venerdì 31 luglio 2009

Il pezzo pregiato...


Preparativi per il picnic di domani con annesso barbecue... In missione per conto di Dio, mi sono procurato nell'ordine:

1 barbecue piccolo ma si spera efficiente
1 pacco di patatine extra large
1 fettona di maiale che raramente ne ho viste
2 buste di biscotti al cioccolato porcosissimi che fungeranno da dessert
10 bottiglie di birra

Ma soprattutto, il pezzo pregiato... Sì perchè aggirandosi per i banconi del supermercato si cade in tentazione... Si vedono cose che già immagini saranno saporite e ci si lascia andare a acquisti più o meno sensati, rimanendo con il sogno che daranno magnifici risultati, ma che normalmente non sono mai all'altezza del sogno che li ha sospinti... E in ogni caso il pezzo pregiato, dal costo paragonabile a quello di un brillocco, è costituito da 3 spiedini comprati al banco delle carni fresche e indiscutibilmente allettante... Ora, supporre che questi oggetti siano buoni in proporzione a quanto appaiono porcosi è abbastanza per riempire le animalesche fauci di salivazione inesauribile... Restano quindi un pregiato articolo di lusso, che forse varrebbe la pena di contemplare senza distruggere, se non fosse che il triste deperimento dovuto al ciclo della vita è l'inevitabile conclusione che attenderebbe il roseo manufatto...

E mentre così poeticamente penso a uno spiedino di carne, più prosaicamente mi domando che fine far fare allo stuzzicadenti gigante che lo tiene insieme: altri viaggi per lui, che potrebbe finire a essere utilizzato come forchetta di ignote carni tremanti...

mercoledì 29 luglio 2009

Il duro risveglio...

Questo é solo il mio terzo giorno di lavoro, eppure il risveglio é stato durissimo. Meglio dire che anche ieri mi é sembrato che la sveglia svolgesse la sua funzione un pò troppo rigorosamente... La distanza da lei, mi aveva fatto dimenticare quanto potesse essere irritante nell'ultimo sonno il suo intervento...
A di là di questa infausta memoria, permane il problema della regolazione termica notturna. Se mi copro con lenzuolo e copertina, mi sembra di fare un safari nel Sahara con colbacco e pelliccia, ma se mi scopro mi sembra di essere con Armaduk al polo, questa volta senza veli tra me e quella tenera tempertura glaciale. La soluzione intermedia con il solo lenzuolo mi lascia in un limbo incerto poco soddisfacente, dove mi aggiro senza convinzione...
Probabilmente devo ancora superare lo shock del ritorno, quando sceso dall'aereo ho dovuto confrontare i 24 gradi con i 34 di un'ora prima... Insomma, dal troppo al troppo poco, ma meglio i contrasti che le lente ore immutabili...

martedì 28 luglio 2009

Italia e Svizzera e il confine invalicabile del cibo...


Come promesso a AlessandroT, ecco un post dedicato a un aspetto che forse ho trascurato di mettere in luce delle mie vacanze.

Ho mangiato con rabbia e piacere di gola. Brucerò all'inferno tra i peccatori senza possibilità di assoluzione, ma lo farò pensando di essere una sugosa salsiccia al vino arrostita alla brace. La rabbia era determinata dall'astinenza da ingredienti e preparazioni di qualità. Passato il confine alpino, ogni esperienza culinaria che sia un minimo raffinata e saporita, viene diluito in un mare inopinato di panna, spezie e salse improbabili, volte a coprire ogni sgradevole gusto originale di prodotti che hanno di per sè ben poco da dire.

Ho goduto con tutto me stesso il piacere di gusti non artefatti, di mani sapienti che sugli alimenti si posano con affetto, senza picchiare a sangue, ma accarezzando dolcemente...
Vette altissime sono state raggiunte nel mio peregrinare. Da un couscous milanese agli spaghetti al gusto di mare, passando per dei cannoli freschi di giornata e delle arancine da alleluia, sono approdato a una sontuosa spigola alla brace e a una magnifica frittura di calamaretti, con infine a delle linguine al cartoccio completate da una delizia al limone non dimenticata...

Unendo i puntini della mia personalissima pista cifrata, non contando sui nomi di tutte le località nè dei ristoranti (anche perchè molto è stato mangiato tra mura domestiche), l'immagine che esce è quella indubitabile dello stivale, un dolcissimo stivale che nel cibo non lascia mai l'amaro in bocca!

lunedì 27 luglio 2009

Piani di esistenza


Ognuno vive su un proprio piano di esistenza... Meglio: ognuno appartiene a un piano di esistenza dove si muove con una serie di altri individui con i quali si incontra/scontra/impiccia... Si tratta di luoghi immaginari, impalpabili, in cui la nostra filosofia di vita si esplica contornata da altre affini. Se troppo grande è la distanza tra due modi di concepire la vita, due piani di esistenza non avranno porte dimensionali da attraversare e se ci si potrà illudere di averli raggiunti, prima o poi ci si ritroverà risucchiati nel proprio piano e nella propria realtà...

E tutto ciò per dire qualcosa? No, semplice considerazione a vuoto in questa seconda serata svizzera nella quale cerco in modo vano di riappropriarmi di una vita abbandonata a se stessa per tre settimane. Subissato dalle cose da fare, me la prendo calma e mi lascio coccolare dalla luce bianca del monitor nell'idea che presto mi metterò a letto superato dal momento di incoscienza. Sperabilmente stasera pioverà e la temperatura mi permetterà di dormire trovando una posizione e una temperatura accettabile... Stanotte è stata da questo punto di vista un avvoltolarsi sudato e gelato più di una volta...

Saluto tutti i lettori del blog. Il treno sta ripartendo a fatica dalla sua stazione. Le esperienze nuove da raccontare si sprecheranno. Per chi vuole esserci, qualcosa accadrà...

domenica 26 luglio 2009

Il dolce di Mamma

Sono finite le ferie. 3 settimane, felici e piene di cose, colme di dimenticanza del lavoro. In una parola, bellissime.
Mi domando sempre cosa resta di questi eventi. Non é una sterile esercitazione del proprio sentire, ma piuttosto un tentativo di fissare i ricordi più importanti, perché non scorrano via tra le dita come dei granelli di sabbia dorata, luminosa, ma evanescente...
Ebbene di queste ferie mi restano le mani colme di ciottoli che difficilmente cadranno via. Milano e il concerto degli U2 hanno aperto come una sinfonia il percorso di 21 giorni. Poi Napoli, casa, Sorrento e il mare, ancora casa, le serate con mio fratello per eventi di varia natura che mi hanno sempre fatto piacere. La gita a Palermo, per vivere e respirare altri odori. Mangiare ciò che amo e non lasciare i minuti andare via senza controllo. Goderli. Non ho dormito tanto perché il tempo é stato sempre carico di interesse. Ma l'ultima settimana il sangue ha circolato alla giusta velocità e la semplicità della vita di tanti anni fa é stato il cioccolato sciolto nel dolce che Mamma prepara da anni e che non mi stanco mai di mangiare...
É bello portare con me una valigia piena e che non mi pesa. Finanche il bagaglio da 20 kg che mi trascinerò dietro per le vie d'oltralpe sembra più leggero dei 18 kg della partenza che mi avevano messo ko...
Il mio pensiero speciale di questa vacanza é una dedica alla mia famiglia. É già accaduto, e accadrà ancora che sia così. Per chi trova la cosa melensa non ho parole: perché sprecarne? Io sono felice che il mio cuore sia ancora e sempre pieno di gioia nel vederli e trascorrere del tempo insieme. Non c'é spazio per dei se e dei ma. C'é che nelle mie coronarie il sangue scorre per loro, e anche quando e se (speriamo...) anche io avrò costruito una nuova unità, tutto si rimescolerà, ma gli spazi si dilateranno senza perdere nulla...
E ora chiudo gli occhi e lascio andare la musica, perché colmi la distanza che separa le mie due case...

Message in a bottle

Ops! Che fai se una persona di cui hai parlato una chioppa sul blog (e non sempre bene) ci incappa dentro cercando una ricetta?? Maledici la sorte o la benedici? Oppure ci pensi un attimo e ti dici che in fondo un blog è un po' così, è un messaggio in una bottiglia, e si sa, un messaggio si spera sempre che venga letto, e soprattutto che venga letto dal destinatario. E se per caso la bottiglia, portata dalle onde, atterra davanti ai piedi della persona giusta, allora si può dire che è stata volontà del noumeno. E da ora in poi se continuerà a leggere che farai? Ti tarperai le alucce auliche o continuerai a volare in tutte le direzioni che il tuo spirito ti ispira?
Grazie, ma ho già provato a scrivere parlando per metafore ed ellissi e, sinceramente, è una palla. E' per questo che ai nuovi colleghi di lavoro non ho detto che ho un blog. E quindi la risposta la ho. Continuerò a scrivere come mi dice la testolina bislacca. E se continuerà a leggere sarà una voce in più nei nostri silenzi, che sono sempre troppi.
In questa fase di nuovo ho lasciato il capotreno solo a dettar legge e scritti. Quando il lavoro mi prende o quando la vita mi avvolge nel cavo della sua onda con troppe sensazioni e rabbie e nuovi incontri, mi capita di non riuscire a coagulare i pensieri in parole. Ma poi all'improvviso la voglia mi coglie e come un fumatore incallito che torna al suo vizio, non sono capace di resistere nemmeno un minuto e DEVO scrivere immediatamente oppure il post mi continua a girare nella testa a mo' di frullatore.
Nel frattempo la persona di cui parlo legge il blog all'indietro. Arghh!
A te che leggi, se dopo aver percorso a ritroso gli ultimi due anni tornerai all'inizio/alla fine e troverai questo post, un abbraccio speciale, che conosci e forse ricordi. Ho piacere e anche timore che tu legga, forse ti piacerà o forse no. Hai ispirato molti dei miei post, anche quando non sei tu il soggetto. Ma nella peggiore delle ipotesi avrai aumentato il nostro share e nella migliore ti avrò detto a distanza di tempo e di luogo quello che ho provato.
Io sarò Zen, come una canzone che abbiamo ascoltato ieri, cantata da Rokia Triarè. Era in francese e l'ho capita. A conferma che, andando in Svizzera, ho perlomeno due lingue a disposizione fra le tre o quattro che si parlano in quel paese.
Ogni tanto penso a farmi un blog tutto mio, ma io qui mi trovo bene e non ho tante responsabilità, cosa che mi piace dimolto, perciò capotreno, continuerai ad ospitarmi per un altro po' e spero non ti dispiaccia.

giovedì 23 luglio 2009

Perchè di un fallimento...

Devo ammettere oggi un fallimento. Lo faccio su Viaggia in Treno perchè per tutto c'è una spiegazione e una speranza di assoluzione. Avevo promesso di farmi vivo con le mie care e amatissime ex-compagne di giochi aziendali per vederci e fare due chiacchiere rilassate... Avevo detto che sarei stato a Napoli e avrei organizzato... Lo avevo detto con convinzione e fiducia... Ma non è andata così... Volgono al termine le mie ferie. Domenica mi aspetta un aereo da Capodichino con destinazione Svizzera... A Napoli tornerò solo sabato pomeriggio, corredato di valigione da ampio tonnellaggio e dalla piccola malinconia della fine di una vacanza...
L'intenzione di fare una serata partenopea l'avevo dentro. Poi però si sono accumulati giorni e giorni di attività intensa, culminati con la mia escursione palermitana che mi ha messo ko dal punto di vista stanchezza. Anche ora che scrivo gli occhi mi fanno pupi pupi (che Camilleri mi perdoni...) e il mare mi ha risucchiato in giornate di nuoto e sole e bikini e dolci forme da cui staccarmi sarà doloroso e al momento mi risulta del tutto impossibile...

E' per questo che sono fondamentalmente scomparso da tutti i miei tradizionali canali comunicativi, cucendo un bozzolo morbido nel quale recuperare energie prima di ricominciare la routine un po' dolorosa del mio lavoro in terra elvetica... Non si è trattato di una scelta quanto di una insopprimibile necessità. Se mi guardo allo specchio, il mio volto sta finalmente raggiungendo una distensione che avevo dimenticato. E' una fatica anche riposarsi, ma una fatica piacevolmente impegnativa.

Spero in un perdono possibile. In fondo la mia ingombrante e logorroica espressività resta viva e vitale tramite blog, fb e tutti quegli altri adorabili mezzi che mi fanno cannoneggiare a destra e manca... L'affetto è immutato, il desiderio di esserci ancora è anch'esso presente. Sarà per la prossima volta...

Il compleanno di Memole e i nuovi inizi...


Ieri è stato il compleanno di Memole e domani sarà quello di Angy... Auguri.

Ma non è questo il vero motivo del post: come si dice a Napoli, “Le voglio bene a tutte e ddue”, ma mi è venuta esigenza di dire qualcosa sui nuovi inizi... Senza scendere in particolari per motivi di privacy, ho saputo che Memole si è trasferita andando a lavorare fuori Napoli. Un po' come il sottoscritto, ma senza varcare i confini delimitati dalle aspre Alpi... Ci è andata relativamente presto lei, scoprendo i vantaggi e le contropartite della vita da soli e del costruire in un nuovo posto da level zero... Quando ci ho parlato, ho visto i barlumi dell'adattamento routinario che fortunatamente colgono tutti quelli che devono fare il proprio nido altrove dalla propria terra di origine. Qualche sentimento di mancanza, un po' di curiosità di scoperta di luoghi e di se stessi condito in ragù regionale a fare una nuova vita.

Dopo due anni, posso dire senz'altro che il momento peggiore non è delimitato temporalmente. Spiacente, non è consolante, ma è così... Il momento peggiore è ciclico: con una esasperante regolarità, si presenta il cavo di un'onda e la vita va un po' giù. Si ha l'impressione che le scelte fatte non siano state né giuste né consapevoli, le domande sui perchè e gli sguardi al futuro si moltiplicano furiosamente e... E questo generalmente è segno che bisogna andare in vacanza, con urgenza e preferibilmente in luoghi entusiasmanti o rassicuranti, facendo quello che ci piace. Poi c'è la forza di tornare indietro e di riscoprire ancora una volta quella vita che ci siamo scelti ed è in via di costruzione.

E' ancora una volta un nuovo inizio, che ha fondamenta profonde e ci riporta alla memoria il trascorso, ma è come una boccata di ossigeno in una nuotata in apnea: emersione, inspirazione, sotto ancora per il tempo più lungo possibile... Finchè un giorno accade che la necessità di inspirare si attenua, i periodi di nuoto subacqueo si allungano e allora forse, una certa stabilità e serenità è stata raggiunta... Oppure no, ogni secondo sembra che manchi l'aria e non c'è più voglia di vedere i pesci che pascolano sulla barriera corallina perchè in realtà si sta nuotando nel porto di Napoli e lo spettacolo desolante di cessi e copertoni è sbalorditivamente orribile.

Io non sono in nessuna delle due condizioni. Ancora nuoto ad ogni rientro, per ragioni diverse di più o di meno. Se avessi una mia famiglia, o un amore, forse, sarebbe diverso, forse... Al di là di tutto, mi piace pensare che nella nostra ricerca del mare azzurro, ovunque esso sia, vediamo tante cose da poter raccontare, siano essi scarponi, bidet o meravigliosi pesci tropicali e che il sole filtri sempre a illuminarci la strada...

lunedì 20 luglio 2009

Ritorno in nave – Palermo-Napoli


Astinenza da sonno. E' una ottima compagna quando si deve affrontare il mare e una nave. Particolarmente di notte, si è pronti a assopirsi ovunque, senza grosse pretese... L'avevo accumulata con gusto nei giorni precedenti e ero fiducioso di poter affrontare la traversata... Non avevo fatto i conti con l'imprevedibilità dei flutti e le esalazioni umane...

Sono arrivato in orario alla nave con ampio corredo di cena a base di arancine e un meno clamoroso panino al formaggio e prosciutto, nonché una preziosissima scatola di cartone contenente 6 cannoli di fresca fattura... Nel porto somma tranquillità, ma anche la consapevolezza che la notte l'avrei trascorsa questa volta in compagnia in cabina e quindi un po' di curiosità mista a una punta di preoccupazione... Serata fotocopia della precedente fino alla permanenza in branda a vedere un film... Alle 23 circa fallisco il tentativo di vederne un secondo scapuzziando a destra e manca...

Alle 23.37, mentre ronfo, la porta si apre e la lama di luce viene rapidamente coperta da una ampia figura in camicia hawaiana nera e bianca, occhi chiari e rumore limitato... Entra in scena e le sue parole sono: “...io Russo...”. Il mio cervello, reattivo come un uovo sodo, mi permette di proferire impastato: “Io Italiano, Tedesco e Inglese...”. Lui mi osserva perplesso, e io cerco di mettere meglio a fuoco la situazione. Potrebbe anche aver detto “...io russo...”, e allora ho già azzeccato la prima... Gli chiedo di chiudere a chiave la porta e lo fa... Poi lo vedo dirigersi verso il letto superiore che gli è stato destinato...

E ecco andare in scena la tragedia... Rapidamente si toglie scarpe e calzini lasciandole dietro la scaletta ai piedi del mio letto e come un gatto sale su... Per dieci secondi mi sembra che tutto vada bene, ma poi vengo investito da un'onda gassosa solida di puzza diserbante... Il suo passaggio al piano di sopra aggiunge un aroma meno intenso, ma anch'esso non trascurabile... Mi sento subissato e incredibilmente mi risveglio completamente, orripilato e paralizzato... Credo che l'ipotesi sul suo essere straniero sia corretta, per cui sono intimorito all'idea di provare una comunicazione non verbale... Tra l'altro non inizia a emettere ruggiti, per cui lo ritengo addormentato ma senza disturbo sonoro... Non me la sento di prendere le scarpe e incenerirle causa recenti incendi su traghetto. L'unica è cercare rifugio nell'impotente filtro del lenzuolo e nella boccetta di profumo Davidoff che mi spruzzo con furia perfino sotto al naso, anche per provare a rinvenire dopo l'effetto a tradimento del primo colpo... Ben presto è solo la capacità dei sensi di filtrare ciò che si ripete che mi consente di respirare quasi liberamente... Dormire è ormai un ricordo, nonostante la stanchezza del giusto... C'è da mirare alla sopravvivenza!

Quando alle 5.40 avvertono che è il caso di lasciare la cabina, il mio compagno di viaggio che dalla Russia con Afrore mi ha portato il puzzo della Siberia, scatta via dal letto e se ne va... Appena comprendo che ci stiamo separando per sempre, spalanco la porta e faccio piene inspirazioni profumate al cherosene... Sono vivo, e tornato alla luce, e meno male che siamo anche non lontani dal porto... Dopo un po' sono sul ponte con altri... Da facce provate mi viene il sospetto di non essere il solo ad aver vissuto esperienze traumatiche... Non voglio conoscere le loro, e preferirei dimenticare la mia... Con il dubbio che resta: Russo o russo? Oppure Puzzo? La terza è l'unica certezza...

Se un giorno d'estate un Viaggiatore...


Sono partito per una vacanza dentro la vacanza... Sono stato a Palermo, nella Sicilia dove ci sono i Siciliani, le Siciliane, ma soprattutto per me c'è la cucina sicula... Sì, devo ammetterlo, non essendo la prima volta che ci andavo, uno dei target era ingurgitare quanto più possibile nel tempo che avevo a disposizione, selezionando sui sapori più che sulla quantità!

In barba all'aspetto artistico, che pure ho amato molto, l'aspetto culinario è quello che mi ha lasciato il ricordo più intenso... Potrebbe essere prosaico, se non considerassi anche la cucina una forma di arte dalle raffinatezze sempre in evoluzione: come si ammirano i piatti della tradizione che corrispondono un po' al nostro Rinascimento, così vale la pena spesso di provare nuovi accostamenti sperimentali, almeno per curiosità... Limitato da qualche fastidiosa allergia, sarei propenso alle innovazioni, ma tutto sommato anche nella vita un po' di tradizione mi piace e quindi eccomi orientato verso le cose fatte da anni e anni nello stesso modo: perpetuano un rito, e perciò hanno un fascino mistico...

Segue qui la cronaca non fedele dei viaggi, una gemma di questo tempo di ferie che ho fatto con entusiasmo e soddisfazione...

Viaggio A\R in nave... O meglio, carretta Circumvesuviana e nave... Dopo alcune recenti peripezie nel breve ma in realtà lunghissimo tragitto Napoli-Sorrento, mi sono dovuto risolvere a partire con un anticipo enorme, considerata la distanza... Ma giusto per smentirmi, il treno è arrivato quasi puntuale... Sono andato al Porto di Napoli, Molo Angioino. Ora dovete sapere che queste definizioni sono un po' oscure. Non credo che esista alcun cartello con la posizione del molo Beverello e il confine con quello Angioino. Però c'è un percorso diverso... Le direzioni di imbarco sono risultate stranamente poco visibili: vabbè che io sono ormai legato a quella chiarezza Svizzera in modo indissolubile, ma forse qualcosa da migliorare c'è... Tuttavia andata super tranquilla in cui sono stato l'unico occupante della cabina... Il mare era una tavola blu (citazione...) e l'uscita dal porto al tramonto è stata come al solito mozzafiato... Poi Capri e Ischia ci hanno messo del loro e lo spettacolo ha meritato le cinque stelle... Accompagnato dalla frittata di maccheroni e da un film in cabina sul mio potentissimo cellulare multimediale, mi sono sentito subito contento della mia impresa... Come al solito ho dormito pochissimo: “letto nuovo non mi trovo” e una cabina 2.30x1.70 che sembrava una cella di punizione, spoglia e poco climatizzata non mi hanno conciliato... Senza contare che i bravi marinai, anche se devi attraccare alle 7.30, iniziano a svegliarti alle 5.40, in modo che tu non ti possa perdere la coincidenza con il molo prima che lui parta! Però all'inizio di un'avventura si è freschi, indipendentemente da tutto, tanto è vero che il cannolo a colazione mi ha dato una soddisfazione immensa...

Dopo i mezzi “pubblici”, il trasporto privato ha preso il sopravvento, tra moto e macchina, con una visione veloce ma viva di Palermo, punteggiata da odori forti (tra cui non posso omettere quello della munnezza) che la hanno inconsciamente accomunata a Partenope... Tra Vespa e Micra ho visto quasi tutto il centro, e Palermo si conferma un luogo interessante e colorato. In questo momento mi ha anche dato l'impressione di essere più viva di Napoli nel suo cambiare, ma può darsi che mi sbagli...

In ogni caso, niente treni in Sicilia. Quelli che ho visto, ricordavano probabilmente con affetto la ferrovia borbonica di Portici... Fortunatamente li ho potuti schivare, affinchè non avessi a discutere ancora una volta con le Ferrovie dello Stato...

E infine, per completare la rassegna trasporti, il ritorno... No, ma questo lo metto in un post separato, perchè è un aneddoto...

lunedì 13 luglio 2009

Punto sul Blog...


Non ho controllato esattamente (anche se sarebbe stato facilissimo), ma è passato il secondo compleanno del Blog, ed è passato senza un augurio...

La seconda candelina è comunque una bella boa per una cosa nata un po' per gioco e un po' per necessità e che ha fatto un bel po' di km seguendomi in Svizzera e forse rimanendo insieme anche ad altri che hanno viaggiato per scelta o per forza in giro per l'Italia e di più... Faccio il punto del percorso con un sestante virtuale, pensando a quelli che hanno scritto e scrivono tuttora, come anche a quelli che leggono o che hanno tante volte letto...

La prima stazione è stata Portici. Inutile scendere negli antichi dettagli del treno originale. Di quello che c'era lì, ormai poco è rimasto. E' di pochi giorni fa la notizia che la “Casa Cantonale” dove io sono stato appuntato Capotreno, ha esalato l'ultimo respiro... Ma soprattutto i viaggiatori iniziali si sono sparpagliati in giro, lasciando il loro posto sul treno. Mancanza di tempo, altri percorsi da prendere, altre decisioni... Tutte ottime ragioni per prendere altre coincidenze. Gattacicova al Nord, Memole al Centro, La Perfezione nella sempre caotica Napoli... Le altre, a quanto so, rimaste a presidiare le antiche mura e a sostenerle all'ombra del Vesuvio (se non è così, fatelo sapere!) o nella Capitale...

Probabilmente se dovessi dire dove si trovi adesso il locomotore e se sia in movimento o in manutenzione, non sarebbe facile. Di sicuro negli ultimi mesi il ritmo con cui io ho scritto e con cui gli altri mi hanno risposto e hanno partecipato, è stato rallentato. Forse una fisiologica flessione era prevedibile, e in qualche misura auspicabile. In fondo credo che come in una relazione, dopo l'entusiasmo iniziale, bisogna vedere se nella vita di tutti i giorni c'è la forza e la voglia di continuare. Per ora posso dire personalmente di non essere in crisi con Viaggia in Treno. Amo ancora pensare e mettere lì delle cose mie. Mi permette di raggiungere persone che spero vogliano sapere di me e che magari contatto con difficoltà... Mi fa anche sapere che ci sono persone che condividono quello che scrivo e altre che non lo amano... E' una forma di rassicurazione della mia esistenza.

Il blog ha bisogno di qualche novità probabilmente. La veste grafica, i gadget, i widget meriterebbero una rivisitazione. I contenuti andrebbero un po' riorganizzati e forse una maggiore apertura ad altri contributi potrebbe essere piacevole. Le idee ci sono, il tempo per metterle in pratica da trovare.

In ogni caso ogni volta che fischio lo faccio con un certo orgoglio, perchè so che questo spazio di libertà ha fatto compagnia e ha documentato una quantità di cose che non voglio dimenticare...

In carrozza!

Tu chiamale se vuoi .... emozioni

Modalità intimista on.
Qualche giorno fa ho incontrato il capotreno e abbiamo chiacchierato. Credo che lui ed io abbiamo l'uno per l'altra vero affetto e amicizia e con caparbietà portiamo avanti a distanza un discorso, interrotto e continuo, intenso e banale, saltellante, illusorio, entusiasmante, irruento e tante altre cose insieme. A volte è facile e le parole scorrono veloci, a volte si inceppano e faticano. Ma noi continuiamo, caparbi e ostinati.
In qualche modo io e il capotreno ci assomigliamo. Nonostante la distanza degli anni, nonostante la diversità delle nostre vite, credo che entrambi nutriamo illusioni e convinzioni simili. E parlando con lui mi ha ricordato, mi sono ricordata quanto importanti per me siano le possibilità. Averle, avere tutte le possibilità e non fa nulla se poi non si avverano. Siamo disposti a rinunciare alle possibilità solo in cambio della certezza della felicità o di un suo passabile simulacro.
E ora, ora che sono in un periodo in cui penso spesso e tanto alle cose che mi sono successe e a quelle che voglio e a quelle che non posso avere, ora mi sono trovata di nuovo di fronte alla scelta fra le mille splendenti possibilità e una smorta certezza.
Mi guardo allo specchio dei miei stessi occhi e mi accorgo che giorno dopo giorno faccio tacere le mie emozioni, che non sono desiderabili nelle circostanze in cui mi trovo. Taccio e nascondo.
Ma io ricordo che un tempo accendevo la musica e ballavo da sola sul tappeto. Io ricordo che cantavo sotto la doccia. Io ricordo le mie emozioni. E le rivoglio, tutte.
Rivoglio la possibilità di accarezzare, rivoglio la possibilità di sorridere, rivoglio la possibilità. Al prezzo che non si avveri.
Ultimamente mi dicono tutti che sono più bella e più serena. Farò in modo che sia vero. E grazie al capotreno di avermi ricordato di me.
E ora possiamo smettere di fare della filosofia e passare all'azione.

Cosa succede in città?

Dall'inizio di queste mie vacanze, a parte che del concerto degli U2, ho scritto poco e con difficoltà. Mancanza di tempo in un intenso vivere il momento libero pur nella pienezza di relax e di vita di famiglia...

Vi racconto alcune cose che stanno accadendo in città e delle quali sono partecipe più o meno consapevole e più o meno convinto...

Prima di tutto i saldi estivi. Ero venuto bellicoso per andare a fare acquisti smodati, ma poi la pigrizia totale ha graziato la mia carta di credito che se ne è rimasta felicemente chiusa insieme alla patente a discorrere dei massimi sistemi... Andando in giro per le strade, d'altronde, non mi sono sentito né particolarmente motivato né attratto: segno che la moda, se mai io ne abbia seguito degli scampoli, non mi convince più? E domanda ancor più importante: chi se ne frega? Comprerò quando ne avrò voglia: basta sentirsi coartati quando sono i commercianti a dirlo! Mi rifiuto e mi riprendo la mia libertà di consumatore poco avveduto, almeno fino a quando non realizzerò che sto buttando i soldi dalla finestra...

I lavori stradali e gli scioperi delle FS: Napoli è diventata una specie di Pompei senza l'eruzione del 79 d.C. Rovine di strade, rovine antiche, fosse di profondità non meglio chiarita che fanno scoprire le solite meraviglie archeologiche che pure ritarderanno tutte le opere pubbliche, si moltiplicano esponenzialmente. Si sommano poi alle scarse manutenzioni stradali, e ecco il disastro del dissesto che va in scena... Consigliato da Rosetta (definita in uno spettacolo comico la “Più grande Rovina della città...”) l'uso dei mezzi pubblici... Peccato che sia ANM che la mia beneamata Trenitalia/FS ci si mettano di impegno a complicare la vita di chi vorrebbe, ma alla fine subisce... Ecco quindi che le corse di tutti i bus sono state diminuite per il periodo estivo, e che le FS vadano in sciopero di domenica per 24h, favorendo la circolazione di turisti e residenti... Grazie a tutti i coinvolti: ci sentiamo profondamente amati e gratificati nel nostro vano tentativo di essere un po' meno automobilisti...

Eventi di spettacolo: in meno di una settimana sarò andato a vedere sulla fantastica terrazza di Castel S. Elmo ben due spettacoli. Il primo è stata la serata finale del Napoli Cabaret Festival. Nomi famosi e meno, ci hanno fatto ridere, e un sorprendente Gino Rivieccio ci ha parlato di Napoli... Ma soprattutto domani mi aspetta un concerto di Mario Biondi. Ci vado con piacere perchè ho il suo album di un annetto fa e le canzoni mi piacciono tutte... E perchè dal vivo (U2 docet) la musica è soprattutto emozione...

E ora vado a mare... Non mi odiate: verrà per tutti il momento delle ferie!

venerdì 10 luglio 2009

I Grandi ... della Terra


C'è questa espressione che sta dilagando in questi giorni a proposito del meeting dell'Aquila degli 8 paesi a dir loro più industrializzati del Pianeta: I Grandi della Terra... L'espressione dovrebbe riferirsi solo al fatto che siano rappresentate nazioni di una certa rilevanza internazionale e quindi in qualche modo, anche non geograficamente, Grandi...

Purtroppo però l'impressione è che si tenda a identificare i politici che si trovano al meeting con dei personaggi di spessore, che i Grandi siano loro... Passi per alcuni che effettivamente stanno promettendo bene, pur se all'inizio del loro percorso (leggi il mondo è innamorato di Obama), ma vogliamo dire che tutti sono straordinari individui che meritano l'acclamazione delle folle? Senza sparare sul Nostro Presidente perchè sarebbe veramente troppo facile, cosa rende i suoi compagni di brunch e merendine di alta qualità a base di prodotti italiani, così speciali? In fondo non sembra che tutte le figure coinvolte siano imponenti nè moralmente nè nelle scelte politiche... Quanti di loro stanno proponendo delle politiche innovative o delle soluzioni straordinarie che li abbia messi positivamente alla ribalta su scala mondiale? Certo, non leggo tutti i giornali, ma non mi sembra che il G8 produca mai uno scambio di vedute del tipo: abbiamo lo stesso problema, noi lo abbiamo risolto così e ha funzionato, beh allora vi copiamo! Sarebbe ben produttivo, ma in genere si decide molto di più sull'accaparramento delle risorse, su come distruggere meno l'ambiente (ma senza mai perdere l'occasione di distruggere ancora...), di come far fare ad alcuni popoli quello che piace agli 8... Insomma, cose pratiche, ma tutto sommato devastanti, in quel linguaggio che rende la casta politica quasi sacerdotale e che le fa godere i suoi dorati privilegi...

Non dubito di sbagliarmi, ma io resto molto freddo di fronte a questi Grandi. Mi sembrano nella maggior parte dei casi ometti piuttosto piccoli, con una parziale visione delle cose, e quindi di fatto normali... Se non si dessero tante arie cospirative e tante pacche sulle spalle di tipo cameratesco e magari non ci facessero capire che al tavolo parlano per la maggior parte del tempo della qualità del pranzo, avrei anche un pò più di fiducia che qualcosa di buono ne esca fuori... E invece il risultato sono chiacchiere e foto di rito, magari con il simbolo delle corna fatto da qualche buontempone che crede di essere sempre il massimo dello spirito...

giovedì 9 luglio 2009

2(nd) for U2


Il concerto mi ha lasciato un bellissimo ricordo, finanche per tutte le stranezze che vi hanno fatto contorno. Vi racconto qualche aneddoto, con un finale speciale dedicato a questi amici conosciuti sulle gradinate del Meazza... La foto è terribilmente mossa, mea culpa di fotografo stanco e sovraeccitato dalla musica, ma forse è bello che sia così perchè è stata una serata mossa, anzi, movimentata!

Andando allo stadio, all'ingresso in metropolitana, mi sembrava che tutto fosse abbastanza regolare: mi aspettavo un gran casino, ma invece all'inizio niente di speciale. Solite facce milanesi si accalcavano nel treno, evidentemente dirette a casa dopo il lavoro... Poi improvvisamente il vagone si è riempito come un uovo, e tra il sudore e il calore, ho iniziato a sentire parlare di Bono e degli U2. Le domande sulla fermata a cui scendere si affollavano al ritmo delle persone che salivano e aumentavano fermata dopo fermata... Finalmente, pregustando già il calore delle gradinate, siamo scesi come un gregge di pecore a Lotto Fiera 2 (come se ci fosse un Lotto Fiera 1...) e seguendo i "bene informati" siamo usciti dalla metro in direzione stadio. Mia prima sosta al Mc Donalds, ovviamente non per mangiare (Dio mi scampi e liberi prima di un concerto!), ma per le altre necessità fisiologiche... Poi l'organizzazione dell'incontro con mio fratello, detentore del biglietto e proveniente da direzione opposta... Dopo circa 15 telefonate, impattiamo alla gate 1, anello arancione, settore 262, fila 3, posti 5-6-7-8... Acquisto maglietta ricordo (inevitabile!) masticazione panino, pronti per la musica...

Agli ultimi scampoli di Snow Patrol lo stadio è stato piuttosto indifferente... Da soli, 55000 persone al momento non credo che li riuscirebbero a fare! Poi iniziare a guardare i dettagli, acclamare gli organizzatori che toglievano le coperture degli strumenti (perchè non è chiaro, ma se lo meritavano di certo...), sentire l'ansia crescere e ipotizzare la scaletta, insomma, l'evento è entrato in piena fermentazione... Assolutamente proibita l'assunzione di liquidi, pena la fuga al bagno sicuramente intasato, che avrebbe fatto perdere preziosissimi minuti di musica... I soliti fastidiosi davanti alla ringhiera sono stati insultati a dovere e quindi si sono tolti di mezzo, e poi i nostri eroi hanno camminato sulla passerella d'onore, hanno preso possesso del palco a forma di Granchio, e via, tutto d'un fiato, fino alla fine...

Per il racconto in musica, meglio YouTube che qualsiasi altra cosa: ci sono già quasi tutti i pezzi e la qualità non è male... Per il racconto dagli spalti, dedico queste righe a 4 Jungs della Carinzia (è Austria, vicina al nostro confine) che ho conosciuto appena arrivato. Sono venuti sia per vedere un pò di Milano che godersi la musica allo stadio, come anche noialtri, viaggiatori di mille distanze per una serata in cui il tempo va via in una vertigine! La loro allegria è stata contagiosa, e nel nostro piccolo mondo di U2, è stato bello scambiare qualche chiacchiera e saltare sui sediolini... Tutti mi hanno detto di amare l'Italia e che le Italiane sono donne bellissime... Credo che entrambe le cose siano verissime, e che gli stranieri che le sanno apprezzare, meritino ben più di un brindisi! Al prossimo concerto!!!!

mercoledì 8 luglio 2009

Me2 with U2!


Concerto degli U2 a Milano il 7/07/09, noi c'eravamo! E non solo c'eravamo, ma io personalmente ci ho lasciato qualche litro di sudore, le note squillanti della mia voce sembrando oggi un baritono di scarsa levatura, 2 panini farciti e non mangiati...

Ma quello che ne ho avuto è stato molto di più... Musica, effetti luminosi, coinvolgimento con tutti quando abbiamo urlato parole e suoni, lasciandoci andare a quella magnifica onda... Non riesco a individuare un momento specifico, ma eravamo tanti, tantissimi, e tutti volevamo essere lì e sentire, non ascoltare... Abbiamo sentito il basso, la batteria, la chitarra e la voce, investiti da quella intensa aria di rabbia, tristezza, odio e amore che delle parole in musica sanno trasmettere a volte, forse solo a volte, ma per alcuni spesso... Non eravamo U, ma eravamo tutti un W, come We, come Winners di un momento magico...

Gli eventi sono così: un pò inspiegabili. Sapevamo che per noi sarebbe stata una serata bella e di aria densa, che ti resta attaccata. Nelle mie 3 ore di sonno prima di venire a Napoli, non ho sognato solo perchè la realtà era ancora palpabile... Se oggi sono uno straccio, mi basta ripensare a ieri sera e all'emozione che ho avuto per lavare via dagli occhi quella patina appannata...

Sui dettagli e sulle belle scoperte, scriverò un post meno intimista, ma nel frattempo dico un grazie intenso a Mario B, perchè è la seconda volta che andiamo insieme a cena con U2, ed è stato Magnificent!

venerdì 3 luglio 2009

Da Milano

Sono arrivato ieri con un avventuroso (nel senso svizzero del termine) viaggio con un paio di cambi ti treno inattesi e una mezz'ora o forse più di ritardo... Sono arrivato e ho detto: cavolo, oltre le Alpi siamo in Africa! Mi riferivo al caldo ovviamente... Ho sentito fortemente nei miei jeans che in Helvetia erano piuttosto confortevoli, l'impatto del muro di calore improvviso... Fortunatamente è intervenuto un provvidenziale gelato a calmare l'arsura e la sera a mangiare pizza in un fresco terrazzino hanno colmato ogni momento di incertezza...

Il temporale serale mi ha poi fatto dormire come un sacco di patate a purè... E' stato un risveglio leggero e accompagnato da relax... Ora sono prossimo a uscire e a famri investire da sole e caldo. E' bello sentirsi in ferie e credo che anche Milano sia più bella con lo giusto stato d'animo... Ma d'altronde ogni città può mostrare una faccia triste o allegra: dipende forse più dai nostri occhi che dal resto!

Aspettando Bono e The Edge domani, credo che riprenderò a parlare la lingua italiana con continuità e che mi lascierò un pò alle spalle inglese e tedesco. Non le dimentico, e anzi le conservo nel cuore, ma questo è un altro modo di godersi le ferie: non pensare...

A presto a Napoli, dove mi aspetta anche il concerto di Mario Biondi!

mercoledì 1 luglio 2009

Uomini e apriscatole

Rossa e vergognosa eccomi qui, dopo una lunga e penosa latitanza, causata un po' da spostamenti vari e un po' da eventi... mmmh... diciamo personali un tantinello movimentati.
Orbene, vi aggiorno. Sono stata qualche giorno a Stromboli, a ritemprarmi lo spirito (che è meglio di un cazzotto in un occhio), un paio di gironi a Roma a cercare un altro lavoro, che alla fine in quello attuale è divertente il bestiario, ma la paga molto meno e poi ho intrapreso la campagna "libera il tuo uomo".
Questa è una campagna di impegno sociale, nel senso che se tu apri la porta della gabbia e liberi il tuo uomo, ciò renderà libera te (che è meglio!), e chi è libero si sa che è di umore migliore, di tratto più gentile e di rapporti umani più rilassati e proficui (hai visto mai!!). Non avevo fatto i conti con il fatto che spesso la belva, abituata e comoda nella sua bella gabbietta, strillando tutto il dì "come vorrei esser liberooooo" oppure "sempre libero degg'iooooo", alla prova dei fatti si aggrappa disperatamente con le alucce alle sbarre della medesima e per quanto tu faccia non vuole uscire nemmeno se minacciato con un bazooka.
Calci, botte, secozzoni, calci nel sedere non hanno sortito alcun risultato nel tentativo di sloggiare l'intruso. Epperò il muso e la torpidezza e il tetro silenzio continuavano a regnare nella felice magione.
E poi il miracolo! Fiat lux!
In previsione della dipartita del suddetto uccelletto avevo comprato uno di quegli oggetti fantastici che consentono di svitare qualsiasi tappo, supermegatomico e spaziale. L'ho appeso alla rastrelliera con tutti gli altri gadget di cui la mia cucina è fornita (sono una maniaca delle attrezzature di cucina, dalla planetaria al termometro per cuocere le uova alle varie gradazioni di tostezza) e non ci ho fatto più caso. E poi ... l'altro giorno a tavola, in una delle rare occasioni di cena con l'uccelletto, il colui stesso medesimo non riusciva ad aprire il tappo della bottiglia e io ho profferito "Prendo lo svitatappi, quello che ho comprato per quando te ne vai". A costo di farsi scoppiare le vene del collo ha esercitato una forza erculea, si è distrutto una mano, è diventato color amaranto e ha aperto la bottiglia. E dopo ha detto "Noi dobbiamo parlare, che è sto' silenzio?" Ah si?? Ollalà!! O perbaccolina perdindirindina! E così si conversò un po'.
Morale: direi che lo svitatappi potè dove io non possi. Egli capì dall'oggetto che quando ho detto VAI VIA ORA, intendevo effettivamente che sloggiasse dalla gabbietta. Realizzato ciò la paura vera reale e incombente ha fatto il resto.
Ma io non demordo. L'uccelletto sarà libero, che lo voglia o no. E anch'io.

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Capotreno e Viaggiatori