mercoledì 29 settembre 2010

Distacchi

Ci sono persone nella nostra vita che incontriamo per poterle dimenticare. Ce ne sono altre cui passiamo accanto e che ci restano appiccicate addosso come un francobollo ben leccato. E poi ci sono quelli che sono importanti perché semplicemente ci sono stati e ti hanno dato qualcosa di cui avevi bisogno, ma soprattutto hanno aggiunto quello cui non erano necessariamente tenuti.
É così che stasera vivo il distacco da un amico che se ne va e con cui ho condiviso 3 anni di lavoro. Molto più del tempo é contato il momento di cambiamento, in cui una mano sempre tesa ha aiutato a sistemare anche quello che con il lavoro nulla aveva a che vedere. Seppure triste, vedo la serenità del suo cambiamento e mi consolo molto. Mi fa ricordare quando una volta dissi e decisi di non avere paura e di guardare il futuro in faccia, pronto a dargli una testata in bocca. E siccome da un pò il lavoro é sceso nelle mie priorità forse anche dai gradini del podio, mi godo il pensiero che la sua scelta sarà in grado di ripagarlo pienamente...
Buon viaggio sul treno della vita!
Fischio!!!!!!

mercoledì 22 settembre 2010

Giornate, serate e la ricerca della felicità

Oggi é stata una giornata molto lunga. Adesso che scrivo (20.30) sono in treno verso casa dal lavoro. Tante, tantissime le cose da fare. Ma soprattutto tanti i pensieri. Qualche delusione mi ha messo in quello stato d'animo di ricerca del silenzio. Di un immoto attimo di solitudine riflessiva. Ed é anche per questo che alla fine ho rinunciato da un lato a uscire con gli amici, e dall'altro mi sono autoinflitto due ore di lavoro supplementari di cui avevo bisogno senz'altro, ma che mi costeranno l'ennesima cena rimediata alla meno peggio e una serata di divano.
Dietro tutto questo c'é da scoprire. C'é probabilmente il solito fattore distacco dalla famiglia per la partenza di mio fratello. Ma ci vedremo da ora in poi quasi con cadenza mensile, per cui é attenuato. C'é la atavica mancanza, acuita da tempistiche sfavorevoli, di conoscenze dell'altro sesso che siano più interessanti di una galleria. E c'é la voglia di un pò di adrenalina per qualche occasione di cambiamento. Finora poca ne é scorsa...
Ed é in serate come queste che mi chiedo dove sia la felicità e se essa abbia una definizione più ampia di un istante fuggevole di pace. Pur ritenendomi una persona mediamente felice, non posso fare a meno di chiedermi se quel barlume di gioia che vivo non sia solo un pallido riflesso attenuato di qualcosa di più cui tutti tendiamo più o meno consapevolmente. Non lo so. Forse non voglio raggiungere alcuna consapevolezza su questo. Ma intanto é buio e un pò freddo, e per l'inverno la coperta di Linus servirà...

lunedì 20 settembre 2010

U2 - Monaco di Baviera - Munich


E' stato lo stadio più bello e una serata magica. Qualche goccia di pioggia sparsa, ma niente in confronto a Zurigo 2. E' stato il risultato di una lunga attesa in coda con il gusto dell'amicizia e della giornata all'aria aperta.

Ed è stato ancora una volta un'esplosione di suoni, colori e emozioni. I concerti degli U2, una droga sottile che ti lascia esausto ma felice. Forse è questa la cosa più importante. Godere delle ore magnifiche in cui lasciare andare il proprio io a urla disumane con la consapevolezza che gli altri intorno ti possano capire.

A Monaco abbiamo dovuto litigare con tanti per mantenere il nostro magnifico posto di seconda fila. Mio fratello si è lanciato in mia assenza in un tripudio di improperi a una coppia attempata in vena di sopruso. Io ho eliminato con il mio povero, ma evidentemente efficace tedesco, un esemplare della Wehrmacht di basso livello. Mi ha detto anche che sono stato fortunato. Io penso lo sia stato lui a incontrare un bravo ragazzo di Napoli come me... E dulcis in inizio (non in fundo), due buatte tedesche ci hanno provato con faccini ignoranti finchè non sono state ricacciate tra gli stinchi di maiale di cui avevano abusato...

Ma poi davanti alle note di Beautiful Day, tutto è scomparso inghiottito dalla marea crescente del suono della chitarra di Edge e dai bassi di Adam. Hanno incoronato ancora una volta Bono re dello show sulle pressanti battute di Larry, teso e fisso al suo posto... Non è detto sia stato il miglior show della stagione. Ognuno di quelli a cui ho assistito è stato diversamente meraviglioso. Restano tutti indimenticabili momenti di aggregazione su delle note con 40000 o 80000 persone. E mentre guardo con un misto di trepidazione e malinconia alla data di Roma, penso che nella vita non è mai troppo tardi per incominciare una seconda o una terza esistenza. In fondo basta credere, almeno per una volta, di poter fare qualsiasi cosa. Nella speranza di chi "Still haven't found what I'm looking for..."...

domenica 19 settembre 2010

Dachau. l'ombra del male...


Sono stato a Dachau. Modello di campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Luogo dove la distruzione delle persone, morale e fisica ha preso i contorni di una scienza.

E' stato doloroso. E' stato doloroso leggere "Arbeit macht frei". E' stato penoso ascoltare le testimonianze degli italiani. L'audioguida con il tempo è diventata pesante come una pietra al collo. Il vento freddo e le immagini degli orrori degli esperimenti medici mi hanno chiuso gli occhi sempre di più. Vedere ridicole baracche e nudi gabinetti ha reso il tutto intollerabile. Il moto di ribellione, nel luogo silenzioso dei crematori è diventato insostenibile.

Sono andato via da quell'orrore presto. Troppo per me da vedere e portare come una cicatrice e come un numero. Sapere da lontano e toccare e riconoscere il vissuto che ci ha portato qui è diverso. Avere consapevolezza è importante e l'unica cosa capace di consolarmi un pò è stato vedere quante scolaresche erano in visita e quanto fossero attente a capire e fare proprio un messaggio. Anche noi dovremmo imparare da questo. La storia non è nuda parola su carta, ma sensazione fisica di cose esistite e conservate. Come le rovine romane e i mausolei, anche in Italia c'è da conservare la memoria e non da trovare ogni scusa per rivederla nella chiave più conveniente. Saremo noi, popolo capace di scrivere infinite parole vuote di senso e incapace di collezionare il significato di eventi e persone, altrettanto capaci di fare tesoro e ricordare?

Dopo Dachau, io spero di sì...

venerdì 17 settembre 2010

In Bavaria (o Baviera che é lo stesso...)

Sono a Monaco. Terza data in meno di una settimana del tour degli U2. Ma se state per dire che é una pazzia, sappiate che non mi pento delle emozioni vissute e gioiosamente approfitto della scusa Bono&co per girare parti del mondo sconosciute.
In Baviera ero approdato già due volte ma sempre per troppe poche ore per raccontarlo. Ne ero e ne sono curioso anche per la vicinanza alla Svizzera, per capire quanta della influenza tedesca si sia riversata sulla terra delle banche.
Il confine non é tanto lontano, ma l'orgoglio tedesco é qualcosa che si sente. L'internazionalità svizzera, non é la stessa della grande Germania, e in particolare della forte e ricca Bavaria. Qui c'é un'identità culinaria, un atteggiamento positivo e prospero, un'efficienza e una varietà di suoni e colori sorprendente.
Per quello che ho visto, Monaco é consapevole di se stessa, del suo valore e della sua importanza. Addirittura sembra guardarti negli occhi e dirti che, senza troppa presunzione, ma con certezza, ci saranno altri 200 anni di Oktoberfest.
Sono colpito anche dagli abiti tipici della storia regionale. Ne sono colpito molto spesso al petto dal petto...
Nel tempo trascorso qui spero di capire qualcosa di più sulla gente... Ve ne racconterò presto. Intanto va la Deutsch Bahn...

lunedì 13 settembre 2010

U2 - Data 2 - Zurigo


Plink plink plink........

E' iniziato così il concerto del 12, la data due di Zurigo... Eravamo felicemente stati in attesa di Bowie e degli U2 e tutto sembrava funzionare bene. Siamo al termine dell'estate e il sole cala prima. Quindi le nuvole che arrivavano alle spalle del Claw le abbiamo un pò sottovalutate... Ma poi plink plink plink...

Potrei scrivere un post di dieci milioni di miliardi di plink, se considerate che sono stato per due ore sotto l'acqua insieme a 10000 persone dei posti prato e molti di quelli dei posti seduti. Perchè la tempesta è stata una di quelle con i controfiocchi. Inizialmente pioggia verticale, e un piede del palco che ci difendeva, ma poi vento turbinante proprio con un temuto 360° tanto in linea con il logo del tour... Ci siamo bagnati alla grandissima. Io ad un certo punto sentivo distintamente l'acqua colare nelle mutande, eppure quando il rosso di Where the streets have no name si è acceso, sono impazzito ancora una volta. Mentre Adam Clayton ormai a torso nudo se la rideva beato, Bono piazzava parole mai usate nelle canzoni, Edge si accaniva con rabbia sulle corde delle chitarre quasi volesse sfidare il cielo nero e le saette incombenti, Larry Mullen se ne stava al coperto sotto l'ombrellone, ma anche lui si andava a prendere la sua bella dose d'acqua con le tonga...

L'atmosfera era diventata ormai pazzesca. Gli svizzeri si erano sovraeccitati sentendosi in un clima familiare forse e mostrando di dover essere scossi nel profondo per partecipare veramente. Cantavano tutti, e nonostante l'acqua, la gente sarebbe rimasta anche per quella With or Without You negata dalle cascate del Niagara che ormai avevano allagato pericolosamente il palco. Il maxischermo maculato ha dovuto dire arrivederci, ma gli U2 si sono divertiti. Sì, secondo me si sono sentiti degli arzilli ventenni di cinquant'anni spinti da tutta quella gente che non se ne sarebbe andata. E vedere Bono ridere di gusto, Adam guardarlo inventare e non crederci, ha detto che ne è valsa la pena. Ed è valsa la pena di correre indietro alla macchina e mettere il riscaldamento a palla incluso il dolce massaggio al sedere del sedile termico!

Mi rimangono immagini confuse di una corsa sotto l'acqua e di una Walk On da sotto alla passerella mobile. Ma mi resta chiara quella sensazione di evento che ricordi. Perchè nelle cose estreme c'è un ché di assoluto. Gli U2 lo sanno. E quelli che c'erano ieri sera, pure...

domenica 12 settembre 2010

U2 - Data 1 - Zurigo


Ebbene la prima data è felicemente passata ieri sera. Atmosfera completamente diversa da quella di Torino. Nessuna coda chilometrica all'apertura cancelli. Nessuna pazza corsa e rincorsa verso l'agognato posto avanti. Arrivo smooth, ingresso più smooth. Seduti nell'attesa del momento in cui il gruppo spalla ha iniziato a suonare. Pensate che sono riuscito anche a andare e tornare dal bagno in 10 minuti quando le prime note dei One Republic sono partite nel cielo azzurro di Zurigo...

Poi gli U2. Sono arrivati silenziosi come sempre, pronti a scatenare una popolazione notoriamente non entusiasta. Ce l'hanno messa tutta, specialmente all'inizio con una serie di pezzi che avrebbero messo in moto una macchina senza la batteria... E la maggior parte del pubblico si è fatta trascinare... Certo con le dovute eccezioni. Tipo quella che mi ha guardato in tutti i modi mentre urlavo alla disperata e alzavo le braccia... Inorridita forse dal fatto che non fossi più fresco di doccia, ha ritenuto che la sua occhiata potesse influire in qualche modo sulla mia decisione sbattermi come un uovo in un Bimbi! Ma come Bono ha avuto modo di dire: "...also Swiss people can go crazy..."...

Ma soprattutto è stata una bella serata di casino in compagnia... E' stata una serata di festa con un bel gruppo di amici che si è fatto conquistare dalla musica, dallo show e dalla possibilità di trascorrere delle ore insieme senza i freni della vita quotidiana. Ed è stato ancora una volta spettacolo vero. Quello spettacolo che gli U2 sono rimasti in grado di fornire con una concreta musica oltre che con gli effetti speciali e le danze di corpi seminudi proposte da tanti altri.

Oggi andiamo ancora. Andremo probabilmente più avanti. Ma questo non è il punto nodale. Perchè ovunque tu sia, la sensazione è talmente forte che ne sei parte... E resta con te...

martedì 7 settembre 2010

La sindrome di Yoda

In estate e a Natale vengono ciclicamente riproposti i 6 film della saga di Guerre Stellari. Generalmente i film vanno in ordine di uscita, non in ordine storico. Ecco perché soffro un pò l'attesa di vedere il mio personaggio preferito, ovvero il piccolo maestro verde Yoda. La ricompensa nella prima trilogia é limitata, ma nei secondi tre film c'é molto di più. Yoda appare e domina la scena. Un brivido é vedere la spada laser volare verso la mano e i combattimenti velocissimi.
Ma tutto ciò meriterebbe un altro post. Qui parlo della mia sindrome di essere un pò come il Maestro. Piccolo e con grandi occhi inquisitori aperti sul mondo e chiusi su se stesso, ma straordinariamente forte. Dove la forza non é l'inutile brutale scontro fisico, quanto la possibilità di vedere oltre le apparenze gli altri per capire, al limite prevedere. É la saggezza a guidare le scelte, la pazienza della riflessione a stendere luce. Non é semplicemente l'età a fare del maestro un capo indiscusso, quanto la sua moralità, l'esempio che con le idee e la filosofia applicata costantemente nella vita e nelle scelte egli sa dare. E i suoi grandi occhi scrutano lontano.
É quella di Lucas una saga di fantascienza un pò impiastricciata di retorica, ma Yoda mi ha sempre lasciato il sogno di essere migliore. La rivincita di tutti noi piccoletti, non magnifici esemplari umani, ma con presunzione, straordinari animi...

domenica 5 settembre 2010

Canzoni da esportazione


Nel marasma di una giornata molto lunga tra hiking, auto e bar, mi sono ritrovato nell'ormai consolidato ambiente internazionale. E ho iniziato un accidentato percorso nella musica italiana all'estero, scoprendo gli orrori esportati e le loro conseguenze nefaste.

In particolare, in Sud America, pare che "Maledetta primavera" della Goggi, sia una canzone ricordata e abusata. "La maldita primavera" è nelle orecchie di tutti infatti come ricordo giovanile, e ancora non si può dimenticare la quasi centenaria "Volare"... Traduzioni pedisseque come quella del duetto di Baldi e Alotta (a stento ce li ricordiamo), di "Non Amarmi", che basta accennare e poi spazio al Juke Box!

Come previsto e noto, ad oggi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Nek hanno risonanza. L'amore per le loro opere somme tradotte ma non ri-arrangiate, impera... Storia a parte quella di Tiziano Ferro. Aveva raggiunto grande seguito in Messico, ma a "Che tempo che fa", andò a dire che le donne messicane sono piuttosto brutte, tutte basse e baffute... Siccome il suo gruppo d'ascolto di riferimento era costituito dalle giovinotte locali e la parte maschile come sempre era un contorno di compiacenza, non ha venduto più una nota in Messico grazie alla globalizzazione. La sua immagine è probabilmente alla polizia messicana tra ricercati pericolosi per la pesante accusa di distruzione della vita familiare. Immaginate quante donne siano andate dal marito/fidanzato o quant'altro per essere confortate almeno 50000 volte che la cosa non fosse vera. Chi non abbia risposto in modo sufficientemente chiaro e deciso, probabilmente riposa in pace...

Ma nel complesso, se guardiamo biecamente alle sole vendite, ci piacciono le stesse cose. Ecco perchè forse andare in Sud America non è così difficile né spiacevole per noi italiani: accomunati sulle note di "Marco se ne è andato e no ritorna più..."....

giovedì 2 settembre 2010

Pulire una città: l'ultima frontiera della Svizzera evoluta.

Qui in Svizzera, durante la miserrima estate, si fanno le feste all'aperto che coinvolgono le intere città. Le dimensioni stile villaggio dei maggiori centri, li rendono adatti a momenti comunitari, e l'organizzazione rende possibile triplicare per un paio di sere la popolazione di Zurigo con divertimento nonché beneficio economico di tutti...
Però ci dovrebbe essere anche qualche scotto da pagare. Ad esempio, quanti sono quelli che lasceranno cadere la bottiglia o la lattina per terra e non avranno la forza di chinarsi a raccoglierla perché il contenuto ha già fatto il suo effetto? Molti, lo garantisco... Ed ecco l'idea magnifica: facciamo pagare la bottiglia uno sproposito, ma se ce la restituiscono, ridiamo indietro un bel pezzetto della spesa. Ed ecco che tutti, colpiti nel portafoglio invece che nell'anima, vanno religiosamente a riportare le bottiglie vuote, finanche in stato di evidente ebbrezza. Perché qui in Svizzera ne ferisce di sicuro più il portafogli della spada. C'é addirittura chi riporta bottiglie raccolte per terra perché ha perso la sua, ed ecco che la città la puliscono i cittadini, e la spesa decresce. In barba al detto che lo sparagno non é mai guadagno, il non sovraccaricare i netturbini é una buona retribuzione per l'amministrazione comunale...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori