Oggi è stata una giornata particolare: senza alcuna ragione mi sono sentito di buon umore, quasi in vacanza, divertito dal lavoro e da tutto quello che ci girava intorno... Però ve la racconto perchè è stata costellata di eventi anche piuttosto comici, che mi fanno pensare che le sorprese ci possono essere sempre, e che quando mi riapproprierò di un pò di razionalità, ritornerò a essere allegro...
Iniziata con i soliti orari: sveglia alle 6.50, solita trafila tra bagno e cucina, bus per il lavoro con nuovo disco degli U2 fin dove possibile, treno... Quindi correre verso la mensa, non per avere una pessima colazione alla tedesca e minare la sopravvivenza, ma proprio per il contrario: fare un corso sulla sicurezza. Il "piccolo" dettaglio che avevo sottovalutato (insieme al mio capo e al nostro responsabile EHS) era che il corso si sarebbe tenuto in un potentissimo Hoch Deutsch... Il docente era un uomo di mezza età, con capelli bianco panna a spazzola, camicia sportiva e jeans rigorosamente neri, e un brillocco di rilevante caratura all'orecchio... La sua spiegazione, coadiuvata dalle slide, ancora la riuscivo a seguire, ma poi, ecco che mi sono imbattuto nella impossibilità di leggere/capire/rispondere alle circa 300 domande del test finale. Sono certo che ce l'avrei fatta anche senza studiare il materiale di 200 pagine se tutto fosse stato in inglese, perchè i quesiti, osservando le risatine dei colleghi, dovevano essere molto ridicoli... Però quando ho visto che il fiume in piena di parole era delle dimensioni del Rio delle Amazzoni, ho deciso che dovevo fuggire... Mi sono armato di coraggio e ho fatto in modo di essere cancellato, in attesa del prossimo corso in inglese, usando il mio scarso fascino sulla brutta Cornelia, dotata di due inquietanti occhi radar di colore tendente al bianco... La mia fuga mi ha messo allegria, e in ufficio me ne sono andato ballonzolando al ritmo di Reginella... Ho lavorato poco, lo ammetto, ma ho concluso qualcosa, e va sempre bene...
Poi ecco la scena madre. Alle 18.27 scendo nello spogliatoio per cambiarmi dagli abiti aziendali e recuperare un aspetto da civile e non da soldato della potenza francese delle turbine... Alle 18.30 sono fuori dallo spogliatoio in direzione Portier 2, l'uscita secondaria a fianco della stazione che uso di solito. Mi accorgo che qualcosa non va al cancello per 2 motivi. Il primo è che vedo degli uomini tornare indietro in direzione opposta alla stazione scuotendo il capo. Il secondo è che il cancello è chiuso. Il mio treno è Svizzero fino a un certo punto, perchè ha 3 minuti di ritardo canonici, ma sono le 18.33, lui è alle 18.37, c'è da decidere... Senza indugio una donna che mi appare come una discreta montanara, rapidamente scavalca... Conscio delle mie scarse doti atletiche cerco una via più facile, ma non ce ne sono. E in un istante sono sulla cima del mio piccolo Everest. Cerco un appiglio per scendere e non rimanere lì sopra fino a domattina e fortunatamente il piede incoccia un ferro orizzontale. Scendo sano e salvo dal cancello svizzero (che siccome trattasi di paese sicuro è altro circa 2 metri e mezzo...) e corro al treno. Ci salgo ridendo, e parlando con un indiano simpatico che mi riappacifica con la nazione dopo le esperienze degli ultimi tempi con il collega brahmino... Sono fuggito dal lavoro, e inizia una vita libera... Fino a domattina...
Iniziata con i soliti orari: sveglia alle 6.50, solita trafila tra bagno e cucina, bus per il lavoro con nuovo disco degli U2 fin dove possibile, treno... Quindi correre verso la mensa, non per avere una pessima colazione alla tedesca e minare la sopravvivenza, ma proprio per il contrario: fare un corso sulla sicurezza. Il "piccolo" dettaglio che avevo sottovalutato (insieme al mio capo e al nostro responsabile EHS) era che il corso si sarebbe tenuto in un potentissimo Hoch Deutsch... Il docente era un uomo di mezza età, con capelli bianco panna a spazzola, camicia sportiva e jeans rigorosamente neri, e un brillocco di rilevante caratura all'orecchio... La sua spiegazione, coadiuvata dalle slide, ancora la riuscivo a seguire, ma poi, ecco che mi sono imbattuto nella impossibilità di leggere/capire/rispondere alle circa 300 domande del test finale. Sono certo che ce l'avrei fatta anche senza studiare il materiale di 200 pagine se tutto fosse stato in inglese, perchè i quesiti, osservando le risatine dei colleghi, dovevano essere molto ridicoli... Però quando ho visto che il fiume in piena di parole era delle dimensioni del Rio delle Amazzoni, ho deciso che dovevo fuggire... Mi sono armato di coraggio e ho fatto in modo di essere cancellato, in attesa del prossimo corso in inglese, usando il mio scarso fascino sulla brutta Cornelia, dotata di due inquietanti occhi radar di colore tendente al bianco... La mia fuga mi ha messo allegria, e in ufficio me ne sono andato ballonzolando al ritmo di Reginella... Ho lavorato poco, lo ammetto, ma ho concluso qualcosa, e va sempre bene...
Poi ecco la scena madre. Alle 18.27 scendo nello spogliatoio per cambiarmi dagli abiti aziendali e recuperare un aspetto da civile e non da soldato della potenza francese delle turbine... Alle 18.30 sono fuori dallo spogliatoio in direzione Portier 2, l'uscita secondaria a fianco della stazione che uso di solito. Mi accorgo che qualcosa non va al cancello per 2 motivi. Il primo è che vedo degli uomini tornare indietro in direzione opposta alla stazione scuotendo il capo. Il secondo è che il cancello è chiuso. Il mio treno è Svizzero fino a un certo punto, perchè ha 3 minuti di ritardo canonici, ma sono le 18.33, lui è alle 18.37, c'è da decidere... Senza indugio una donna che mi appare come una discreta montanara, rapidamente scavalca... Conscio delle mie scarse doti atletiche cerco una via più facile, ma non ce ne sono. E in un istante sono sulla cima del mio piccolo Everest. Cerco un appiglio per scendere e non rimanere lì sopra fino a domattina e fortunatamente il piede incoccia un ferro orizzontale. Scendo sano e salvo dal cancello svizzero (che siccome trattasi di paese sicuro è altro circa 2 metri e mezzo...) e corro al treno. Ci salgo ridendo, e parlando con un indiano simpatico che mi riappacifica con la nazione dopo le esperienze degli ultimi tempi con il collega brahmino... Sono fuggito dal lavoro, e inizia una vita libera... Fino a domattina...
4 commenti:
...Decisamente una giornata movimentata, sotto vari aspetti...
Ricordo ancora la stazione ad un tiro di sasso dal cancello d'ingresso, e il freddo che faceva quando andai a prendere il treno all'alba per tornare in Italia la prima volta che venni in terra elvetica...
stai attento, non fare imprudenze
Azz...questi treni svizzeri. Puntuali anche nel ritardo!
Quella del collega brahmino mi manca...
Del collega brahmino e delle caste indiane parlerò in un prossimo post... Intanto posso comunque dire che anche contare sui ritardi svizzeri è una pessima idea: ieri un collega ha letto sul tabellone che il treno aveva 8 minuti di ritardo, ha rallentato il passo e il treno se ne è andato tranquillamente... Le ferrovie svizzera, anche quando devono, è difficile che facciano ritardo!
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