molto più dell'aeroporto.
E l'umanità che percorre i suoi corridoi é intrigante. Non so perché, ma la maggior parte delle volte, le ragazze in viaggio hanno un'aria smarrita che le rende bellissime. Qui poi il giro con zaino in spalla é una tradizione e un'abitudine a livello di weekend, per cui si possono incontrare infiniti personaggi che sono colti da smania di movimento e vanno ovunque (principalmente a bere) con sicurezza e serenità. In questo il servizio efficiente rende tutto un pò alieno e meno reale, ma se si conta sulla possibilità di realizzare un desiderio di viaggio, allora perché sempre sacrificarsi?
Nel frattempo si avvicina una gita italiana con destinazione costiera sorrentina. Anche lì l'umanità deborda.. Però, essendo una umanità da cui discendo, ne berrò qualche piacevole sorso, magari da smaltire dopo il ritorno...

domenica 24 maggio 2009

Ma ... trimoni

Sono andata ad un matrimonio a ... Savona!
E da Napoli è una bella passeggiata! La cronaca: venerdì al lavoro con valigia, galoppata mattutina sotto al sole con quei 4 o 5 chili. Prendo il treno per Roma alle 15,17. Galoppata sotto il sole. Arrivo a Roma. Prendo il trenino per Fiumicino. Bleah! Sporco, vecchio, rotto, ussignur! Arrivo in aeroporto, attendo altri membri della delegazione romana. Prendiamo l'aereo alle 20,10 per Genova. Arrivo alle 22 circa. Ritiro la macchina a noleggio. Mi dicono che non avevano una seconda categoria quindi allo stesso prezzo mi danno una prima. OK.
Aspettiamo a Genova ulteriori membri della delegazione romana in arrivo da San Pietroburgo (e dite poco). Arrivano alle 23,10. Andiamo al parcheggio della macchina. E qui comincia il film di Stanlio e Ollio. Cosa fate voi quando entrate in macchina?? Vi sedete, vi aggiustate il sedile, prendete la chiave nella mano destra e cercate il buco in cui infilarla. Ma il buco questa volta non c'è. Oddio, dov'è il buco?? Cerca su, cerca giù, tentiamo di infilare questo strano oggetto che sembra una chiave senza la parte metallica in un foro dove ci sono le viti che serrano il piantone dello sterzo, alla fine eravamo in tre testa sotto lo sterzo a cercare un foro, uno qualunque, in cui infilare 'sto cavolo di coso. Uno urlava "le istruzioni, cercate le istruzioni", l'altra strillava "cerca un bottone", io premevo bottoni in libertà, sembravo un pianista in un tumulto, poi mi casca l'occhio sul pavimento vicino al cambio. ALT! FERMI TUTTI! C'è un foro con tre scritte ON OFF START. E' lui!!!! Metto in moto. Ah, ho dimenticato di dirvi che ci hanno dato una Croma, che sarebbe a dire una specie di luuunga luuunga automobile, grande grossa e gigantesca. Io sono alta un metro e mezzo. Un po' sbilanciato come rapporto. Seeeee!!
Ci accostiamo all'uscita dal parcheggio auto a noleggio, mi tolgo la cintura di sicurezza, mi sporgo a mezzo fuori dal finestrino per digitare il codice e ... dal sedile di dietro il back sit driver mi dice "stai aprendo il finestrino posteriore". Ah. Pigio un altro po' di bottoni e finalmente apro il mio finestrino e digito il codice. Imbocco l'autostrada, ma prima devo ritirare il biglietto. Mi rituffo fuori dell'auto, ari-pigio un po' di bottoni e dal sedile di dietro "stai aprendo TUTTI E DUE i finestrini posteriori". Vabbè, la faccio corta, mentre già correvo in autostrada da dietro arrivavano urla del tipo "hai chiuso a metà quello di sinistra, ora li hai riaperti, ora li hai chiusi tutti e due a metà, ma insomma o vai su o vai giù, CACCHIO". E prima ci sono stati strilli del tipo "hai fatto spegnere la macchina, ora si è spenta di nuovo, oddio oddio ODDIO". Vabbè, cercavo di partire in terza, ma che ne so che questa macchina ha la prima allo stesso posto della retromarcia.
Insomma, come Dio volle siamo arrivati a Savona alle 00,10 e siamo persino riusciti a mangiare. La mattina dopo, vestita in abito lungo, calzata di tacchi 12 centimetri, ho ripreso la macchina con equipaggio al completo (un paio di zie settantenni arzillissime, uno zio settancinquenne che faceva il navigatore, un figlio trentenne di una delle zie) e abbiamo cercato la chiesa. Situata su una appesissima collina, con un'altra macchina che ci guidava e che ha sbagliato strada 2 volte, con relative inversioni di marcia in una minuscola stradetta con pendenza 17%, con me alla guida di quella gigantesca limousine di cui sopra. Le maledizioni che sono uscite dalla mia boccuccia di rosa credo si possano ritenere proverbiali. Abbiamo finalmente assistito al matrimonio e poi ci siamo recati a Voze, ameno luogo in cui si trovava l'ameno ristorante in cui mangiare l'ameno pasto. Trovato anche il ristorante. Poi siamo ritornati a Savona. Poi stamane abbiamo ripreso l'autostrada e siamo tornati a Genova. Posata l'auto. Preso l'aereo. Posato l'aereo. Preso il treno. Posato il treno. Preso il pullman. Posato il pullman. Sono arrivata a casa. Ahhhhhhh!!!
E comunque in macchina avevo le scarpette da ginnastica e non ho fatto nemmeno un graffio al mostro a 4 ruote. Tiè!!

Domenica Bestiale


Sono già in treno alle 9.04 in direzione lavoro. Anticipare spero serva a accorciare la giornata che con il sole e il caldo diventerebbe altrimenti infinita...
C'é però qualcosa di surreale in questo andare di domenica al lavoro: c'é quel silenzio da città-villaggio che dorme profondamente e giustamente. C'é l'odore delle poche panetterie-pasticcerie aperte per il pranzo della domenica dove pochi affezionati vanno a addolcire la loro giornata di riposo... E c'é quella voglia di aria aperta e di guidare lontano in libertà...
E tutto questo mentre ascolto "Running to stand still" fa l'effetto di un malinconico giorno perduto...

sabato 23 maggio 2009

Disorientamento


Oggi ho pennicato. Dopo una forzata astinenza da sonno e una stanchezza che mi ha messo in crisi giovedì quando non sono riuscito a toccare con la schiena il divano senza addormentarmi, sono crollato...

E' stato un sonno tormentato. Dolorosamente percosso da suoni e rumori e mai del tutto profondo. E' stato un sonno disorientato e disorientante, a cui mi sono strappato con difficoltà e senza tanta convinzione. Credo sia uno specchio di come mi sento. So bene quello che mi sta succedendo intorno e ne guardo partecipe l'evoluzione. Il lavoro mi lascia senza energie fisiche, ma la mente ha dei sobbalzi continui alla ricerca di un nuovo piano per il futuro. Lo so che ne sto sempre a parlare, che anche troppo presto ci ho pensato, ma la mia mente viaggia sempre molto più del contenitore...

Sto incominciando a assuefarmi completamente all'idea di stare qui. Lo sto facendo consapevolmente e inconsapevolmente. Trovo convenienze, automatismi, comunicazioni. Inizio anche a parlare il tedesco. Inizio a avere delle persone di riferimento. Eppure non riesco a capire fino a dove voglio arrivare con queste cose. Ho una forma di impegno nelle relazioni che mi mette al riparo da coinvolgimenti troppo onerosi. E' in questo stagno con qualche burrasca che sto trasmettendo il mio calore corporeo, raggiungendo una felice e piacevole temperatura... Peccato che l'acqua fredda sia sempre più cristallina e pura di quella riscaldata e perciò attraente, pur se dolorosa al primo contatto... E nella metafora c'è il senso di quel risveglio primaverile che forse è un pò meno entusiasmante di quanto potesse essere!

Il Car Sharing


Oggi ho sperimentato la mia tessera di partecipazione alla grande comunità del Car Sharing Svizzero-Austro-Germanico...

L'idea è quella di avere un parco di auto disponibili e di pagarne solo l'uso a spot e consumo. Sembra una panacea e allo stesso tempo una pensata assurda: spendo relativamente molto quando la prendo (e questo sarebbe un'assurdità rispetto al possedere un'auto...), però non pago costi di gestione, di benzina, di parcheggio, assicurazione, manutenzione. Insomma nel complesso forse c'è un bilancio non necessariamente rosso sangue.

Devo dire che la prima esperienza è stata positiva e piacevole. Presa l'auto in tempo esatto, considerato che mi serviva per un paio d'ore o meno, la ho usata come carro merci e sono andato e tornato senza alcun problema. Certo, essendo la prima volta, avevo un pò di ansia da guidatore del sabato, però tutto sommato le cose sono state semplicissime. L'auto si è aperta come predetto con la tessera magnetica appoggiata al parabrezza (e già qui goduria tecnologica). Il computer di bordo mi ha dato il buongiorno in tedesco riconoscendo che si trattava di me. Il serbatoio era abbastanza fornito e quindi non mi sono dovuto imbarcare nella perigliosa azione di rabbocco. Il disco orario era dove si supponeva che fosse. E dulcis in fundo, avendola riportata prima, ho scalato l'ultima mezz'ora dal conto, ricevendo anche una e-mail di conferma. Costo totale dell'operazione 12chf e 66 rappen (a parte i soldi per il tavolino e le sedie da giardino con le quali ho finalmente attrezzato il balconcino...)...

La domanda che mi pervade è se questa cosa potrebbe funzionare anche in Italia. Sono un pò perplesso non tanto sulla civiltà dei compatrioti (anche se guardare lo stato dei bus a Napoli mi mette sempre a disagio), quanto sull'Italica necessità di un proprio veicolo. Anni di Fiat e di Trenitalia, hanno messo in ginocchio l'idea sola che si possa vivere senza un'auto e godere la libertà anche con i mezzi pubblici o condivisi... Sarebbe tempo di cambiare? Per la Svizzera con le sue piccole distanze e la sua massima organizzazione, il passo è stato breve. Per l'Italia forse l'inutilissimo ponte sullo Stretto di Messina è già la prova che tutto è funzionale a un'auto...

giovedì 21 maggio 2009

Organizzare... Idee, motivazione, responsabilità...


Anche se in modo per me inatteso, sono un organizzatore. Cioé generalmente quelle volte che mi metto in testa di fare qualcosa, poi effettivamente l'evento si realizza. Soprattutto, a sensazione, le persone coinvolte sembrano essere soddisfatte e contente. In realtà non c'é un metro assoluto per valutare questa cosa. Ognuno ha un modo di essere felice, o giù di lì, però a parte i dissimulatori che faranno una lunga strada nella propria vita, almeno giocando a poker, le persone normali mostrano il proprio entusiasmo o la loro delusione...
Raramente mi metto in primo piano per l'organizzazione di uscite e serate. In genere capita se c'é una donna di mezzo, perché in tutta onestà é quello il motore più potente. Però molte altre volte mi fa piacere raccogliere un pò di persone e fare delle cose insieme. Creare gruppi non é facile, soprattutto se ti rendi conto di essere l'unico collante per la maggior parte dei partecipanti. Bisogna scegliere un vero obiettivo, cioé stare bene e di riflesso far stare bene, o tentare di dedicarsi a tutti... Nessuno dei due metodi é decisamente vincente, ma alla mia età, che é un pò quelle delle persone che frequento, ognuno é abbastanza self-standing da riuscire a sopravvivere bene anche senza l'altrui intervento...
Ieri sera ho superato il momento di grossa grisi lavorativa e ho sparso voce che andavo a sentire musica. A volte basta che qualcuno decida perché tanti si lascino trasportare nella scia... É stato così, e alla fine una decina di persone al Blues Festival si sono aggregate con gusto. Una serata carina, allegra, infra settimanale e diversa... Una serata in cui mi sono sentito a posto: non capita spesso. Non ho fatto battute fuori posto, non mi sono sbracato, non sono stato dark nè duro, mi sono messo un pò al centro passando del tempo con quasi tutti. Le 3 ore di musica sono volate condite da divertimento. Gli altri hanno ovviamente contribuito di molto, e chiaramente è solo il buonumore di tutti che fa riuscire una serata... Insomma, dopo un bel pò, credo di aver dato una piccola svolta ottimistica alla mia vita, complice la primavera incipiente. E forse la strada è quella giusta...

martedì 19 maggio 2009

Inclinazioni


Non parlo di angoli, ma di sensibilità e desideri... Intendo quella volontà di dirigersi in alcune direzioni con facilità, scivolando lungo un piano inclinato, magari lentamente, ma costantemente spinti da una forza interiore che è inesorabile quanto quella di gravità...

Ognuno ha le sue: c'è chi ama la musica, chi le persone, chi le moto, le auto e qualsiasi altra cosa... Irresistibilmente si rotola in direzione di quello che si vuole, e spesso si raggiunge e si acchiappa al volo, perchè è giusto assecondare i desideri, almeno ogni tanto e magari senza esagerare...

Siccome però le inclinazioni sono diverse per ognuno, restano misteri incomprensibili e anche poco accettabili per gli altri. Se si ha una passione specifica, solo quelli che ne hanno una simile generalmente sono in grado di apprezzarla, mentre tutti gli altri la considereranno con un certo disprezzo una scelta inutile, di fronte ai propri desideri che sono poi i più ca**uti e desiderabili!

Ecco quindi che nascono le critiche spietate di chi riesce facilmente a dire: no, io non l'avrei fatto e mi sembra una sciocchezza (per non dire una stron**ta). Io però ho superato questa fase: ognuno dovrebbe essere libero di fare le sue cose senza passare poi sotto al tribunale dell'inquisizione della opinione altrui. Essendo conscio di fare delle cose e spendere dei soldi in modo del tutto affine al mio solo gusto, mi sta bene che gli altri abbiano il proprio, e sappiano mettere davanti ad esigenze magari anche più reali e pressanti, il loro benessere. Non mi sta bene però che poi appizzino gli occhi verso tutti i vicini per poter dire quanto sono assurdi...

Insomma, lasciar vivere gli altri, perchè gli altri si esimano dall'intervenire nella nostra vita... E così sia!

lunedì 18 maggio 2009

L'insostenibile leggerezza del lavorare

Ho una rivelazione: mi sto divertendo! E' così e mi guardo allo specchio ancora stupita di quello che mi capita. Il fatto è che da anni non mi divertivo così a lavorare. Quale mirabile alchimia si è generata per fare in modo che questo lavoro all'improvviso mi provochi un tale ilare interesse, una così felice leggerezza, una voglia incredibile di andarci, di fare, di parlare, di essere? E l'alchimia generatasi può essere riprodotta in ogni momento anche cambiando lavoro, ed è perciò una leggerezza endogena, oppure se cambiassi riproverei quell'abbrutimento che ben conosco, quella repulsione profonda che mi fa desiderare di tornare a dormire, e la leggerezza è quindi da considerarsi esogena? Io sinceramente spero e credo che la leggerezza sia endogena, ossia sia mia, assolutamente propriamente e indefettibilmente mia, perlomeno per la maggior parte.
Purtroppo devo considerare anche alcuni fattori non esattamente riproducibili; l'aver considerato questo lavoro, preso un po' per caso, come una scemata pazzesca (e poi in effetti non lo è), il gruppo di lavoro decisamente modesto (ma sta crescendo). Sono insomma partita un po' con la puzza sotto il naso e con nessuna affezione e nessun investimento carrieristico e questo ha fatto un bel po' di differenza. Non ho sentito nessuna assunzione di responsabilità eppure poi me la sono presa tutta, anche al di là di quello che mi sarei aspettata. Alla fine non posso essere meno di me stessa e se le cose le so non posso fare a meno di metterle a disposizione di tutti.
E' che mi diverto anche a risolvere i problemi. E nonostante l'anello mancante fra l'uomo e il gibbone e la donna con il cervello all'ammasso (ma lo sta recuperando, in fondo anche i muscoli più flaccidi quando li usi si rassodano) io mi aggiro nell'ufficetto dei bambini sperduti con sorrisi per tutti e rassicuranti chiacchierate.
E allora dovrei fare alcune considerazioni e segnarle nell'agenda della vita:
- non prenderla così sul serio, non fa bene;
- se le cose non dovessero essere perfette non sempre è colpa tua, anzi quasi mai;
- sorridi, in fondo se non riuscirai a finire il lavoro oggi, c'è sempre domani;
- tutti valgono qualcosa più di quello che ti aspetti (tranne il gibbuomo);
- il tuo lavoro vale sempre più di quanto tu non creda.
E avere un grande futuro dietro le spalle aiuta a non prendersi molto sul serio.
A questo punto della mia vita non è lavorare la cosa più importante e se avessi capito prima che probabilmente non lo è mai stato sarei stata più felice in alcuni momenti, avrei avuto più tempo e sarei stata più disponibile per le cose veramente importanti, che per quanto ti giri e ti volti, sono e sono sempre state e sempre saranno i rapporti con le persone, soprattutto con quelle care.
E poi c'è un altro fattore che fa sì che questo lavoro mi piaccia tanto e non so se riesco a spiegarlo. La mia vera capacità, quella per cui secondo me valgo oro, ma che nessuna azienda paga mai (o perlomeno io non ne ho mai conosciute) è che io riesco a far lavorare insieme la gente. Quello che so fare bene, anzi benissimo, è fare il facilitatore. Io faccio comunicare le persone, rendo l'ambiente sereno, faccio rispettare i diritti, facilito i doveri, dò a ognuno quello di cui ha bisogno. Un freno a questo, un calcione a quello, un incoraggiamento a quell'altro. Spiegazioni, soluzioni, file per semplificare, modelli da applicare. Incuto terrore agli stronzi, affetto ai più, odio ad alcuni. Io non lo so perchè, non me l'ha insegnato nessuno e a volte mi si gonfiano le vene del collo nello sforzo di far capire le cose, a volte esplodo, a volte urlo, strillo e strepito, ma alla fine il gruppo in cui mi trovo lavora come non mai, fila liscio su binari oliati come questo treno virtuale.
La cosa importante è che io non sia il capotreno, lo so. Non sono un grande primo, piuttosto un grande secondo. Solo uno dei capi che ho avuto aveva capito o intuito questo mio talento, infatti mi ha affidato sempre collaboratori cavolo. Si, avete capito bene, i cavolfiori, quelli che nessuno vuole, quelli che sono rompicabasisi, quelli malaticci, o considerati scemi e inutili. Gli scarti aziendali insomma. E con me hanno lavorato benissimo, sono diventati cime, vabbè colline, si sono impegnati al di là delle loro forze. Per qualcuno poi l'effetto è stato permanente, per altri meno, però tutti sono usciti dalla mia tutela più bravi e consapevoli di quando ci erano entrati.
E in questo gruppetto un po' raccogliticcio, unitosi per caso, creatosi per raccomandazioni o suggerimenti, mi sento a mio agio, mi ci sono accoccolata bene. Mi godo questa leggerezza, questo benessere e spero che duri per un po'. Non ho molta voglia di cambiare, di ricominciare la corsa. Ma se dovessi cambiare spero di riuscire a portarmi dietro queste intuizioni, questo essere lieve e il sorriso che ho oggi.
Sto pensando di farmi i capelli ricci
.

domenica 17 maggio 2009

Pino (Daniele) Marittimo


Come un vapore meridionale, è arrivato in una Zurigo primaverile schizzata d'acqua, quel Pino marittimo di cognome Daniele, che di percorsi di musica gradevoli e meno ne ha esplorati un bel pò...

Non posso dire di essere mai stato uno dei suoi fan più appassionati: ho amato e amo molto alcune canzoni antiche che mi riportano alla mia terra natale con una poesia delicata e struggente e con quel dialetto che è la mia vera lingua, la lingua dello stomaco e non della testa... Tuttavia sono un emigrato, e basta poco in questa condizione, a voler ricercare origini e sonorità che sono state parte del mio sangue e della mia educazione non scolastica. C'era il concerto e ci sono andato, senza pensarci neanche troppo, perchè il desiderio di sentire un pò di vento salino, foss'anche coperto da quella intollerabile asetticità svizzera, mi ha convinto...

E' stata una nuova esperienza e andare ad un evento all'estero ha presentato molti spunti interessanti. Ci sono andato con persone di varia origine, per la maggior parte con radici italiane, ma con dei percorsi di vita piuttosto frammentati. Decisi a coprire con le nostre voci le mancanze di quella del Pino nazionale che tanto ormai ha dato, fin dall'attacco di "Quando", abbiamo iniziato a cantare a piena ugola/batacchio. Il tono era quello delle campane effettivamente, ma in Italia, a un qualsiasi concerto, chi se ne importa? Ebbene qui invece un paio di spettatori, appena visto l'andazzo, si sono dileguati con sguardi di disapprovazione verso di noi. Aperto uno spiazzo nella folla intorno a noi, senza risparmiare un pò di critica verso il nuovo album, abbiamo mantenuto il nostro atteggiamento "politically scorrect"... D'altronde, a parte l'esaltazione di molti per gli assoli di musica (lunghissime pause per far riprendere Pino dallo sforzo...), c'era intorno a noi una vasta popolazione di inerti mummie ben conservate, che al massimo battevano il tempo con il sopracciglio proponendo una versione filtrata delle canzoni più ritmate, e che hanno mostrato gradimento con un paio di battimani decisi, ma contenuti...

D'altronde che ci fosse qualcosa di culturalmente diverso lo abbiamo capito all'ingresso della sala, quando una gentile e sorridente signorina ci ha offerto gratuitamente un pacchettino bianco. Si trattava di precauzioni tese a proteggere da danni irreparabili la fondamentale salute pubblica in un ambiente promiscuo: tappi per le orecchie...

Telefonia Mobile: tutto il mondo è paese


La mia esperienza con la telefonia mobile è piuttosto lunga. Mi sono appassionato alla vicenda ormai un bel pò di anni addietro, senza una ragione speciale, se non probabilmente quella tecnologica. C'è anche da dire che subdolamente il cellulare ci è entrato nel sangue, e sembra che non sia possibile liberarsene. Io lo vivo come una dolce malattia: è anche un giocattolo divertente, e mi godo in realtà molto di più le funzioni accessorie che le conversazioni! Se non dipendessimo poi dagli operatori di telefonia mobile, la cosa potrebbe diventare anche più libera e entusiasmante, ma...

Proprio in occasione però l'acquisto di uno smartphone un pò evoluto, ho iniziato a interagire con le grandi aziende di telefonia svizzere. Dal mio arrivo in poi, mi ero affidato con un certo relax alla fama di organizzazione made in CH e avevo vissuto sereno. Poi però sono passato a quella che era la vecchia monopolista del luogo, perchè alcuni servizi come il traffico dati ormai per me INDISPENSABILI, non erano disponibili sul mio operatore... Ed è cominciata una settimana di comunicazioni continue con il customer care. Prima non mi hanno passato il numero con facilità al loro servizio, poi non me lo hanno attivato lasciandomi senza linea per una giornata, poi la segreteria telefonica mi ha sputato in faccia, infine non mi posso registrare su internet sul loro sito... Ogni volta una competente signorina diversa, Italian Speaking, si adopera con i tecnici per tirarmi fuori dai guai. Risultati finora un pò alterni...

Pensare che le compagnie di telefonia mobile abbiano il fatturato di uno stato di media dimensione, mi mette un pò a disagio. Hanno in mano risorse enormi, eppure la loro gestione non è ottimale per il cliente: le analogie con un governo che dovrebbe essere devoto agli interessi dei cittadini sono azzardate e decisamente tristi... Ma c'è da sperare: la segreteria telefonica ora funziona...

sabato 16 maggio 2009

Una settimana in viaggio..

Assente giustificato non marcante visita, torno a guidare il treno su nuove destinazioni.. Cercherò di andare con ordine, perché qualcosa da raccontare questa settimana l'ho fatto..
Prima di tutto ho commesso un'errore madornale lunedì: sono andato in ufficio alle 7.30 e non ce ne era motivo. Trattasi ovviamente di infausta scelta, perché iniziare così presto é come un peperone: più avanti si ripropone! E infatti la stanchezza si é fatta viva a partire da martedì, quando con motivo ho dovuto replicare. E la sera ecco arrivare una cena di lavoro. La somma del sonno, una birra e un bel bicchiere di Chianti rosso, mi ha messo ko. Sono arrivato a casa praticamente strisciando, e quando mi sono infilato nel letto ho creduto di sognare e mi sono risvegliato...
Mercoledì l'Odissea mi ha tirato fuori la lavatrice con il suo Polifemico occhio ipnotico che mi ha clamorosamente risucchiato in un vortice centrifugo. Al giovedì e all'annesso concerto di Pino Daniele dedicherò un post a parte perché meritato... E ieri? Senza scendere in dettagli, la perfetta organizzazione dei miei acquisti internet mi ha permesso di risolvere un paio di problemi elettronici, gli unici da cui realmente traggo soddisfazione nello shopping...
Insomma, se tiriamo le somme, é stata una settimana profondamente intensa, densamente colorata e un pò carica. Mi é piaciuta perché mi dato un respiro, ma non le vorrei tutte così...

lunedì 11 maggio 2009

Assicurazioni varie e eventuali


Inevitabilmente si deve pensare al futuro, cercando di non perdere di vista il presente e con un occhio di riguardo per il passato... E pensando al futuro, bisogna organizzarsi per quando non ti faranno lavorare più o sarai tu a desiderare di startene a casa o in giro per il mondo a goderti (forse troppo tardi) quello che il mondo ha da offrire.

Per farlo ormai non c'è più da considerare quel rassicurante istituto della pensione di stato. Non so per la verità se qui in Svizzera ci sia mai stata una cosa del genere, ma anche se fosse, ormai non c'è più. In Italia una parte delle mie finanze è sicuramente ancora in mano alla splendida INPS. Cosa se ne stiano facendo di quel denaro non voglio ipotizzare: di certo se mai un giorno lo rivedrò, sarà carta igienica... E' per questo che ti devi assicurare. Generalmente queste polizze, prendono il nome vagamente secciaiolo di assicurazione sulla vita o contro infortuni. In pratica, per gli eredi il meglio che possa capitare è che tu schiatti, perchè altrimenti nè tu, nè loro, rivedrete mai il denaro versato nella stessa quantità in cui lo hai versato! Con gli infortuni, che significano lesioni serissime, la situazione non è mai chiara: le voci dicono che si debba a tal punto dimostrare di essere ciaccati per avere i soldi, che quasi quasi si debba pagare qualcuno per sistemare le cose definitivamente...

In ogni caso senza queste assicurazioni complementari, il futuro appare non roseo: secondo le stime Svizzere, al raggiungimento della pensione il tuo tenore di vita crollerebbe miseramente se non avessi messo da parte una cifra sufficiente. Significherebbe in sostanza arrivare alla soglia di povertà, con lo scuorno che qui sarebbe veramente insopportabile.

Trovo questo sistema giusto? Civile? Moderno? No, sinceramente lo trovo vagamente truffaldino e piuttosto offensivo. In una maniera o nell'altra ci sono sempre postille per cui banche e istituti vari possono tenersi i tuoi soldi per un tempo enorme e tu non hai la facoltà di disporne. Inoltre il sistema presuppone anche che tu i tuoi soldi non li saprai gestire e ti troverai di punto in bianco sotto il ponte... Insomma grazie mille per il Terzo Pilastro (qui in Svizzera si chiama così...), ma per favore non fatemici sedere sopra...

domenica 10 maggio 2009

Temporale Primaverile


Non mi era ancora successo da quando sono qui di trovarmi all'aperto con un temporale. Diciamo che in generale non mi è successo spesso nella vita, perchè eventi del genere tutto sommato vale anche la pena di viverli in diretta TV sul canale "Finestra di casa".

Ieri però era una bella giornata calda, e andare a Zurigo dopo pranzo era stata una scelta ideale... Lungo la ricca Bahnhofstrasse però il tempo ha incominciato a dare segni di insofferenza: evidentemente la città non aveva messo su la protezione solare e di conseguenza aveva paura di scottarsi. Una doccia deve essere sembrata la soluzione ideale del problema, perchè annunciata da nuvoloni neri come la pece, dato lo squillo di trombe con delle folate di vento cariche di rabbia, si è scatenato il diluvio. Fortunatamente ero in prossimità di un piacevole porticato dotato di accogliente bar, e la decisione irrevocabile è stata di buttarcisi dentro senza ragionare troppo... Dalle vetrine del locale, l'apocalisse è stata impressionante ma non devastante: lo scroscio d'acqua è venuto giù senza risparmio e le strade sono state inondate di raffiche pesanti. Ma un Falerio Bianco e qualche pezzettino di Sushi hanno fatto passare il tempo senza troppo dolore... Dopo l'ora di ordinanza, capito che si era fatta una certa, il temporale sarà andato a fare serata da qualche altra parte, lasciandoci sotto i piedi una Zurigo ancora una volta linda e pulita, lavata e fresca. Luminosa al riapparire di Fratello Sole!

Mi sono ritornati in mente i temporali di Sorrento. Ne ho beccati penso tre o quattro senza alcuna possibilità di scampo. Li ricordo tutti per motivi diversi: il primo perchè eravamo una catena umana in bicicletta con Padre, Zio, Fratello e Cuginette, tutti in tenera età, e arrivammo a casa fradici ma molto eccitati. La strizzatura vestiti e doccia calda furono un rito inusuale per le preoccupatissime Mamme, mentre noi ancora avremmo forse voluto sguazzare! Quella volta, io e mio fratello, scoprimmo che i freni della bici non funzionano granchè se i cerchioni sono umidi... Percorrere 100 metri in più senza controllo fu fortunatamente solo un pò adrenalinico...

Il secondo temporale fu in una serata di Agosto. Inatteso e senza pietà. Saltò la corrente in tutta la Penisola Sorrentina e con un'amica prendemmo una cioccolata calda al bar. Fu bello, consapevolmente rilassante...

Infine, il comico ritorno a casa in bici sotto l'acqua, con la decisione sbagliata di non fermarsi ad aspettare... Ricordo la schiena di mio Fratello che tirava la volata con una striscia verticale nera e un'attenzione memore nel tirare i freni. Ricordo poi il grasso delle catene lungo le scale di casa come un lunghissimo serpentone battuto a testimoniare la nostra vittoria (e a far incavolare il vicino!)...

Insomma temporali: sta arrivando il prossimo. Lo vedo in tv, sul solito canale!

venerdì 8 maggio 2009

All'altro capo del mondo...


Dopo un anno e mezzo o forse più, ho parlato a telefono con l'altro capo del mondo. Contando che la differenza di fuso orario è di 12h, è proprio l'estremo opposto del nostro globo, e la difficoltà di accordarsi sugli orari rende le cose difficili! Precursori della tecnologia Voip con il vetusto ma sempre efficiente netmeeting, io e F siamo rimasti quegli stessi idioti di sempre. Le stesse battute volgari, gli stessi richiami al passato, al presente e al futuro. Come se avessimo preso un caffè al bar ieri (cosa che per altro non abbiamo mai fatto...).

Ma l'amicizia vera è così. E' un filo senza lunghezza, che porti legato al polso e puoi anche dimenticare che è lì, colto dall'abitudine e concentrato sul resto. Finchè poi in modo inatteso si tende e strattona forte. Ma non ti infastidisce, ti richiama alla mente momenti e sensazioni che fanno parte di te, con una sottile malia, ma molto di più con quel desiderio di condividere ancora.

Mentre le voci e gli accenti sono un pò cambiati, assumendo quel suono di maturità che mai ci saremmo aspettati, le menti vagano facilmente verso il ricordo di anni passati insieme a crescere e cambiare. E mentre scrivo queste righe, quel ragazzino che ero mi tocca la spalla, salutandomi con un sorriso, e forse dandomi un piccolo addio...

E' un dolore ma anche la consolante consapevolezza che c'è un tempo per tutto. Ho girato alcune pagine del mio libro, spero non tutte. Quelle scritte restano lì, e l'inchiostro è indelebile. Mentre ce ne sono state di sbiadite, rileggo con gusto quelle colorate, conscio di aver vissuto cose meravigliose, pur nella loro piccolezza e nella loro inguaribile semplicità.

F non mi manca come io non manco a lui. Ma solo perchè siamo sempre dove dobbiamo essere, e al momento giusto ci si incontrerà in quel caffè che non c'è mai stato...

giovedì 7 maggio 2009

Lo Tsunami Svizzero...


Oggi Tsunami in Svizzera. Non si è alzato il lago di Zurigo nè è esondato quello di Ginevra con annesso spruzzo. Nessun fiume ha preso la fuiuta. No, è solo arrivata un'ondata di calore da 23° improvvisa e violenta che ci ha lasciato tutti in mutande.

Ancora sbalorditi, durante le misure, ci siamo messi all'aria aperta per essere cotti a puntino. Io e il mio collega mozzarella da latte CH, abbiamo sperato di aggiungere un nanometro di melanina al nostro triste incarnato riflettente. Non è detto che non sia andata bene, ma il traditore sole svizzero non mi sembra abbia sortito effetti... Colto dal momento di relax, mi è sembrato per 10 minuti di non essere più al lavoro, ma di stare ai tropici pronto per una sapida impastata di ricotta!

Incredibilmente il maremoto è durato tutta la giornata, e anche tornare a casa è stato piacevolmente colorato. Avrei voluto farmela a piedi, ma poi lo stomaco mi ha portato a più miti consigli e il bus è stato provvidenziale. Tra poco andrò a letto, pronto a una sauna notturna causa piumino non ancora dismesso. Pare però che l'ondata sia stato un evento sporadico, e che ben presto faremo ritorno alle ben più consuete piogge e temperature miti.

Ma non importa in fondo. Come pile a carica ultra veloce, abbiamo incamerato un bel pò di sole e di calore. Ci basterà per tirare avanti fino all'estate!!!!

mercoledì 6 maggio 2009

Infausti arrivi: l'anello mancante

Continua l'epopea della truppa dei bambini sperduti. Altri due maschietti sono arrivati a infoltire le fila del gruppo e a far sentire meno solo l'unico membro maschile. Che in effetti ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Uno è carino, sportivo, giovane, intelligente, simpatico e bravo ragazzo. L'altro è senza alcun dubbio l'anello mancante fra l'uomo e il gibbone.
E forse è un'offesa per il gibbone.
Non so se avete mai notato che esistono genotipi territoriali, insomma che alcune persone hanno facce caratteristiche del posto in cui abitano. Il montanaro ha le guance rosse e paffute. L'olandese i capelli biondi e il fisico imponente. Il siciliano brevilineo e scuro. E così via. Bhè, questo qui ha la faccia tipica da napoletano. Quello dei bassifondi, per la precisione.
Butterato, capello unticcio, occhio spento, mani mollemente adagiate in grembo, passo dinoccolato e gomma americana ruminata da mascelle in perenne movimento, bocca semiaperta e schiocco ritmico. Quando deve prendere il caffè la sputa in pezzetto di carta, lo appallotola e lo butta dove capita. Si dimena continuamente sulla sedia, scappa fuori a fumare ogni 10 minuti. Sa parlare italiano ma spesso gli scappa di farlo in dialetto. E comunque ogni parola è pronunciata con stanchezza e con greve accento partenopeo. Risatina ammiccante per ogni insipidezza che accade. Sbadiglio incombente ad ogni piè sospinto. Sguardo tipicamente d'apprezzamento per le donne circostanti se carucce e disprezzante se carampane. Totalmente disinteressato a qualunque cosa sia oggetto del nostro attuale lavoro. Guarda la sua addestratrice (chè solo così è possibile chiamarla) con occhio vacuo e chiede "ma ch' rè 'stu modello IC??" dopo esserselo sentito spiegare perlomeno 25 volte. Il triste è che il contratto glielo faranno lo stesso.
Una volta che ci siamo incontrati fuori sul pianerottolo a fumare mi ha chiesto "ma voi in effetti che facite?", ha detto un paio di altre melense stupidaggini a cui ho freddamente risposto "non è così" e l'ho mollato lì.
In effetti cerco di tenerlo a distanza e di non dargli la minima confidenza. Mica me l'ha prescritto il medico che devo essere l'amica d'Italia. E forse il PDL riaprirà la caccia anche alle specie protette. Lo spero. Il mio fucile è pronto, oliato e caricato a pallettoni. Il ragazzo è bello grosso e si muove lentamente. Ho buone speranze di abbatterlo al primo colpo. E ho già chi mi compra la pelle.

Contraddizioni

Sei depresso da tempo ormai immemore, se torno a casa la sera ti trovo al buio che pensi mestamente. Non parli se non per grugniti, hai ripreso a sbevazzare e ingrasserai di nuovo. Sei tetro, deprimente e triste.
Se le nostre amiche telefonano e rispondi tu, poi mi augurano buon funerale. Se ti offro un massaggino ti scansi, se ti faccio una carezza quasi ti sotterri nel pavimento. Se stai facendo una cosa e ti è difficile e mi offro di aiutarti mi rispondi "no, grazie" con voce da oltretomba.

Mi hai chiesto funebremente se avevo ancora una maglietta su cui ho disegnato lo smile in tanti stili artistici. La hai scannerizzata, hai rifatto il disegno a perfezione per fartelo stampare su una maglietta tua. Ti ho chiesto se la facevi rifare anche a me. L'hai fatto. Ma la tua maglietta ha una piccola scucitura su una manica. Mi sono offerta di ricucirtela. Mi hai risposto con il solito tono plumbeo "No, grazie, faccio da solo". Ok.
Giaci preso da terribili angoscie tutto il giorno, ma perché la sera, visto che non mi parli nemmeno se ti punto una pistola alla tempia, quando mi leggo in pace i blog che mi piacciono e sto meditando cosa scrivere in questo, perchè vagoli con aria triste attorno a me e poi mormori "non mi ricordo più come si fa la catenella" e mi mostri ago e filo come una prefica con il morto??
Eh?? Io sono paziente e te la ricucio la maglietta e non fa niente se non mi dici nemmeno grazie, ma dico io, non potresti usarla poi per impiccartici così ci leviamo 'sto cazzo di pensiero??

martedì 5 maggio 2009

Osservatori


Qui c'è da chiarire dove cade l'accento. Ci sono gli Osservatori Astronomici e gli Osservatori Stellari. I primi riguardano la fisica meravigliosa dell'immensità universale, i secondi sono nient'altro che degli occhi acuti che identificano dettagli e uniscono i puntini... I primi sono affascinanti e mi piacerebbe ancora visitarne uno per bene, magari di sera, mentre dei secondi ne frequento uno piuttosto intimamente e forse sarebbe meglio se ci avessi un pò meno a che fare...

Uscendo finalmente dalla metafora, parliamo di uomini e donne osservatori e osservatrici. Trattasi di quella razza di individui che in un'occhiata classificano centinaia di dettagli di cose, ma soprattutto di persone, che attraversano il loro campo visivo. Esempio della specie è il sottoscritto Capotreno, che vuoi per deformazione professionale, vuoi per indole dalla nascita, si accorge di tutto e nota insignificanti minuzie in un più ampio quadro generale! Esempio: sabato cammino per Lucerna e mi passa davanti una bella ragazza. Classificazione completa come carina, curata, in buona salute, dotata di un reggiseno di taglia tra la 2a e la 3a, probabilmente svizzera, molto più che probabilmente impegnata dato il brillocco da diversi carati montato su anello d'oro al dito anulare sinistro... Tempo di scansione 2 secondi, risultato accurato. Ovviamente l'ormone ci mette il suo aguzzando i cinque sensi, ma in realtà a volte anche gli uomini e le loro stranezze mi restano impressi.

Non sono maniacale. Non mi ci metto a pensare dopo e non esaurisco le mie energie mentali in futili elucubrazioni su ciò che vedo. Però raramente il mio cervello si spegne e non capta qualcosa. Un pò come un'antilope nella savana, mi tengo pronto a riconoscere ogni movimento di sterpo intorno a me, quasi a evitare che il grande carnivoro di turno assaggi una mia natica.

Mi impressiona però al contrario che ci siano persone che dicono di non accorgersi di nulla. Dover sarà tutto il tempo il loro cervello? Tra pascoli erbosi e pecorelle smarrite? Intanto il mio spirito di osservazione potrebbe addormentarsi nella tranquillissima Svizzera visto che non mi trovo più nella jungla cittadina, e invece no: sopravvive, regalandomi tra molta noia, anche inattesi viaggi nel mondo della fantasia!

Luoghi comuni

Lo sfatare i luoghi comuni potrebbe essere una professione. Generalmente l'immagine che si ha di persone, cose, luoghi e città viene sistematicamente smentita dall'esperenza. Fondamentalmente ogni luogo comune é una trasposizione soggettiva di un'esperienza che nel tempo sembra assumere consistenza di regola.
Beh, il mio attuale vivere, sembra ogni giorno creare qualche smentita di quelli che dovrebbero i concetti universali. Pur essendo in prima battuta schiavo dei luoghi comuni, me ne trovo così tanti caduti in disgrazia che non posso dare più molto credito a nessuno di essi...
Ad esempio, non é sicuramente vero che gli svizzeri siano sempre rigidi: dopo qualche litro di alcool sono molto flessibili anche loro! Non é neanche vero che l'Helvetia produca chissà che straordinari formaggi: puzzosi a morte, senza dubbio, ma non necessariamente top class. Mediamente le città sono pulite e ordinate qui, ma se si va a grattare, anche qui le unghie si anneriscono...
Ma più di tutto, le ragazze svizzere non sono tutte come Michelle Hunziker: molte di loro spero non indossino il famoso tanga della Roberta, non sarebbe abbastanza...

domenica 3 maggio 2009

Perquisizione


Tanti anni fa, credo fosse liceo tra il primo e il terzo anno, si portavano i piumini. Eredità del periodo quando i Moncler erano uno status symbol di gioventù, io avevo un surrogato della Diadora. Piumino double-face verde e viola. Poi avevo aggiunto un cappellino blu, simil zuccotto, che mi copriva giusto il cocuzzolo della montagna e faceva molto scippatore... Mi accompagnavo ad un personaggio molto alto per la nostra età, nonchè muscoloso. Lui vestiva sempre un bomber con le maniche arancioni e guidava una vespa blu decisamente usata.

Potevamo apparire una coppia abbastanza losca, ma frequentavamo le zone "bene" di Napoli, e sempre con una certa spensieratezza, viaggiavamo su questo due ruote che in salita arrancava un pò. Tra l'altro, recentemente rubata ma miracolosamente ritrovata dai carabinieri, la vespa non aveva la targa perchè non si agganciava più. Questo ovviamente giusto a completare un quadro già di per sè non particolarmente rassicurante che fortunatamente non era mai andato in giro nelle zone dei temuti Falchi della polizia, che come da loro costume, ci avrebbero prima intommato di mazzate e poi domandato i documenti...

Una sera d'inverno, andando verso casa del personaggio di cui sopra, ci inerpicavamo lungo il Parco Margherita: la Vespa brontolava monotona e affaticata in seconda. Spesso la scalata in prima era necessaria a prendere un pò di velocità, e nel complesso lo sforzo di quel memorabile aggeggio era encomiabile. Ovviamente eravamo nella nostra tenuta d'ordinanza, senza portare il casco e con la rassegnazione a quel chilometro di lenta ascensione... Ed ecco una Alfa 75 bianca a tutta velocità affiancarcisi e farci strani cenni... Repentino parte dal pilota della Vespa un Vaffa di quelli molto coloriti alla napoletana, facilmente intellegibili anche a finestrino chiuso... La macchina rallenta un secondo per poi riaccelerare e intraversarsi davanti a noi per fermarci. Come in un Fantozzi dei bei tempi, "La polizia si era incaxxata"! In realtà erano carabinieri in borghese, che ci fecero scendere e appoggiare in tipico stile Starsky e Husky contro il lato della macchina per la perquisizione d'ordinanza... Dopo averci interrogato per benino, e aver riconosciuto che non eravamo noi quelli che cercavano, ci lasciarono andare senza altro che una pacca sulla spalla: "...pecch' se ver' c'a sit bravv uaglion'...".

Fuggimmo a casa con un nuovo evento da raccontare e quella immutata consapevolezza di invincibilità di due adolescenti. Ma che paura...

venerdì 1 maggio 2009

Anzianità


Giovedì sera, molto grave, mi sono addormentato sulla mia poltrona nello studio/camera ospiti. Sì, male, è un brutto segno. Infatti non è che si possa dire che dipenda dalla primavera: è tutto l'anno che mi addormento alle 21.30 ovunque io sia posizionato e con dolore mi risvegli...

Ora questo potrebbe essere indicato come un segno di vecchiaia. In realtà è secondo me un ben più triste segno di mezza età. Infatti nella vecchiaia non si dovrebbe riuscire più a dormire, mentre il mio sintomo è un torpore clamoroso. Già, perchè non è che il cervello si spenga e basta, ma se fossi a quell'ora collocato nel letto, potrei girarmi sul fianco e fare mattina.

C'è questa parola anzianità che mi frulla un pò per il cervello. C'è perchè viene usata per una serie di cose e anche in questo mondo rivoluzionato, assume valore. Vale l'anzianità lavorativa, vale l'anzianità di adesione a un ordine (o almeno valeva), vale l'anzianità per la pensione... Va di pari passo con l'età, ma questo dimostra solamente che ci sono cose che non cambiano: ricordate la polemica sullo scarso rispetto delle nuove generazioni verso gli anziani? Beh, cosa dire oggi che gli anziani andiamo a diventare noi e che ci sentiamo di guardare dall'alto della nostra esperienza/anzianità quelli che iniziano ora? Quell'atteggiamento un pò paternalistico di chi prova a infondere negli altri un pò di quella consapevolezza raggiunta, conscio di essere in un osservatorio privilegiato perchè si è percorso qualche scalino in più dal punto di vista temporale! Senza accorgermene, lo faccio: trasmetto messaggi di competenza e di sicurezza particolarmente a quei colleghi più giovani la cui irruenza e energia è pari alla poca concentrazione. Non che io sia chissà che, eppure delle certezze, magari sbagliate, mi sono entrate dentro...

Se la contropartita della incipiente mezza età (che tutto sommato a 33 anni si spera non ancora raggiunta) è un pò di sonno e di abbandono in più, per vedere il bicchiere mezzo pieno, mi consolo con la noiosissima esperienza. Non a caso, fa rima con pazienza...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori