martedì 31 marzo 2009

Pino Daniele e i piatti gialli...


Stasera ho lavato i piatti. Da settimane mi trascinavo con difficoltà anche per 4 giorni senza dare una passata d'acqua alle stoviglie con puzza debordante e incrostazioni non eliminabili... E' stato un pò imparare l'arte dell'arrangiarsi e superare il problema delle pentole limitate cucinando ogni volta qualcosa che andasse bene su quelle superstiti. Negli ultimi tempi però ho capito che non potevo continuare così. La cucina allo sfacelo, portava con sè a valanga una moltiplicazione di disordine non più recuperabile senza uno sforzo sovrumano. Mi sono quindi risolto a fare di più giorno per giorno, e meno tutto insieme. E così facendo, mi sono trovato stasera per le mani un piatto giallo della Coop. Questo arnese è di plastica dura, resistente al calore, e molto facile da impilare. Ovviamente è infrangibile e incorruttibile, per cui sopravvivrà al genere umano... Però il piatto e il corrispondente servizio hanno una storia. Li ho comprati con mia Madre, esattamente il giorno dopo il mio arrivo in Svizzera, e prima di tradirli con il servizio di Ikea, sono passati molti mesi. Uno solo di essi è stato distrutto da fuoco amico, perchè appoggiato su una piastra elettrica non ha potuto resistere all'effetto fusione...

In ogni caso, i piatti gialli costituiscono per me un ricordo di stabilità e insieme di mobilità: li comprai in attesa di stabilizzarmi, e pronti per essere traslocati appena mi fossi spostato ad una nuova casa.Per lungo tempo sono stati risicati compagni di limitate cucine e di scarsa abilità di cuoco. Sono un segno di strada percorsa, anche i piatti, e li guardo con affetto di chi ha avuto bisogno anche della certezza di non poterli rompere per andare avanti.

E a proposito di cose immutabili, Pino Daniele verrà qui in Svizzera a Maggio. Da bravo emigrato credo che lo andrò a vedere. Non mi aspetto granchè da lui: ormai più che cantare mugola suoni incomprensibili che accompagnano una chitarra anch'essa un pò acciaccata. Però è una montagna che va a Maometto, e se pure mi dovesse solo accennare con l'alito alla cipolla Napul'è, qui in Svizzera credo che piangerei... Ma potrebbe anche darsi che invece si limiti alle canzoni degli ultimi dischi, alle quali il risultato lacrimevole sarebbe presente, ma provocato non da devozione quanto da rimpianto per il passato...

Tra quattro giorni prendo l'aereo. La malinconia lascia il posto alla serenità...

domenica 29 marzo 2009

Innovazioni mosce...


Molti sapranno che Microsoft ha cercato di vendere massicciamente il suo Windows Vista. Molti sapranno anche che è stato tutto sommato un flop: costretti a acquistarlo preinstallato, in tanti, troppi, hanno a gran voce chiesto di poter avere il caro vecchio XP. E Microsoft, constatando che Vista non era quello che avevano sperato, ha ceduto e riveduto il suo marketing. Pian piano ha diminuito il supporto a XP, che presto non sarà più reperibile nè sviluppato. E questo anche perchè il prossimo bambino sarà Windows 7, altra incarnazione delle finestre volanti che viene annunciato come un buon prodotto... Si era detto anche per Vista, sia chiaro, ma ben presto si era capito che il progetto era fallito in molti aspetti, e che la grafica tutto sommato piacevole, era l'unica cosa rimasta. Per gli smanettoni, Vista è stato una gran delusione, perchè le funzioni più decantate come la ricerca di file con risultati pressochè istantanei, erano state troppo difficili da implementare...

Ciclicamente Microsoft tira fuori qualcosa di buono: sebbene anch'esso con un esordio difficile, probabilmente XP si è rivelato il miglior prodotto di Kill Bill. Veniva da una serie di schifezze galattiche come Millennium (che poteva anche rimanere un millennio sepolto...) e Win98 (annata peggiore della 95...). Ora la prima versione di Windows 7 sarà interessante, e poi il primo Service Pack cambierà il sistema rendendolo finalmente una bomba. E' facile prevederlo guardando alla storia. Se fossimo tutti un pò più smaliziati, cmq, passeremmo massicciamente a Linux, gratis, accattivante e performante. Però faticoso, e lo dice uno che ci ha a che fare per lavoro...

Ma dopo tutto questo pippone tecnico, ecco la morale: ci sono innovazioni mosce. Non tutte le invenzioni e gli upgrade e i presunti miglioramenti si rivelano tali. Ogni passo è però importante per capire dove si può migliorare e creare progresso. Anche nei fallimenti c'è il seme per una buona rivoluzione. E' questo quello che serve nella scienza e che va coltivato: la cultura dell'insuccesso e della esperienza... Una volta, quando ancora lavoravo con silicio e cotillons, un VP dell'azienda che si occupava di R&D, venne a fare un seminario. Ci raccontò di un progetto che si era arenato, e disse: beh, ci abbiamo speso soldi, impegnato risorse, e non darà un prodotto oggi. Ma questo non importa: abbiamo imparato delle cose, e probabilmente le potremo riutilizzare per qualcos'altro di cui oggi non abbiamo idea. Quindi, il bicchiere è mezzo pieno.

Questa cosa mi ha tanto colpito che tendo a buttarmi a fare e vedere tutto quello che posso. Forse non mi servirà oggi, ma se ci metto qualche goccia di intelligenza, in futuro potrò unire i puntini della pista cifrata e riutilizzare quella sciocchezza vista una volta... E magari ci sarà da guadagnarci tutti. Forse soldi, o forse solo una soddisfazione...

Sughi e multitasking...


Stamattina mi ha preso una smania multitasking. Sarà che ieri ho riposato, sarà la maledetta ora legale che mi ha fatto dormire di meno e ha acceso i neuroni in anticipo sul ruolino di marcia, ma stamattina in sequenza ho: lavato i calzini (8-9 paia), accuratamente lavato il bagno, preparato il ragù alla mia maniera e lo spezzatino per stasera, chattato con la Perfezione e con altri vari e eventuali, cotto i tortellini per il pranzo...

Poi dopo aver mangiato, immersione dei fragoloni in abbondante sugo d'arancia e limone e crollo nel letto fino ad ora che sto finendo il post... La giornata non è ancora finita però, perchè voglio preparare la valigia in anticipo per il mio rientro in patria che avverrà ancora una volta dopo buoni tre mesi, navigare su internet non al solito cazzeggio ma per necessità... Sarò in grado di farcela prima di crollare esausto? Questo multitasking è un pò stressante, anche perchè per noi uomini non è facile come per le donne. Sento sempre dire che noi siamo sequenziali e poco paralleli. Forse è vero, e nel mio caso, per dirla tecnicamente, io butto tutto in una pipeline ingozzandola di cose iniziate e sperando che alla fine, ricomporrò correttamente i pezzi di quello che ho fatto...

Vi aggiornerò sui risultati raggiunti, anche se nel frattempo il dubbio socratico/epicureo sul perchè non mi lascio invece giacere immobile davanti alla tv mi assale sconsolante!

Il grande freddo

Ve lo voglio avvisare: sarà un post lungo. Praticamente un pippone.
Sono andata alla cena de "Il grande freddo". Incontro dei liceali. Quelli con cui ho passato 5 anni della mia vita. Si.
All'invito ero perplessa. Poi in effetti ho aspettato con ansia che si avvicinasse il giorno, poi non vedevo l'ora. Chissà perchè. Ora sono le 3 di notte non potevo aspettare domani per scrivere. Eppure queste persone non sanno niente di me, non sanno chi sono, non sanno nulla della perfezione cercata e lasciata, della mia vita, della mia storia, dei miei amori e dolori, delle mie passioni e delle mie avversioni. Però ....
Partiamo dall'inizio. Da dove vi ho lasciato. Mi ha telefonato la mia compagna T e mi ha invitato. E mi ha detto chi c'era. E mi ha detto un nome fra gli altri. Un nome che mi è tornato in mente.
Forse tutta la storia di stasera gira attorno a questo nome. Che si è aperto una strada dentro di me. Mi ha detto Maria Grazia. E all'improvviso ho ricordato. Un nome e un volto. Una persona con cui non ho parlato mai in 5 anni. Tranne una volta. E quella è bastata. Mi ha detto quel nome e mi è tornato in mente il cognome. E poi la storia. E una passeggiata con lei. Una sola. Ma una che conta.
Bhè, torniamo a noi. Ho deciso di cucinare una cosa, poi un'altra, poi un'altra ancora. E poi mi sono svegliata tardi dalla pennica e ho corso per arrivare in tempo. Ma ce l'ho fatta. Ho cucinato quello che volevo e mi sono fatta la doccia e non trovavo un taxi e alla fine sono arrivata. Mamma miaaaa, che cosa fantastica. Eccoli lì. Qualcuno me lo ricordavo, qualche altro per nulla. E tu chi sei?? Maurizio?? E chi è Maurizio? IL SECCHIONEEEEE!! Ecco chi è! Santi ciccioli, tu eri il secchione, quello piccolo, quello che si faceva i fatti suoi, quelli che si abbabbiava le professoresse, e ora sei CARDIOLOGO??? Nooooo! Ma chi si ricordava, ussignur. E Carlo e Angelo, come prima, anzi meglio. E la fascistona. La mia nemica giurata. Eppure ... ecco, è una persona con cui posso parlare, che come me credeva in qualcosa, che si batteva, che sognava e che come me ora ha perso i suoi sogni. E mi duole maledettamente a mio scorno riconoscere che l'unico politico che oggi ha ancora il senso dello stato è il capo del suo partito, che però da ieri non c'è più.
E l'amica di allora, che non mi mollava un minuto e che non sapevo come fare a scrollarmi di dosso. E quello che assolutamente non so chi è. Mi hanno detto che era uno che era arrivato in classe solo l'ultimo anno. Boh!!
E poi lei. Maria Grazia. E all'improvviso un faro si è acceso su di lei, e ho ricordato. La sposa bambina. Quella che se ne è andata il penultimo anno, perchè aspettava un bimbo e si doveva sposare.
E che l'ultimo anno ci ha portato a vedere la sua bambina. E che quel giorno ho accompagnato per un pezzo di strada, lei con il carrozzino e io con la cartella.
Io non so cosa le ho detto ma lei se lo ricorda. Si ricordava di me e io di lei. Un attimo in cui ci siamo incontrate, iniziato e finito lì. Ma che ha lasciato un segno.
Io allora, in quel momento, mi sarei strappata la pelle per darle quello che avevo io, vedevo così bene il suo viso disperato, la sua sensazione che tutto fosse finito lì e che io sentivo così forte, così impellente, così assoluta. E poi ho dimenticato. Ma lei no.
E la sua vita se l'è ripresa. Un pezzettino alla volta. Ha scalato l'Himalaia. E oggi mi ha parlato.
Sono qui che scrivo e sbaglio e cancello e torno indietro e non so come dirlo, non ho le parole per dirlo. Lei non lo sa e non lo sapevo neanch'io, ma quella camminata insieme, quelle parole che non ricordo sono me. Sono veramente me, quello che sono diventata poi, che sono ora.
Quella che per gli amici si farebbe sparare, quella che li sente dentro, solida e sicura. Quella dura, che ama e ama forte. Quella che per la sua amica si farebbe tagliare le mani.
Incontrare Maria Grazia mi ha dato una spinta, mi ha fatto sentire bene. Allora anche a 18 anni lo sapevo!! In qualche nodo di me, io lo sapevo.
E poi un'altra ex compagna mi ha detto cose così belle. Ma così belle, così belle che non so nemmeno ripetervele.
Quelli che aspettavo, quelli per cui sono andata non mi hanno detto niente. Quelli che avevo dimenticato sono tornati alla mia mente in modo così prepotente da investirmi come uno tsunami.
Che conclusioni trarre? Forse non ci sono conclusioni ma solo nuovi inizi. Quello che so, che sento, è che Maria Grazia io la voglio rivedere. Voglio parlare con lei. Voglio vedere quel viso che davvero, più di tutti noi, è uguale ad allora. Non una ruga, non un segno, 50 o 18 nessuna differenza. E la voglio rivedere perchè sento che come me anche lei è quella di allora e a volte si guarda e vede la diciottenne di sempre imprigionata in un corpo che la rappresenta ogni giorno un po' meno e ogni giorno di più. Una che pensava di avere un futuro e l'ha perso e l'ha ritrovato.
Una come me, che il futuro lo vede ancora e ce l'ha sempre davanti e gli corre incontro e non pensa affatto che sia tutto finito.
Che dire d'altro? In fondo ci siamo ritrovati abbastanza simili a noi stessi con piacere e entusiamo. E quella che ha detto "Ma dai, siamo uguali, nessuno di noi è cascato per terra, la carne ce l'abbiamo ancora addosso, una classe di ferro più o meno" era l'unica a cui avrei dato 50 anni e che portava un foulard al collo come le signore che se lo nascondono perchè ha ceduto. E che aveva le rughe e i segni dell'età. Che aveva le borse sotto gli occhi e i suoi 50 li portava tutti in faccia.
Forse perchè l'età è una categoria dello spirito. E io nello spirito non me li sento affatto. E in verità non li sente nemmeno il mio fondoschiena.

sabato 28 marzo 2009

Al Cinema in der Schweiz


Tentativo di andare al cinema in der Schweiz alla europea fallito... Beh, meglio raccontarla dall'inizio perchè forse si capisce di più e meglio...

Oggi è sabato, e anche qui in questa terra un pò caprina (omaggio a Heidi che ci si salutava pure...) si tende a uscire la sera. Ieri si era detto con una amica residente in Zurigo e altri, che probabilmente si sarebbe andati in discoteca. Capirete bene che per me già pensare allo sforzo della cosa è stato un'impresa notevole, ma mi ci ero un pò adeguato in concomitanza con il mio periodo di rinascita primaverile... Mattinata e pomeriggio super tranquilli con la pioggia battente che tanto è riuscita a conciliare il mio sonno da mettermi ko... Mi sono addormentato dopo un pranzo all'italianissime 14 e mi sono svegliato molto rilassato alle 17.20. Proprio alla mia maniera: rinverdire i fasti della pennica è stato un piacere. Due le notizie al rinvenimento: invito per un cinema con un collega di treno e indicazione del locale da ballo (per dirla un pò alla antica). Quest'ultimo dotato di sito web, mi ha comunicato con una musichetta piuttosto ambigua che stasera c'era evento speciale: serata gay... Ora, con tutto il piacere e il rispetto per la cosa, la mia motivazione è clamorosamente crollata sotto le scarpe: va bene la carestia, ma il salto del fosso è ancora un pò troppo...

Allora cinema sia. Inopinatamente ho deciso di lasciare a casa lo zainetto e di prendere con me solo il portafogli. Errore madornale: quando dico che il mio monospalla è la mia casetta da lumaca, non scherzo e dovrei saperlo bene. Eccomi quindi con il mio amico sul bus, intento a giochicchiare con il mio meraviglioso cellulare, che qualcuno avverte che c'è il controllo sul bus per i biglietti. Non so come la mia mente riesca a realizzare in un batter d'occhio che ho lasciato l'abbonamento e il permesso di soggiorno nello zaino, e in un istante alla fermata sono fuori dal bus. Appena in tempo per non dover cercare di spiegare in tedesco che non sono il portoghese di turno, per di più italiano... Quindi sotto la pioggia fina, passeggiata fino al cinema. Coda per il biglietto, e quindi ecco che la cassiera ci dice qualcosa del tipo "nur erste dxxx..." che dal contesto posso tradurre come: imbecilli, a quest'ora cosa pretendereste di fare se non di vedervi il film in ginocchio sopra i ceci in prima fila con la gente che vi tira i popcorn dietro la testa dopo averci azzeccato il chewingum masticato???? Tutto prenotato...

Alternativa culturale nessuna: ci dirottiamo inevitabilmente verso un qualsiasi ristorante. Capita uno spagnolo non disprezzabile, dove le crevetten aperte ad effetto percoca fanno la loro porca figura... Poi pub, e eccomi ora a casa a scrivere il post. E' stata una serata carina. La compagnia piacevole, come al solito multiculturale. Io ne sono contento, perchè la stabilità, almeno a volte, dà un pò di quel relax felice che fa la vita un allegro fiume sorridente...

La legge del contrappazzo

Eggià, essì, volevo proprio dire come ho detto. Ma occorre e urge una premessa. Due lavori fa avevo una collega (per la precisione l'addetta al centralino e al protocollo) che verbalizzava qualunque cosa stesse facendo. Ma non si intende che redigeva un verbale scritto delle sue giornate, no no. Si intende proprio che parlava ininterrottamente raccontando in presa diretta tutto, ma proprio tutto quello che faceva: "ah, ecco, vedi, è arrivata una lettera, mo' chissà per chi è, adesso leggo il contenuto così capisco a chi è indirizzata e a chi la devo dare; mò, aspetta, questa è per la Perfezione, riguarda il progetto straccime i panni da cuollo, sissi, mò gliela passo, ma prima gli metto il protocollo, ecchè è, il numero 531/09/06, sissì, poi faccio una fotocopia per il progetto e poi una fotocopia per lei; meglio che prima vado in bagno, mavvedi se dovevano bussare alla porta proprio adesso ..." e così via, per circa 8 o 9 ore di seguito. Roba da tirarti scema secca. Laonde percui Renata era stata posizionata (nel trasloco presso l'ameno palazzo Doria D'Angri) il un apposito loculo lontano 10 metri dalla più prossima postazione di lavoro dell'infelice collaboratore di turno. Bene. Io ero due stanze più in là e soprattutto 3 o 4 stipendi più in su. E sempre soprattutto io ero il responsabile di tutta la progettazione finanziata e lei la centralinista. Mica cazzi.
Bene. Ehhmm... (schiarita di voce), a causa delle vicende note e meno note, adesso faccio n'artra cosa. Mbhè, la considero una pausa del cervello. Intanto ripasso. Oh.
E poi al gruppo di lavoro attuale si aggiunge la nuova. Si, perchè c'è sempre quella nuova che si aggiunge. E come il cetriolo e l'ortolano, mi chiamano e mi dicono: mattu che sei tanto brava e poi sei quella più preparata e poi sei pure brava a insegnà, mattu per piacere che la potresti addestrare tu?? E vabbè, damme il biscotto e il fischietto e il frustino che te l'addestro a fà la pipì solo quando le faccio fare la passeggiatina. D'accordo, famolo. Che tanto non c'ho niente da fare e mi rompo. Ok. E l'addestro.
Epperò che te pareva? E' causitica, rompe, interrompe saccente, e ma non ho capito e perchè e percome e no e si. Vabbè poco male, in fondo devo spiegare solo a lei, non si creano fastidiose interazioni negative e quindi ... peccato che la fanciulla si riveli una scassaminchia di quelle paurose, insomma dopo due giorni che mi fa domande e che le dò risposte mi rompo e le dico: vabbè oggi ti alleni con un'altra. Tuuuu non mi vuoi più bene. Ahò, macchì te conosce? Ma che stai a dì, come posso smettere di volerti bene, non ti ho mai visto prima e quando mai te n'ho voluto?? E transeat. Via, ci si mette giù a far finta di lavorare con impegno io e l'altra in stanza. Si lascia un po' a fare da sola l'ossessiva. Ma .... orroooore!!! Ella racconta in presa diretta tuuuuttttttoooo quello che fa!!! AAARRRGGGGGHHHHHHH!!!!!! A 50 centrimetri dal mio orecchiooooooo!!!!!! NOOOOOOOO!!!! Renata due, la vendetta!!
.... sono diventata un pochino nervosa. E alla fine l'inevitabile conclusione. A un certo punto, mentre cercavo disperatamente di afferrare le cifre che volteggiavano in aria dettate da un'altra fanciullina la rompi mi parlava in un orecchio blaterando che sarebbe servito il suo codice fiscale ... ecco ... mi sono vista con l'occhio dell'immaginazione: la parte destra del viso con l'espressione intenta di chi cerca di cogliere volatili parole, la parte sinistra contratta in un rictus mezzo sorriso e mezzo smorfia, non ce l'ho fatta più e sono esplosa: con il mio peggior tono da capo velenoso ho sbottato: ma se tu mi parli in un orecchio mentre st'altra mi detta un codice fiscale, io non capisco un beneamato CAZZO!
Silenzio. Glaciale. E poi la rompi ha bisbigliato: tu mi odii. No, non ti odio, purtroppo però ti odo. Sigh!!
E singhiozzo e penso che questa sia la vendetta di Renata per tutte le volte che le ho detto: stai zitta, donna plissè, sei scocciante e mezza pazza. Sigh!

venerdì 27 marzo 2009

Percorsi...


Si avvicina l'annuale incontro con il mio capo per parlare del lavoro, degli obiettivi raggiunti, di quelli falliti, del futuro e delle strade possibili, delle mie aspirazioni e di quello che invece si vede bene per me...
E' un momento importante nell'anno lavorativo: molti lo disprezzano e lo considerano inutile e inefficiente, ma nelle grandissime aziende come la mia attuale e la precedente, è l'unico mezzo di lasciare qualche documento ufficiale che spieghi i perchè e i percome delle scelte e dello stato d'animo di un lavoratore che ci sta a cuore (io)...

Sono sereno all'idea di parlare con il mio capo. E' una persona per bene e sono certo che ci si intenderà. Quello che meno mi convince è la sterzata che sta prendendo il mio gruppo e il mio dipartimento. Sembra che ci allontaniamo da ogni forma di attività di progresso per diventare dei puri conservatori di dati e manutentori della sacra fiamma esistente. Questo non mi piacerebbe: io sono da sempre proiettato nel futuro, guardo a ciò che vorrei fare e non a quello che è stato già fatto, perchè ho desiderio di metterci il mio tocco artistico in questa ingegneria da quattro soldi... Può essere presunzione, ma più che altro è constatazione della realtà e necessità di superarla. Le strutture statiche mi hanno sempre angosciato, perchè la loro rigidezza è destinata a spezzarsi a movimenti imprevisti come i terremoti. Invece quello che è flessibile, che asseconda il movimento, resta in piedi e anzi si ritira su con un proficuo immagazzinarsi di energie.

E' per questo che dirò della mia paura di rimanere imbottigliato nel collo delle attività che conduco, con nessuna possibilità di dare sfogo alla mia sognante immaginazione, senza quel senso di soddisfazione intima che c'è nell'esplorare le novità per metterle in pratica. Non voglio fare la Ricerca e Sviluppo di alcuni anni fa, ma piuttosto portare uno specchio distorcente in quello che abbiamo, per vederne nuovi spigoli da smussare e i limiti da superare. Creare soluzioni nuove, rimettere insieme sistemi, mantenerli in esercizio, è questa l'ingegneria che mi piace. Stare passivamente a guardare l'opera degli altri, accettandola passivamente, non è per me. Le conseguenze sul mio umore e sul mio destino sarebbero devastanti, e io so bene ciò che voglio e ciò che non voglio. So meglio forse proprio la seconda cosa, come tutti. Ma è un bene, perchè il nostro tempo è sempre poco, e ogni giorno che vola mi lascia con una strana sensazione di un capello caduto che non ricrescerà, e con la solita melodrammatica visione dubbiosa e meditabonda...

giovedì 26 marzo 2009

Non lo ucciderò...


Non lo ucciderò. Ho deciso che vale la pena che viva ancora a lungo. Penso che sia giusto che percorra ancora le strade del mondo con me, perchè io possa guardare attraverso i suoi occhi e respirare attraverso le sue narici mentre sfioro con i suoi polpastrelli la ruvida realtà...

Tutto va contro di lui. Il mondo non è a sua misura, perchè ci sta stretto come in una scatola di tonno. Dopo un pò tutti incominciano a essergli insofferenti, perchè sta ancora imparando delle cose e resta ingenuamente sorpreso. Ancor più insopportabile è che dica spesso la verità senza riserve. La verità è una lama scomoda...

Eppure può essere felice con poco. Vive ancora di grandi sogni e di illusioni. La sua fantasia non ha data di termine e il suo cuore può ancora battere forte per delle sciocchezze. Può anche arrossire imbarazzato e fare gesti teneri e innocenti, inevitabilmente fraintesi. Non merita di essere semplicemente accoltellato e dimenticato sul ciglio della strada e senza voltarsi indietro.

E bisogna volergli bene al bambino che è in noi, perchè ha alcune delle nostre qualità migliori...

mercoledì 25 marzo 2009

A occhi chiusi,,,

Mi ritrovo a occhi chiusi a dormire senza preavviso. Poi faccio dei sogni su cui Freud proverebbe un gusto enorme a discettare. Interpretazioni molto semplici delle mie paure come delle mie speranze.

Non riesco a capire da essi e dalla loro complessità se trarrò beneficio da questo allenamento alla realtà mediante la fantasia. E siccome mi stanno capitando solo sogni pessimi e di prima mattina quando poi bene o male me li ricordo, l'ottimismo cresce al ritmo della mia stanchezza.

Anche ora, mentre scrivo immaginando la tastiera più che vedendola, la testa ciondola e le sirene del letto mi reclamano... Le farò felici, perchè altrimenti domani sarò un'ameba, ma non prima di dire che stanno arrivando le ferie. E finalmente mi riposerò!

Sempre che non cada nel vortice degli incontri...

Buon compleanno Pappice!

Solo un breve intervento per gli auguri di compleanno al Pappice... Se li merita, e oggi è una giornata piovosa qui in Svizzera e quindi un po' di telematico calore umano ci sta proprio bene!

lunedì 23 marzo 2009

Di weekend in weekend


Sono rientrato in Svizzera dall'Italia ieri sera. Non era tardi, eppure ero stanco. Oggi sono già crollato in stato catatonico davanti alla tv sul mio soporifero divano mentre andava Senza Traccia, che per inciso normalmente seguo abbastanza arzillo. Insomma, sono un pò un rottame...

Credo che tutto dipenda dalla mia vita ballonzolante di weekend in weekend di super-attività. E' come se dal lunedì al venerdì sera vivessi in animazione sospesa, in attesa di godere finalmente due giorni sensazionali. Ok il lavoro, ma non ci dovrebbe essere un resto anche di martedì o di giovedì?

Per certi versi mi sembra di stare sprecando il mio tempo, per altri so che mi sarebbe difficile fare diversamente. Una volta tanto non mi sto a lamentare: accetto che sia così la mia settimana a forma di amaca appesa tra un sabato e un altro, pur se mi piacerebbe forse cambiare qualcosa... Per farlo dovrei nell'ordine iniziare a bere come una spugna, buttarmi a pesce su ogni essere di genere femminile che respiri foss'anche intubata, aprire il terzo bottone della camicia per mostrare pelo e ferraglia d'oro... Ne varrebbe la pena? A voi la ardua risposta...

Buonanotte...

sabato 21 marzo 2009

Da una calda Milano...

Stasera, colto da smania tecnologica, vi scrivo dal mio smartphone. Mi sta dando grande soddisfazione poter usare questo piccolo portento tecnologico per portare con me quel mondo telematico che é il mio mondo... Certo é un pò un discorso anche malato quello di non potersi staccare neanche per poche ore dal mio universo digitale, ma siccome di fatto non faccio male a nessuno, perché no?
Sono a Milano nella accogliente famiglia di A+M e M+A che nel frattempo é arrivata a essere A+M+R, con la solita felicità. Ringraziarli dell'accoglienza é superfluo: basti dire che per la mia venuta hanno pure organizzato il sole a Milano, in barba a questo triste e freddo inverno che ci ha ridotto a dei surgelati...
Ho fatto spesa di libri da emigrante. Sono uscito da Feltrinelli con soddisfazione e anche un pò di voglia di rientrarvi per reimmergermi nel mondo di parole italiane...
E adesso serata mondana... Divento internazionale... E faccio l'inviato...

Cimiteri

Sulla via di Milano dalla Svizzera si attraversa la bellissima area del lago Maggiore. C'é il sole adesso, e tutto sembra anche più bello di quanto potrebbe apparire in un altro momento...
Ma ciò che ancor più mi colpisce sulla via sono i cimiteri. Ok, potrebbe sembrare un pò macabro, ma in realtà é una sottile variazione non tanto di paesaggio quanto di cultura. Sarà l'importanza che diamo al cattolicesimo, sarà che fondamentalmente siamo un popolo a volte un pò anche malinconico, sarà che in Italia ci vivono e di consrguenza ci muoiono in tanti, ma cimiterini "storici" ne appaiono subito dopo il confine. Nella loro aura misteriosa e silenziosa, nelle vicinanze del lago, mostrano anche un mondo di colori. É ovvio che tanto allegri come luoghi non sono, ma non sono neanche quella tetra monumentalità dei mega-cimiteri delle grandi città. Quello di Napoli, che fortunatamente ho avuto la fortuna di frequentare poco, oltre a essere enorme, é anche popolato di oscurità, forse non ovunque, e probabilmente anche in dipendenza dallo stato d'animo di chi lo attraversa, ma in generale me lo ricordo così... Forse é il caso di pensare di scegliere un bel luogo di sepoltura vista mare...

venerdì 20 marzo 2009

La sindrome delle riunioni degli ex-compagni di scuola

Faccialibro ha colpito ancora. Veramente non proprio. Mi ha telefonato una ex compagna di classe al liceo. Dice che non mi trovava su Faccialibro. Effettivamente in Italia quelli con il mio cognome sono tanti, perlomeno al nord, e si iscrivono tutti tutti. Però esiste l'elelenco del telefono e qualcuno ancora se lo ricorda. E qui, nella nostra amena terra, sono assolutamente l'unica sull'elenco con il mio cognome. Quindi .... mi hanno scovato. Sommozzi a lungo ma alla fine le bolle in superficie ti tradiscono sempre e smettere di respirare non si può. E poi mi ero assolutamente dimenticata di essere andata a scuola e di aver avuto dei compagni di classe. Vabbè, insomma, per la verità un paio me li ricordo con grande amore, quando ci ripenso mi spunta ancora il sorriso sulle labbra. Compagni di classe maschi per la verità. E quando ripenso a qualcun altro mi vengono i brividi. Quegli anni contano alcuni degli errori più clamorosi della mia vita, ma si sa, eravamo giovani.
Per tagliarla a corto, sabato prossimo grande riunione degli ex compagni di classe. Ussignur! Ma alla fine, quasi sapesse benissimo i miei pensieri, la mia ex compagna ha detto le paroline magiche. Veramente le ha dette all'inizio: vengono Angelo e Carlo. E cavolo!! E allora si! E quindi mi sono data una smossa, ne ho cercato qualcuno su Facciabuco e li ho trovati. OK. Si va! Sono indecisa su che portare da mangiare, ma vedrò, l'inventiva non manca. Cucinerò vegetariano, per il mio amico, che credo sia alla sua terza vita. Uno che ha davvero coraggio (e anche due cocones così). Non so perchè alla fine del liceo si arrabbiò moltissimo con me, non mi volle mai dire il motivo. E quando l'ho rivisto 20 anni dopo (perché era diventato quello che voleva diventare) non se ne ricordava più. Bah! Morirò con il fieto delle gravone. E così sia. So' traumi, so'!
Ma quando vi rivedete nelle foto non vi trovate assolutamente orrendi?? Mostruosi, ributtanti. Certuni dicono che rivedersi gli fa tenerezza, a me mi fa ribrezzo e anche una vaga nausea. Questa foto è un regalino di Angelo, ma in effetti ce l'avevo anch'io su carta.
Indovinate chi sono??? Si vincono ricchi premi e cotillons.

giovedì 19 marzo 2009

Gli ultimi weekend: perchè non faccio il pensionato?


Generalmente sono un uomo pigro che ama stare a casa sbracato, pensare, comunicare via internet o telefono, mangiare... Insomma sono un maschio medio, di quelli che trova in piccole occupazioni per se stesso della notevoli soddisfazioni...

Ora sono 3 weekend consecutivi che mi dò da fare più che in tutto l'inverno appena trascorso messo insieme. Salone di Ginevra, Rigi con neve abbondante, Milano... Filotto di sfaccio e punto di pallino... Insomma super attività extra lavorativa, in attesa che il sole torni a scaldarci. La super mobilità coincide ed è forse scatenata da due fenomeni fondamentali e assolutamente scorrelati. Da un lato, dopo il cupo quartetto ottobrenovembredicembregennaio, che mi hanno ridotto a una mezza ameba con il cervello coinvolto in orari impossibili di lavoro e il corpo in evidente insofferenza, ho ridotto le mie settimane entro un alveo possibile. Questo mi ha dato anche il tempo di programmare e decidere qualcosa per il weekend e di appropriarmi di un pò di spazio vitale. E' bello poter credere di esserci riuscito...

Purtroppo la ragione vera è una delusione che mi ha preso a tradimento e che è iniziata un pò dopo le vacanze di Natale, per poi scendere sempre più sulle pendici delle colline dello smarrimento. Come al solito, su queste cose, mi manterrò criptico. Quello che mi interessa dire però è che la mia reazione è stata non quella del riccio, ma quella del delfino, e mi sono rimesso a saltare sulle onde. Non ho lo sguardo nè il sorriso felice del cetaceo, nè probabilmente la sua intelligenza, però ci ho messo un pò di spinta di pinna e mi sto ritirando su!


Ma non durerà a lungo. Il mio solito me mi sta già richiamando all'ordine domandando: "ma ch' t' fuss' mis' n'capa????". So che presto gli cederò il sopravvento, e forse allora sarò veramente di nuovo a posto!

saluti

Negli ultimi mesi mi sono un tantino eclissata, ma vi seguo sempre anche se i miei interventi non sono frequenti... e faccio capolino dal fondo del treno per mandare un saluto a tutti i viaggiatori quelli sempre presenti e quelli che come me sono appisolati negli ultimi vagoni!
Ah dimenticavo un augurio in particolare va alla Perfezione che ha un nuovo lavoro... in bocca al lupo cara Perfy... e dal Granatello passo e chiudo!

mercoledì 18 marzo 2009

Considerazioni...


Stasera ho un pò discusso con la Perfezione di un argomento difficile da accettare eppure vivo e presente. Parlo dell'integrazione in altre comunità e di ciò che si può o meno accettare pur di essere un minimo parte di un nuovo mondo.

Mi capita spesso che mi chiamino mafioso qui. Hai voglia a spiegare che al massimo sarebbe camorra... Ovviamente la cosa mi colpisce e infastidisce, ma davanti a me ho due strade divergenti: o incaxxarmi a ogni istante e tirare su questioni su questioni per mettere in chiaro ciò che dovrebbe essere lampante, o in qualche modo rimanere nel tono scherzoso, abbozzare un pò e andare oltre. Generalmente scelgo la strada numero 2 per una serie di motivi. Uno di questi è che se le persone mi dicono mafioso o camorrista, io voglio credere che non sappiano il significato della cosa. Per cui, dopo aver cercato di spiegarlo, ritengo siano abbastanza stupidi da non capirlo e quindi non meritino ulteriore sforzo.

A dirla tutta, con gli stranieri me la prendo anche di meno che con quei troppi italiani che la gente del sud la ha identificata con la criminalità. Il malcostume, la violenza, sono cose che anche quando ti circondano non è detto che ti entrino dentro. Quello che ti resta è la paura di quella violenza e l'odio per tutta la spensieratezza rubata. Quando veniamo guardati dall'alto in basso come sfregiati permanentemente e intimamente intaccati e corrotti anche se "ovviamente" non per colpa nostra, siamo ancor peggio derubati e offesi che da questi stupidi che vedono solo i telegiornali dove tutto diviene romanzo senza alcun contorno di realtà.

Secondo la Perfezione dovrei ribellarmi di più. Dovrei reagire a piè sospinto e spendermi tra l'incazzato e il conciliante nella spiegazione dei fenomeni. Io non lo farò. Potete chiamarlo anche vile "quieto vivere", ma non perdo la stima di me stesso perchè non dedico tempo a colmare le lacune di ignoranti e deficienti. E il loro rispetto posso averlo oppure no, ma dipende solo da chi sono, non da quello che possono dirmi che io sia...

martedì 17 marzo 2009

Due anime di una città. Lacrime per Napoli...


Stando lontano, ci sono molte cose di Napoli, della città che io amo, che non mi arrivano. Tanto resta attutito in 1000 e più km di distanza ed è un bene.

Purtroppo poi però capita che qualcosa mi arrivi, e mi arrivi così forte da lasciarmi stupito, arrabbiato, deluso e fondamentalmente triste... Sono tante le lacrime che verserei per ogni singola pietra e ciottolo impastato di sangue, di sudore e di odore di mare... E tutto questo fiume, resta a formare un grande lago di affetto per quella luce e quel colore che porto con me ad ogni passo anche in questa gelida e montagnosa Svizzera...

Tra le mille anime di una metropoli dal cuore ferito, stasera ne scelgo due diverse eppure contigue nella loro insanabile opposizione. C'è ancora una volta la rabbia e lo schifo di sapere che un intera amministrazione comunale a Portici si faceva beatamente un baffo delle regole e invece di lavorare si baloccava altrove. E' ancora una volta una spia di degrado, che in una terra che deve dimostrare più delle altre di potercela e volercela fare dovrebbe detonare in una furiosa rivolta. Le smunte parole di esemplari punizioni dei dipendenti che giungono dal Sindaco si sono udite troppe volte, e la gente ne è ormai impermeabile: quanti avranno detto che lo sapevano tutti? Se anche uno solo lo ha detto, la gravità è amplificata, perchè se tutti sanno, nessuno dice niente...
E qui ecco agganciarsi la storia di Giancarlo Siani che finisce al cinema. La ricordo bene quella storia: avevo 10 anni, e non capivo neanche bene il significato della parola Camorra. Ricordo però che mia Madre, facendosi il segno della croce, rimase sconvolta dalla fine di un ragazzo come tanti di 26 anni, che aveva la sola colpa di aver scritto qualcosa. Non si era ribellato, ma aveva parlato di fatti e persone, e questo lo aveva condannato.

Una volta, con tanta paura, ho fatto una denuncia per un investimento di una persona (sono certo di averne già parlato). A distanza di tempo credo però che ci siano state tante altre occasioni in cui parlare, dire, sarebbe stato ancor più giusto. Non lo ho fatto. Forse amare la propria città è anche fare di più per lei, e non solo guardarla con difficoltà perchè l'immagine trema...


Purtuttavia tra le altre anime c'è quella poesia di umanità che nella sua storia millenaria si è definita per tanti versi in modo abbietto, ma anche ha espresso un cuore ineguagliato... Come vorrei che quel cuore battesse più forte di tutte le tristi notizie di morte, degrado e sofferenza... Mi basterebbe una volta, per smettere di tenere dentro quella tristezza che alza come la marea...

domenica 15 marzo 2009

Turista in Svizzera: il Rigi e l'inesperto montanaro...


Era iniziata male. Sveglia rintronata causa incubo. 2 defezioni su 5 all'ultimo minuto. Tempo coperto. Biglietto del treno perso e da rifare per la modica cifra di 30CHF. Cagata di uccello in piena testa nella stazione di Zurigo...

Però l'avevo detto che da venerdì sono stupidamente di buon umore, e non mi sono lasciato abbattere. Treni, battelli, tutto in direzione Lucerna e poi Vitznau, per salire sulla vetta del Rigi (
www.rigi.ch). Io sono un uomo di mare: non ci sono vie di mezzo quando dico questo. Io fosse inverno o estate, per distrarmi sono sempre andato verso l'acqua salata, attirato non so da quale magnifica potenza. Camminate sulla spiaggia a Natale, ore di tramonti da Pascariello a Sorrento. Insomma mare.

Ma quest'anno ho comprato i pantaloni da sci (ad un prezzo ragionevole), gli stivaletti da trekking, ho capito di avere una giacca da snowboard, mi hanno regalato un cappello a 3 punte da giullare perfetto per la montagna. Insomma ero perfettamente equipaggiato per andarci e non ci ero ancora andato. Dominato dalla curiosità di salire in tempo ancora invernale su una cima innevata che potesse chiamarsi tale, mi sono lanciato in questa impresa coinvolgendo altri che avessero le stesse domande: che cavolo ci sarà da vedere? E se non si scia (perchè ovviamente io su quelle trappole parallele non ci ho mai poggiato il calcagno), che si va a fare in montagna? E in fondo, che altro c'è da fare in Svizzera?


Alla prima domanda, devo rispondere che non si vedeva un granchè, perchè la cima era immersa nelle nubi bianche e non si poteva apprezzare niente. Sembrava di essere nell'ovatta, perchè anche i suoni della natura non arrivavano a destinazione... Però da fare c'è stato: abbiamo infatti deciso di scendere per un bel pezzo a piedi, e lì, a parte gli scenari suggestivi (alcuni dei quali aggiungerò alle foto dal finestrino...) c'è stato da divertirsi. Primo pezzo di discesa facile, nella neve e nella nebbia, ma su un terreno battuto, alquanto dolce e dove era molto bello camminare. Freddo neanche tanto, ma neve sì, tantissima. 2/3 metri intorno erano inquietanti, ma molto stabili e suggestivi. Stop ad una stazione per il pranzo: inevitabile quanto agognata salsicciona con patate fritte che nell'aria montana sono sembrate più buone... E dopo questo break, ridiscendere un pò appesantiti a valle. Dopo aver attraversato facilmente un paio di paesini, ecco il percorso farsi piuttosto "bianco". Sì, era bianco neve, e le gambe scendevano di botto fino al ginocchio. Dopo duecento "caxxo" e trecento "vaffanXXlo", siamo arrivati alla stazione successiva del treno. Eravamo esausti, e l'impreparazione alla alta montagna si è mostrata tutta nei calzini fradici di neve entrata nella scarpa non perfetta per l'occasione! Io però sono stato astutissimo (o meglio ho avuto un gran culo) e mi sono messo due paia di calzini, per cui tolto il primo strato di spugna, il secondo è rimasto quasi asciutto...

E poi ancora traghetto con the a bordo, treno senza scarpe, e una doccia lunga, calda e conclusiva.
Ho fatto il turista in Svizzera. Sono stato un inesperto montanaro e ho visto un pò di cosa significa andare in montagna e divertirsi. C'è dell'altro, e forse lo scoprirò. Ma soprattutto ho capito che qui c'è tanto ancora da vedere per me. E' un bene averlo capito, perchè mi darò altre occasioni...

sabato 14 marzo 2009

I Brahmini e l'India da un ignorante...


Premetto che questo post, come sempre, non ha alcuna ambizione di essere generale. E' una visione parziale e romanzata di un occhio miope come il mio, per cui spero che nessuno si offenderà e credo che nessuno dovrebbe...

Ebbene, in un ambiente abbastanza internazionale come quello della mega-multinazionale in cui lavoro, la commistione di culture diviene ogni giorno più evidente. Abbiamo svizzeri, tedeschi, italiani, turchi, giapponesi, inglesi e dulcis in fundo indiani... Ne stanno arrivando sempre di più, probabilmente a causa della globalizzazione e del costo meno elevato del personale del vecchio continente... Ne ho conosciuti diversi, sia per motivi di lavoro diretti, sia solo per caso. Anche in passato mi era capitato, con esempi che colpivano anche i sensi, come la Perfezione sicuramente ricorderà... In generale non posso dire che avessere dei tratti comuni, a parte quelli somatici: l'India è un paese talmente grande e culturalmente complicato, che credo che racchiuderlo in pochi esempi sia ingeneroso.


Purtuttavia, di recente è arrivato questo strano tipo. E' smilzo, segaligno e piuttosto viscido. Ride un pò tanto per un ambiente come il nostro e soprattutto non si capisce quasi una mazza quando parla... E' indiano e porta con sè parte di quella storia millenaria cosa che ci fa notare a più riprese. D'altronde anche io parlo molto dell'Italia... A momenti però con un pò di ironia... Quello che esce fuori da queste conversazioni sono una serie di usanze che in Europa non sono di casa. Per esempio, di frequente, ritorna a parlare del suo matrimonio combinato. Lui ne è entusiasta, per quanto si lamenti del costo dell'avvenimento. Inoltre è un uomo piuttosto presuntuoso, di quelli che sanno tanto e desiderano condividere anche con il popolino...


Avevo studiato a scuola qualcosa a proposito dell'India. Sì, credo che fosse alle medie l'argomento della mia tesina d'esame. Tra le reminiscenze di storia coloniale, mi ballava in testa la tradizione delle caste. Parlandone con un collega anglo-indiano, abbiamo un pò approfondito. Ed ecco spuntare fuori che l'indiano "simpatico" è un brahmino. Ovvero, come anche Salgari insegnava, è uno di quelli della casta più elevata, quella dei sacerdoti. L'anglo-indiano asserisce che, se il sistema delle caste fosse ancora in vita, lui non potrebbe nemmeno camminare nell'ombra del segaligno... E forse questo il segaligno non lo sa, visto che lo chiama My Friend... Però ho fatto due conti e mi sono fatto l'idea che qualcosa di quella suddivisione deve essere rimasta come matrice, specialmente in quelli che sono stati depositari di cultura, ma soprattutto di potere... Peccato che qui in Europa la cosa attecchisca poco, e che io da bravo napoletano un pò di diffidenza per chi guida o dovrebbe guidare ce l'ho nel DNA...

Insomma a questo tipo non lo reggo, e la cosa traspare un pò... Soprattutto da quando, gentilissimo, mi ha detto: "Andrea, tu devi fare presto a trovarti una donna, stai perdendo i capelli e tra poco non ti vorrà più nessuno... Ah, se fossi stato al tuo posto in Europa io... Ma adesso mi devo sposare...". Nel ringraziarlo per l'incoraggiamento, lo ho rispedito mentalmente in India, sperando che Brahma, Visnu e Shiva siano pietosi con lui...

venerdì 13 marzo 2009

Un badile a me!

Come suggerito da un amico urge che mi procuri un badile e poichè lo devo trasportare avanti e indietro in metropolitana me lo sono procurato pieghevole.
Oh!! L'ultima chicca della capo gruppo (che a me l'inglesizzazione inopportuna dell'italiano mi fa correre in bagno): "Secondo me i figli vengono meglio e più sereni se la mamma sta a casa invece di lavorare".
Ma porca paletta!!! Ma se sei così convinta delle stronzate che dici perchè, dico perchè non stai a casa a riprodurti invece di impestare il mondo del lavoro con la tua presenza? Ussignur, ma dove sono capitata mai? Eh? Ok che la ruota gira, ok che un giorno sei il responsabile di tutti i progetti finanziati di un mega ente e gestisci 5 milioni di euro e 80 risorse umane (e ti pagano di conseguenza) e il giorno dopo sei il pirito mal riuscito di un porco stitico, ma insomma, ecchetappo!!
Purtroppo tocca sopportare, visto che non di sola aria vive l'uomo (e neppure la donna). Ma grandissimo Deux ex machina, tu che muovi il mondo e l'altre stelle, non puoi muovere un tir sulla strada nel momento giusto e nel posto giusto?
Che mi serva di lezione! Uff! E poi in questo lavoro mi si gonfiano le vene del collo come gomene di nave da crociera: quello che mi fa salire la pressione è che 6 ore su 8 le cose che si domandano le signore e il signore che fanno parte del gruppo di lavoro sono talmente assurde che non so come dargli le risposte. Cioè, per fare un esempio che il capotreno possa capire, è come se il lavapiatti indiano del ristorante sotto casa, munito di 5a elementare, gli chiedesse come funziona la turbina su cui fa le prove. Il capotreno aprirebbe la bocca per rispondere e poi tirerebbe un respiro e poi .... si bloccherebbe a bocca aperta di botto. L'impossibilità assoluta di rispondere lo sommergerebbe. Dovrebbe partire così da lontano, dovrebbe spiegare così tante cose, dovrebbe raccontare tutti i libri che ha studiato, tutte le prove che ha fatto, tutta una vita, così tanto che sarebbe materialmente impossibile. E richiuderebbe la bocca affranto.
Alla fine non ce l'ho fatta più e ho detto: sono così tante le cose che non sapete che non sapete nemmeno che c'è una domanda da fare, altro che darvi una risposta. Fidatevi solo che va così. Punto.
Ma quello che mi chiedo è: riuscirò ad arrivare fino in fondo? Per lo meno fino in fondo al primo mese? In fondo al primo pagamento? Oppure esploderò prima per compressione eccessiva? O diventerò scema? Bah! Ai postumi l'ardua sentenza.

giovedì 12 marzo 2009

Fuggire dal lavoro...


Oggi è stata una giornata particolare: senza alcuna ragione mi sono sentito di buon umore, quasi in vacanza, divertito dal lavoro e da tutto quello che ci girava intorno... Però ve la racconto perchè è stata costellata di eventi anche piuttosto comici, che mi fanno pensare che le sorprese ci possono essere sempre, e che quando mi riapproprierò di un pò di razionalità, ritornerò a essere allegro...

Iniziata con i soliti orari: sveglia alle 6.50, solita trafila tra bagno e cucina, bus per il lavoro con nuovo disco degli U2 fin dove possibile, treno... Quindi correre verso la mensa, non per avere una pessima colazione alla tedesca e minare la sopravvivenza, ma proprio per il contrario: fare un corso sulla sicurezza. Il "piccolo" dettaglio che avevo sottovalutato (insieme al mio capo e al nostro responsabile EHS) era che il corso si sarebbe tenuto in un potentissimo Hoch Deutsch... Il docente era un uomo di mezza età, con capelli bianco panna a spazzola, camicia sportiva e jeans rigorosamente neri, e un brillocco di rilevante caratura all'orecchio... La sua spiegazione, coadiuvata dalle slide, ancora la riuscivo a seguire, ma poi, ecco che mi sono imbattuto nella impossibilità di leggere/capire/rispondere alle circa 300 domande del test finale. Sono certo che ce l'avrei fatta anche senza studiare il materiale di 200 pagine se tutto fosse stato in inglese, perchè i quesiti, osservando le risatine dei colleghi, dovevano essere molto ridicoli... Però quando ho visto che il fiume in piena di parole era delle dimensioni del Rio delle Amazzoni, ho deciso che dovevo fuggire... Mi sono armato di coraggio e ho fatto in modo di essere cancellato, in attesa del prossimo corso in inglese, usando il mio scarso fascino sulla brutta Cornelia, dotata di due inquietanti occhi radar di colore tendente al bianco... La mia fuga mi ha messo allegria, e in ufficio me ne sono andato ballonzolando al ritmo di Reginella... Ho lavorato poco, lo ammetto, ma ho concluso qualcosa, e va sempre bene...

Poi ecco la scena madre. Alle 18.27 scendo nello spogliatoio per cambiarmi dagli abiti aziendali e recuperare un aspetto da civile e non da soldato della potenza francese delle turbine... Alle 18.30 sono fuori dallo spogliatoio in direzione Portier 2, l'uscita secondaria a fianco della stazione che uso di solito. Mi accorgo che qualcosa non va al cancello per 2 motivi. Il primo è che vedo degli uomini tornare indietro in direzione opposta alla stazione scuotendo il capo. Il secondo è che il cancello è chiuso. Il mio treno è Svizzero fino a un certo punto, perchè ha 3 minuti di ritardo canonici, ma sono le 18.33, lui è alle 18.37, c'è da decidere... Senza indugio una donna che mi appare come una discreta montanara, rapidamente scavalca... Conscio delle mie scarse doti atletiche cerco una via più facile, ma non ce ne sono. E in un istante sono sulla cima del mio piccolo Everest. Cerco un appiglio per scendere e non rimanere lì sopra fino a domattina e fortunatamente il piede incoccia un ferro orizzontale. Scendo sano e salvo dal cancello svizzero (che siccome trattasi di paese sicuro è altro circa 2 metri e mezzo...) e corro al treno. Ci salgo ridendo, e parlando con un indiano simpatico che mi riappacifica con la nazione dopo le esperienze degli ultimi tempi con il collega brahmino... Sono fuggito dal lavoro, e inizia una vita libera... Fino a domattina...

mercoledì 11 marzo 2009

Doppio avvitamento carpiato: peccato non ci fosse un palo...


Raramente mi lascio trasportare dalla politica italiana. La delusione e il realismo su una situazione degenere mi hanno reso indifferente allo scandalo quotidiano e vivere all'estero è un toccasana, perchè le miserie arrivano solo quando sono molto grandi. In questo senso, molto meglio: goccia a goccia si scava anche la roccia, e la mia non la vorrei rendere troppo sdrucciolevole!

Tuttavia stasera ero a tavola e tra un boccone e l'altro del pesce bollito, neanche a farlo apposta, ecco una faccia un pò ittica apparire seria e compunta... Generalmente, a parte il Presidente del Consiglio, pochi volti mi innervosiscono. Forse un pò il Guercio (Ministro delle Comunicazioni io credo...) per la sua arrogante spocchia e per il suo atteggiamento scostumato e denigratorio mi abbruna un pò... Ma Capezzone, portavoce del governo e del popolo della semi-libertà, mi scatena una ira irrefrenabile. Come può questa faccia lessa che prima fingeva di essere radicale, ora invece simulare un'ansia di governo elitario e una profonda compenetrazione nella battaglia contro il testamento biologico e quant'altro, senza scomporsi di un millimetro? Non è che uno un giorno si sveglia e rivede al 100% le sue posizioni sugli argomenti che prima portava avanti! E' la voglia di avere uno stipendio di lusso da parlamentare, il desiderio di potersi permettere di non avere alcun rimorso di coscienza perchè anche quella si è liofilizzata come l'espressione del volto... Ancora una volta la politica di oggi mostra la sua degenerazione: mettersi a fare delle battaglie lascia il tempo che trova, ma è solo un mezzo per poter arrivare ai disonori della cronaca su qualche palchetto di periferia e poi godersi i soldi nella pacchia del far null'altro che apparire in tv e riempirsi la bocca delle parole discese da Arcore... D'altronde anche dall'altro lato, l'esempio che mi tocca più da vicino è quello della Francescato, che dopo aver fatto il presidente del WWF per anni, andò a dirigere i Verdi... Riprova del percorso di chi non si mette al servizio della politica, ma mette la politica al proprio servizio per raggiungere un ambizioso traguardo di benessere personale...

Su tutti mi restano in mente i tuffi carpiati con doppio avvitamento di quel Mastella che pure sembra riuscire a sopravvivere a ogni cataclisma... Sarà che venendo da un paese che si chiama Ceppaloni, le ceppe grosse riesce normalmente a scansarle bene... Però un tuffo a candela su un palo una volta pure gli capiterà, perchè la storia ha corsi e ricorsi, e il tempo fa giustizia di tutti. Aspettando il tuffo sbagliato del presidente, resta il triste spettacolo del sincronizzato dissonante dei suoi scagnozzi...

martedì 10 marzo 2009

U2 - No Line on the Horizon

Perchè bisogna vivere gli eventi...

lunedì 9 marzo 2009

Pranzo all'italiana.


Ieri è stata una giornata all'italiana in terra Svizzera. In mattinata mi sono svegliato presto nonostante la stanchezza del salone automobilistico e della giornata a contorno: per una ragione o per l'altra, evidentemente non riesco a togliermi davanti agli occhi lo stress mancato della campagna di test cancellata... Sarà forse anche che l'avevo presa sul serio, iniziando anche a fare delle flessioni sulle gambe la mattina per essere pronto agli sforzi fisici... Sono quindi andato in centro a prendere un aperitivo che ho rapidamente commutato in tè caldo visto il tempaccio schifoso con la moglie e la figlia di un amico/collega che da un pò di tempo è fuori per lavoro... Due ore di colloquio in tedesco mi hanno stremato, soprattutto con la bambina che, essendo dotata anche dei sette spiriti, ha messo a durissima prova la mia resistenza psichica...

A valle però mi aspettava un vero e proprio pranzo della domenica: pasta al forno, carne con contorno, cioccolata, caffè e ammazzacaffè, passeggiata al gelo... L'altissima qualità del cibo preparato dalle sapienti mani di una amica italiana (poteva mai essere diversamente?), mi ha messo in uno stato fluttuante... Ho scquacquerato senza ritegno nella pasta e mi sono concesso lo sfizio di salsiccia senza remore... La sera ho dovuto porre rimedio ripiegando su una pastina all'olio che più neutra non si poteva: il fisico non regge più molto bene le performance culinarie impegnative...

Mi sono venuti in mente gli anni non lontani dei pranzi della domenica, quando un bel piatto forte colmava lo stomaco e il cuore e mi portava leggero a infilarmi nel fodero per una pennica di qualche ora nel morbido piumone... Che goduria goduriosa il risveglio con la bocca un pò spastellata ma il tepore circostante... Qui non riesco a fare lo stesso, forse troppo impegnato a far sopravvivere la casa alla sua rovina oppure a cercare di vivere delle ore libere nel fine settimana! C'è da domandarsi a volte se ne valga realmente la pena. Forse come al solito, bilanciando sfiancamenti e recuperi si può essere molto sani... Ma gli svizzeri e i tedeschi facilmente polemizzerebbero che nella inattività non c'è alcun gusto, colti da quella frenetica attrazione per lo sport che li induce a sveglie all'alba per ridursi a degli stracci grazie allo sci... Vedo nei loro occhi l'orrore quando penso ad una giornata in montagna a prendere il sole, sorseggiare il vino caldo e mangiare un bratwurst. Che gusto c'è, si domandano a gran voce! E io non riesco a convincerli che lo sport della goduria e del relax ha un valore almeno quanto le loro mirabolanti imprese...

domenica 8 marzo 2009

Ritrovarsi sulla Luna

Come forse avevo accennato sto facendo un nuovo lavoro. Diciamo che sono passata dall'altro lato della barricata, non posso essere più precisa perchè è una roba un tantino delicata. Naturalmente lavoro in un gruppetto di persone, che per la maggior parte arrivano dai dintorni della metropoli. Naturalmente ogni tanto si scambia qualche parola e ... oddio, mi sono trovata all'improvviso praticamente sulla Luna. E in questo metropolitani e circondari si sono trovati magicamente d'accordo. Dunque, come sintetizzare ... forse è meglio farvi degli esempi. Discorso tipo: "se una donna fa una battuta un pochino spinta, poi gli uomini pensano che sia una donna facile" (io sbarro gli occhi), "io non esco mai da sola dopo le 7 di sera, solo con mio marito, ho paura" (a me cade la mascella), "le ronde ci vogliono perchè così siamo più sicure" (a me vengono i brividi), "gli uomini vogliono una cosa sola" (io quasi svengo sul computer), e via così, in un susseguirsi di luoghi comuni retrivi, affermazioni qualunquiste, proclami fascisteggianti, un po' di razzismo sparso.
Sigh! Non mi sbatto nemmeno per controbbattere, in fondo se finisci fra gli alieni meglio stare zitto per un po', perlomeno capisci prima dove ti trovi.
La cosa peggiore è che alcuni di questi hanno lavorato solo come dipendenti e quindi si comportano come tali anche adesso che non lo sono affatto, il capogruppo è una ex segretaria tuttofare; per carità, non ho niente contro le segretarie, ma in genere, solo in genere, non sono delle gran menti. Sigh di nuovo, mi sa che non sarà troppo facile: l'ultima volta il gruppo di lavoro era ottimo, le persone per la maggior parte simpatiche e con alcuni sono rimasta molto in amicizia, ma il capo era maniaco depressivo; questa volta magari il capo è splendido, intelligente e lungimirante, ma l'ho visto solo di striscio, in cambio il gruppo di lavoro è un tantino modesto. Per fortuna un paio sono simpatici e speriamo bene. Io poi cerco di tacere, mi sforzo, mi tappo la bocca con le mani, ma spesso mi scappa, non posso farci niente. Non posso mettere il cervello all'ammasso. Incrociate le dita per me. Però se prendo la situazione con ironia magari ci scappano dei bei raccontini per il nostro blog e faccio commessa frustrata 2!
Ah, un robo per il capotreno: e che cappero, manco tre giorni e tu mi accusi di non leggere, ecco fatto, letto i tuoi, scritto il mio, sono indietro con le ricette, ma non ti preoccupare, mi riprenderò anche su questo, ho già acquistato delle splendide formine a cuore di silicone e ora le devo assolutamente provare.

Autosalon Geneve 2009: l'occhio italiano...


Ieri ho fatto una di quelle giornate al massacro che non amo, ma che la curiosità di vedere/capire/scorrazzare mi costringe a fare...

Sono partito alle 8 svegliandomi alle 6.30 con un gruppetto di altri 3 colleghi di nazionalità varie alla volta di Ginevra e del più famoso salone dell'auto in Europa. E' un pò un'esibizione del lusso, non c'è da dubitarne: i prototipi e le macchine in mostra restano per il 90% dei meri sogni per il lavoratore medio, ma delle volte fa anche bene vedere cose fatte al massimo possibile per trarne ispirazione per quelle di tutti i giorni. E' un pò il discorso di vedere cose belle per farne altre magari non tanto belle, ma che ci piacciano...

In ogni caso la giornata si è rivelata abbastanza particolare... Abbiamo deciso di andare in auto. Essendo autosalone era abbastanza naturale, per quanto fosse intuibile che non saremmo stati i soli... Ebbene il pilota designato ha un personale approccio alla guida che prevede infrazioni di ogni sorta al severissimo codice della strada elvetico, soprusi nei confronti degli altri guidatori di cultura svizzera che li subiscono perchè del tutto ignari di questa filosofia, distruzione volontaria del motore dell'auto per mero sfogo della propria esuberanza... Insomma, uno di quegli ottimi autisti della domenica con cui ti senti tranquillo come se stessi facendo una pennica nella bara con Dracula in una fredda sera invernale e ti rendessi conto che si sono fatte le 16.20 e il sole tramonta alle 16.21... Fortunatamente abbiamo trovato traffico, per cui ci si è limitati a "innocui" sorpassi sulle corsie di emergenza, passaggi sulle uscite dall'autostrada, attraversamenti dei parcheggi di sosta a 80 all'ora...

Il salone è enorme, come immensa è la folla di persone che accorrono. Sarà anche che non hanno un ca**o da fare, ma c'è da dire che la qualità del luogo merita interesse. Luci forti e intense su tutti gli stand, macchine lucidate di continuo da solerti inservienti pronti a rimuovere le impronte digitali di chiunque e supermodelle che probabilmente di motori non capiscono niente, ma che devono completare il famoso binomio donne e motori... A tal proposito, gli stand delle macchine più rinomate, non per niente italiane, ovvero Lamborghini, Maserati e ovviamente Ferrari, non avevano una popolazione femminile così rilevante come Citroen, Fiat o Nissan... Sarà che il prodotto non ha bisogno di pubblicità fisica?

Mi sono stancato ma anche incantato: non sono un esperto, ma c'erano delle auto che avrei desiderato, senza se e senza ma... La più bella una Maserati dalle linee sobrie ma morbide e sinuose che ispirava tanta velocità, e un piacere al tocco dell'acceleratore... Ritornando in Volkswagen Polo, il contatto con la realtà è stato subito evidente, ma quei sogni restano pieni di divertimento per tanti. Le voci italiane che ho sentito sono state innumerevoli: è un segno che siamo un popolo innamorato dell'auto e che ne desidereremmo avere il predominio, smettendola di farci prendere un pò in giro per la Fiat e ispirandoci di più al gusto Alfa Romeo...

Ma c'è speranza, lo voglio dire con un pò di orgoglio patriottico. Perchè se è vero che i sogni da 400km/h attraevano lo sguardo di tutti, poi molto pragmaticamente in tanti andavano a sedersi nella nuova 500, che ha un chè di nostalgico fantasioso che può conquistare... E se il mercato dell'auto è in crisi, ieri si vedeva solo dai poveri gadget disponibili...

giovedì 5 marzo 2009

Non uso più l'ombrello


E dopo la botta filosofica, banalità metereologica... In realtà mica poi tanto banalità parlare quest'anno di un clima assurdo che ha messo a seria prova l'integrità mentale di molti, compreso il sottoscritto, generalmente impermeabile a molte condizioni esterne...

Vengo a dire però che ho cambiato abitudini, un pò sobillato dal triste andazzo svizzero/tedesco di rifiutare l'uso dell'ombrello e un pò colto dalla crisi di mezza età anticipata... Cappuccio in testa, anche sotto la pioggia e non solo sotto la neve, mi lascio bagnare. Qualche anno fa dicevo spesso: "L'uomo duro ama sentire la natura sulla pelle, ma l'uomo saggio porta sempre l'ombrello...", e quindi dovrei essere sulla strada della perdita della saggezza. Questo percorso sarebbe un pò anomalo se si considera che generalmente con l'età l'ombrello si inizia a portare sempre dietro, foss'anche solo per i reumatismi...

Invece credo che il mio paese di adozione mi stia influenzando con il suo dolce clima temperato a fregarmene un pò di ciò che c'è fuori alla finestra, nella esperienza maturata che un pò di neve o la pioggia non possono uccidere per direttissima!
Mi è però ritornato in mente il mio ombrellino di bambino: arancione forse e da me adorato come oggetto favoloso, probabilmente per la sua sopraffina tecnologia... Me lo guardavo a lisciavo come se fosse d'oro e lo consideravo alla stregua dell'orsacchiotto... Aprire l'ombrello e usarlo era un piacere immenso, un pò frustrato solo dal fatto che mio Nonno non mi permettesse di farlo dentro casa per motivi di superstizione... L'operazione di chiusura mi arrecava sempre qualche danno al dito pollice, ma la beatitudine delle giornate di pioggia con stivali in lattice e ombrello era una ricompensa meravigliosa...

Chissà dove sono finiti il mio ombrello e la ceratina gialla con cappuccio... Forse sommersi dalla neve di questo inverno senza fine...

Caramelle amare...


E' un pò di giorni che sto masticando la amara caramella della consapevolezza... Parlerò di questa, e non del motivo per cui mi si è pervicacemente piazzata in bocca, perchè il patetico non è il mio genere preferito...

La consapevolezza è una piacevole scoperta, una disgrazia malaugurata o mi tocco? Bah, le scuole di pensiero si sono sprecate su questo punto: pur supposto di raggiungere un momento in cui riusciamo a vedere la realtà come si presenta scrollandoci di dosso la soggettività, cosa ne possiamo fare dopo? Cioè non trovo che necessariamente comprendere un problema o qualcosa che ci circonda ci metta in una condizione privilegiata. Anzi, molte volte non attenuare con il filtro della dabbenaggine alcune realtà come la considerazione che gli altri hanno di noi, nasconde il rischio di cocenti delusioni di cui potremmo fare a meno senza averne a soffrire! Massimo Troisi diceva che non capiva perchè le persone gli andavano a dire le cose in faccia: per lui andava benissimo che gli parlassero dietro le spalle, così da non soffrire inutilmente...

E' anche vero che ci sono momenti in cui capire o credere di capire è una potentissima arma di sopravvivenza e di reazione a situazioni inattese e/o spiacevoli che devono tirare fuori un pò di quello spirito animale che ancora abbiamo dentro... Conservarci è una cosa utile, e capire è utile a conservarsi...

Nel complesso quindi chi se ne fotte se la consapevolezza di ciò che succede è positiva o meno? Il fatto con cui convivere è che la abbiamo, e che molte volte, purtroppo per me la maggioranza, il realizzare cosa succede e in particolare cosa succede a me stesso, è fonte di delusione sugli altri in misura infinitesima rispetto a quella su me stesso... E non si tratta di autoseverità, si tratta di consapevolezza...

mercoledì 4 marzo 2009

Politica tecnica...


Ci sono persone presuntuose al mondo. Ce ne sono molte. La presunzione non è di per sè un fatto negativo, perchè avere una certa fiducia nelle proprie capacità aiuta nei momenti di difficoltà. Ben meno è utile la propensione a credere di non farcela mai, perchè poi i risultati non arrivano e si continua a sprofondare... D'altronde anche la presunzione va mitigata con la conoscenza dei propri limiti e la comprensione dell'ambiente e dell'aria che tira...

Se sul lavoro si sta cercando di emergere e di trovare uno spazio e una collocazione di "leadership", ogni mossa va calcolata attentamente, per il semplice motivo che ogni errore di valutazione, può farti scendere di due gradini nella tua scalata, mentre una cosa giusta te ne può far salire al massimo mezzo... La politica, in un ambiente tecnico orientato all'ottenimento del risultato e quindi di per sè molto povero di sottigliezze, è un terreno sdrucciolevole, che si può percorrere solo quando si siano ottenute delle scarpe adeguate...

Tutta questa filosofia come preambolo del racconto di una giornata a forma di sinusoide. Entro in ufficio e mi capita la ventura di leggere una e-mail arrivata al mio capo, in cui ci viene chiesto dai piani alti di rinunciare a una persona per un progetto che deve partire in meno di 15 gg, perchè richiesta altrove... Sarebbe tutto normale se non fosse che il missile ha una origine interna: un collega che vuole scalare, ha pensato di porre al centro di un braccio di ferro una persona che invece per motivi vari e eventuali avrebbe voluto venire con il sottoscritto a fare misure... Politica Tecnica: millantare la necessità per sottolineare di non essere stato consultato prima di imbarcarci nella missione... Piccolo dettaglio: la via gerarchica non comprendeva il nostro lanciatore di Scud, e la via gerarchica era stata seguita a perfezione... Ebbene, il Patriot è arrivato puntuale e dallo Scud la testata avrà secondo me schizzato sull'artigliere liquido marrone...

Avevano appena smesso di girarmi a turbine che ecco arrivare una mail di due righe: la campagna di misura è cancellata. In tedesco suona anche peggio... Interrompete ogni attività sull'argomento perchè il progetto non andrà avanti... Dalle stelle, sono crollato nella fossa delle Marianne tirato per i peli del naso... Sono riemerso a fatica dall'apnea, giusto meditando sul fatto che mi si prospetta un mese di carico ridotto...

E quindi ecco che esco da questa giornata di alti e bassi avendo imparato che fare politica è difficile, la politica tecnica lo è ancor di più, e la tecnica politica richiede meditazione...

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martedì 3 marzo 2009

Conferenze: i pranzi buffet...


Oggi sono stato a una conferenza di aggiornamento tecnico su una serie di prodotti che spesso uso per lavoro. Pagato dall'azienda e pagata la quota di iscrizione dalla suddetta, mi ci sono accostato con una certa nonchalance di mestiere, sviluppata negli ultimi anni italiani. Sapevo esattamente cosa aspettarmi ed ero pronto a non essere nè deluso nè entusiasta...

Devo ammettere però che trattavasi della prima volta in cui mi recavo in un evento pubblico qui in Svizzera. Tutto sommato la mia fiducia di non essere stupito era mal riposta... Prima di tutto, in questa nazione ricca, l'esibizione la hanno fatta in stile americano, con siparietti semi-comici del management, riflettori, telecamere, musichette introduttive... Sembrava di stare in uno di quegli Show di Oprah o al Saturday Night Live, perchè questi si erano preparati i dialoghi e le battute e ne erano anche convinti! Siccome si parlava tedesco, tuttavia, l'effetto era per me molto attenuato dal punto di vista linguistico, mentre quello di "guarda questi scemi" era esageratamente amplificato dai volti germanici che della comicità non è che abbiano un'idea precisa: se pensiamo alla buonanima dell'ispettore Derrick...

Al di là però di questa introduzione, l'aspetto più importante per tutti i convenuti, è senz'altro il buffet... Generalmente il carattere molto umano dell'ingengere, si rivela al momento del pranzo, quando mettersi in una ordinata fila incomincia a essere un principio scricchiolante... Sorpassi azzardati e improvvisi, a volte generano non disapprovazione quanto invidia... La fame è fame e si perdona tutto, o molto... Poi c'è però la nota dolente cibo. Ci si trova di fronte a una preparazione per grossi numeri di qualità discutibile e non certo accurata. Aggravante senza attenuanti il fatto che si tratti di cuochi locali, che quando si devia dal bratwurst hanno momenti di chiaro panico... Insomma una schifezza, su cui però nessuno può fare a meno di avventarsi famelico, con occhi che schizzano dalle orbite, lingua appuntita e leggermente sbavante, forchetta impaziente... In genere il piatto risulta colmo al suo limite, e il percorso a ostacoli fino a un piano di appoggio, può produrre guasti inenarrabili... Nessuno si sogna di scansare dolci assortiti, caffè in multiple dosi e se possibile ammazzacaffè... Sulla qualità di quest'ultimo non mi dilungherò, perchè la brodaglia estera è sempre indegna di molte parole...

Ebbene il devastante risultato del pranzo buffet è che nel pomeriggio la partecipazione ai seminari assume un rilassato aspetto festaiolo... I più sensibili alle lusinghe del cibo cadono in un'ovvia catalessi con occhio vitreo e altri in un imbarazzante immobilismo tipico della fase REM... Per la maggior parte, la gratuità dell'offerta di cibo supera ogni remora di gusto, e lo stomaco colmo assorbe ogni possibile residuo di sangue...

Mi resta un bel momento: la scoperta che mi hanno dato una usb da 2GB... La ricchezza non si vede dal buffet!

Incontrare i vecchi amici ... alla faccia di Facebook

Sabato pomeriggio bivaccavo dal mio salumiere chiacchierando del più e del meno (è anche un amico, il mio salumiere, e mi onoro di considerarlo tale) quando compare a fare la spesa una mia amica delle elementari. Baci abbracci e invito per il giorno dopo a incontrarsi, ci sarebbero stati anche tutti i suoi fratelli e sorelle. Dai, vieni, si, entusiasmo, ok.
Premessa: la mia amica e i suoi fratelli erano un quintetto di esseri terribili, temibili e amabili. Io li amavo appassionatamente e li temevo assolutamente. Essendo 5 vivevano praticamente allo stato brado (naturalmente brado per i tempi, quindi erano di un'educazione che i ragazzi di oggi manco se la sognano per scherzo), i più grandi badavano ai più piccoli e erano dediti allo scherzo come ragione di vita. La madre, donna minuscola e di ferro, reggeva la famiglia con mano ferma e dolci sorrisi. Si mangiava a caso, si giocava con passione lanciandosi i fratellini piccoli (3 anni e mezzo e 2 anni) dentro ad un enorme camion di plastica. Io andavo spessissimo a casa loro, eravamo state insieme in 4 e 5 elementare e nonostante poi avessimo fatto le medie e il liceo in scuole diverse, ci siamo continuate a frequentare assiduamente perlomeno fino ai 15 anni. Non nego che ero anche molto interessata al secondo fratello, secondo me bellissimo e sexy (e tuttora è niente male).
Poi ci siamo un po' perse di vista, lei è andata a vivere in Olanda, ha un dolce compagno e da poco marito che di mestiere fa il criminologo.
Ci siamo reincontrate negli ultimi tempi a causa della malattia del padre che l'ha fatta venire più spesso in città e ci siamo trovate assolutamente uguali, con lo stesso piacere di chiacchierare e di raccontarci le nostre storie. Più o meno facciamo un lavoro simile e quindi anche dal punto di vista professionale abbiamo interessi comuni.
Insomma, ho accettato l'invito con entusiasmo e poi domenica mattina, mentre cazzeggiavo per casa dedita alla maschera viso, doccia, massaggio ed altro (visto che per 4 giorni sono single) mi sono guardata allo specchio canterellando "oggi vedo M.T. e i suoi fratelli, la la la" e poi ho realizzato: i suoi fratelli, quelli che mi cantavano " le scarpe tu ce l'hai, perchè non te ne vai, perchèèèèèè?", quelli che mi facevano scherzi feroci, che si lanciavano battute incomprensibili alle mie spalle, oddio, sono proprio proprio sicura che voglio incontrarla con tutti i suoi fratelli?
E poi mi sono detta, che diavolo, ho 50 anni, ancora devo avere paura della truppa B.? Coraggio, vado.
E sono andata. C'era solo lei all'inizio, fantastico. Chiacchieriamo, dopo un po' arriva un signore e 2 bambine deliziose, saluto tendendo la mano e chiedendomi "chi sarà questo signore così compito?" e lei, capito l'equivoco, mi fa "ma questo è A.!" Ussignur, non ce l'ho fatta, mi è venuto dal cuore l'urlo di orrore: "Che cosa avete fatto di quel bel bambino biondooooo????!!!! Chi è questo signore con pochi capelli grigi??" Cazzo, e se lui è così, io che sono, mia nonna???? Poi il signore distinto ha sorriso e io ho riconosciuto che sì, sotto i capelli grigi e i modi compassati c'era il bambino biondissimo di 9 anni che mi ricordavo io.
E poi sono arrivati piano piano gli altri fratelli e sorelle e io sono stata benissimo e ridendo a crepapelle ci siamo raccontati che mi terrorizzavano tutti insieme e ci siamo raccontati di come siamo ora e di cosa facciamo e tante altre cose e abbiamo deciso di cenare insieme e siamo venuti un momento a casa mia, abbiamo saccheggiato il frigo (avevo una lasagna gigante) e ce ne siamo tornati a casa loro e abbiamo mangiato e bevuto e riso ancora.
Amica mia, che abiti lontano lontano, che vai e che torni, che hai fratelli fantastici, che mi affascinavi da piccola per come mangiavi, per come camminavi, per come sembravi sicura di te (e mi hai detto che non eri così sicura), per i tuoi capelli lunghi che hai ancora, ti ritrovo uguale, con lo stesso sorriso, lo stesso entusiasmo e mi guardo e mi vedo anch'io uguale e allegra e piena di vita e nello specchio mi sorrido e ti sorrido.
Amica mia, ho ancora voglia di vederti e di ascoltarti. Mi hai detto ridendo che se scriverò un'autobiografia tu e i tuoi fratelli farete la parte dei cattivi e allora lo scrivo adesso e adesso lo dico a tutti (a quei pochi che leggono questo blog): a 12 anni mi terrorizzavate e mi affascinavate e eravate 5 terribili mostri, adesso mi affascinate ancora e non mi terrorizzate più. E se sono caustica e amo fare battute maligne, e se rido forte e se vivo con entusiasmo, anche a voi cinque spetta un po' di merito, e dentro di me un po' di voi me lo sono portato dietro.
E se uno dei miei sogni da ragazza era avere un sacco di figli e una famiglia numerosa, il merito è vostro, della vostra allegria e del vostro amore reciproco, così evidente e così contagioso. Poi non è andata così, ma l'amore che ancora vi portate l'un l'altro e l'allegria che tuttora vi contraddistingue anche nei momenti più difficili mi è rimasta dentro. E mi accompagna. Hai visto amica mia che l'autobiografia di cui anche voi siete protagonisti non è stata tanto terribile?
E, alla faccia di Faccialibro, incontrare gli amici dal vero non ha prezzo ed è tutta un'altra cosa!

lunedì 2 marzo 2009

Disastri remunerati...

Dovete sapere che da quando mi sono trasferito, ho partecipato al lavoro a una serie di progetti piuttosto impegnativi che generalmente hanno avuto stranamente successo. In particolare, lo scorso aprile, ho fatto parte del team di supporto tecnico per una misura da fare in uno dei nostri impianti nelle solite terre dimenticate da Dio, dagli uomini e anche dagli animali... E' stato un impegno pesante: credo di aver lavorato alcune settimane consecutive anche 70 ore, compresi i weekend. Alla fine, lo stress è stato ricompensato dal risultato che ha reso felici noi, i nostri clienti e il management tutto... Ci è uscita anche una cena e non ce ne è da lamentarsi quindi...

Però (e ci voleva perchè in un mondo perfetto la noia impera...), la medaglia ha avuto un rovescio. Di tutto l'equipaggiamento del valore di alcune centinaia di migliaia di euro, i pezzi che si sono salvati da morte violenta, precoce, definitiva e dolorosa, si sono potuti contare sulle dita di una mano. Ho trovato rotto finanche quello che non si era rotto mai in più di dieci anni di esercizio. Mi sono sorpreso a dubitare di ogni cosa che avesse fatto parte della precedente spedizione, il più delle volte scoprendo con terrore che il dubbio era ben più che legittimo...

Ogni mattina, rivedendo un pò l'inventario in prospettiva della mia capagna di test con lo stesso equipaggiamento, mi scopro a sudare freddo che qualcos'altro sia ormai peggio che in fin di vita...

Se si esclude il fatto che si è ottenuto un risultato accettabile, il disastro della missione è evidente, perchè ammucchiando tutto quello che è buono per la discarica, già avremmo riempito uno scomodo camion...

Chissà come me la caverò io in simile frangente... Forse è il caso di iniziare a pensare a una assicurazione!

domenica 1 marzo 2009

I telefilm e il tempo: storia filosofica della vita...


Tra le numerose ossessioni che mi contraddistinguono, c'è sicuramente il mio rapporto malato con i telefilm di ogni tipo che la tv ci propone settimanalmente... Tutto iniziò alcuni anni addietro con ER. Restio da sempre al lanciarmi nella visione di lunghi serials perchè avrei potuto tradirli per qualche film, per un pò di tempo non guardai neanche una puntata di ER. Metà della prima serie mi passò inosservata, con questo titolo ignoto del lunedì/martedì sera di Raidue...

Poi il dramma. Una sera particolarmente povera, mi ritrovai in compagnia di Dr. Greene, Dr. Ross & company, a salvare virtualmente vite nel pronto soccorso dell'ospedale di Chicago... E da allora sono diventato un maniaco: ogni settimana, la sera di ER, mi facevo negare a telefono, non mi attaccavo al computer, mangiavo di corsa e non mi si poteva parlare. Una follia irrecuperabile dalla quale ho faticato duramente a riprendermi. Ma complice il decadere della qualità della serie (fino alla 5/6 è stata sempre fonte di goduria...), ne sono uscito... Un pò come per il gioco di ruolo: ne ero diventato schiavo, al punto di investire i profondi recessi dei miei neuroni in preparazione della prossima serata di gioco, finchè me ne sono reso conto e ho capito che dovevo allentare la presa e lasciare il mondo di Dungeons and Dragons al suo vivere fantastico, senza di me...

Tanti altri serials mi hanno coinvolto, non più certamente in modo profondo come gli esordi, ma mi guardo a volte dietro, e vedo che c'è un'enormità di tempo trascorso a immaginare queste vite irreali e le storie di personaggi inesistenti... Cosa farmene? Cioè, il mio tempo sta trascorrendo tra il lavoro, i telefilms e tutta una serie di altre attività umane che succhiano secondi, minuti e ore... Non me ne accorgo di solito, eppure quando questo pensiero si affaccia alla mia consapevolezza, l'inquietudine mi sovrasta. Il sapere che ci sono altre cose più importanti, forse più belle, che dovrei cercare di fare, mi lascia devastato... Sapere di non avere un tempo infinito, è poi il punto più doloroso di tutta la faccenda...

Ed ecco però che la filosofia, nella sua incarnazione razionale, mi viene in aiuto. Mi pone perentoria la domanda specifica: quali sono le cose più importanti, più belle, che dovrei fare? Riesco a definirle? Passare del tempo nel cercare di individuarle renderebbe la mia esistenza migliore o più soddisfacente? La risposta è incerta e non definitiva, come tutte le ipotesi filosofiche che si rispettino: è opinabile, e resta quindi impossibile darsi un obiettivo che possa sovrastare ogni perdita di tempo, sempre che di questo si possa parlare... Certo c'è di meglio, certo c'è qualcosa di bello, ma faccio la scelta di godermi anche quel tempo perso, e di non considerarlo semplicemente buttato via, perchè spesse volte mi lascia la sensazione di aver sognato un pò, e che la mia vita, senza quella immaginazione, sarebbe molto più triste...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori