sabato 28 luglio 2012

Qui e ora

Essere in un luogo dell'universo alternativo che ci circonda inconsapevolmente potrebbe essere sorprendentemente simile a essere dove siamo. Cosa ci dice che non ci siano altri noi, duplicati o completamente diversi esseri che attraversano altre peripezie e che pure vivono allegramente con il nostro stesso approccio? Non ce lo dice nessuno, vero, ma perché crederlo?


Il punto é fondamentalmente che ci sono momenti nella vita in cui non si riesce a porsi la domanda del "What if"? Siamo dove siamo e lo siamo proprio in quel momento specifico. E vorremmo essere da qualche altra parte? La mia risposta di oggi e delle ultime ore é un assolutamente definitivo no.


Vivo come mai prima la sensazione di aver fatto un viaggio sui miei vagoni per poi semplicemente scendere in una stazione dove prendere il treno su cui mi trovo ora. Tutte le certezze da rimettere in discussione per un appapagnato come il Capotreno sottoscritto, possono essere fonte di ansia e di paura. Ma la scelta consapevole di salire su una carrozza dove la porta é stata aperta fermamente e con un viaggio che non solo vale la pena, ma ogni giorno offre qualcosa di straordinariamente nuovo e intenso da vedere e vivere, ripaga di quel piccolo sacrificio della propria routine. Essere in viaggio è già una emozione straordinaria e immaginare di poter scegliere la propria destinazione è una sfida da vincere con le paure del caso.


Ricordando che i nostri viaggi ci fanno diventare noi e che solo chi percorre binari nuovi può scoprire la sua via, si scacciano le paure e ci si domanda se ci sia mai stato nient'altro per cui sia valsa la pena di vivere... E la risposta é forse sì. Ma oggi, si vive per questo viaggio. Senza se e senza ma...


E un fischio nuovo, delicato, e soffiato con un fischietto più condiviso, mette di nuovo in moto queste carrozze...

martedì 17 luglio 2012

Rinunciare alle rinunce.

Ci sono molti stili di vita, molte filosofie, molte religioni che esaltano la rinuncia. Sostengono nobiliti, riconoscono la sofferenza che ne deriva, ma in una visione escatologica, la rinuncia sembra essere un passaporto potentissimo per qualsiasi destinazione e un boost up per tutti gli obiettivi.

Raramente mi sono posto il problema di cosa fossi disposto a cedere, non perseguire in nome di un interesse più grande. Generalmente ho affrontato la questione diversamente: quello che dovevo fare per primo, quello che volevo fare per secondo, quello che potevo fare a chiudere il cerchio. È stato così quando studiavo: lì sì ho rinunciato a tantissime cose. Quei vuoti temporali e spaziali sono rimasti incolmati. Non rimpiango la scelta perché non lo è stata: era la logica del dovere, applicata senza sconti.

Però finita quell'epoca è arrivato il tempo della consapevolezza che ci fosse un'altra via. Quella del volere. È anch'essa una via difficile. Capire cosa desideriamo non è banale e a volte anche più doloroso del seguire quella via segnata dal dovere... Però poi è una via in discesa. Che fa sentire bene e male allo stesso tempo. Bene perché per un attimo possiamo padroneggiare il nostro destino. Dall'altro lato, perdere di vista il dovere e il potere è un rischio... Purtuttavia la mia disquisizione nasce dalla riflessione che è il mio momento del Volere. Il dovere e il potere sembrano scesi di un gradino, e mi rifiuto di farli risalire su finché non sia strettamente necessario. Contro ogni ragionamento troppo razionale sto facendo passi decisi per essere dove, come è soprattutto con chi voglio. Chissà perché dire che sto assecondando i miei desideri ha un'accezione sociale meno positiva di dire che ho un sogno. Mentre the Boss canta Working on a Dream, io faccio il manovale e senza fatica ma con energie che non mi conoscevo, guardo ad un futuro scandito da tanti piccoli ma intensi passi. Nessuna strada già tracciata, ma la possibilità di scegliere la propria direzione con uno sguardo e con parole sincere... Volendo, non dovendo, ma sperabilmente rendendo possibile... Rinuncio a rinunciare: si puó!

venerdì 6 luglio 2012

Tenerezza

Credo che per gli uomini, essere tacciati di dolcezza sia un po' come assumere che abbiano a che fare con i dieci piani di morbidezza... La mascolina sensibilità viene intaccata dalle visioni delicate. Una rude, vigorosa e automaticamente virile stretta di mano è il massimo che un maschio adulto nella nostra cultura può ammettere.

Sono le donne che devono detenere il predominio degli atteggiamenti teneri. O almeno, nella filosofia più popolare, gli atteggiamenti rudi sono considerati la normalità nel sesso che ha gli attributi esterni al piano di sotto...

È strano in questo senso che questo condizionamento antropologico sociale non venga meno. Nella rivoluzione delle posizioni che negli ultimi 50 anni ha scosso i rapporti di forza tra il sesso debole e quello forte, rendendo questo stesso concetto del tutto anacronistico, sembra che il maschio continui a dover fare l'uomo. E la domanda che mi viene è quanto durerà questo ancora? Cioè, pur supponendo che questo sia giusto, cosa alquanto discutibile, riusciranno i nostri eroi a nascondere a tempo indeterminato di avere anch'essi dolcezza e tenerezza da voler condividere? Ed è giusto sia così? Ai posteri la sentenza? Per parte mia, purtroppo, ho un atteggiamento ambivalente. Da un lato riesco bene a nascondere il mio aspetto più budino al cioccolato. Ma dall'altro mi scquacquereo facilmente quando il mio coinvolgimento è tale da non lasciare spazio al controllo mentale... Bene o male che sia, mi devo accettare? Forse sì, perché in fondo anche la cioccolata amara ha in sé molto zucchero... be

mercoledì 4 luglio 2012

E tutto improvvisamente cambia...

Dopo quasi tre mesi torno a scrivere sulle mie rotaie... Un'assenza semplicemente indolente la mia. Motivi per scrivere ne avrei avuti, come sempre un logorroico come me ne ha, ma la motivazione mi è mancata insieme al tempo per sedermi al pc e fulminare la tastiera con una battuta veloce e irregolare...
Stamattina però approfitto di una mezz'ora d'attesa al garage per digitare... Potrei parlare di alta politica, di sport, del meteo...  Tutti temi ricorrenti e importanti per le loro conseguenze sulla nostra vita, ma in questo momento mi sono così distanti che non riesco a focalizzarmici...

Sì perché in qualche settimana, mi sembra che tutto il mio mondo abbia iniziato a ruotare in un senso inatteso e del tutto incontrollato. Non scriverò la ragione di questo sconvolgimento, peraltro facilmente intuibile, ma mi interessa parlare in generale della luce che gli altri possono gettare su di noi... E' da molto tempo che predico a me stesso e in giro, l'importanza di dare e ricevere sempre una possibilità. E' stranamente insito nella natura umana e specialmente nella natura di questo capotreno che scrive, la tendenza a scoprire prima i problemi e poi le opportunità. Se considero la mia palestra piu' attiva l'ambiente lavorativo, è indubitabile che li' ho imparato quanto sia necessario e importante stravolgere il proprio approccio e guardare prima in positivo per poi pian piano rendere i propri progetti realistici...


Tutto questo potrebbe sembrare un discorso freddo e razionale, ma invece non lo è. Nell'iniziare qualcosa di nuovo, nello scegliere di lanciarsi con la possibilità di rimanerci male o peggio di non rimanerci affatto, c'è tutto quel mistero e quel rischio di cadere nel vuoto e farsi male atterrando sulla ruvida terra. Ma se invece incredibilmente su quello spigolo ci si riesce a stare bene in equilibrio e se il proprio spazio tempo si flette ordinatamente secondo un desiderio come in un sogno particolarmente vivido, ecco che forse non siamo piu' quelli di prima, e in un istante intenso e sublime non sappiamo piu' quali siano le nostre certezze e se ce ne siano rimaste. Eppure ci sembra che quei stessi punti di riferimento non ci servano piu', e che forse non siano stati mai veramente necessari... Discorsi difficili, come tutti quelli che riguardano i sentimenti. Spiegare ha i suoi limiti. Il treno ha preso uno scambio, smettendola di girare intorno a se stesso senza trovare la propria via di uscita. La marcia è veloce e il vento caldo sembra poter attraversare i finestrini e raggiungerci... Tanto percorso da fare, ma il desiderio che il sole continui a batterci in volto e a farci anche socchiudere gli occhi...


Perchè tutto cambia, e all'improvviso, non siamo piu' un chiaro io, ma uno sfumato, ma molto dolce noi...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori