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lunedì 3 giugno 2013

Tempo di Musica

E' iniziata l'estate dei concerti. Negli ultimi anni almeno un paio per cui è valsa sempre la pena. E' difficile spiegare in parole che cosa significhi accostarsi agli eventi da stadio e soprattutto che cosa significhi farli diventare storie tue personali. Ma provarci lo trovo giusto...

Sono un grande ignorante musicale. Se nella vita ho tentato di accostarmi alla musica classica, è pur vero che non ho mai avuto la pazienza di concentrarmi tanto da imparare a riconoscere le melodie e a capirne un senso. Posso dire che ci sono molti brani che mi colpiscono, ma anche devo riconoscere che sono brani semplici e che piacciono a tanti. Questo in genere è considerato indice di scarso orecchio. Se poi ci aggiungiamo che l'unico strumento che ho mai suonato sia stato il flauto dolce e che l'unica nota che ero capace di tirargli fuori fosse il do che ha tutti i buchi chiusi, magari il quadro è piu' completo...

Poi pero', complice un fratello un po' piu' maniaco e la mia continua curiosità per le cose nuove, mi sono addentrato nel mondo dei concerti dal vivo di musica rock. Gli U2 per primi e quindi anche come primo amore, oggi un bel po' di Bruce Springsteen e poi quello che potrà accadere... Cio' che conquista pero' non sono solo gli artisti sul palco, ma l'evento e l'atmosfera. La compagnia poi è determinante perchè devi sentirti parte di un tutto e condividere intorno a te i sorrisi, qualche abbraccio e l'emozione...

Il tutto si miscela in una droga molto allucinogena che ti porta in alto e ti fa scorrere adrenalina a fiumi, nel ballare e cantare anche canzoni che non sarai magari in grado di ricordare il giorno dopo... Dura a lungo questo mix fenomenale di esaltazione e sentimento. E poi vai facilmente in astinenza non riuscendo a sopprimere il desiderio di rivivere quell'esperienza che si perpetua sempre diversa...

E' cosi' che l'estate si puo' snodare attraverso stadi e città dove il concerto è sicuramente anche una scusa per stare insieme e visitare un posto nuovo... Ma allo stesso tempo è quella bella montagna di panna montata tanto zuccherina e delicata da rendere dolci i tuoi ricordi.

Auguro a tutti un po' di concerti e un po' di emozioni. Si puo' smettere forse: ma chi vuole farlo?

mercoledì 7 marzo 2012

La Tombola dei Wiener Philharmoniker e le risposte automatiche

Dal 2 di gennaio, si può riempire un form per partecipare all'estrazione di un certo numero di biglietti per il concerto di Capodanno dell'anno successivo a Vienna... Ovviamente non parliamo di un regalo: devi avere il colpo di fortuna (anche detto botta di culo) di poter accedere all'acquisto. Poi via di svariati fogli colorati con i simboli delle Nazioni Europee... Insomma pagare prego!

Nel mio nuovo "cogli l'attimo" style, ho provato a registrarmi per partecipare al tombolone. Credo sinceramente di non essere l'unico al mondo ad avere la stessa idea. Forse se già mettessero un gettone da 1€ per ogni persona che applica, ci sarebbe spazio per un pò di beneficenza. Ma questo è un altro discorso...

Insomma oggi lettera di risposta automatica. Ci spiace. Se lo guardi in TV, infiocchettato in un "we regret" e un "we hope you will apply again"...

E adesso mi domando dove sia la fabbrica dei risponditori seriali. Un deposito di "una frase per ogni occasione" che poi seleziona più o meno a caso delle combinazioni per dirti in veste di meringa più o meno gonfia, dove andare a metterti le tue richieste, application e cartelle della tombola.

Nella mania di ridurre il lavoro delle singole persone, anche il ruolo comunicativo di chi deve avere a che fare con il pubblico sembra depauperato di ogni umanità. E mi viene da chiedere perchè dobbiamo semplificare cosi' tanto. Una fredda e spiacevole comunicazione formale diviene un momento di contatto alquanto dolorosa. 

La risposta è semplice: nessuno ama dare le cattive notizie. Nessuno ama dover spiegare delle motivazioni cercando di non offendere il prossimo, anche se di fatto quest'ultimo è già immancabilmente offeso dal rifiuto, dalla sconfitta e dalla scarsa fortuna... Purtuttavia, sotteso, è il principio di non prendersi la responsabilità. Di non voler giustificare e rispondere a domande scomode che a volte risposta non hanno.

Seppure tutto ciò è comprensibile, non lo trovo apprezzabile e resto dell'idea che, con tutto l'aggravio di lavoro e di sforzo che ci sta dietro, ci potrebbe essere qualcuno capace di dire le cose come stanno. Servirebbe anche a non lasciare dubbi, a migliorare chi vuole migliorare. Ovviamente questo non si riferisce alla tombola di Vienna, ma ci sono arrivato con tutta quella serie di incomprensibili connessioni che la nostra mente sa fare e sulle quali non abbiamo (per fortuna) controllo. E va bene così...

domenica 7 novembre 2010

Musica Elettronica


C'è questa cosa che si chiama "musica elettronica". Secondo me descrizione fuorviante di una sequenza incontrollata di suoni ritmati, lontanissimi da ogni tradizione finanche tribale e sostanzialmente indistinguibili. Ieri ne ho fatto una forte esperienza in discoteca, una di quelle da film con i tetti alti stile cattedrale, con la palla a specchi enorme rotante sulle teste di tutti.

Ho rimpianto per una delle prime volte nella mia vita, di non avere con me i tappi per le orecchie. E per la prima volta ho visto che la maggioranza degli svizzeri neanche li indossavano. Segno preoccupante del loro amore per questo coacervo di frequenze alte e basse, capace probabilmente di mandare in risonanza i neuroni. Ma su questo uno studio approfondito me lo aspetto da qualche università inglese, quelle che se ne escono sempre con sondaggi ridicoli e sbagliati...

Guardandoli eccitarsi ad una minima modifica del ritmo, mi sono chiesto se nel loro tempo libero si mettano nel lettore mp3 e nella cuffia di alto profilo che fa ascoltare anche i bassi peggiori, una sequenza interminabile di brani stumpstump. Me lo chiedo perchè in un concerto, ci si esalta sulle prime note di una canzone se la si conosce, e lì si esaltavano anche sul piatto variare da 1-2-3 a 1-2-3-3. Insomma preparazione alle stelle. Io non critico il gusto, quanto resto attonito di fronte alla mia ignoranza musicale come anche al fatto che il popolo della notte ne resti talmente affascinato da ipnotizzarsi. Probabilmente la mia totale impermeabilità mi rende un soggetto strano. E forse, finanche lo volessi, non riuscirei a farmi ipnotizzare, a parte da "Where the Streets have no name" e dalla mia trance irreversibile.

In ogni caso, un nuovo sassolino di esperienza si è aggiunto. Un nuovo granello nella clessidra del tempo che scorre veloce alla ricerca di un compimento e di una fine che non sarà un inizio...

domenica 5 settembre 2010

Canzoni da esportazione


Nel marasma di una giornata molto lunga tra hiking, auto e bar, mi sono ritrovato nell'ormai consolidato ambiente internazionale. E ho iniziato un accidentato percorso nella musica italiana all'estero, scoprendo gli orrori esportati e le loro conseguenze nefaste.

In particolare, in Sud America, pare che "Maledetta primavera" della Goggi, sia una canzone ricordata e abusata. "La maldita primavera" è nelle orecchie di tutti infatti come ricordo giovanile, e ancora non si può dimenticare la quasi centenaria "Volare"... Traduzioni pedisseque come quella del duetto di Baldi e Alotta (a stento ce li ricordiamo), di "Non Amarmi", che basta accennare e poi spazio al Juke Box!

Come previsto e noto, ad oggi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Nek hanno risonanza. L'amore per le loro opere somme tradotte ma non ri-arrangiate, impera... Storia a parte quella di Tiziano Ferro. Aveva raggiunto grande seguito in Messico, ma a "Che tempo che fa", andò a dire che le donne messicane sono piuttosto brutte, tutte basse e baffute... Siccome il suo gruppo d'ascolto di riferimento era costituito dalle giovinotte locali e la parte maschile come sempre era un contorno di compiacenza, non ha venduto più una nota in Messico grazie alla globalizzazione. La sua immagine è probabilmente alla polizia messicana tra ricercati pericolosi per la pesante accusa di distruzione della vita familiare. Immaginate quante donne siano andate dal marito/fidanzato o quant'altro per essere confortate almeno 50000 volte che la cosa non fosse vera. Chi non abbia risposto in modo sufficientemente chiaro e deciso, probabilmente riposa in pace...

Ma nel complesso, se guardiamo biecamente alle sole vendite, ci piacciono le stesse cose. Ecco perchè forse andare in Sud America non è così difficile né spiacevole per noi italiani: accomunati sulle note di "Marco se ne è andato e no ritorna più..."....

domenica 17 maggio 2009

Pino (Daniele) Marittimo


Come un vapore meridionale, è arrivato in una Zurigo primaverile schizzata d'acqua, quel Pino marittimo di cognome Daniele, che di percorsi di musica gradevoli e meno ne ha esplorati un bel pò...

Non posso dire di essere mai stato uno dei suoi fan più appassionati: ho amato e amo molto alcune canzoni antiche che mi riportano alla mia terra natale con una poesia delicata e struggente e con quel dialetto che è la mia vera lingua, la lingua dello stomaco e non della testa... Tuttavia sono un emigrato, e basta poco in questa condizione, a voler ricercare origini e sonorità che sono state parte del mio sangue e della mia educazione non scolastica. C'era il concerto e ci sono andato, senza pensarci neanche troppo, perchè il desiderio di sentire un pò di vento salino, foss'anche coperto da quella intollerabile asetticità svizzera, mi ha convinto...

E' stata una nuova esperienza e andare ad un evento all'estero ha presentato molti spunti interessanti. Ci sono andato con persone di varia origine, per la maggior parte con radici italiane, ma con dei percorsi di vita piuttosto frammentati. Decisi a coprire con le nostre voci le mancanze di quella del Pino nazionale che tanto ormai ha dato, fin dall'attacco di "Quando", abbiamo iniziato a cantare a piena ugola/batacchio. Il tono era quello delle campane effettivamente, ma in Italia, a un qualsiasi concerto, chi se ne importa? Ebbene qui invece un paio di spettatori, appena visto l'andazzo, si sono dileguati con sguardi di disapprovazione verso di noi. Aperto uno spiazzo nella folla intorno a noi, senza risparmiare un pò di critica verso il nuovo album, abbiamo mantenuto il nostro atteggiamento "politically scorrect"... D'altronde, a parte l'esaltazione di molti per gli assoli di musica (lunghissime pause per far riprendere Pino dallo sforzo...), c'era intorno a noi una vasta popolazione di inerti mummie ben conservate, che al massimo battevano il tempo con il sopracciglio proponendo una versione filtrata delle canzoni più ritmate, e che hanno mostrato gradimento con un paio di battimani decisi, ma contenuti...

D'altronde che ci fosse qualcosa di culturalmente diverso lo abbiamo capito all'ingresso della sala, quando una gentile e sorridente signorina ci ha offerto gratuitamente un pacchettino bianco. Si trattava di precauzioni tese a proteggere da danni irreparabili la fondamentale salute pubblica in un ambiente promiscuo: tappi per le orecchie...

martedì 20 novembre 2007

Un incontro...


Come al solito mi sono lasciato sopraffare dal pragmatismo senza dare ascolto alla mia vena romantica che mi porterebbe molto di meglio in genere... Ho perso qualcosa? Non lo so... Descrivo la storia e poi dirò di quella piccola filosofia stupida che mi causa sempre un sacco di problemi...


Aeroporto di Capodichino. Pronti a rientrare nella fredda Elvetica nazione. Il misto di sensazioni che mi pervade viene distratto da nuove conoscenze. Conosco una ragazza che vive e lavora qui da due anni circa e che si trova bene... Poi, mentre si discute amabilmente della vita svizzera, una vocina allegra si frappone e un volto sorridente si delinea nella luce del primo sole mattutino... Capelli neri a caschetto, naso pronunciato, occhi luminosi e sorriso divertente e divertito... E' in partenza con il nostro volo per la teutonica Austria, per uno stage in conservatorio. Emozionata ma non impaurita, cerca di capire come arrivare a destinazione e lo chiede a me, che notoriamente ispiro fiducia.

Sono incantato dalla sua fresca speranza e dalla allegria incosciente! Vibrazioni positive di bisogno si diffondono nell'aria e, come al solito, decido di aiutare... Arrivati a Zurigo do tutti i consigli che posso e anche il mio numero di telefono nel caso di problemi... So che non accadrà, e non ho preso il suo numero. L'ho rivista al binario pronta per il suo viaggio e il suo futuro. Uno sguardo grato sul suo volto e le decisione da mezzo soprano... Il sorriso sempre solare ancora lì...

Anche io sono andato via. La baita mi aspettava. E poi penso che un bel ricordo di qualcosa immaginato che poteva essere e non è stato, a volte, ti rende più felice di una realtà vissuta in modo troppo reale. Consapevolezza in me che niente sarebbe stato, sempre influenzata dal pragmatismo di chi non ci crede abbastanza... Eppure ho poi sognato un romantico incontro...

E i 22 anni contro i miei 32 non erano nessun pragmatico ostacolo...

lunedì 16 luglio 2007

This is what you are!


Giornata inutile a Napoli oggi. Una di quelle in cui ti domandi che cosa ci sei stato a fare e perchè... Il caldo, le puzze nei tram, gli sconti che non si hanno, la gola che è ancora un pò infiammata, iniziare a fare i primi preparativi seri di partenza... Insomma un casino che non ci voleva nel momento in cui ci si iniziava a rilassare in delle vacanze vere...

E' il momento di risollevarsi, e quindi musica: This is what you are!

Ritmo, voce, tututumtumtatatatataiaiaiaiiaiaiaiiascscscsc... E bravo questo italiano... Ridicolo a momenti, ma forte...

Speriamo la settimana si riprenda meglio!

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