mercoledì 30 settembre 2009

La separazione dei Pooh - Metafora della vita


Arrivo probabilmente molto tardi con questo post. Ci arrivo tardi perchè tutto sommato non era una notizia così importante per me da poter essere immagazzinata finanche nella memoria a breve termine. Me ne scusino gli amanti dei Pooh o quelli che lo sono stati... Ci arrivo solo perchè quell'insulso Francesco Facchinetti, una volta DJ Francesco, mi è capitato per caso davanti in tv in un momento in cui i miei riflessi al telecomando erano un pò lenti, e con quel suo fare imbecille che lo rende almeno a me odioso, ha citato l'ultimo concerto dei Pooh. Sì, avevo letto qualcosa su blog amici, ma con scarso rispetto per la storia della musica, avevo aperto il filtro e lasciato passare la notizia senza tenerne niente...

In realtà, a ripensarci, i Pooh li conosco da moltissimi anni. Mio fratello, prima di darsi ad un altro genere di musica, li apprezzava e li portò in casa. E' stato coerente, devo dire, nello scegliere poi un'altra band di 4 elementi, ma questa è un'altra storia... Le loro canzoni le ho sentite per lungo tempo sui dischi in vinile. Poco sui CD. A parte l'affezione dovuta agli anni di gioventù, anche oggi i loro testi mi sembrano per la maggior parte troppo realistici e poco evocativi. Ma è una opinione personale, e rispetto i tanti fan: in fondo a me piace anche molto la musica classica, e lì non ci sono parole...

La domanda è allora: perchè ne scrivi? Beh, la risposta c'è, una volta tanto. E la risposta è la lettera di Stefano D'Orazio, lo storico batterista, quello che si è scisso dal gruppo, mettendolo fondamentalmente in crisi... Ricercando su internet, ho trovato questo suo scritto e credo sia un segno vero di quello che succede a tanti e che li rende improvvisamente umani. D'Orazio ha compiuto 60 anni e si è guardato allo specchio. Quello che ha visto è stato il percorso dietro le sue spalle, luminoso, desiderato e ricco, ma non ha scorto un futuro. Almeno, io la leggo così. Non ha trovato nel perpetuarsi della musica dei Pooh il suo destino. Ha deciso di voler fare altro in quel tempo che ha davanti. E' stato assalito credo da quel demone che si chiama consapevolezza. E' stato certo che il tempo che ha davanti, lo volesse investire diversamente. E forse ha anche avuto la sensazione di essere troppo vecchio per certe cose. Di fondo in lui un pò di amarezza l'ho letta. Soprattutto nell'accenno alla famiglia mancata...

Ebbene personalmente e a dispetto dei suoi compagni, la sua scelta non solo la rispetto, ma anche la condivido. Viene il momento, prima o dopo, che il lavoro non conta più, che inizia un nuovo percorso di vita, in cui si rivedono come in un film tante cose, e non si può fare come se niente fosse, solo perchè agli altri farebbe piacere così. E' l'esempio, non il fatto, che mi interessa. Sono curioso di sapere che cosa spinga un Berlusconi o qualsiasi altro "grande" o piccolo vecchio a continuare indefessi sulle loro strade senza fermarsi a pensare: adesso utilizzerò il tempo che spero di avere per mettere a posto le cose che ho lasciato in sospeso nel mio cammino. Molti mi diranno che chi non si pone nuovi obiettivi e nuove sfide ogni giorno è già morto. Beh, io penso che la più grande sfida sia quella di sentirsi felici e soddisfatti completamente, per non aver più paura di morire, apprezzando per qualche istante ogni cosa che si è raggiunta e fatta. Nessuno ci impedisce di ripartire ogni volta, ma con il cuore sereno e senza rimpianti, il viaggio, anche il più lungo, è pieno di colori...

lunedì 28 settembre 2009

Satyricon


Non ho letto il libro di Petronio, perchè non mi è mai capitata l'occasione. Sembra però dalla meravigliosa Wikipedia, che sia uno spaccato di vita romana condita di una certa volgarità e sesso... Ebbene per una congiunzione astrale chiamata caso, in questi giorni, mentre leggevo un libro piuttosto ignobile (cui dedicherò un post a parte...), ho anche vissuto una mezza serata "Satyrica".

Cena a casa di un collega per la sua partenza. Cena ricca di cibi pesanti e un pò troppo saporiti come si usa qui. Entro subito nel tremendo vortice del pasto senza gusto, ma pieno di calorie. Entro e non riesco a uscirne, cedendo infine anche a qualche bibita che il mio stomaco mal sopporta... E intorno a me vedo scatenarsi scene non solo imbarazzanti, ma degne di una antica Roma da Lupanare... Ecco quindi un vecchio genitore, ormai ben oltre ogni livello etilico consentito, andare toccando gambe, sederi e possibilmente seni a destra e a manca. Il suo occhio vitreo gli permette di passare indenne attraverso tutte queste imprese artistiche, ma il suo ebete sorriso di compiacimento mi lascia senza fiato e senza possibilità di reazione... A lui ecco aggiungersi il giovane ubriaco, colto dal momento ormonale, che a tutti i costi vuole continuare la serata a casa sua a bere e probabilmente ridere incontrollatamente, in compagnia di una coppia... Nel suo occhio perso una scintilla lussuriosa al guardare i generosi seni della fanciulla, mentre il di colei accompagnatore resta sorridente... Un altro personaggio entra in scena, portando con se una donzella di origine intercontinentale. Se due non si capiscono a parole, ma solo a gesti perchè la lingua non è comune, è vero amore? Forse potrebbe essere anche solo molto sesso...

Tutto ciò fino alla calata dei barbari Unni di Attila, che compaiono in vesti nere e sacchi a pelo. Essi brandiscono birre e liquori con la sapienza guerriera degli antichi, riuscendo a ingollare litri di "nettare della felicità" senza che esso li soddisfi. Sono uomini duri, che fanno il paio solo con la ragazza piena di piercing e con le orecchie aperte a crocchè grazie a cerchietti di rame. Ella è dotata sul braccio di un magnifico tatuaggio in Alta Definizione che rappresenta un'orchidea. Non è noto quanti altri ne abbia e dove siano essi localizzati, ma l'orchidea magnetizza il mio sguardo molto più del suo corpo teutonico...

Raggiunto il mio limite, mi incammino nella notte solitario. Voglio fuggire da un girone infernale e ritrovare pace e serenità. Lo faccio veloce. Dover poi camminare fino a casa, in una bella serata autunnale fresca, mi schiarisce le idee, e mi porta infine all'oblio di un evento inglorioso... Peccato che poi mi abbia portato pure il raffreddore...

domenica 27 settembre 2009

Sidewiki - La nuova idea di Google


Lo so che molti non concorderanno con me, ma io ammiro il sistema Google... Non concordano principalmente quelli che vedono il dilagante business dell'azienda e la sua onnipresenza e pervasività... Eppure hanno idee, le portano avanti e hanno uno stile. Sono vincenti e secondo me non è solo potere della moneta, ma anche una visione abbastanza illuminata... E' un pò come l'Apple Style, indiscutibilmente affascinante, con l'unica differenza di creare standard chiusi e non manipolabili, insomma un castello dorato...

In questo Google è interessante. Si impegna in sviluppi open source, investe in novità promettenti senza celarne definitivamente i contenuti, pur se ne trae alla fine un profitto. Ma io non sono convinto che ci sia spazio per la sola realtà del buoncuore nel mondo odierno, e quindi pur consapevole che faranno di tutto delle mie informazioni personali, le cedo a Google per averne in cambio servizi come posta elettronica, documenti, blog e quant'altro e ne sono anche felice...

La nuova applicazione della settimana è Sidewiki... Trattasi di un servizio disponibile solo con la Google Toolbar che finora avevo tralasciato di installare perchè un pò pesante... Però l'idea era troppo gustosa per lasciarmela sfuggire: in pratica si possono lasciare dei commenti sulla pagina web che si sta visitando che tutti potranno poi leggere... Esempio: visiti la pagina del meteo ufficiale svizzero e dici che è lenta è inutile... Tutti quelli con Sidewiki potranno saperlo e tutto sommato un movimento di opinione potrebbe portare suggerimenti e benefici per ritocchi e cambiamenti. Tutto sommato mi sembra finalmente uno strumento di interazione con la rete molto avanzato. Se le persone penseranno di non utilizzarlo solo per lasciare insulti, ma saranno costruttive, la rete ne potrebbe largamente guadagnare. E' questo quel www 2.0 che ci vuole. E l'idea non sarà di Google, ne sono certo, ma se sono loro a lanciarla, comunque vada, sarà un successo...

sabato 26 settembre 2009

I demoni degli altri


Li chiamo i demoni perchè sono delle inspiegabili presenze scomode che ci assalgono all'improvviso, colpendoci al ventre, e mettendoci in ginocchio. La reazione al loro arrivo non può tardare: rabbiosa e incontrollata, si prova a scagliarsi contro tutti e tutto quello che ci circonda, in una autodistruttiva incoscienza del dolore provocato e autoinflitto... Solo a posteriori realizziamo di esserci feriti anche noi in questa mortale e subdola battaglia contro le cose che ci toccano in modo inatteso. E il dolore non fa che provocare nuove reazioni e nuovi tristi risvegli consapevoli... Il cerchio si deve e si può interrompere con quella razionale accettazione che ci siano cose che non vanno bene e che non possono andare bene e che distruggere dentro e fuori i nostri confini non ci aiuta se non nel breve periodo... Insomma, va bene se ogni tanto sbrocchiamo, ma poi bisogna raccogliere e incollare i cocci, perchè qualche altra martellata è in arrivo...

E poi ci sono i demoni degli altri. Anche quelli che ci sono intorno hanno i loro calci in pancia. Anche loro, come noi, hanno i problemi che devono affrontare, ognuno secondo il suo temperamento. Non c'è modo di salvare gli altri da se stessi. Purtroppo questa è una mia convinzione di impotenza fondamentale verso le difficoltà. Dare una mano è bello, utile e necessario, ma il demone resta lì, in attesa della prossima occasione di colpire e lasciare senza fiato... Eppure questo non toglie che si soffra come e più per i demoni degli altri che per i propri... E' dolorosamente vero che patiamo i momenti di difficoltà di quelli che amiamo e che ci sono intorno ricevendone una parte in noi... Se questo servisse a migliorare la situazione sarebbe benvenuto, ma non è così...

A valle di tutto, resta la speranza che deve guidare il nostro percorso. Quella che ci si rialzi con gli occhi puntati verso qualcosa, verso qualcuno, verso uno specchio magari, e che una nuova giornata sarà meglio della precedente... Io nelle sere più difficili vivo ancora questa speranza. Mi piacerebbe condividerla con chi ha bisogno di un pò di luce e di avere un pò di fiducia e di amore per quello che siamo: persone...

venerdì 25 settembre 2009

Nebbie alcoliche

Dopo 3 giorni, mi sono svegliato e non c'é la nebbia. Tuttavia a quella metereologica, si é sostituita una fitta foschia alxolica. Non che io abbia bevuto molto, ma evidentemente la miscela stanchezza di una settimana e vino da apero é peggio della bassa pressione...
In ogni caso viaggio in questo treno mattutino con gli occhi aperti a fatica, e anche lo scrivere sembra diventare un sonnifero per niente leggero... Al limite del barbiturico, affronto la giornata a viso aperto, ma con la consapevolezza di voler essere fuori in poche, maledette e subitanee ore...

giovedì 24 settembre 2009

Poche parole

Stasera sono molto stanco ma ho necessità di dire poche parole su Annozero, sulla politica italiana e su quello che sta tormentando il paese relativamente alla libertà di stampa...

Prima di tutto Annozero. Ne ho visto qualche pezzetto, eppure ancora una volta ne resto perplesso. Pur se dovrei essere convinto e favorevole al loro approccio visto che il mio orientamento è significativamente mancino, non mi sento di apprezzarli. Il palese mettere in contrapposizione le parti rivali servendo bocconi buoni e amari con dichiarata e eccezionale ragionamento di parte, non fa presa secondo me su nessuno. A destra figurarsi: Annozero è screditato da se stesso. A sinistra ci si può sentire per un pò confortati che ci sia un posto dove si porta avanti un dibattito, per poi realizzare l'assoluta inutilità e la tremenda fragilità di quelle parole nei confronti del muro di fuoco dell'esecutivo. E chi guarda per farsi un'idea, quelli che non sono per principio schierati da nessuna parte, non possono affezionarsi al martire Silvio. Certamente, conoscendo gli italiani, una campagna di beatificazione li renderebbe molto più insofferenti...

La politica italiana è però ben rappresentata in Annozero. E' fatta di insulti e di attacchi su ogni punto. Nessuna proposta di nessun genere, ma solo la critica senza costrutto, sia da una parte che dall'altra. A cosa serva al paese per migliorare non ci pensa nessuno... E su questa rappresentazione di marionette, si innesta come una baionetta il ruolo della stampa. E' oppressa, si difende, le grida si alzano alte per lo scandalo... Ma forse bisogna anche dire che i giornali sono asserviti al loro lato di appartenenza da tempo. Fanno politica, tutti, anch'essi senza altro che una lente di ingrandimento settaria con cui amplificare le cose nella luce che vogliono. Non è forse questo un abuso di libertà? Sono anni che non leggo un fatto di politica riportato senza deviare secondo le proprie idee le notizie. E' umano, ma uno sforzo di correzione e di coscienza forse non guasterebbe...

Buonanotte!

martedì 22 settembre 2009

Ipotesi di complotto...


Stasera sono tornato a casa e come al solito ho guardato la buca della posta. Ci ho trovato insolitamente parecchie cose. Oltre alla pubblicità, alle nuove pagine gialle e al nuovo abbonamento per il car sharing da pagare, c'era un fogliettino giallo per ritirare una lettera alla posta...

L'origine è Frauenfeld, una città lungo l'autostrada in direzione Germania... La lampadina non mi si è accesa subito, perchè era sepolto nella mia memoria questo nome... Sì, ci sono passato nella mia strada direzione Costanza in auto un mesetto fa.... AHHHHHHHHH! Urlo di dolore, deve essere una multa per eccesso di velocità!!!

Cavolo, l'ipotesi è non solo consistente, ma suffragata dalla logistica e dalla geografia... Come sia potuto accadere, considerando che faccio il massimo dell'attenzione a viaggiare sotto i limiti consentiti, mi resta oscuro... Non riesco a resistere alla curiosità e domattina mi sveglierò prima per farmi rovinare la giornata. Chissà quanto dovrò pagare per questo battesimo del fuoco (al sedere)... Soprattutto mi piacerebbe sapere se è possibile contestare qualora mi rendessi conto che è tutta una bufala... Eppoi, questi svizzeri, quanti autovelox hanno disseminato su questo territorio minuscolo?

Vi aggiornerò, sperando che le depressione da colpa non mi metta troppo di cattivo umore!

lunedì 21 settembre 2009

Voyager: il nonsense al potere...


C'è questo inutile giornalista (forse per lui è anche troppo...) che presenta Voyager e si chiama Giacobbo. Il nome non lo so neanche perchè mi rifiuto. C'è e non possiamo eliminare, a quanto pare, nè lui nè l'insulsa trasmissione che presenta... Già avvilito dai promo, mi rifiuto di guardarla. L'ultimo spot parlava del fatto che forse il 2012 sarà l'ultimo anno della Terra. A parte l'ottimismo e il piacere della vita, mi chiedo se questo esoterico approccio al mistero e la sollecitazione delle paure recondite dell'uomo, possa provocare divertimento nell'utente medio della TV. Qui, secondo me, di medio ci sarebbe solo il dito da alzare di fronte alla assoluta inutilità di due ore di congetture e ingobilia varia realizza a spese del canone dei contribuenti...

Dopo infinite volte a dire che nessuno è stato sulla Luna, dopo gli infiniti ritorni dei faraoni egizi per andare a fare due bagni gratis a Sharm el Sheik, dopo i soliti triti e ritriti rituali Inca, mi domando quali incredibili misteri verranno affrontati scientificamente da questo bell'esempio di cultura italiana. Forse la prossima seria analisi verrà dallo studio degli effetti delle maree sulla crescita dei peli del naso...

Tutto sommato però Voyager non è altro che una buona espressione del nonsense italiano. Nella sua impossibile e sfrontata assurdità, evidenzia secondo me che il popolo dello stivale è tristemente disposto a credere e a sentire tutto. Se è vero come è vero che il presidente del consiglio si diletta frequentemente in festini con quelle che senza alcun problema potrebbero essere le sue pronipoti, perchè non possiamo credere che nel 2012 tutto finirà? Ovviamente, anche se tutta la logica e la razionalità direbbero il contrario, siamo destinati ad avere un fantastico nano da giardino alla guida della nazione per ancora molti anni. E allora pensare che un Faraone tornerà sotto forma di mummia non è mica così strano... Nell'epoca del tutto è possibile, Voyager perfettamente rappresenta il decadimento di una cultura, la sua incapacità scientifica e il suo inesorabile destino di scomparsa... Meno male che tra poco non rimarrà altro da fare al presidente che accogliere Giacobbo-Nostradamus in parlamento: lì magari la sfiga che prova a diffondere potrebbe colpire a casaccio e magari infine affossare un Gasparri o un La Russa, chiaramente creature soprannaturali...

domenica 20 settembre 2009

Viaggia in Treno (di notte)


Sto sperimentando i ritorni notturni in treno. E' una cosa per nuova, impossibile in Italia e finora non molto curata anche dal sottoscritto... Lo sto facendo tra la mia residenza e Zurigo, l'unica vera città che possa chiamarsi tale nel circondario... Ebbene voglio trasmettervi alcune sensazioni di chi, come me, è stato sempre un "Car Addicted" serale...

Prima di tutto il treno notturno qui in Svizzera è frequentatissimo. Non solo giovani imberbi che non hanno l'auto, ma anche molti, moltissimi che potrebbero e probabilmente hanno il proprio mezzo, preferiscono la rotaia. Dipende anche dal fatto che l'alcol scorre a fiumi e un controllo con risultato oltre il limite causerebbe conseguenze serie. Il livello massimo pare sia anche particolarmente stringente, e poichè qui ogni pattuglia è equipaggiata con il misuratore, sarebbero garantite delle ore piuttosto spiacevoli al comando di polizia... Inoltre nel weekend i treni notturni si sprecano: almeno 1 ogni ora per portarti a casa. Anche i bus sono organizzati per il servizio fino ad una certa ora e quindi il cerchio è completo...

A parte la logistica mi incanta vedere i volti di coloro che tornano indietro. C'è generalmente la serenità di chi ha avuto una bella serata e sorride ricordandola. C'è il viso contratto di chi si è preso qualche seria incazzatura e avrà una notte inquieta. C'è l'aspetto barcollante di chi ha esagerato e ha bisogno di attaccarsi a tutti i sostegni per arrivare a sedersi, sprofondando poi inevitabilmente in una catalessi etilica... Ci sono poi le donne bellissime che vanno a casa un pò disfatte, ma sostanzialmente distese... C'è poi chi, come me, a qualsiasi ora, in treno non può fare a meno di guardarsi intorno e di raccogliere bellezza e bruttezza di quel condensato di occhi, volti, corpi e odori... E' un momento strano: la voglia di parlare è ridotta al minimo a parte per chi continuerebbe fino al giorno dopo... C'è molto di più l'attesa di un letto e del commento del mattino. Per chi ha avuto una serata bella e allegra, sarà una domenica con il sorriso, ma per chi invece ha riposto speranze in un venerdì o sabato che non ha mantenuto le promesse, il giorno dopo sarà meno favoloso...

A volte mi capita di leggere qualche pagina di un giornale serale dimenticato. Nel mio stentato tedesco arrivo inevitabilmente all'oroscopo, scoprendo che almeno per quello tutto il mondo è paese e non fa differenza l'orario...

In ogni caso, continuo a viaggiare in treno. E continuo a considerarlo una buona medicina alla monotonia. C'è un piccolo mondo che si concentra in un attimo e può riaccendere l'attenzione di chi non è troppo concentrato su se stesso da smettere di imparare dagli altri e da non essere più curioso...

Fischio!!!

sabato 19 settembre 2009

Desolatamente vuoto...


Il freezer si sta svuotando. Adesso ci sarebbe posto per un polletto intero. E' necessario per quando dovrò lasciare casa per i lavori, ma mi fa un pò di tristezza. Certo, lottare per incastrare a pressione pezzi di forme diverse a volte non è piacevole, ma mi rassicura molto... Ora invece guardo lì dentro e addirittura posso vedere le bianche pareti della celletta.

Analoga cosa dicasi per il frigo, che sta diventando un elemento di pura sussistenza, non più allegro elemento di goduria. In corrispondenza dell'arrivo dell'autunno, tutto questo mi mette un pò a disagio: mi sembra quasi che io lo stia costringendo a tradire la sua missione di salvatore del mio stomaco e del mio umore. Tutto ciò è un punto di vista, ma soffro nel causargli questo dolore, probabilmente perchè in barba alla domotica, il dolore è ancora solo il mio...

Stamattina poi, essendomi svegliato alle 11 in modo del tutto inconsueto, mi sento particolarmente sfasato. Adesso che scrivo mi rendo conto che dovrei essere affamato, e invece resto indifferente al passare dei minuti. Fuori c'è incredibilmente il sole, contro le nere previsioni di pioggia che probabilmente si avvereranno nel pomeriggio, eppure lo shopping limitato dalla necessaria riduzione di scorte alimentari mi ha ancora una volta frustrato. Questa dipendenza da cibo, come altre manie del mio passato, e la compulsiva sindrome dell'Action mi lasciano esterrefatto. Dovrei riuscire a superarle, ma come liberarsi da un bisogno primario?

Non lo so... E' una strana mattina... Forse è il caso di riaddormentarsi un pò...

giovedì 17 settembre 2009

Import/Export: le solite dolenti note


Mi ribello al momento di cordoglio nazionale. Mi ribello al fatto che in Italia (come accadrebbe c'è da dire un pò ovunque...) ci si ricordi improvvisamente del fatto che abbiamo soldati in tutto il mondo a combattere delle battaglie. I perchè non sono mai chiari all'uomo della strada: dobbiamo accontentarci di sentir citare i nobili ideali rivoluzionari di Fraternità, Libertà e Uguaglianza da tutti i politici. Mi resta il dubbio che stiano a celare interessi economici. Anzi è più di un dubbio. Ma siccome adesso è il momento del lutto e del cordoglio non dovrei dirlo. Dovrei stare a battermi il petto e basta. Non mi va.

Gli slogan di chi a destra e sinistra come al centro, sostengono l'esportazione della democrazia non solo non mi convincono, ma anzi mi disgustano. Per prima cosa non sono mai stato sicuro che l'Italia, come l'America o la Francia o l'Inghilterra siano le nazioni più indicate a farsi depositarie del miglior sistema politico possibile. Di cosa parliamo? Di un sistema che basa sul dialogo la sua ragion d'essere e che aborrisce in principio la sopraffazione di uno sull'altro. Troppi vanno in giro a sbandierare la loro democrazia con enfasi: saranno anche democratici in madrepatria, ma all'estero gli altri devono essere "democratici" come vogliono loro. Zitti e mosca...

Mentre guardando le provenienze dei ragazzi che ci hanno rimesso la pelle, noto quanti vengano dal sud e dalle isole. La maggioranza. Questo perché gli eserciti li formano quelli che hanno poca scelta se non mettersi a rischiare la propria vita per continuare a campare. Poi il fatto che siano dei coraggiosi, non assolve per me quelli che invece li spediscono in queste zone e poi parlano di sacrifici per la libertà. Non hanno pudore però di scagliarsi contro i disperati che provano a trovare un mondo migliore sfuggendo alle loro "democrazie" dall'Africa. Nessuno vuole importare chi non ha ricchezza. E in quei paesi, molti dei quali disagiati e senza il petrolio (oh, perdonatemi se lo ho nominato...), non vogliamo esportare niente? Neanche un pò di capitalismo? Oppure possiamo esportare la nostra classe politica, sana e incorruttibile? Beh, magari qualche fusto di rifiuti tossici o un pò di uranio va bene: è più tradizionale...

mercoledì 16 settembre 2009

Cose Turche

Il collega turco è giovane. Sì è molto giovane. E probabilmente è anche abbastanza turco. E' un ragazzo intelligente il collega turco. E' una persona in gamba, che magari ci mette un pò per arrivare al dettaglio delle cose, ma le fa bene. La sua pecca è forse un carattere un pò arrendevole, che contro le corazzata costituite da me, dal mio collega svizzero e dal mio capo tedesco, subisce alcune decisioni con poca possibilità di replica.

Per la sua gioventù, ci prodighiamo a dargli delle attività da gestire direttamente, di una ragionevole difficoltà, sbolognandogli a dire il vero anche qualche rogna... Non se la prende a male, forse vedendo tutto come un'opportunità, e io lo invidio in questa sua perseverante voglia esecutiva...

Però doveva arrivare ieri. Sì, le sue ferie erano finite e doveva venire in ufficio per ricevere alcune consegne dal nostro capo in procinto di partire lui per le ferie... Ebbene, è arrivato stamattina. Flessibilità, un minimo di libertà, non sono in discussione, ma credo che per lavorare bene si debba imparare anche cosa sono le scadenze, quando si può agire con un pò più di elasticità senza disturbare e quando invece bisogna essere sul punto... Credo che sia giusto da parte mia provare a trasferirgli un'idea di questi punti. Il problema è il come. Sono un collega anziano, ma non ho ruoli di guida per lui. Eppure, anche per la mia stessa salute, ho bisogno di maggiore supporto, e solo se imparerà come darlo, sarà utile... Vale forse il detto: "meglio una volta arrossire che cento patire". Non patiamo, ma spieghiamo!

Rischi da correre ...

Si, lo so, avevo detto che non lo dovevo dire in giro. E si, lo so, poi mi faccio degli scrupoli.
E se hai scritto delle cose su delle persone e non ti ricordi nemmeno bene che hai scritto, ma più o meno sai che corri un rischio, è saggio? Ma se le persone su cui hai scritto poi le hai valutate spiritose e intelligenti e capaci di capire le cose??
Insomma, che stai lì a filosofare, Perfy? Ti sei scimunita?
Facciamola corta, avevo detto che non volevo dire ai nuovi colleghi che scrivevo su un blog, così ero più libera. Però poi alcuni di questi colleghi hanno fatto il salto di qua dal muro, insomma li sento amici e alcuni li stimo davvero molto e quindi ... ecco, l'ho detto.
E la giovane capogruppo (si, dico proprio a te) ha rivelato anche capacità di lettura alla Flash Gordon. Però non avrei mai cancellato niente, questo blog è parte di me. Insomma, come un treno si è sciroppata il blog all'indietro e ... splaf! Si arrabbierà??
Scherzo, però penso che un po' si è dispiaciuta di alcune cose che ha letto, ma contemporaneamente penso saprà apprezzare il fatto che gliel'ho fatte leggere. E poi come si può costruire la complicità e l'amicizia se non ti dici il bene e il male? Penso sia valsa la pena di correre il rischio e speriamo di non spiattellarci. Che qui il bungee jumping non va più di moda. E poi la bionda ha palle da vendere, quindi ...
Nel frattempo ci scialiamo, come al solito succede nei gruppetti, con la stoppola di turno che rompe a duemila. Ma dico io, non hanno di meglio da fare 'ste scalatrici folli? Perchè non si impegnano a fare bene senza rompere le balle a nessuno?? Dove vai vai la trovi, la stronza che vuole fare carriera (dove poi chi lo sa), che vuole acchiappare i meriti altrui e via così.
Purtroppo io sono un tantino desueta come atteggiamento sul lavoro, visto che penso che se io ti insegno qualcosa e tu fai bene, io mi sento gratificata. E che un lavoro fatto bene è premio a sè stesso. Bah, tanto ho rinunciato a cambiarmi, sotto questo aspetto. Continuerò a lavorare al massimo anche se vengo pagata al minimo (storico, direi). E' che mi piace lavorare. Sarò scema?

martedì 15 settembre 2009

Giornate AC


Oggi è stata una giornata a corrente alternata. E' iniziata malissimo: ho corso alla fermata del bus perchè in un inusitato ritardo, solo per avere la sgradita sorpresa che il trasporto pubblico svizzero possa avere degli intoppi. Con la faccia paciosa dell'autista piuttosto contratta, il torpedone tecnologico si è presentato con quasi 10 minuti di ritardo, con la conseguenza che ho perso il mio solito treno e mi sono dovuto fare una passeggiata romantica in solitaria per le campagne svizzere nel bus di provincia. Con il bel tempo può essere anche piacevole, ma stamattina è ufficialmente iniziato l'autunno: freddo e nubi...

Poi al lavoro mi sono sentito stranamente allegro, pronto a fare qualcosa di significativo. E' andata così fino al pranzo, quando poi è stata una inesorabile discesa agli inferi... Prima per motivi squisitamente economici, poi per motivi di progresso personale, il mio umore si è voltato al nero seppia.

Mi sono poi consolato un pò con i peperoni al gratin cucinati ieri e con qualche meritato quadretto di cioccolata. Il tutto a condire la visione della tv in poltrona che quando ci vuole ci vuole... Insomma, l'autunno mi sta mettendo in subbuglio e sensibilizzando verso una serie di avvenimenti che potrebbero non toccarmi assolutamente... Per quanto sia normale, non riesco a farmene una ragione. Vorrei essere di nuovo in pace come sono stato un pò di tempo fa, qui nel Maniero. Ma è un tormento necessario, un pungolo verso cose nuove che devono venire, inattese o convogliate.

E' il caso di raddrizzare questa corrente con un Ponte di Graetz, che speriamo mi rimetta in grado di andare avanti in quella confortevole DC che non è noia, ma energia produttiva...

lunedì 14 settembre 2009

E nella galleria ... il macho!

Nella galleria dei miei colleghi di lavoro, non bisogna dimenticare un mio giovane collega. Macho? Nooooo, tutto il contrario. Un coccolone. Insomma, è carino. Molto carino, ma lui non lo sa. Anzi, pensa di essere un brutto anatroccolo, simpatico ma non molto affascinante. Invece, affascinante lo è, eccome. Profuma di buono, direi, in tutti i sensi.
E soprattutto è stropiccione, stroppiccevole e stropicciabile. Soprattutto stropicciabile. Morbido, tutto da mordere. Mmmmhhhh. Peccato non poterlo mordere.
Ripensandoci, ma sono proprio sicura che non sa di essere carino? Potrebbe fingere di non sapere. Ma poco importa. E' anche permaloso, se manchi di garbo con lui ti manda a razzo dove so io. E questo è un altro aspetto della sua, come dire, affascinantezza. Mi sono sempre piaciuti quelli ruvidi. Un po' ruvidi, eh, senza esagerare!
Non va in giro con gli altri maschietti del gruppo, il belloccio e il cercopiteco, pardon, il gibbone. Si bea e si ciacea con noi femminucce, scherza, gioca e noi finiamo per dimenticarci che un maschietto è in mezzo a noi, e chiacchieriamo di cose di donne e facciamo apprezzamenti sugli uomini e parliamo di peli e collant e unghie e profumi e via così. Divertente guardarlo quando si trova in mezzo a noi, i suoi finti imbarazzi e quelli veri e quando diventa rosso come un peperone, come stamattina. Ohhh, la Perfy quanto è perfida. Provocare così e prendere in giro un così grazioso e innocente fanciullo. Vabbè, mica tanto innocente mi sa. Gli innocenti nascondono sempre torbidi segreti. Soprattutto quelli che ogni tanto portano i pantaloni corti, no?
Ma la cosa migliore è che allunga le mani. Ehi, calma, cosa avete capito?? Non è mica uno sporco smanaccione, di quelli da attaccargli subito 5 dita sulla guancia. No, no, è un giovane per bene, ma en passant ti accarezza, ti sbaciucchia, ti abbraccia.
Fan-ta-sti-co. Se sapesse sul serio che effetto fa alle donne ... ma chissà, forse lo sa. Anzi, penso proprio che lo sappia. Una manna per le babbione come me. Insomma, ode al macho coccolone.
Quando dovete organizzare un ufficio cercate sempre di contrattualizzare un macho coccolone, distende l'atmosfera, fa sorridere il capo donna, ci guadagnate qualche passaggio e mano morta (in entrambi i sensi). Insomma sono soldi ben spesi. E la produttività ci guadagna. E soprattutto ci guadagnano il macho e le babbione!

sabato 12 settembre 2009

Un sabato complicato o semplice?


Non riesco mai a stabilire se i miei sabati siano complicati o semplici, nel senso di semplicemente occupati... Ieri per esempio, nonostante un pò di ciuccagine da serata latina (festona in azienda che meriterebbe forse un post separato...), mi sono svegliato presto perchè era imprescindibile la necessità di portare a riparare il mio magnifico cellulare... Ebbene gira che mi rigiro, due ore per andare e tornare, poi spesa, poi pranzo ritardato, poi pennica violenta... E poi uscita per cena improvvisa in zona Zurigo lago... Ma non è finita perchè sono stato poi a bere qualcosa in centro, e quindi ecco la strada di casa... Treno e poi a piedi perchè i bus erano finiti... Avrei potuto prendere un taxi dalla stazione a casa e non ne avrei sofferto, ma mi sono intimidito e ho preferito i 20 minuti a piedi alle 3 e 30 del mattino... Forse anche perchè negli ultimi scampoli di estate valeva la pena di guardare una notte in Svizzera, una notte serena...

In ogni caso, addormentarsi alle 4 è un gioco da ragazzi e svegliarsi alle 10 una conseguenza anche un pò inattesa. Con la domanda convinta cosa valga la pena di farsene della propria vita se non viverla un pò. Poi ci sono anche le interminabili ore a stirare, lavare, tenere in ordine e curare casa in attesa che me la mettano a soqquadro con i lavori.

Ma il vero discorso anomalo di questo momento è il dibattersi tra la consapevolezza di aver raggiunto una certa integrazione con un mondo svizzero diversificato anche se un pò italiano, e la fastidiosa sensazione di un orologio che batte violentemente e inesorabilmente i secondi della mia vita. E' lui che mi preoccupa: mi spinge, mi spinge a fare qualcosa e non so bene cosa... E nella irrequietezza del suo perpetuo andare, dovrei forse comprare uno specchio. Perchè? Per guardarmi interamente e negli occhi, e capire, sì capire, che cosa voglio fare veramente...

Non vibra più

Il mio magnifico cellulare ha un guasto: non vibra più. Credo molti siano consci del dolore che mi provoca portarlo in assistenza... Ebbene la mia attività di bloggatore di strada viene impattata... Insomma niente più post on the fly... Ma ritornerà presto il mio oggettino glorioso... Spero...

venerdì 11 settembre 2009

Vivement dimanche ...

Una settimana fa a Stromboli, esattamente una settimana fa, venerdì 4 settembre 2009, esattamente 9 anni dopo avermi detto che mi amava alla follia, l'uomo che è stato il mio amante per 20 anni mi ha detto che non tornava a casa. Che se ne andava.
Sono rimasta lì, combattuta fra sentimenti diversi, per qualche momento, poi mi sono girata dall'altro lato e mi sono addormentata.
Il giorno dopo è passato tranquillo, giocando con il nipote, facendo il bagno, giocando fra le onde, andando a vedere i mangiafuoco. A sera, dopo aver rimesso tutto a posto, ho raggiunto L. nel giardino inondato dalla luce della luna, bianca e forte, e gli ho chiesto se avesse portato via le sue cose. Fra molti sospiri mi ha detto di aver portato con sè solo alcuni vestiti.
Bene, gli ho detto. Poi abbiamo parlato d'altro. Dopo un po' gli ho detto: comunque hai fatto bene, era tempo. Ed è stato tutto, per quanto mi riguarda.
Tornata a Napoli, per forza di cose ho detto quello che era successo a un po' di amiche, a qualche esercente più intimo e ai colleghi del lavoro. Fare diverso non era possibile.
E da allora ogni tanto chi lo sa mi guarda con un'occhiata particolare, in tralice, con un'aspettativa dentro, un po' perplessi e interrogativi. Aspettano, io credo, di vedermi sbroccare.
Aspetterete a lungo, signori e signore. Non sbroccherò.
Quella che vedete, la Perfezione sorridente, serena, allegra, quella che con calma risponde alle domande più improbabili e stupide al lavoro, quella che soccorre le agenzie formative in panico, quella che ride al bar con gli amici, quella che va al cinema con il nipotino, quella che legge il giornale e alza lo sguardo sopra gli occhiali levando un po' la testa e vi sorride, quella che discute con voi dell'amore e delle sue diverse declinazioni, quella che beve vino, sospira, si stende sulla sedia e si rilassa, quella, signori e signore, non è una maschera, quella sono io.
Io alla massima potenza, io nell'espressione della mia personalità, io libera, io allegra, io pensierosa, io attenta, io rilassata. Io a casa, al cinema, al lavoro. Io che che canto e ballo da sola. Io senza peso e senza pesi. Io, proprio io. Non sto fingendo, non sto mentendo, non mi sto nascondendo, non torno a casa la sera a piangere, non mi nascondo dietro gli angoli per strapparmi i capelli. Semplicemente all'improvviso ho scrollato via dalle spalle un peso di 3 tonnellate di cemento, che mi tirava a fondo da troppo tempo. Non è che non voglio piangere, ho già pianto troppo in questi anni. Non c'era ormai più niente da piangere né da rimpiangere.
C'è solo da considerare che questi anni trascorsi mi hanno dato molto e tolto altrettanto, ma sono stati anni che non rimpiango di aver passato con questa persona e in questo modo. Sono stati in ogni caso i miei anni, mi appartengono come tutto il resto. E non c'è da piangere su qualcosa che ti appartiene.
C'è solo da guardare avanti e accettare il futuro. Non è in mio potere cambiare il passato. E' ciò che è.
Per molto tempo ho pensato di essere una persona sola, ma ora so che non è così, ho amici e amiche che mi vogliono bene, per cui sono importante e questo mi fa sorridere di gioia. Solo che adesso sono in attesa di vedermi sbroccare. Ma si abitueranno e capiranno che non succederà.
Domani verrà e sarà finalmente domenica.

martedì 8 settembre 2009

In una fresca mattina

Mi sono svegliato con l'allegro suono del martello pneumatico. Credo sia evidente che la sua frequenza debba incidere sul nostro udito in modo intollerabile, perché solo per ubriachezza si può riuscire a dormire con quel suono nelle orecchie.
Avevo deciso di andare un'oretta dopo in ufficio perché ho avuto una notte parzialmente insonne. Ma non é stato quindi possibile. Mi sono guardato intorno, ho realizzato che non c'era niente di ragionevole da fare nel mattino di un martedì trapanante. Mi sono quindi risolto a fare qualcosa di sostanzialmente irragionevole: sono andato in stazione a piedi. 20 minuti nel fresco di una giornata con il sole. La brezza di settembre ha spazzato via il sonno, e una di quelle belle reazioni chimiche provocate dal sole mi hanno quasi stordito. E ora che scrivo sento le palpebre pesanti sui miei occhi, pronte a lasciarsi calare più pesanti di saracinesche antifurto... Resisterò a questa tentazione, é molto probabile, ma la giornata é compromessa. Dovrò questa volta combattere nel post-pranzo per tenere la testa su mentre le mani continueranno a battere sulla tastiera frasi senza senso... Eppure é stata una bella passeggiata. Purtroppo ha però dimostrato che, a dispetto della buona volontà, il comodo bus é ancora più conveniente, almeno per l'azienda...

lunedì 7 settembre 2009

Festa per bambini: il trionfo dell'ingegneria


Ieri ho partecipato ad una festa di compleanno con età media di circa 18 anni... E la media è aritmetica, visto che c'erano una serie di bambini di età compresa tra 0 e 4 anni e una serie di adulti prossimi ai 40 ma ancora al di sotto... Non andate per il sottile, miei cari ingegneri: lo so anche io che è una media spannometrica, ma almeno mi voglio portare nella maggiore età senza sfondarla troppo per rispetto della mia gioventù interiore...

Dovete sapere che i bambini tra di loro non si amano. Non c'è niente da fare: per loro il possesso e la delimitazione del proprio ambiente è fondamentale. Se vogliono qualcosa e se per un attimo sembra che sia di loro proprietà, ecco che iniziano una furibonda lotta a colpi bassi per rivendicare il proprio ruolo. Non sono molto cristiani nella condivisione: a meno che non gli si dia questa idea sotto forma di gioco temporaneo, non spartiscono nulla da cui siano minimamente attratti. E' presto per lo spirito di sacrificio, e tutto sommato è giusto così... Riuscire a farli giocare insieme diventa quindi molto complicato perchè sono cellule impazzite senza alcun rispetto reciproco con forte istinto di sopraffazione che, se non ottengono il risultato in proprio, si rivolgono lacrimevoli al genitore con la supplica di dirimere la controversia, ovviamente a proprio favore.

Ho lasciato per lungo tempo che la zuffa avesse luogo senza intervenire. Volevo fondamentalmente capire se un punto di stabilità esistesse. Giunto alla conclusione ingegneristica che non vi fosse alcun punto di equilibrio, neanche instabile, ho deciso che bisognasse intervenire ingegneristicamente... Ebbene ho preso il sacco delle costruzioni che avevo regalato alla nipote, lo ho rovesciato davanti agli occhi stupiti e immediatamente scintillanti di desiderio dei frugoletti, e mi sono messo lì a impartire comandi su come realizzare qualcosa di stabile e duraturo (almeno per 30 secondi fino all'intervento del prossimo frustrato scontento del suo ruolo di manovale). Ipnotizzati dal comando preciso, si sono raccolti in un cauto silenzio operativo, mettendo su una parete di mattoni in cooperazione proattiva. L'ingegneria ha trionfato generosamente, regalando agli esterrefatti genitori un inatteso momento di pace e serenità. Poi ho lasciato la presa e l'anarchia condita da sopraffazione ha avuto di nuovo il sopravvento...

Ma la morale è: comprate le costruzioni che sono un gioco intelligente e soprattutto affittate un ingegnere per le vostre feste...

sabato 5 settembre 2009

Organizzazione

Devo ammettere che per me l'organizzazione é una forma di religione. Non credo dipenda da una deformazione professionale quanto viceversa: essendo un tipo organizzato riesco decentemente come ingegnere... Certo l'organizzazione produce anche una serie di piccole nevrosi, che poi sommate l'una all'altra possono produrre effetti un pò più complicati...
Ad esempio, l'organzzazione si traduce in un forte sforzo predittivo. Come in una trance ipnotica, spesse volte immagino tutti gli ostacoli per un progetto e pongo contromisure per mitigare o prevenire. Di conseguenza sono sempre largamente in anticipo per treni e aerei, passando a volte lunghe attese a scrivere sul blog o a guardare films sul mio cellulare. In auto faccio sempre il pieno quando sono al di sotto del quarto di serbatoio, anche se devo solo fare pochissimi km. Ho sempre con me i numeri per il blocco carte di credito e bancomat, sia in Europa che in America... A casa ho riserve di pasta per una famiglia che ha ospiti, ma non posso fare a meno di mantenerle costanti, e l'attuale diminuzione in prospettiva lavori mi é dolorosa, sbilanciando le mie scorte...
Ed ecco che oggi, con un mese e mezzo di anticipo, ho iniziato decisamente i preparativi per contrastare il rinnovo bagno e cucina... Saranno per il 60% cose non necessarie, ma sarei destabilizzato dal non fare alcun preparativo. E allora, sempre in un'ottica organizzativa, mi risparmierò l'ansia di non avere il materiale e di non aver verificato se sia sufficiente o meno... E mentre viaggio per celebrare i due anni dell piccola E. mi sento appagato di aver organizzato stamattina un intero weekend. É stato all'ultimo minuto, ma il successo é stato assoluto...

Rosolino e l'amarezza


Oggi mi sono fatto un giro sul sito del Mattino di Napoli. Non so perchè. E' stato forse un rigurgito di desiderio di sabato da uomo di una certa età, che si compra il giornale e lo legge. Insomma trovo la notizia che hanno rapinato La Cantinella e Max Rosolino si sdegna. "Adesso non so più... Io che sono ambasciatore di Napoli e che la amo..." e blablablabla...

Detto che non mi rende nè orgoglioso nè mi entusiasma l'idea che in centro come in altri punti della città ci siano rapine e violenze, trovo che questo suo sfogo sia poco consono ad uno che conosce/ama una città. La famiglia di Rosolino, notoriamente facoltosa e non per questo colpevole di alcunchè, sia chiaro, possiede il locale dove è stata fatta la sciagurata rapina. E' evidente che quando una cosa colpisce da vicino, si realizzano tutta una serie di cose su cui normalmente la sensibilità resta abbastanza attenuata, eppure mi lascia perplesso chi incomincia a capire che le cose in città non vanno bene e minaccia di abbandonare la nave che affonda solo quando non va bene a lui... Intendiamoci: essere scossi da eventi del genere è naturale, ma forse il bel giovinotto non aveva mai realizzato che a Napoli ci sono problemi di criminalità? Ora poichè lo zio è stato toccato direttamente fa mente locale e ripensa al suo stato di ambasciatore della napoletanità? Sembra dire: io faccio l'ambasciatore finchè non rompete le scatole a me, per il resto fate un pò come vi pare... E allora, i ladri intimoriti e i rapinatori tremebondi lasciano in pace lui e la famiglia, dedicandosi agli altri che non sono così rappresentativi, e che quindi sono felici di essere derubati o minacciati...

Non sono nella condizione di un uomo famoso per qualcosa che ha la possibilità di portare in giro un messaggio. Mi sta capitando di portare in città degli ospiti stranieri e di mostrargli le bellezze del luogo e di farli innamorare della cucina, degli odori e dei colori unici che abbiamo. Il fatto che mio fratello sia stato derubato, mio padre rapinato, io stesso qualche volta mi sia trovato in difficoltà, non mi fa riconsiderare che un luogo che è la tua origine è una parte di te. Probabilmente lo sconforto del momento ha portato a parole un pò esagerate. Me lo auguro. Me lo auguro anche perchè in un mondo complicato, cose così accadono, spesso. Alla fine ci si può ritrovare senza patria, e personalmente credo che questa sì, sia una cosa dolorosa...

mercoledì 2 settembre 2009

Grigio


Quando in Svizzera é grigio, significa che é proprio grigio. A Napoli in genere si parla di grigio quando ancora si vede un pezzetto di cielo e un quarto di sole. Nella relatività del concetto, quindi, mi risulta evidente l'assolutezza del metro Elvetico.
Oggi é grigio, tanto che quelle che al sole sembrano colline verdi e pascoli erbosi, si riducono a tristi distese senza colore.. La cosa sarebbe per contrasto finanche interessante se accadesse una o due volte al mese, ma purtroppo la maggior parte delle volte il Nulla si impossessa dell'intera nazione e si incolla al terreno... É un pennarello indelebile che sembra dipingere irrispettosamente ogni cosa vivente e rinforza alcuni squallori metropolitani di cemento...
Per fortuna in casa mi sono attrezzato con luci in quantità, luci calde per rimettermi in sesto dopo il freddo neon delle giornate senza sole... Spesso torno e ne accendo una più del necessario. Va bene la salvaguardia dell'energia e dell'ambiente, ma anche quella della salute del mio umore ha la sua importanza. E mentre guardo con timore reverenziale questi primi segni di autunno, mi consolo ricordando un'estate ricca di colori: é stata inusuale e lunga.

martedì 1 settembre 2009

5 minuti per un incubo


Mentre tornavo in treno, stasera, mi sono addormentato. Certo, è stata una giornata lunga e con un umore piuttosto terreo, ma non mi aspettavo di cadere repentinamente nel buio silenzioso di Morfeo con le rotaie in piena azione... In genere in treno dormo poco e male: complice forse la dimensione di viaggio metafisico a cui accompagno sedili e compagnia pendolare, è raro che mi lasci andare. Le poltrone poi, mai comode abbastanza, mi mettono in una scarsa predisposizione.

A parte l'evento letargico, sono immediatamente sprofondato in un baratro inatteso se è vero come è vero che si sono palesate davanti ai miei occhi increduli delle scene in cui ero protagonista. Normalmente dallo psichiatra una domanda ricorrente è se di solito la tua anima si stacca dal corpo, e la risposta in questo caso sarebbe potuta essere ni, con immediato ricorso a sussidi farmacologici e a strette camicie bianche con le maniche chiuse... Ma fortunatamente in sogno tutto è lecito, e anche le immagini in cui ti vedi fare delle cose sono abbastanza normali. Nel dettaglio comunque, mi sono visto avvolto da una collosa ragnatela gigante nella quale mi dibattevo con il mio zainetto nuovo. Facevo uno sforzo imponente per cercare di spaccarla e liberarmi, con il solo effetto di rimanere incollato in modo peggiore alla colla... Nessuna bestia circolava intorno, ma era spiacevole vedere il sottoscritto tirare le funi senza risultato e venire sommerso da questo giallo surrogato del Bostik... Poi, siccome la natura è benigna, la mascella si è rilassata e la bocca si è aperta causa forza di gravità, e ecco che mi sono svegliato. Fortunatamente la bava da bambino non mi è scorsa sulla guancia e con un rapido risucchio sono riuscito a recuperarla, ma la sensazione di immobilità e costrizione del sogno di pochi secondi mi è rimasta...

Potrei lanciarmi in analisi pseudo-freudiane, ma siccome le considero decisamente poco attendibili quando l'interessato le fa su se stesso, le lascio a chi ne abbia voglia. Intanto penso a come fare per evitare che stasera, nel crollo verticale delle mie palpebre, si palesi un nuovo incubo: sarebbe il caso che vi fosse un altro protagonista per queste scene!

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori