domenica 7 dicembre 2008

Avanzi e potenza creativa: il gattò al tartufo

Illuminazione Zen: ho capito come nasce l'arte contemporanea, mai più mi lamenterò di vedere un lavandino ammaccato appeso al muro con titolo "Morte a Venezia" o due pezzi di corda in croce nomati "Legati da amore".
Ma andiamo con ordine. Sto scrivendo dal nuovo computer aspire one con potente hard disk, XP e varie amenità regalatomi per il mio compleanno. Beeeelloooooo! Così potrò portarmelo dietro quando viaggio e continuare a bloggare, per esempio.
Poi una considerazione sul mio post di ieri. Stamattina mi sono ritrovata a cucinare e ho pensato che forse avevo ritrovato il buonumore, mi sono guardata dentro e ho concluso che no, era ancora disperso, ma forse se ti comporti come quando sei di buonumore quello torna più in fretta. Soddisfatta ho continuato a cucinare.
Ora gli avanzi. Stamattina ho considerato alcune misere patate che soggiornavano nella mia dispensa e ho concluso che stavano per passare nel regno dei più, quindi ho deciso: Me', mo' faccio un gattò. Ho frugato nel frigo, mi ricordavo che esistevano alcune abbondanti provviste di fiordilatte e mozzarella sereticci. Poi ho afferrato un culo di filetto di maiale che pure sverna da lunga pezza nel suddetto frigo. E poi sono andata a girare gli squallidi champignon che avevo sul fuoco. Brrr, quanto so' tristi, ho pensato. Poi mi sono girata di nuovo verso le patate lesse e alternativamente ho guardato gli uni e le altre: perchè non fare un bel matrimonio? Magari insieme sono meno tristi. A quel punto mi sono ricordata di un fondo di tartufi grattuggiati sottolio. Mumble mumble. Blam!! Lampadina accesa!! Massìììììì! E quindi ricetta!
Gattò al tartufo e funghi
Qua niente dosi, semplicemente perchè non le so. Prendete alcune (erano maledettamente poche) patate e lessatele con tutta la buccia, quindi sbucciatele e passatele. Lasciatele raffreddare un po', quindi mettetevi due tuorli d'uovo (anche loro un po' vecchiotti), sale, pepe lungo macinato e date una bella mescolata. Montate i bianchi a neve e unite anche quelli, delicatamente e mescolando dall'alto verso il basso per non smontare i bianchi. Intanto che le patate si raffreddano tagliate a pezzetti piccoli il fiordilatte (semi defunto) e la mozzarella (ma se non li avete usate formaggi raffermi). Sempre nel frattempo fate cuocere un 400 gr. di champignon in padella con un po' d'olio e uno spicchio d'aglio, salateli e fateli asciugare, quindi mischiatevi un paio di cucchiaini di tartufo grattuggiato sottolio (io ho raschiato il fondo del barattolo, anche quello aveva sui novantanni e passa).
Ora prendete 4 pirofiline monoporzione, ungetele leggermente, dividete idealmente il composto di patate in due e suddividetelo per ciascuna pirofila, schiacciatelo per ricoprire il fondo, quindi ponetevi gli abbondanti pezzetti di fiordilatte e i funghi champignon, livellando il tutto. Ora prendete l'altra parte di composto di patate, suddividetelo in 4 e ricoprite le vostre pirofile, schiacciando un po' con il cucchiaio. Se le patate non erano proprio pochissime è meglio, ma insomma, lavorando di spatola e attingendo un po' qua e là, sono riuscita a fare lo strato di sopra a tutte.
Ficcate in forno a 200° e lasciatele per una mezz'ora, poi passatele al grill per 5 minuti. Uaooooo, che sciccheria. E chi lo direbbe mai che stà cosa raffinata in realtà è un mega riciclo di avanzi che se non finivano qua dentro chissà che fine facevano. Naturalmente gli ingredienti sono a vostro piacere, non avete il pepe lungo? schiaffateci del pepe normale, vi mancano i funghi? schiaffateci carciofi o piselli surgelati e così via.
Portate a tavola e mangiate fra gli sguardi ammirati dei commensali. Vabbè, qua i commensali sono solo due ma insomma ... l'importante è mangiare.
Avete capito adesso perchè ho parlato di arte contemporanea? Sapete, no, quegli artisti che acchiappano un pezzo di tela di sacco, du' macinini vecchi, un po' di carbone, mettono insieme tutto e poi vi raccontano che è arte e che si chiama "L'incomunicabilità dell'era moderna"? Bhè, ho fatto proprio così anch'io, quindi ho deciso: si, il riciclo e un'arte.
Ah, a proposito, il culo di filetto di maiale è tornato in frigo, ad aspettare la prossima performance artistica.

3 commenti:

Andrea B ha detto...

Purtroppo l'arte moderna mi trova incompetente, ma sulla cucina del riciclo, sento di poter entrare presto a far parte della schiera degli ambientalisti! :-)

La perfezione stanca ha detto...

Come la metti tu al massimo è artigianato, io parlo di arte... insomma è come se io dicessi filet mignon e tu fella 'e carne. Ti pare lo stesso? Mi stai diventando veramente prosaico, torna che ti rieduchiamo noi!

Andrea B ha detto...

Sì, mi piacerebbe essere rieducato un pò! :-)

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