venerdì 30 settembre 2011

Soap Operas

Se le soap operas sono fantasiose, la vita lo è decisamente di più. Ma nel complesso, nessuno potrebbe immaginare le assurde involuzioni - rivoluzioni - confusioni delle fiction, se non avesse qualche esempio reale.
Di recente mi è capitato su Facebook di ricordare quando anni fa con mia Madre guardavano ogni pomeriggio l'indimenticata Sentieri. Ho scoperto con certo orrore di aver usato innumerevoli sinapsi nell'interlacciare i ricordi relativi a quel periodo. Per non parlare di General Hospital e di milioni di ore di cartoni animati. Ricordi che occupano memoria. Ma possono essere classificati come inutili? Non lo so.
Ho imparato nella mia prossima 36enne esperienza, che tutto serve e tutto ci prepara a quello che ci può succedere. La nostra più grande forza come esseri pensanti è quella di ragionare facilmente per analogia. E quindi anche solo cose immaginate sullo schermo possono servire, finanche quando sia in corso d'opera che a posteriori, le consideriamo stupidaggini impossibili. Anche perché poi la vita ci propone situazioni molto al di là delle fantasie degli scrittori. E così ogni storia ha il diritto di essere raccontata...
E brevemente ritornando alle soap, esse sono anche una espressione della cultura di un paese. In Italia ci sono sempre piaciute quelle con i ricconi d'oltreoceano, bellissimi e perversi. Quelle sudamericane sono state sempre guardate come produzioni di serie b, come un po' meridionali. E in definitiva, non sono le storie di Berlusconi e compagni delle soap alquanto misere? E l'Italia ci scivola su, con il suo gusto del pettegolezzo che sembra sempre innocuo, ma che forse in questo frangente non lo è più...

mercoledì 28 settembre 2011

Le novità.

Oggi mi sveglio e non c'é là nebbia. Un po' ne ho negli occhi, ma è quella alcolica di ieri sera. Le cene con i colleghi sono sempre traditrici da questo punto di Vista. La nostalgia x quelli che se ne sono andati. L'anticipo di mancanza di quelli che se ne andranno tra poco. La stessa incertezza di come e dove andrò prossimamente, rendono i discorsi molto complicati. E quindi serve un po' di vino a metterci una pezza e a sciogliere la lingua. Esco da queste serate sempre confuso. Ma non infelice.
Ma questo post è dedicato alle novità. Non necessariamente le mie novità. Il mondo sta di nuovo cambiando faccia. Almeno quello che conosciamo noi. Me ne convinco vedendo come l'economia, che da quando sono nato domina il nostro destino, stia di nuovo modificando i suoi punti di riferimento.
Ma tutto questo è davvero necessario? Cioè, per vivere bene è necessario mantenere a livello globale dei livelli di sviluppo vertiginosi o ci sarebbero delle alternative? Me lo chiedo perché ciclicamente torniamo a essere cacciati nel tunnel della disperazione dalle tasse che piovono come mattoni di ghisa. E possiamo spiegarci come siamo arrivati a questo punto? Di fatto, nel litigio politico quotidiano, la comunicazione del perché siamo così rovinati, non viene mai provata da nessuno. Probabilmente, me ne scusino quelli che ne sanno, la maggior parte dei nostri leader non saprebbe che pesci prendere se gli parlassero di economia. Di certo nessuno sa motivare la popolazione allo sforzo comune. A parte i soliti ormai rituali discorsi sulla magistratura e sulle donne di buon o malaffare, il Presidentissimo dice sempre poco sulle cause, probabilmente anche perché ne ha la coscienza piena. E dall'altra parte la Opposizione da trincea sa solo sparare su chi mette la testa fuori. Non è mai un discorso che sia chiaro ai mortali. Mantenere il sacerdozio di casta è un obiettivo inconfessabile, eppure sempre valido.
E intanto ci dicono che l'Europa va a fondo, ma non sono mai in grado di dire perché senza lasciare adito a dubbi. E neanche propongono idee dietro cui allinearsi convinti.
Torno a invocare un movimento di opinione che coinvolga noi, quelli che dovrebbero essere diventati una classe dirigente nazionale. Ma colpevolmente devo ritirarmi in buon ordine nel maniero dove mi sono rifugiato da qualche anno...
È colpa anche mia. E questa non è una novità...

domenica 25 settembre 2011

Il tunnel della Gelmini

Si parla spesso in questi giorni di Tunnels. Non è molto elegante menzionarli a proposito di una donna, ma è inevitabile vista la gaffe della ministra della pubblica ignoranza. Che la signora sia stata così avventata nella sua dichiarazione stupisce. In fondo in quella sua aria da maestrina vecchio stile, è racchiuso uno dei soliti messaggi berlusconiani. In effetti la Gelmini ricorda quelle rigide signore che negli anni 50, quando il presidente andava a scuola, educavano la gioventù italiana. Essendo personalmente legato a quel ricordo, probabilmente il presidente ha voluto riportare l'Italia, almeno stilisticamente, a quei tempi andati. Tutti, finanche noi che siamo tra i 30 e i 40, riteniamo superiore il passato educativo al presente. Ma dovremmo invece essere più proiettati nel futuro e nelle cose nuove. Quindi non direi che la scelta della Gelmini possa essere considerata un successo sulla via dell'innovazione. Peggio sarebbe comunque se il Presidente potesse mettere nei piani di studio i suoi metodi. Di recente ho sentito in un documentario di come andasse fiero del suo generoso aiuto ai compagni meno volenterosi. Li aiutava, lui genio dall'animo pio. Peccato che lo facesse dietro retribuzione. Che amico. E come dovevano amarlo tutti... Ma ritornando al tunnel, è interessante forse sapere che bisognerebbe saltare sul carro del vincitore quando è già colmo di premi. E anche lì fare attenzione a dove si appoggiano le terga e i relativi tunnel, sarebbe un'idea non male. Certo l'annuncio del Cern è importante. Per la fisica particolarmente. Ma un giorno sicuramente anche per l'umanità. Però è un annuncio che è anche una richiesta di aiuto. Il risultato va verificato. È molto bello filosoficamente che un gruppo di ricercatori sicuramente eccellenti si metta in discussione. Il dubbio socratico è una realtà in via di estinzione purtroppo... Troppa fretta quindi, e la superbia di ipotizzare di capire cose che trascendono là normale cultura generale della semplificazione assoluta... La bellezza della scienza è anche di essere un po' misteriosa. E se la si guarda superficialmente, dire di aver scavato un tunnel di 700km diventa un impresa possibile quasi quanto lo scavo vero e proprio... Insomma, questa volta il tunnel la Gelmini se lo è scavata da sola. E speriamo che non lo veda il Presidente: pare infatti che negli ultimi anni non resista bene alle tentazioni. E se scambiasse il foro per qualcos'altro? Coinvolgere anche i neutrini in questo magro spettacolo, mi sembra francamente troppo...

Cercando l'uscita dalla rotonda...

Ebbene siamo di nuovo a parlare di me e di quello che mi succede in questa vita. Si tratta di cose ordinarie, penso spesso noiose, ma la propria vita a qualcuno deve interessare, e quindi almeno un lettore-scrittore ci sarà...

Sono uscito dalla strada a senso unico nella quale ero andato a infilarmi. Per una serie di ragioni che sarebbe lungo e spiacevole spiegare, soprattutto adesso che queste ragioni hanno preso un'altra direzione, sono riuscito a percorrere lo spazio verso un luogo nuovo. Purtroppo, nella imperfezione delle cose, sono finito in una rotonda a raggiera.

Ora, in una definizione che conio al momento, la rotonda a raggiera è quella da cui sì dipartono più di 4 raggi. Ma molti di più. E non tutti questi raggi hanno indicazioni sulla direzione ben visibili. Anzi, la maggior parte sembra semplicemente far vedere che un percorso c'é, ma non è ben illuminato. Sono entrato nella rotonda, eppure l'unica strada che conosco e riconosco nella rotazione, è quella da cui sono uscito e che non voglio ripercorrere...
È in ogni caso un momento positivo con una serie di piccole contropartite del tipo magoni da decisioni da prendere, sforzi inusitati per tenere il raggio di rotazione costante. La benzina, pur costosa, non sembra al momento il problema. Piuttosto il motore a volte batte in testa. E il moment non sembra così efficiente...

Nel cercare di capire quale via sia la più approssimata alla direzione che vorrei imprimere, tento di rallentare per buttare un occhio il più lontano possibile nella strada e vedere dove va. Ma finora, sarà la mia antica miopia, sarà che il motore non è tanto prono ai cambi di ritmo, non vedo bene.

Eppure sono emozionato dalle possibilità, e ad un certo punto, con rischio, svolteró repentinamente...

Sperando non ci siano incidenti...

domenica 18 settembre 2011

Viaggi in camere ad atmosfera incontrollata

Nel mio peregrinare resto sempre piu' meravigliato dalla varietà di storie personali che incontro. Ancor di più, sono colpito dalla imprevedibilità delle situazioni cui io stesso e gli altri ci troviamo ad affrontare...

Nel sentirne di tutti i colori, più ancora delle singole cose più o meno memorabili, sembra impossibile non essere toccati da cose incontrollate e incontrollabili che, pur non investendo noi direttamente, influenzano la nostra vita. Sarebbero frasi criptiche se non fossi sicuro che a tutti sia successo di sentirsi dire di fatti accaduti a amici e amiche e farsene inconsciamente influenzare nei rapporti interpersonali.

Se andiamo a parlare di numeri, mi viene in mente come l'umanità sia stata in grado di costruire delle camere pulite con un controllo sulla qualità dell'aria che si spinge all'ordine di pochissime particelle sgradite su milioni. In reti sociali di pochi elementi, le interazioni crescono in modo quadratico. In assoluto, in matematica, questo non sarebbe un granché, ma sembra evidente che la nostra capacità di gestire le variabili e di controllare il nostro ambiente sia seriamente blanda.

Quante volte ci capita di avere senza filtro alcuno una serie di notizie sgradite e sgradevoli? Altro che parti per milione. Basta leggere anche su FB i milioni di post che ci fanno sentire in qualche modo coinvolti, ma che a ben pensare non dovrebbero significare molto per noi. E quindi le maglie della nostra camera sono troppo larghe, e rendono la nostra aria incontrollatamente contaminata di elementi di disturbo inevitabilmente molesti...

Stasera mi ha preso così questa riflessione un pò inconcludente e allegorica, ma deve esserci una ragione. Forse a ben scavare, potrei identificare alcune tossine che avrei avuto voglia di filtrare bene e che non sono riuscito a lasciare fuori dal mio spazio vitale. Non me ne sento particolarmente frustrato. Ma delle due l'una: o imparare a convivere con questo marasma di scorie, o cercare di migliorare il proprio sistema di aerazione. E nel mezzo di tutto ciò, la propria pace...

lunedì 5 settembre 2011

Non sono un giocatore...


Ci sono dei film magnifici sul gioco d'azzardo, sulle tecniche del bluff, sulle scelte rischiose ma premianti. Ci sono gli occhi di ghiaccio di Paul Newman in parecchie di queste pellicole. Ci sono quegli approcci da superman che sanno controllare il ticchettio del loro cuore di fronte a qualsiasi avversario per farlo cadere in una serie di finte attorcigliate...

Poi c'è la realtà e i tipi come me. Sono uno prudente e non amante del rischio. Lo ammetto senza paura. E' per questo che ho una capacità anormale di predire condizioni sfavorevoli, spesso non riconoscendo, mio difetto, le opportunità che sono invece rischi positivi. E ogni volta che faccio un passo avventato, incontro per la strada la Signora Ansia. Mi dà un colpo allo stomaco e uno dietro alla testa, ed eccomi KO a usare il blog come una lavagna su cui graffiare il mio sconcerto per una azione forse non ben ponderata...

Come al solito, mentre le righe si popolano di lettere, parole e frasi, sento la pressione calare leggermente, in attesa di rincontrarla probabilmente durante la notte, quando verrà di nuovo questa racchia maestra di kung fu a battermi sulla spalla prima e poi a darmi un uno due che non mi addormenterà, ma mi gelerà di adrenalina... E' per questo che devo insistere e trovare qualcosa da fare per calmarmi.

Probabilmente studiero', cercando di recuperare una giornata persa da questo punto di vista... Studiare, si'. Era da tanto che non lo facevo nei termini in cui lo sto facendo ora. Prendo appunti con il metodo di studio che ho imparato nei lunghissimi anni di università. L'anno scorso buttai via una serie notevole di pagine studiate all'università e non piu' in uso. Sono state la base del mio sapere, ma c'era in me anche un certo sadico piacere a buttarle via. E ho rivisto scorrere nel mio cervello sinapticamente inestricabile, le immagini delle giornate, specialmente quelle estive, con i pantalacci e la maglietta a sudare letteralmente sui libri. Anche li' tanta ansia indotta dalla paura, dal rischio di sbagliare. Ma anche la voglia di fare al piu' presto possibile, la corsa incontro all'ostacolo, per saltarlo piu' o meno agilmente. Spesso andandoci contro a sbattere in un primo istante per poi tirarsi su a fatica, come in una parete rocciosa. Mi hanno detto tra l'altro conti molto l'agilità per le scalate. Devo essere stato un tipo agile dopotutto...

E ora che i miei battiti si sono ridotti ad una quantità normale e i miei occhi raggiungono rapidamente la condizione di cozza, trovo pian piano una pace che mi consentirà una notte meno distruttiva... Forse...

Da questo sproloquio voglio infine trarre un insegnamento: quando becco l'Ansia di nuovo, la prendo a bastonate dietro le ginocchia... Almeno ci provo da dove saro' steso a terra...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori