domenica 29 novembre 2015

L'ultimo concerto: malinconia e attesa...

Ieri e oggi, in una visita lampo, sono stato a Dublino a vedere il mio ultimo concerto degli U2 per quest'anno e per questo tour mondiale.

È difficile ripercorrere i momenti di questo percorso. Sono state ben 9 serate e a volte giornate uniche e dense.

Laura. La musica, i colori, i volti, gli odori e i sapori. Uno spettacolo fantastico e che mi ha fatto viaggiare con la fantasia e fisicamente.

Non parlerò della musica: il suo significato non credo sa del tutto comprensibile ad altri che a me.

Parlerò invece della malinconia che accompagna l'inizio della nuova attesa delle scariche di adrenalina di Streets. È una sensazione impalpabile eppure tremendamente presente di vuoto. Il non avere un'altra serata da vivere se non in un tempo indefinito, l'assenza di quelle note fin troppo conosciute, quasi consumate, eppure pronte a risorgere dalle ceneri di una serata di fuoco. Il groppo in gola. Beh, quello che resta è una gran voglia di poterci essere di nuovo, e presto.

E tutto ciò lo scrive uno che è un appassionato seguace, ma che non ama definirsi un folle fan... Forse sarebbe meglio scendere a patti con questa dolce e indolore pazzia...

L'attesa è quindi già iniziata un minuto dopo l'ultima nota di Streets, con la consapevolezza di dover aspettare per poterla urlare di nuovo con almeno ventimila persone e uno che l'ha inventata...

Speriamo oggi non sarà una lunga attesa, ma questo, come ogni vicenda umana è difficilmente prevedibile.

Nel frattempo cercherò di nuovo di succhiare da quel dolce zucchero delle serate andate, alla ricerca di battiti del cuore che ci fanno guardare avanti e indietro con un sorriso....

martedì 28 luglio 2015

5 anni e poi U2

09/10/2010 - Roma. Io, mio fratello e uno stadio in cui allora non sapevo neanche che esistesse colei che mi ha scelto. Una serata indimenticabile. Un livido dietro la coscia che è stata la mia ferita di guerra dello show e un ricordo mai sbiadito di un'estate con gli U2 in giro per l'Europa.
Il ricordo è scritto in parole che ancora mi commuovono.

09/07/2015 - Boston. E sono passati poco meno di 5 anni. Ed eccomi sotto al palco, all'accendersi delle luci un brivido per la schiena. La mano di Laura stretta nella mia. Un abbraccio a lei mentre la folla abbraccia tutti, e quell'uomo che cammina lungo la passerella per iniziare a cantare e per portarci via in uno show atteso e emozionalmente imprevedibile. Urla, sudore e lacrime. E le persone intorno che alla fine cui hanno detto: vorremmo fare tutti i concerti con voi per l'entusiasmo... Ma soprattutto la musica che è colonna sonora della nostra vita. Uno dei nostri legami e una delle nostre più intime visioni. Che bello vibrare con tutti eppure vivere la propria unica esperienza. Non ricordo molto delle canzoni. Ma se rivedo immagini mi sento assalire dal fuoco dell'emozione. È stato un ritornare in una casa del sogno e sentirsi di nuovo al sicuro.

Uscire dal palazzetto sfinito ma con la voglia di essere di nuovo lì la sera dopo. E riuscire ad esserci. E essere allo stesso posto. E sentire che è il luogo spazio temporale più giusto. E le canzoni. E le persone. E gli abbracci e i balli e i baci.

Tutto per dire che la musica, quella degli U2 ha cambiato la nostra vita e in meglio. E che la gioia di poterla rivivere merita un dolce pensiero a colei che Amo e un grazie a questi 4 uomini anche un po' attempati, ma ancora intensi...

venerdì 6 febbraio 2015

Il ciclo Australiano (2): Adelaide, Kangaroo Island e la libertà

A qualche mese di distanza dalla gita Downunder", il ricordo ne è ancora tanto vivo che non mi costa fatica spendere qualche minuto di attesa in un aeroporto qualsiasi a raccontare del passo successivo a Perth e ai suoi magnifici pinnacoli.

Siamo partiti presto la mattina da Perth per giungere a Adelaide. Ci ha accolto una città un po' grigia metereologicamente e freddina, ma un albergo bello e comodo ci ha abbastanza rilassato da poter andare al mercato centrale e mangiare qualcosa. Non si puo' infatti dire troppo bene del cibo che l'Australia offre: a parte quelle che sono trappole per turisti come il canguro e il coccodrillo (solo la seconda mi ha visto cedere incuriosito), il pesce Barramundi è tutto sommato anonimo... Insomma si cede spesso alla fetta di carne o ai panini. Dopo cio', Adelaide non ci ha detto molto altro di memorabile fino alla partenza della mattina successiva in aereo. Destinazione la terra della libertà: Kangaroo Island.

La chiamo cosi' perchè non credo che ci siano altre definizioni che la rappresentino altrettando bene: è un'isola piena di verde della vegetazione e di rosse strade di terra battuta. Questo almeno nel periodo in cui ci siamo stati noi. Pare infatti che, essendo libera anche di costumi, tenda a tradirti con un caldo asfissiante o con una pioggia battente in altri periodi dell'anno. Quello che veramente ci è sembrato incredibile è stato il numero e la varietà di animali selvaggi. Il canguro di cui sopra prima del grill se ne sta bel bello a saltare in giro. I Koala dormono rilassati. Le aquile girano serene ma pronte ad un lauto pasto. fortunatamente nessun serpente, ma quella sensazione di naturale bellezza che ci ha dato una forte emozione...

Guidati da una Designer prestata al turismo e ad una vita ritirata in un luogo comunque isolato, abbiamo conosciuto un'Australia unica e probabilmente difficilmente reperibile altrove. Forse stregati dal senso profondo di essere lontani da tutto e coinvolti in questa opportunità di silenzio, avremmo voluto rimanere ancora... Ma gli arcangeli hanno deciso diversamente per noi, e quindi dopo una notte troppo breve, un lungo viaggio di nuovo verso Adelaide.

Ultima nota della serata, una passeggiata al freddo della sera su un molo isolato e poco illuminato. Essere sull'oceano e vederlo intorno dal lato opposto della Terra è stata una cosa che solo a distanza di tempo riesco a qualificare come meravigliosa...

domenica 18 gennaio 2015

Effetti Collaterali di un Blog

Ieri sera ho avuto qualche momento di tempo e mi è venuta la curiosità di andare a rileggere le prime pagine di questo blog. Complice l'inizio di questo 2015 dove ci sono molti propositi impliciti e una grossa fetta di eredità del 2014, ho voluto rivedere il 2007 e l'inizio della mia vita più adulta. Attraverso i miei quattro occhi che avevano scrutato e guidato il racconto giornaliero di nomi, cose e città, ho ritrovato quelle sensazioni e quei ricordi non dimenticati, ma ormai radicati, acquisiti e influenti.

Tempo mai sprecato quello su queste pagine. Nel racconto di un percorso su binari a volte un po' tortuosi e con qualche salita. Inizialmente con un treno pieno, denso e anche a tratti sommerso dalle novità. Oggi in un viaggio su una carrozza più solitaria, pervasa di voci straniere che raccontano di mille incontri più o meno fortunati. Voci che hanno detto qualche volta cose interessanti, ma anche tanto, tantissimo rumore... Non si può essere "buoni" al punto da non accettare che tanti incontri sono stati passaggi poco significativi. Però vale la pena di dire che a scavare bene, seppure ci hanno strappato solo qualche timido sorriso, la maggior parte di essi hanno riempito il nostro tempo...

L'effetto collaterale della rilettura del blog è stato principalmente emozionale: non essere più la stessa persona, cosa ovvia, ma allo stesso tempo capire che quello che si è fatto, ha messo nello zaino il necessario per percorrere le vie di questo strano viaggio chiamato vita. Il biglietto è aperto e la data di arrivo non è (fortunatamente) nota. Per questo motivo ci serviranno cianfrusaglie che abbiamo collezionato anche solo perchè esteticamente piacevoli.

A volte mi chiedo se valga la pena di tenere il blog in funzione. La risposta è sempre sì, proprio perchè è una cosa bella e crea un quadro colorato foss'anche solo di improvvise pennellate intense... E' importante per me che lasci dietro di sé una scia di fumo riconoscibile. Potrebbe servire anch'essa da guida verso le nuove destinazioni, per ritornare agli scambi importanti...

martedì 6 gennaio 2015

Pino, Massimo e noi

È morto Pino Daniele. Notizia battuta da tutte le agenzie e che ha riempito la fine delle feste natalizie.

Personalmente la riflessione che mi sento di fare non è sull'uomo né sul cantante, ma sulla fine di un tentativo di affrancarsi dallo stereotipo del napoletano che è riuscito a lui e a Massimo Troisi, seppure in due ambiti diversi. Massimo Troisi di "Che ora è" che recitava con Mastroianni. Pino Daniele che portava l'inglese nelle canzoni ad accento napoletano. Aprirsi al mondo senza dimenticare le proprie origini e traendone linfa per la propria ispirazione.

Tanti anni fa, alle scuole medie, il professore di musica, prof. Di Donna, organizzava il saggio di fine anno, e tra i pezzi che ci fece imparare a memoria, c'era Napul'è. Gli chiesi di chi fosse il testo, e mentì dicendo che era suo. Allora gli credetti. Ma non era la verità.

Ci resta tanto. Ma per me, napoletano espatriato che non tornerà se non da turista familiare, resta di Pino Daniele questo (e scusate se è poco):

Napule è mille culure
Napule è mille paure Napule
è a voce de' criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.

Napule è nu sole amaro
Napule è addore 'e mare
Napule è 'na carta sporca
e nisciuno se ne importa e
ognuno aspetta a' ciorta.

Napule è 'na cammenata
inte viche miezo all'ato
Napule è tutto 'nu suonno
e 'a sape tutti o' munno ma
nun sanno a verità.

Napule è mille culure
(Napule è mille paure)
Napule è 'nu sole amaro
(Napule è addore e' mare)
Napule è 'na carta sporca
(e nisciuno se ne importa)
Napule è 'na camminata
(inte viche miezo all'ato)
Napule è tutto nu suonno
(e a' sape tutti o' munno)

Note per Viaggiatori Occasionali...

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