sabato 31 ottobre 2009

La sindrome dell'essere di troppo

Questa é una sindrome comune, eppure ci sono molti che ne sono immuni. Proprio per questo é una sindrome, perché ci sono le eccezioni. Personalmente la vivo, ma non divagherò su me stesso, perché mi interessano i contorni della patologia.
La sindrome dell'essere di troppo ti prende spesso e a tradimento. Non necessariamente qualcuno ti innesca la sensazione che i conti non tornino. Spesso autonomamente le situazioni si presentano strane e allora un malessere si diffonde dallo stomaco. Si inizia a cercare affannosamente una via di fuga, ma soprattutto inizia a rombare sordo il tuono della rabbia di sentirsi costretti in un punto dove non si vorrebbe essere, e ancor peggio non si comprende come ci si sia arrivati. E tanto tuonò che piovve, ci si inizia a divincolare con le scuse più improbabili, spesso anche ridicolmente, e incapaci di esprimere a parole una sensazione che viene dalle viscere e dolorosamente sale...
La sindrome può essere innescata dal comportamento altrui, dal proprio essere antisociali, dal mero discorso della disparità numerica e della asimmetria. I primi due sono fattori profondamente soggettivi, mentre gli ultimi, essendo legati alla matematica e alla geometria, hanno la loro oggettività. Essendo però la sindrome legata a un tratto caratteriale del tipo timidezza, insicurezza, insofferenza, non c'é modo di prevedere quando il fenomeno si verificherà e quale sarà il livello di sopportazione prima di trovare la giusta chiave di fuga. Più la si tira per le lunghe, più la possibilità di iniziare più o meno segretamente a bestemmiare si accresce. Gli ignari astanti, in base alla loro sensibilità possono fare un tentativo di rimettere le cose al loro posto, ma solo i migliori hanno la possibilità di interferire positivamente per frenare o eliminare l'impulso di conservazione della propria sanità mentale. Alla fine la sindrome é un duro coacervo di solitaria introspezione e carenza associativa: in altre parole un rompere le palle a se stessi e agli altri facendo anche in modo che sia chiaro a tutti!

lunedì 26 ottobre 2009

La fortuna bussa ad Arcore...

Ormai ben più di un anno addietro, incontrai in un corso un personaggio che da vicino mi ricordava quel giocoso gigione del presidente del consiglio italiano. Non mi fu simpatico, a cominciare dal suo accento, pur se lo reputai subito un gran venditore di fumo... Il mondo ne é pieno, ma quelli con la stoffa sono pochi...
L'ho rivisto spesso sulla via del ritorno a casa, notando però in lui un continuo ridimensionarsi in un profilo meno appariscente. La mia consapevolezza del fuoco sotto la sua cenere, mi ha reso diffidente, e quindi mai più ho scambiato due parole con lui. Nel tempo ho riconosciuto una pericolosa somiglianza anche fisica con il nostro cavaliere, e credo che con lui ci siano molti punti di contatto, compreso il fascino esercitato sulle donne. Infatti la nuova scoperta nell'indagine casuale sul personaggio, é stata il suo matrimonio. Anch'egli dotato di limitata altezza come il premier (e più modestamente il sottoscritto), si é accasato con una alta e devo riconoscere anche bella donna di origine orientale. Lei lo sovrasta in termini di centimetri, ma soprattutto in finezza. Infatti, il nostro, ha in sé quel germe di grossolanità tutta italica che lo rende perfetto per qualche ministero, ma alquanto smaccato per la via. Per esempio, pur riconoscendo l'importanza del contatto fisico, la sua toccata di sedere in diretta nel bus e la sua indifferente soddisfazione, mi hanno convinto che il suo livello non molto si discosti da quello del ben più famoso magnate...
Si può facilmente argomentare che la mia é tutta invidia, ma alla fine della fiera, questa supposizione mi lascia indifferente. Non potrò mai essere come lui, é evidente, ma c'é anche da domandarsi se sia questa perdita di ridondanza un danno per l'umanità. Io continuo a dirmi di no...

domenica 25 ottobre 2009

La ricerca di lavoro....


Cercare lavoro è un gran lavoro. E' faticoso, impegnativo in termini di risorse mentali, richiede perfezione e volontà oltre a una dose di concentrazione per cogliere l'occasione giusta. Poi il tempismo e la reazione immediata. Insomma per trovare lavoro, tutto sommato, devi essere un ottimo lavoratore...

E questa è l'ipotesi. Poi però c'è il lato oscuro della storia. Se veramente un lavoro lo si desidera, bisogna passare i colloqui. Per farlo, è necessaria una sana dose di esperienza e una quantità acconcia di faccia tosta. Bisogna infatti saper dare le risposte giuste alle domande che costantemente si presentano uguali a se stesse e altrettanto solo molto parzialmente utili a capire chi si ha di fronte. Non è un giudizio severo questo: in fondo è solo una approssimazione possibile di una indagine inevitabilmente compressa in pochi minuti e che deve portare alla piena conoscenza di una persona. Non sempre le risposte giuste corrispondono alla verità, ma con il tempo si capisce che è meglio che ci siano molto, molto vicine, nell'interesse di tutti...

Quando si trova un lavoro, anche se ci piace, capita di dover valutare dove si è. E per farlo, ricomincia quella ricerca e quella sequela di eventi che ci mette alla prova. Un test, una serie di quesiti e una ricerca della motivazione. Ma è un gioco che può divenire divertente. Lo può se ci si rilassa un pò, e con sguardo disincantato, si trova un gusto di confronto con se stessi più che con controparti non sempre all'altezza di darci un giudizio vero...

venerdì 23 ottobre 2009

Resoconto di un viaggio esotermico

L'uomo é un animale esotermico: nelle sue reazioni genera calore. Personalmente io ne genero molto e con molto consumo energetico... Ne genero nel muovermi, dove mi basta poco per raggiungere una temperatura di cottura a vapore. Produco calore finanche nel mio stare immobile nel letto, certo complici i riscaldamenti svizzeri da sempre a palla. Ma soprattutto io sono uno di quelli che prende fuoco. Di fronte a momenti di rabbia e di sconcerto, prima mi sale il sangue alla testa colorandomi porpora, e poi mi agito freneticamente con gambe e mani per allentare lo stress. Per poco non inizio a sbattere le orecchie tipogli elefanti che così riescono ad attenuare il calore... Oggi ho emesso come una nana bianca, decisamente innervosito mi sono messo in rotazione come un elettrone a spin 1/2... Nessun risultato apprezzabile. Nessuna conquista, ma solo una grande emissione di energia che aumenterà l'entropia dell'universo che speriamo regga ancora un bel pò...

P.S.: Mi perdonino i tecnico/scientifici per il pasticcio, ma mi piacevano le immagini... :-)

mercoledì 21 ottobre 2009

Im Zentrum

Sto esplorando la nuova località che mi fa da casa con una certa curiosità. Assuefatto ormai alla vita da Maniero che per sua natura é abbastanza isolata, sono sconcertato di fronte a una realtà dal punto di vista degli orari molto più confortevole. Infatti i supermercati restano aperti fino alle 20, cosa impensabile in buona parte della Svizzera, e anche nei modesti dintorni del Maniero, d'inverno effettivamente un pò cupo...
Nell'arrivo inesorabile dell'inverno, c'é un pò di conforto nelle luci distribuite intorno a me. Ne sono contento, e mi fa piacere non essere capitato in qualche oscuro recesso di mondo... Contropartita é il ritorno impietoso della "Sindrome dell'Action": ieri mi sono trovato tra gli acquisti un pacco da 2kg di pasta che era assolutamente non necessario. Con orrore ho scoperto che era in una fortissima action... Ma il problema é l'inconsapevolezza meccanica dell'acquisto. Speriamo che un giorno non mi trovi una confezione da 100 di preservativi Discount...

martedì 20 ottobre 2009

Meeting infiniti

Oggi ho fatto 9 su 10 ore di meetings. Significa 10h parlando in inglese di cose tecniche, con un gruppo di svariati ingegneri dal diverso intelletto...

Ne esco stanco, ma tutto sommato non insoddisfatto di me. Certamente ho commesso qualche errore, ma senza di essi non si migliora... Parlare resta una capacità importante: passare messaggi corretti una qualità da non trascurare ma da esercitare... Eppure dopo ognuno di questi incontri c'è il momento di raccogliere idee e commenti e quando questo non avviene resta una esperienza un pò a metà... Oggi infatti il meeting è stato infinito, ma non concluso, con un progetto che sembra dipanarsi per i prossimi anni e un altro nel quale non sono direttamente coinvolto e che pure mi interessa...

Quello che mi piace di questi incontri è essere seduto a capotavola in veste di gestore. Lo so che forse è un pò megalomane, ma in questo ruolo mi ci vedo bene, colto dalle mie manie di ingegnere che vuole gestire, indicare e guidare, più che eseguire...

Ora che scrivo, mi gira alquanto la testa alla ricerca furibonda di un cuscino su cui appoggiarsi in via definitiva per le 7 ore di ordinanza. Ma quando arriva il weekend? Dopo il prossimo meeting?

lunedì 19 ottobre 2009

Nella stanchezza la luce...

Ieri ho ultimato il trasloco dal Maniero alla mia nuova residenza temporanea. É stata un'impresa di non poco conto. Credo che lo sia stata perché sono sempre quell'ingegnere maniacale di cui altre volte ho parlato, e ho dovuto mettere tutto in ordine come se fosse un progetto di lavoro. Il risultato é stato attenzione ai dettagli, organizzazione e protezione dagli incidenti possibili. Insomma un nuovo spasmodico esercizio. E questa volta ho avuto una netta e profonda sensazione di non sapere perché lo facessi. Non era per soldi, non per soddisfazione, neanche per necessità vera e propria. É stato per dovere. Per dovere verso me stesso, per non sentire l'ansia che il mio mondo potesse essere intaccato da mani ignote, in quella certezza che il vetro soffiato della mia campana regga a un nuovo urto...
Mentre oggi viaggio stanco verso il lavoro, sento un assordante silenzio cerebrale... Non credendo alle coincidenze, so che le onde che si infrangono sulla spiaggia delle mie sinapsi preludono ad una mareggiata. Forse mi ritroverò in mano un martello per infrangere il mio vetro temperato e sarà giusto così: al di là di esso credo ci siano nuovi colori...

giovedì 15 ottobre 2009

Cronache...


E' un periodo difficile questa settimana. Lo è in maniera prevedibile. Lo è perchè starò fuori Maniero per un pezzetto e quantunque sappia di andare in un luogo dove sarò bene accolto, non potrò tornare la sera e sbracarmi a mio piacimento... Insomma non potrò assecondare le mie piccole e grandi manie...

Ma al di là di questo, sento l'agitazione crescere, e come una molecola riscaldata, inizio a dibattermi oscillando intorno alla mia posizione di equilibrio. Anche questo era prevedibile, ma la prevedibilità delle cose, non sempre si tramuta in una loro migliore accettazione. Nessuna o poche contromisure sono possibili contro se stessi: si può cercare di non innescare gli altri, ma contro il proprio subconscio (che come dice il nome non è pienamente consapevole di se stesso) non è possibile lottare. E' come dare di spada a un fantasma: si colpisce a vuoto.

Hanno montato le impalcature fuori alle finestre oggi. E' stato traumatico trovarle: mi hanno aumentato l'ansia da fuga. In più non ho ancora finito nè la valigia nè i pacchi. C'è tempo, ma mi sentirei molto pacificato se non dovessi pensarci più. So però che sabato tutto prenderà una nuova piega, con il trasferimento del televisore e delle valigie. Anche il mio Pccino ovviamente mi seguirà: la mia salute mentale potrebbe essere irrimediabilmente danneggiata dall'astinenza...

E tutto ciò per citare un titolo: "Cronaca di una morte annunciata". Nel mio caso "Cronaca di un allontanamento forzato"...

Psicologia, sorrisi e lacrime

Io ho una psicologa. La mia psicologa è morbida e bella. Ed è mia. Ok, solo un pochino. Però per quel pochino si.
Stasera ho notato una cosa comune fra noi pazienti della mia psicologa. In effetti me ne ero accorta da tempo ma stasera è venuto su come una bolla d'aria nel mare. Per spiegarvelo però devo prenderla un tantino larga (non tanto però, non preoccupatevi).
Intanto meglio sfatare un mito: non si va in terapia perchè si è matti come cavalli (vabbè, io si, ma mica tutti). Se ti fa male un callo vai dal podologo, se ti fa male la pancia vai dall'internista, a me faceva male l'anima e sono andata da lei. Ci puoi andare perchè hai un piccolo piccolissimo problema oppure perchè sei finito in una stanza buia e non trovi la porta, ma una volta che ci sei arrivato comincia l'avventura. Ed è davvero una bella avventura.
Oddio, è bella se trovi bello attraversare il Sahara con una sola borraccia d'acqua oppure fare una passeggiata in Siberia nudo e senza scarpe. In effetti è un po' come farsi strappare la pelle un pezzetto alla volta, o meglio è come strapparsi da soli la pelle con i denti un pezzetto alla volta. Si sanguina parecchio e fa pure male. Però ...
Però è bello lo stesso. Vuoi mettere quanto arrivi dall'altra parte del Sahara? E' fantastico, altro che bello. Certo, nella traversata ho pianto un sacco, ho brancolato nella stanza buia in cerca della porta infinite volte, senza trovarla. Ho girato in tondo ancora e ancora e ancora tastando i muri della prigione con le dita. Ho battuto sulle pietre ancora e ancora e ancora.
Ma non mi sono arresa e soprattutto non si è arresa lei, che probabilmente mi ha guardato tediata le infinite volte che ho girato attorno mancando ogni volta l'uscita. E sai le palle vedere qualcuno che non trova qualcosa che è lì, proprio davanti al suo naso? E sai quanti ce ne sono che girano attorno come me? Ufff! Ma la mia psicologa è una tosta. E in questi anni (non mi ricordo quando ho iniziato, forse nel 2004, non lo so più, ma insomma è un bel po') non mi ha mollata mai. Mi ha preso a calci, mi ha dato buffetti, mi ha consolato, mi ha guardato schifata, mi ha parlato, mi ha scacciato, mi ha abbracciato, mi ha cullato, mi ha scrollato, insomma ha fatto di tutto con me e per me, senza mollare mai. Nei miei sproloqui e nei miei silenzi.
Adesso andare da lei è bello davvero, io sono pronta a spiccare il volo ma mi piace riposare come un uccellino sul suo dito, guardandomi attorno e scrollando le ali. Ancora un po'. Adesso si ride un sacco e recito per lei i miei migliori sceneggiati, le mie migliori pieces, perchè mi piace vederla ridere e soprattutto perchè oggi recitare per me non è più una costrizione ma un piacere che posso prendere e lasciare. Tutto questo per dirvi una cosa.
Entrando e uscendo dallo studio spesso ci si incontra fra pazienti, uno che entra e uno che esce. E tutti noi ci guardiamo di sottecchi e ci salutiamo. E tutti, praticamente tutti, anche nei momenti peggiori, ci sorridiamo. In tralice, apertamente, dietro una sciarpa, con gli occhi, con le labbra, ci sorridiamo. Come se tutti, ma proprio tutti, covassimo il recondito pensiero e in fondo fossimo sicuri che lei ci porterà fuori dai nostri bui e ci farà vedere il sole.
E' forte la mia psicologa.

mercoledì 14 ottobre 2009

Ortolani e cetrioli

Oggi ce ne stavamo belli tranquilli in ufficio a studiare come infilare nel megasoftware un nuovo tipo di progetti, provando, litigando e ridendo, quando irrompe il tipo che da noi passa per essere quello che vale quanto il due di coppe quando la briscola è a spade.
Il tipo è profumato quanto una puzzola arrabbiata, ha la testa pelata piena di zelle (croste, bleah) che si gratta continuamente facendosi sanguinare il cranio, insomma è disgustoso, ripugnante e pure importuno. E ci comunica festante (lo odio) che alcuni di noi avrebbero dovuto sostituire un importante personaggio istituzionale ad una conferenza.
E ci guarda ghignando. Io ho visto il cetriolo ronzare intorno a noi, vibrando di goduria al pensiero che tra pochissimo avrebbe infilzato l'ortolano. Zzzz, zzzz, zzzz e voilààààààà!
Come al solito l'ortolano sono io e il cetriolo è piombato nel posto canonico del suddetto. Ma quando si sarebbe tenuta la fatidica conferenza?? Alle 15!! Ok, ok, ma di che giorno?? Ma di oggiiiii, ovvio.
Erano le 12. Già. Io ero vestita in jeans, capelli sporchi, niente trucco. Ma vaaaaiiiiiiii!!! E naturalmente avrei dovuto portare una presentazione con slide. Ma siiiiii!! E adesso immaginate Fantozzi che dice con tono profondo: 25 slides, contenuti chiari, gusto pulito.
Ecco fatto. E mettete insieme le 25 slides, i capelli spioventi sulla faccia, il cetriolo, l'ortolano e immaginatevi voi il mio umore. Bello, no?
Naturalmente la puzzola ci ha anche detto: ma ci saranno 4 gatti, ma che volete che sia, etc. etc. etc., perciò non vanno i capi, e ancora e ancora e ancora.
Risultato: sala da 1200 persone piena zeppa, convegno nazionale (e non riunioncina familiare), megaschermo 8 metri per 3, super palco / pedana gigante con 4 relatori 4: il mega assessore galattico (quello a cui urlano faccia di **** e altre piacevolezze), il mega coordinatore del super progetto in questione, il mega dirigente dell'istituzione e io, piccola, capelli spioventi e vestita in maniera improbabile che porge alla platea i saluti del mega animale istituzionale che sono venuta a sostituire. Ma .... grande intervento!!!
E adesso immaginatevi la mega mangiata di ca@@o che si sono fatti i miei capi per non essere intervenuti e per aver mandato me. E mi hanno anche dovuto dire grazie.
E son soddisfazioni!!!! Per non parlare dei due bei giovani in mezzo ai quali ho fatto il viaggio in taxi.

martedì 13 ottobre 2009

Lo studente svogliato...


Questo è un duro mea culpa. Una triste presa di coscienza al limite dell'anonima autudenuncia. Sono diventato uno studente svogliato.

Breve storia del mio percorso educativo: 1 anno o poco meno di asilo (causa terremoto), 5 anni di elementari al massimo livello. 3 di medie senza rivali. 5 di superiori con voti impressionanti, ma finiti in modo abbastanza ignominioso. 7 anni di università, che tutto sommato per la mia facoltà di ingegneria elettronica non sono da buttare, con una media a mio modo di vedere normale, ma a giudizio di molti che tenevano in conto soprattutto i tempi, ben più che dignitosa. Lo so che provenendo dal sottoscritto, tutto ciò potrebbe sembrare esagerato, ma specialmente su uno spettro di materie ampio, sono sempre stato bravo...

Ho dato molto peso a quello che c'era da fare. Potevo non essere perfetto, ma la costanza imperturbabile con cui studiavo, macinava buona impressione. Non mi sono mai posto la domanda se avessi voglia o meno di studiare. Ho sempre fatto tutto perchè dovevo, senza discutere con nessuno e tantomeno con me stesso... In definitiva, l'unico momento dubbioso è stato l'esame di maturità, quando non volevo altro che chiudere un ciclo e pensavo di farlo senza un vero sforzo. Mi è rimasto l'approccio duro anche nel lavoro, e credo questo sia il mio lato positivo che meglio si concilia con le aspettative di capi e aziende...

Però devo arrivare alle note dolenti. Ciò che mi ha sempre infastidito e che ho considerato nei tempi andati la peggiore offesa, era il sentirsi dire: sei svogliato. Quanti ne ho visti di indolenti attratti solo dalla distrazione e mai interessati a storia, geografia, matematica. Li ho guardati con un certo disprezzo, misto certo anche a un inconsapevole pizzico di invidia per un approccio più divertente e divertito e meno serio del mio... E oggi, nel guardare desolatamente i miei libri di tedesco, capisco di essere diventato uno di loro. E' doloroso capire che non riesco più a applicarmi a una cosa con l'attenzione di un tempo e che particolarmente rifuggo lo studio di regole e dettami della lingua immergendomi in Facebook o scrivendo sul blog...

E' penoso essersi ridotti a studenti svogliati. Ma è anche un segno di quella incipiente benevola autoaccettazione dovuta all'età... E oggi, mi guardo intorno, e assieme a me di svogliati non ne vedo pochi, consolandomi da un lato e sapendoli apprezzare di più...

lunedì 12 ottobre 2009

La scoppola

La scoppola é quello schiaffo dietro la testa che arriva all'improvviso e fa quindi cadere il cappello, che nel dettaglio può essere una coppola...
Figurativamente, questa immagine é perfetta per spiegare l'uscita da casa di stamattina. Ero preparato al freddo perché in Svizzera il meteo é un must, ma non mi sentivo pronto allo schiaffone gelato. Men che meno lo ero stasera quando sono uscito dall'ufficio e ho sentito quella vocina interna che mormorava: "chi ha aperto il congelatore?!"...
Ma bisogna essere pronti a tutto, e io modestamente lo nacqui... Nel peggioramento di domani vedo anche un chiaro segno di una nuova stagione, non necessariamente una negativa... E ora, coppola in testa e maglione addosso, pronti a calcare il cappello evitando le scoppole, almeno quelle meteo...

domenica 11 ottobre 2009

Mehrspur Musikklub, ovvero il Solito Posto


Uno deve avere un "Solito Posto". Io ne ho avuto qualcuno, generalmente per poco tempo e poi abbandonato senza troppi rimorsi... Il primo che viene in mente a tutti quelli della nostra generazione è sicuramente il "Central Perk" di Friends...

Credo che l'avere un luogo di ritrovo risponda a una necessità molto profonda dell'uomo. Trattasi di quel desiderio associativo che ci spinge ad essere insieme a un gruppo di persone. E senza un riferimento che sia un punto su una mappa personale, la cosa risulta più difficile e indubitabilmente meno confortante...

Caratteristiche del luogo di incontro devono essere:

  1. Un motivo di interesse per il luogo
  2. Una certa facilità per raggiungerlo
  3. Presenze che non disturbino
  4. Flessibilità e economicità perfetti per il cazzeggio...
Ebbene io ho trovato il mio (e magari di altri) posto... Si chiama "Mehrspur Musikklub". E' un bar poco visibile a Zurigo, dove nel weekend e anche durante la settimana ci sono gruppi a fare musica dal vivo. Si può bere una cosa (ma anche solo starci seduti) e ascoltare promesse più o meno deluse della musica Svizzera e non solo. Generi misti con qualche caduta di stile, ma anche qualcosa di accettabile... Fauna varia con alcuni personaggi oggettivamente personaggi...

E poi ho trovato la mia poltrona girevole: da lì domino il locale e posso girarmi intorno a 180° senza dover neanche roteare il mio augusto posteriore... Insomma, la massima goduria...

Inizierò una seria campagna pubblicitaria del posto per riunirci tutti quelli che non hanno niente da fare e che possono invece godersi il posto in tranquillità... La mia natura organizzativa mi spinge inesorabilmente in questa direzione propositiva. Ho alcuni seguaci/corresponsabili. Magari se ne aggregheranno altri... Un nuovo treno senza rotaie, ma con spirito...

venerdì 9 ottobre 2009

L'insostenibile leggerezza .... del sedere

L'altro giorno salivo le scale per andare in ufficio quand'ecco che da dietro qualcuno mi ha pizzicato il sedere. Ma non un pizzichino, un pizzicone a mano piena. Ellalà, mi giro pronta a mollare un paccherone! Mi freno in tempo, era una collega che scherzava. Ah!
Appena salite, però, arrivate in ufficio, la giovane fanciulla ha cominciato a fare un elogio del mio sedere: e quanto è tosto, e quanto sta su e qui e lì. Devo dire che non mi ero mai soffermata sul mio sedere, forse perchè è dietro di me e quindi non è sotto gli occhi. Sulle tette si, mi ci ero soffermata, perchè sono grandi (e mi sono cresciute molto tardi), perchè sono toste (e spero lo restino ancora a lungo) e perchè sono belle (e non lo dico io, ma amici al di sopra di ogni sospetto). Ma mi stanno davanti e quindi non le posso ignorare.
Ma dopo tutti 'sti elogi del sedere, mi sono girata a guardarlo, poi me lo sono toccato e pizzicato ed effettivamente era tosto. Eh si!!
Ah! Mi si è aperto un mondo! E allora ho cominciato a tastare il sedere a tutti in ufficio, ma solo per vedere se era tosto o fiappo. Mi si è aperto un altro mondo. Sederi fiappi a destra e a manca. Sederi piallati. Non sederi. Apperò!! Due soli sederi degni di nota, uno quello del giovane macho coccolone, che insomma, se è un po' teso reagisce alla toccata e allora si che stai toccando un sedere! E un altro, oddio, che non è un sedere, è un invito. Si impenna, esulta, sfiora il cielo con una rotondità. Non è un sedere, è un proclama! E vivaddio, così devono essere i sederi. A mandolino, a mandola reale. E il mio team leader così ce l'ha. Super. Ohhh!
E dai sederi allo spirito, non so perchè, il passo è stato breve. Forse perchè bisogna solo girarsi dall'altro lato per vederli.
E il mio di spirito in una sola settimana ha trovato una strada che non mi sarei aspettata. E' come se all'improvviso un colpo di vento abbia scompigliato i pezzi di un puzzle, rimettendoli tutti a posto.
E tutto ha trovato effettivamente il suo posto, sederi, colleghi, amici, famiglia.
E all'improvviso mi sono accorta che ho trovato la misura. La misura dei sederi e delle cose. Mi sento improvvisamente giusta. Giusta dentro. Non mi sento più inadeguata, la persona sbagliata al posto sbagliato e nel momento sbagliato. Che dice le cose sbagliata, che veste sbagliata, che è sempre un po' sopra o un po' sotto le righe.
No, all'improvviso ero giusta, con la giusta misura. Sapevo cosa fare, come farlo e cosa dire. Solo che ... dico e faccio le stesse cose, ma questa volta sono giuste. Perchè ci sto bene io.
Per tanto tempo ho cercato fuori di me le cose per essere felice o triste o seria o importante o professionale. Ma come siamo sciocchi a volte. Cerchiamo le cose nel posto sbagliato. E per questo mi sono sentita sbagliata. E' bastato girare lo sguardo e tutto era lì. Solo che non era fuori di me, era dentro.
I limiti, il senso, la serenità, l'allegria, la tristezza. Era tutto lì. Dentro, non fuori.
E quella bambina che mi sono portata dentro per tanto tempo, a cui non riuscivo a pensare senza piangere, che mi sembrava così sola e così triste, che dipingeva sola con gli acquarelli, quella bambina mi ha dato la mano.
E mi sono ricordata di tanti momenti belli, mi sono ricordata che quella bambina è stata anche felice, ha avuto amiche, ha avuto sorrisi. E zie e zii che le hanno voluto e le vogliono bene. Che ci sono.
Ho sorriso e mi ha sorriso. L'ho presa per mano e non ho pianto. Solo ho avuto i brividi e li ho anche adesso. E tutta l'energia che ho disperso è tornata da me. Mi sento come una calamita. Tutto torna.
Adesso ho spazio per tutto e per tutti. Per volervi bene e per fare battute cattive. E mi sento giusta. E ho un sedere tosto.
Che dire, a volte essere soli ti dà la misura del mondo. E del sedere.

giovedì 8 ottobre 2009

Chi li capisce...


Avevo previsto il Burdell, ma sinceramente non avevo previsto la necessità di riaffermare così violentemente il proprio ruolo istituzionale. Insomma, detto che la sentenza della Corte Costituzionale rende possibili processi scomodi, la colpevolezza del Presidente del Consiglio deve essere provata e finora è innocente come qualsiasi altro cittadino italiano... Vabbè, non esageriamo, ma in principio è così.

Non è chiaro perchè mai il Governo dovrebbe cadere in queste condizioni. Finchè nessuna (nuova) condanna ci sarà, di cosa si preoccupa il Presidente? E i suoi scagnozzi poi, pensano forse che ci sarà la custodia preventiva? A parte Di Pietro che ormai ha perso ogni contatto con la realtà, cosa deve dimostrare l'uomo più amato dagli italiani? Vuole scatenare le masse perchè facciano pressione sulla Corte Costituzionale? Non sono certo che molti lo seguirebbero. Seppure, ancora una volta, l'ammirazione popolare per quel genio purtroppo tartassato dagli avversari senza che lui abbia difesa alcuna, sia grande, non molti secondo me sarebbero disposti a manifestare contro la Corte: in fondo, per la maggior parte, il suo ruolo fino a oggi era del tutto oscuro o ignoto...

E nel generale strepitare, scalciare e dimenarsi, ci sono episodi divertenti come le offese alla Bindi che risponde a mezzo tono, tutti che vogliono riempire le piazze per motivi diversi, qualcuno che cerca di defilarsi e la realtà che li mette a posto tutti...

Nel mio rinunciare a voler impegnare il cervello a sentire stupidaggini che nella loro palese inutilità ci mettono in ulteriore ridicolo con il mondo, penso alla Svizzera. Qui la politica non la seguo, ma con rammarico mi accorgo che loro seguono la nostra... E immagino il perchè non è facile per noi italiani all'estero farci rispettare pienamente. Nel ringraziare i pagliacci di turno, vi auguro una buonanotte!

Luce e Tenebra

Sono definitivamente tornate quelle mattine in cui ti svegli e il sole non é ancora sorto. Era inevitabile nel ciclo delle cose, ma non per questo la cosa é più motivante. Mi sveglio e devo affrontare non solo il tristissimo momento dell'uscita dal letto, ma anche la ricerca cieca di un interruttore della luce che non mi ferisca le iridi violentemente... Il mio solito autismo programmato, mi aiuta ad affrontare la cosa consapevolmente e per quanto possibile efficientemente, ma al corpo non si comanda fino in fondo, e il cervello rifiuta di attivare alcune funzioni cognitive fino a pranzo... I risultati sono demoralizzanti: mi sembra di essere un diesel in seconda...
Purtroppo andrà avanti così per lungo tempo, e bisogna rassegnarsi. Poi c'é anche chi ama le tenebre. Forse sono quelli per cui la giornata inizia a mezzogiorno...

mercoledì 7 ottobre 2009

Tutti uguali davanti alla legge - E via col Burdell!


Mi fa piacere che la Corte Costituzionale si sia alfine potuta esprimere contro il Lodo Alfano (cosa ci fosse di Lodevole non si sa...). Mi fa piacere perchè trovavo la cosa ingiusta e questo è perchè stasera sono calmo e non mi va di scaldarmi per una cosa che era inevitabile.

Però adesso sta iniziando il Burdell. Del tutto incapaci di accettare una qualsiasi regola democratica, il Presidente del Consiglio e la sua pletora di scagnozzi di bassa lega che si emana dal parlamento passando per tutte le fonti di informazione, hanno iniziato a sparare alla cieca. Contro il Quirinale che per dovere istituzionale sostiene la consulta. Contro i giudici della Corte, ovviamente accesi comunisti che in ogni pronunciamento lo hanno attaccato. Contro il Centro Sinistra, che sta gongolando bassamente, ma che almeno ufficialmente sta smorzando i toni. Contro Padre Pio, perchè non si è schierato al fianco di Silvio. Contro le caramelle Zigulì perchè possono andare storte. Contro Bin Laden, perchè tanto c'è sempre lui dietro a tutto!

Insomma, ci deve essere reazione indignata, senza timore di perdere quella faccia che non hanno, e chissenefrega se le istituzioni vengono dipinte con un bersaglio su cui tutti gli italiani devono poi sentirsi abilitati a sparare. E' l'andazzo malevolo dell'assenza assoluta di rispetto per ogni potere che non sia il proprio. E' un disvalore tipico non solo del Presidente, ma è un vizio antico del popolo italiano, individualista e ribelle all'autorità. Finanche all'autorità che in qualche modo ha contribuito a creare.

E la cortina fumogena del resteremo a governare 5 anni, non ci faremo abbattere... Ma chi vi vuole abbattere?!??! In fondo, non c'è mica un'alternativa plausibile. Il PD sta ancora aspettando un messia, e non mi sembra che Franceschini nè Bersani camminino sulle acque. Casini, già il nome dice tutto. E Di Pietro, vabbè, no comment...

Un nuovo spettacolo indecoroso di sguaiata reazione. Come se poi si temesse che dai processi si potesse essere condannati... Ma la coscienza del Presidente del Consiglio, non è cristallina. Non aveva giurato sulla testa dei suoi figli? Beh, tenendo conto della fine che ha fatto il suo matrimonio, forse la famiglia non è poi così sacra per lui, figuriamoci l'Italia...

lunedì 5 ottobre 2009

Lunedì a voce bassa...

Dovete sapere che ho una voce abbastanza alta. Mi si sente parlare, da lontano. Questo negli ambienti e nelle condizioni normali. Poi se vado sopra-tono, le mie corde vocali si logorano rapidamente, e resto rauco per una mezza giornata...

Ma non divaghiamo. E' stato questo un lunedì a voce bassa. Lo è stato in quanto mi sono svegliato pensieroso. La notte era già passata agitata e nel guardare il cellulare, ho capito che oggi era giornata da rifugio acustico antiatomico. Cuffiette nelle orecchie e un pò di Norah Jones ad accompagnare quella routine in treno, solo per poi farmi imprigionare nei minuti perfetti di "Where the Streets have no name"...

Mi sono accorto poi che oggi ho avuto un tono di voce profondo e virato al basso. E ho capito che se avessi avuto la benchè minima possibilità di farlo, me ne sarei tornato a casa e mi sarei riavvolto nel piumone per sentire un rassicurante caldo...

Capitano le giornate così, e non c'è da preoccuparsene. Stasera mi sento già diversamente e sicuramente meglio. Non sono uno che sta giù a lungo, pur nella mia naturale tendenza alla lamentela pietosa... Eppure i lunedì a voce bassa servono. Servono a capire di avere una dimensione intima da non dimenticare e che a usare sempre lo stesso tono non si ottiene molto... Soprattutto per parlare con noi stessi, vale la pena modulare, per raggiungere quelle corde che stanno lì, nella pancia...

Oggi

Oggi avrei voluto scrivere qualcosa. Era domenica e normalmente ho tempo, voglia e idee. Ho scritto due o tre titoli, invariabilmente cancellati. Poi ho comunicato con delle persone che volevo sentire e il tempo è ancora una volta passato veloce. Poi ho quasi finito la serie di Grey's Anatomy...

Ma sono solo scuse. Perchè in realtà c'è una ed una sola cosa che volevo scrivere stasera. Ma devo trovare le parole adatte e non le ho adesso, perchè è una cosa difficile da esprimere nella sua semplicità...

E quindi vado a dormire. Ci vado con la paura di non riuscire a spiegare quello che è successo. E, ben più grave, nell'impossibilità di capire ora se sia bello o no...

In ogni caso domani inizia una nuova settimana. L'n-ma della mia vita. Ma è nuova. Chissà...

sabato 3 ottobre 2009

Finisce sempre così...


Mi becco un raffreddore e poi ho i postumi. Finisce sempre così. Poi ci metto il carico non leggero di quella pigrizia che mi striscia dentro e che mi metterebbe a letto per giorni, e ecco che stasera ho rinunciato a uscire. Certo, i motivi "clinici" ci sono, ma tutto sommato li potevo trascurare. Potevo lasciarli cuocere nel brodo primordiale del mio liquido spinale. E invece i miei sistemi di protezione hanno fallito.

Ma tant'è, è stata una battaglia persa, non la guerra. Ogni settimana, giorno, ora, minuto, combatto e ultimamente ne ho vinte anche io. E non sono pentito di aver lasciato a quella parte di me che per troppo mi ha dominato, una vittoria di Pirro. Già il fatto di sapere di potercela fare ancora mi ridà l'energia che ho messo da parte. Tutti i miei risultati sono racchiusi in pochi secondi di vitale liberazione, e non potranno essere gli ultimi.

Ci sono una serie di piccoli tasselli che mi stanno girando intorno e sto cercando una collocazione per ognuno di essi. Sono preoccupato di non trovarla, ma due anni e mezzo fa iniziai un puzzle. Era un grosso puzzle africano con delle belle giraffe e quei colori che solo nel continente dei vasti spazi puoi trovare: un cielo che dal rosa si mutava in porpora e poi sempre più giù in quella gamma di colori senza soluzione di continuità. Lo iniziai in un momento difficile. Fu un rituale. Mi dissi: quando il puzzle sarà finito, avrò sistemato le cose della mia vita abbastanza da poterla cambiare con serenità. Andò così, non so se per semplice suggestione, fortuna o coincidenza. Oggi, virtualmente vedo davanti a me delle tessere difficili da posizionare nel nuovo schema di vita iniziato in questa esperienza Svizzera. Il verde delle montagne estive si confonde con il bianco della neve invernale, e il multicolore e multilinguistico mondo circostante ha ancora molti pezzi vuoti. Non è il momento di cambiare. Non lo è ancora. E tutto sommato non ho ancora voglia di mettere tutte le tessere al loro posto: non voglio essere sereno, forse perchè non voglio ancora andarmene...

venerdì 2 ottobre 2009

Il dolore e l'attesa

Ahi. Sento dolore. Io lo so che mi fa male vedere il mio stupido ex lui. Di più, io penso che abbia già un nuovo amore. Non che faccia nessuna differenza.
Il dolore che sento riguarda me e riguarda lui. E basta.
Riguarda la mancanza, la rabbia, l'amarezza, l'abbandono. Una fine miserabile per un grande amore. Riguarda le cose attorno a me che mi guardano attonite. Riguarda il fatto che alla fine vorrei poterlo non vedere mai più. Riguarda la speranza che si volatilizzi. Riguarda il fatto che contemporaneamente vorrei averci un rapporto normale, di normale colloquio, di normale amicizia. E vedo che non è possibile. Vedo che è tutto finito, ma proprio tutto. Vedo che per ora non posso nemmeno guardarlo, perchè mi viene da piangere. Non posso guardare i suoi ricci, nè il suo viso, nè il suo corpo. Non voglio sentire il suo odore, la sua voce.
Forse con il tempo. Forse. Per ora solo vederlo mi fa venire da piangere e mi stringe lo stomaco come in un pugno. All'inizio non è stato così.
Il primo impatto sembra sempre abbastanza sopportabile, poi realizzi e fa male. E' come quando muore qualcuno che ami. E io lo so.
Eppure non vorrei tornare al silenzio degli ultimi tempi. La mia testa mi dice che è meglio così, meglio che sia andato via, meglio che io sia finalmente libera dalla tortura del suo silenzio, dalla sua volontà di distruggere tutto. Meglio.
Ma al dolore non si comanda. Allora io farò come facevo un tempo. Immaginerò che la vita sia un fiume e che l'acqua scorra forte. Mi stenderò sul fondo e lascerò che scorra. Guardando in alto. Verso la luce e il sole. Lascerò che l'acqua scorra su di me e riposerò. Fino a che l'acqua non avrà lavato il dolore e la sofferenza e l'amarezza e la voglia di uccidere che ogni tanto mi prende. Fino a che il sole non brillerà più forte. E allora, solo allora, mi metterò seduta, tirerò fuori la testa dall'acqua e griderò la mia felicità. Di essere ancora viva, di esistere ancora e di desiderare ancora di amare qualcuno.
Ma ora no, ora mi stendo. Auguratemi buon sonno. E sogni d'oro.

Miniature: The Dark Side of the Moon

She is bright like her skin. There's a light around her and it shines blinding. But there is a dark side where unhappiness can find place. That side is looking even for a single spark which could give a new sense to her days... Maybe the light she spreads around would be enough to burn her eyes and she should not be afraid of keeping a bit of it for herself... She is the Dark Side of the Moon, but everyday day a rotation happens and, even if we from Earth will not see it, she will find her Sun...

giovedì 1 ottobre 2009

Essere il dott. House

Negli ultimi tempi mi sento molto Dott. House. Non perchè io curi gli altri, ma perchè sono massimamente intollerante degli altri e dico esattamente al millimetro quello che penso. E questo a volte è scomodo. In cambio velocizza gli scambi interpersonali. Non mentire praticamente mai è eccellente. Per l'umore innanzitutto, che non è ai suoi massimi; per il fegato, che non soffre; per la selezione delle altrui presenze e personali demoni (cito post caput mundi anzi treni); per la comunicazione, che si riduce ai minimi termini. E vogliamo mettere?
Però, nella mia massima intolleranza, da qualche parte, con qualcosa, forse il naso, boh? riesco evidente a comunicare anche una sostanziale disponibilità verso gli altri. Che non solo non se la prendono per le mie ingiurie, ma anzi sono contenti di interpellarmi per aiuti e cotillons. Mah!
Ieri per esempio ho avuto un incontro con l'anello mancante fra l'uomo e il gibbone, l'homo neanderthaliensis che si aggira nel mio ufficio dei bimbi sperduti. Ecco, richiesta d'aiuto in arrivo: che c'hai da fare?? No, normalmente faccio le trecce alle bambole qui al lavoro. Vabbè, che te serve? Non mi entra il calendario. Ah.
Considero l'essere attentamente, per vedere se posso suggerire di inserire il calendario in questione in qualche opportuna parte anatomica. Ma no, 'nduma va. La soluzione dell'homo è che il sistema informatico sbaglia. Gli espongo il difficile concetto che più probabilmente sbagliano o lui o l'ente che espone il calendario suddetto. Conto, sommo, guardo e gli strillo: attacca le puntine delle sinapsi, qui ci sono 40 ore e tu tenti di infilarne 42. Mi guarda con occhio vitreo e attonito. Esasperata, gli ingiungo di dettarmi il calendario che glielo infilo io (e so esattamente dove). Ok, lui detta. E non sbaglia anche a dettare? Lui e il calendario sono stati spediti via postacelere a dolci connubi sotto le stelle. Tutto ciò fra le risate degli astanti e persino dello stesso homo nea. che più veniva insultato e più sorrideva mite, tipo leone davanti alla frusta del domatore, che china il capo e si prosterna per evitare più duri colpi.
Che dire, anche essere aggressiva ultimamente mi viene così così... sarò diventata una mollacciona?
Ai postumi l'ardua
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I sogni del governo italiano e gli incubi dei cittadini

A volte resto di stucco di fronte alle dichiarazioni inverosimili del governo italiano. Mi sembra come se, nella loro dogmatica assuefazione a sostenere tutte le uscite del Premier, essi siano in una estasi sognante a dire cose che hanno solo immaginato durante una delle loro (rare perchè magari occupate in festini) notti di riposo... Avranno mangiato pesante quando dicono che il rientro dei capitali in Italia grazie allo scudo fiscale tornerà a beneficio di tutti i cittadini? Non è invece ancora una volta la resa dello Stato di fronte ai furbi che possono felicemente aspettare il prossimo scudo o il prossimo condono? I cittadini che invece sono ligi e seguono i dettami del fisco, non vivranno come un incubo queste situazioni? Non si sentiranno, giustamente, degli idioti?

Nel guardare le loro facce, mi chiedo se non soffrano di sonnambulismo e ascoltino nel sonno quelle cassette che ti suggeriscono con voce suadente fino alla noia le cose da ripetere... Ecco quindi che i loro tormentati sogni diventano gli incubi di molti altri, per cui gli incubi non finiscono mai... C'è anche chi è ormai assuefatto alla cullante voce di Buonaiuti o Bondi, e appena li vede cade in una trance assentiva che dà oblio e felicità. Peccato poi che ci si risvegli, e che le cose debbano essere difese contro la realtà anche a costo di farci un pò la figura degli sprovveduti (e badate che mi sono tenuto...). La consolazione è che la dose di allucinogeno-barbiturico della premiata ditta "Portavoce/lustrascarpe del Premier" viene garantita ogni sera da TG1, TG2, TG4 e via così... E quindi tutti a dormire di nuovo, chi bene e chi con le "zoccole nella panza" (detto napoletano: non aver digerito e quindi con l'intestino che si contorce come dei topi nella pancia)...

Buonanotte... Forse...

Il cane puzzone...


Entro nel bus con il solito fare trafelato delle mattine in ritardo. Più che entrare ci impatto dentro sperando nella buona comprensione delle porte svizzere... Sopravvivo all'urto con il solito muro di fuoco che i conducenti attivano appena la temperatura esterna è minimamente sotto i dieci gradi, ma subisco un inatteso colpo in pieno naso. E' puzza di cane, ma non di cane beneducato, di cane sporco e puzzoso... Non è la prima volta che mi capita nello stesso bus di "sentire" la presenza intorno a me. L'ultima era stata con il mio amico Serbo, che mi aveva indicato con fare divertito la piccola bestiola dalla grande aura, evidentemente però anche lui sofferente per l'atroce fetore...

Trattasi di piccolo bastardino frutto di qualche incrocio non particolarmente mal riuscito, ma neanche capolavoro. Ha un mantello nero e una pancia e zampe marroni, capaci evidentemente nel complesso di coprire lo sporco. Sì, perchè quando una povera bestiola così piccola, riesce a spandere l'olezzo del garum romano, per forze colpa dei padroni deve essere. Nello specifico trattasi di padrona: ragazza non troppo piacente felicemente (credo) accoppiata con altra ragazza anch'ella non particolarmente piacente, ma tutte e due insieme accudenti il piccolo megatonico esemplare... E dico io, povero animaletto, sarà egli felice di fetere e disturbare? Dal suo faccino, sembra quasi traspaia una nota di tristezza per il suo odore. Ormai evidentemente la padrona non ne risente più, visto che riesce perfino ad addormentarsi con lui in braccio...

Ora mi si potrebbe facilmente accusare di non amare gli animali, e sono certo che questo pensiero sgorgherà nella mente di molti. Però ditemi voi se è giusto per noi e per lui/lei, povera bestiola dai migliori sentimenti, che si giunga a allontanarsi per superare il ciclone odoroso? Imbarazzo a 360°: nel non sopportare e quindi nel doversi spostare, imbarazzo del cane a sentirsi così discriminato, ma con la triste consapevolezza che ve ne sia donde... Mettiamola così: non sono gli animali che non amo, ma i padroni, specialmente quando non sanno che esiste il sapone...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori