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domenica 7 aprile 2013

Facciamo i compiti

Ultimamente mi sto interessando molto della politica italiana. E' un po' la migliore fiction degli ultimi 100 anni. Come in una soap, sembrano inesauribili i colpi di scena, le mosse repentine e incontrollate, le finte coerenze e le continue ipocrisie. Non ci si fa mancare neanche il sesso, gli scandali da giornale, i segreti contatti di cui i bene informati sanno cosa fare rendendoli pubblici e puntando il dito... Insomma un repertorio gigantesco in cui i Palazzi del potere assurgono al ruolo di teatri e i diversi incaricati sanno recitare a braccio senza incertezze né vergogne. Tutti in una parte, ma flessibili abbastanza da saper cambiare repentinamente il loro ruolo divenendo ciò che tutti si aspettano. Siccome però è una fiction italiana, non è per niente probabile quell'happy end che premia i film americani...

Nello scrivere e cancellare questa sceneggiatura infinita, la punteggiatura, le regole (ortografiche e logiche) della costruzione di paragrafi compiuti, vengono continuamente stravolte. Dimentichi della Costituzione, completamente distaccati dalla realtà di un Paese che non vuole altro che serenità e di ritrovare una dignitosa prosperità, si continua a non fare i compiti in classe e a non prepararsi a casa. Improvvisare va bene quando non hai alternative, ma se si è stati tanto in politica, o quando ci si è voluti entrare a tutti i costi, è importante avere delle idee chiare e cercare di limitare gli sbagli. Non lo fanno né i vecchi partiti né i nuovi. Non mi riferisco a un fatto in particolare, ma più in generale all'approccio per cui si debba scoprire cosa fare oggi, a valle di 30 e più giorni dalle elezioni, e non pensarci prima.

Mentre sembra che la bocciatura sia inevitabile, si farà di tutto per un recupero e il rinvio in poche materie. Gli italiani sono un popolo molto clemente da questo punto: un Berlusconi che andava bocciato, ha avuto un buffetto sulla guancia ed è ancora una volta passato alla classe successiva. I primi della classe non piacciono alla media e quindi ecco che Monti non poteva avere nulla di più di quello che ha ottenuto. Il PD con il suo Bersani, si è classificato in una mediocre posizione perché il suo spirito intellettualoide è risultato antipatico e incostante nello studio. Grillo e le sue Stelline, hanno avuto fiducia come quegli asini che ci sapevano fare e quindi alla fine sorprendevano perché le valutazioni non sono oggettive, ma basate sul gradimento dei professori giudicanti...

Ebbene nessuno che meritasse? Non lo so dire. Secondo me attualmente i politici sono fondamentalmente una classe di edonisti che tendono a far passare il tempo nel miglior modo possibile senza poi produrre niente. Ma quelli che li valutano, a loro volta, sono diventati disillusi e poco attenti e critici, tempestati anche dagli effetti di mezzi di comunicazione che filtrano ed edulcorano i messaggi fino a renderli di colori e sapori indistinguibili... Chi ha la pazienza e la serenità per scavare le notizie vere e scartare quelle fasulle? Quando c'è la "crisi" poi a campeggiare ovunque, cosa dovrebbe interessare ai "professori italiani" di tutte queste chiacchiere deludenti che li lasciano sistematicamente in mutande?

Nessuno fa i compiti, ma nessuno poi controlla che non siano stati fatti. E così il paese discende ogni giorno un gradino verso l'ignoranza inconsapevole. Tutti forse pensano come Ricki Memphis in Immaturi (scusate la citazione ben poco dotta) che oggi prendere 60 alla maturità significhi il massimo: peccato che nel frattempo quel voto sia diventato una mera sufficienza che invece attesta quanto hai fatto pena... Puntare ad un 100 è troppo? Sì, ma un dignitoso 90?

martedì 13 ottobre 2009

Lo studente svogliato...


Questo è un duro mea culpa. Una triste presa di coscienza al limite dell'anonima autudenuncia. Sono diventato uno studente svogliato.

Breve storia del mio percorso educativo: 1 anno o poco meno di asilo (causa terremoto), 5 anni di elementari al massimo livello. 3 di medie senza rivali. 5 di superiori con voti impressionanti, ma finiti in modo abbastanza ignominioso. 7 anni di università, che tutto sommato per la mia facoltà di ingegneria elettronica non sono da buttare, con una media a mio modo di vedere normale, ma a giudizio di molti che tenevano in conto soprattutto i tempi, ben più che dignitosa. Lo so che provenendo dal sottoscritto, tutto ciò potrebbe sembrare esagerato, ma specialmente su uno spettro di materie ampio, sono sempre stato bravo...

Ho dato molto peso a quello che c'era da fare. Potevo non essere perfetto, ma la costanza imperturbabile con cui studiavo, macinava buona impressione. Non mi sono mai posto la domanda se avessi voglia o meno di studiare. Ho sempre fatto tutto perchè dovevo, senza discutere con nessuno e tantomeno con me stesso... In definitiva, l'unico momento dubbioso è stato l'esame di maturità, quando non volevo altro che chiudere un ciclo e pensavo di farlo senza un vero sforzo. Mi è rimasto l'approccio duro anche nel lavoro, e credo questo sia il mio lato positivo che meglio si concilia con le aspettative di capi e aziende...

Però devo arrivare alle note dolenti. Ciò che mi ha sempre infastidito e che ho considerato nei tempi andati la peggiore offesa, era il sentirsi dire: sei svogliato. Quanti ne ho visti di indolenti attratti solo dalla distrazione e mai interessati a storia, geografia, matematica. Li ho guardati con un certo disprezzo, misto certo anche a un inconsapevole pizzico di invidia per un approccio più divertente e divertito e meno serio del mio... E oggi, nel guardare desolatamente i miei libri di tedesco, capisco di essere diventato uno di loro. E' doloroso capire che non riesco più a applicarmi a una cosa con l'attenzione di un tempo e che particolarmente rifuggo lo studio di regole e dettami della lingua immergendomi in Facebook o scrivendo sul blog...

E' penoso essersi ridotti a studenti svogliati. Ma è anche un segno di quella incipiente benevola autoaccettazione dovuta all'età... E oggi, mi guardo intorno, e assieme a me di svogliati non ne vedo pochi, consolandomi da un lato e sapendoli apprezzare di più...

venerdì 7 novembre 2008

Rido


Rido, sì me la rido! Avevo parlato di scuola poco tempo fa. Avevo parlato di scioperi e della possibilità che producessero risultati. Non mi ero soffermato sull'università perchè la consideravo inclusa... Ebbene posso ridere, perchè dopo aver fatto la voce grossa a difesa dell'indifendibile, dopo aver detto che erano sulla strada giusta e che non avrebbero deviato di un millimetro dalla loro direzione, ecco invece che i governanti hanno mandato la Suorina Gelmini a sacrificarsi davanti alle telecamere promulgando un decreto che va nella direzione delle richieste di piazza...

Nella evidente figura marrone della ministra che si sarà dovuta sgranare almeno 200.000 rosari per non cadere in polemiche scurrili, ancora una volta il premier è però giunto a salvare tutti con una delle sue solite "battute di spirito". Il problema è che, se la politica estera non l'hanno mai fatta i clown, un motivo ci sarà... Perchè il Basso non si mette il naso rosso quando vuole dare sfogo alla pruderie umoristica? Sarebbe almeno un chiaro avvertimento che sta cercando di superare la sua sindrome da Zelig... E' quella per cui vuoi che tutti ridano con te e finisce che invece tutti ridano DI te...

Insomma, in giornate grame per l'economia mondiale, il morale ce lo tirano su le alte cariche dello stato italiano. D'altronde un motivo ci doveva pure essere per dargli Palazzo Chigi e tutte quelle altre meraviglie. Di certo non sono state le capacità legislative a produrre la rielezione di quest'anno: lo si sapeva già che non erano meglio degli altri, che pure hanno fatto del loro peggio su tante cose. Però la gente ha voglia di ridere, sempre... Ed ecco quindi che con le sue tasse, in qualche modo, si paga questo continuo spettacolo miserevole. Ma non ha Paolo Villaggio fatto fortuna con il Ragionier Fantozzi? Beh, agli italiani è toccato il geometra BerlusCalboni con le sue manie di grandezza e la volgarità intrinseca, e il ragionier FilinTremonti con le sue strambe idee creative... Vadi, Ragioniere, Vadi!

giovedì 23 ottobre 2008

La scuola


Apprendo dai telegiornali italiani che ancora una volta gli studenti sono in piazza a protestare. E' una notizia che mi arriva gradita: io considero altamente positivo che si spendano delle ore a confrontarsi con gli altri, a proporre soluzioni e a raccogliersi dietro a idee comuni.

Sinceramente me ne frego altamente dei pretestuosi richiami a "chi vuole studiare e viene invece privato del diritto" che provengono dall'uomo del Tacco. Troppo comodo dire che si vogliono salvaguardare i più sfortunati, i meno abbienti, quando di fatto si vuole giustificare l'eventualità di un intervento delle forze di polizia. E poi, in passato e tutt'oggi, a chi del governo è mai interessata una cippola dei meno abbienti? Loro che hanno fatto della scuola privata una bandiera!

Senza mitizzare il mio periodo di occupazioni e autogestioni, non dimentico che è stato un momento di ideali. Ho creduto di dare un contributo, foss'anche di dissenso, ai movimenti di allora. Uno dei miei migliori amici del tempo era assolutamente lontano dalla mia moderazione, eppure ci rispettavamo, ci confrontavamo apertamente e pure nelle scelte diverse riconoscevamo la coerenza, bene importante. Ho partecipato allora, forse non fino in fondo o dormendo all'istituto, ma attratto dalla mobilitazione e prendendo la parola, dicendo la mia. Credo che i ragazzi di oggi debbano poterlo fare avendo il rispetto anche degli adulti. Di quegli adulti che non hanno più il ricordo di essere stati ragazzi. Di quelli che credono di sapere come fare perchè la futura classe dirigente venga su bene, senza confrontarsi con essa...

Quando si parla di ore perse in polemiche politicizzate, c'è tutto quel disprezzo del confronto che la classe politica italiana (e non solo a destra) ha radicato nel profondo. Non si ragiona più di idee che guidino un progetto pratico da secoli. Non c'è più niente dietro una manovra finanziaria, dietro un provvedimento sulle carceri, che provenga da considerazioni di "filosofia di base". Ci sono solo le pezze a colori, troppo aziendalistiche o troppo poco radicate nella realtà.

Io dico di lasciare fare la loro polemica ai ragazzi. La Gelmini, quella suorina in tailleur chanel, ci parli. Dia prova del fatto che la gioventù non le sia scivolata addosso a 10 anni senza alcuna traccia e alcun ricordo. Provi a ascoltare qualche ipotesi di miglioramento e i motivi su cui si fonda la ribellione. Se da un lato si tratta della naturale voglia di fare una vacanza, c'è anche chi si impegna seriamente e ha delle proposte per cambiare il mondo (della scuola).

Perchè, come dice il Maestro Yoda parlando del giovane Luke: "è avventato!", ma Obi Wan Kenobi gli ricorda: "lo ero anch'io!"...

martedì 21 ottobre 2008

Vecchi compagni

Chiacchierando con il capotreno su facebook e sull'incontrare i vecchi compagni di scuola, mi sono venuti tutta una serie di brividi di orrore. In fondo se me li sono persi per strada i compagni di liceo, un motivo ci deve pur essere. E assolutamente non desidero incontrarli di nuovo. La me che li ha mollati per la strada aveva le sue ragioni. E probabilmente anche loro avevano le loro ragioni a voler perdere me. Trovo che quest'ansia di ritrovarsi e salutarsi e dichiararsi amici sia una piccola follia. Un segno dei tempi. Ma io gli amici ce li ho e ogni tanto ne aggiungo di nuovi e se ci tengo, mi sforzo di tenermeli, e se loro tengono a me si sforzano di tenermi. C'è il telefono, gli SMS, le mail, Messenger, il blog e checcazzo, vuoi che non ce la facciamo a tenerci insieme?
E poi i miei compagni di liceo, brrr. C'era la super nazista, sempre in ordine, elegante e che seccati ficcammo dentro i lavandini del bagno (era lunghi, un mega lavandino con 10 rubinetti e una persona ci entrava intera) e aprimmo tutti i rubinetti. C'era Carlo, il radicale pacifista, che aveva il nistagmo e quando ti guardava fisso gli scattavano gli occhi a destra e a sinistra. Gli volevo bene, ma era strano, si metteva a dormire sul tappeto mentre mi coccolavo con il mio fidanzatino dell'epoca. Poi c'era Angelo, sembrava uno sfigato pazzesco, sognava di diventare fotografo a Milano e ci è pure riuscito. L'ho ritrovato qualche anno fa, quando me l'hanno segnalato come docente esperto per un corso post laurea che dirigevo. Abbiamo chiacchierato con entusiasmo, ma con nessun desiderio di tenerci insieme. E con lui c'erano tutti quelli che facevano parte dello S.G.A.T. (San Gennaro aiutaci tu - ovviamente a sfangarla a scuola, visto che non studiavano per niente). Poi ci sono le mie due allora inseparabili amiche Patrizia e Gisella (insieme eravamo I.T.E.R. - i tre elementi rompiballe), Patrizia quella ricca, sciantosa e sempre giusta che si faceva picchiare dal suo fidanzato americano, Gisella quella ex ricca, vorrei ma non posso che riuscì a innamorarsi di un orribile meccanico, io mai stata ricca, alternativa, di sinistra, pantaloni a zampa di elefante, eskimo e gamba di sedia sotto l'eskimo e chissà perchè sempre con loro due. Bah!
Poi c'era quella che puzzava da morire, quella con i calzettoni bianchi fino a 17 anni (e due tette da paura) e un sacco di altri di cui non ricordo nemmeno la faccia, non dico il nome.
Poi Patrizia l'ho rivista, un po' di anni dopo, ma alla fine mi faceva sempre lo stesso effetto, mi faceva sentire fuori posto.
Gli anni del liceo, boh, io non ho mai capito chi dice ah come tornerei agli anni del liceo, per me sono stati anni di grande infelicità, non trovavo mai il mio posto, mi sentivo a disagio ovunque. Ero a mio agio solo con i ragazzi dell'estrema sinistra quasi Brigate Rosse. Poi anche loro sono stati inghiottiti dal nulla.
E va benissimo così.

domenica 20 aprile 2008

Calciatore emigrante...



“A Ma', a me è la scuola che me rovina! L'ha detto pure el Mistere!”... E se il buongiorno si vede dal mattino...

Il giovine uomo in questione è un biondino di quelli che sarebbero stati proprio bene in gruppi come i “Take That” (che poi un gruppo musicale possa chiamarsi 'piglialo' mi ha sempre molto divertito...). Capelli fashion, giacchetta ricamata, jeans sdrucito di quel trascurato molto alla moda. Cellulare di fascia alta, borsetta un po' gay della Lacoste, insomma anche accessori a mille... Pensi possa essere un modello, ma poi l'alternativa più semplice è che si tratti di un calciatore in erba. L'accento mi è rimasto un po' indefinibile, ma una provenienza dal Tavoliere non la escluderei.

Mi sono goduto due delle sue telefonate. La prima all'inevitabile “Amò”. Temi portanti il taglio di capelli da modificare causa volontà del Mistere, l'impossibilità di fare all'amore causa allenamenti, e infine l'attesa lunghissima (1h) dell'aereo: “...facevo prima in macchina, perchè almeno me potevo fermà quando volevo...”. Forse la fisica per i calciatori cambia, ma secondo me per arrivare in Svizzera in auto da Napoli sempre 12h ci vogliono, mentre in aereo un po' di meno. Ma se ci si può fermare quando si vuole, allora...

E poi la seconda telefonata con la fondamentale “Mà”. “A Mà, hai trovato el dietologo: io devo perde 10kg subito... E Papà è andato a parlà con la scuola? A me la scuola me rovina, troppo tempo buttato lì, fino alle cinque, sei del pomeriggio... Il Mistere me lo ha detto che se perdo 10kg, e non vado tanto tempo a scuola, con i piedi miei posso fa quello che voglio!”. E anche qui, ancora, la solita teoria del teletrasporto via auto... Infine, dulcis, molto dulcis: “Mà, io vengo a firmà col Napoli: già c'avevano maglietta e calzoncini pronti...”.

Il giovane si è imbarcato sul mio stesso volo per Basilea. Sono piuttosto sorpreso che uno come lui viaggi in uno scalcagnato volo low cost. Quanto meno mi aspettavo chiedesse la prima classe, che su questi autobus dell'aria non c'è... Molte domande si sono affacciate alla mia mente dopo questo incontro. A parte le conferme sul mondo del calcio e sulle malattie di cui tanti esimi ex-calciatori e allenatori parlano, non sono gli stessi autori di feroci critiche parte del meccanismo perverso? Il giovinotto, già belloccio ma comunque in erba, presto lascerà la scuola, perchè per il Mistere è meglio così. Dopo si lancerà con fiducia nel sistema, e sebbene potrebbe riuscire a sfondare, molto più probabilmente finirà in qualche serie minore. A quel punto, quantunque io possa nutrire dubbi che la sua mente sarà ancora pienamente operativa, andrà a pranzare a casa del Mistere con tutta la famiglia allargata di veline di seconda scelta che non sarà riuscito a sfamare?

Lo so che tutto ciò è solo una possibilità anche abbastanza pessimistica, ma perchè non avere un piano B? Il Maestro Yoda lo ha sempre detto: il lato oscuro è quello più facile, più veloce, ma di sicuro non quello più forte...

Sarebbe meglio non sognare solo Beckam, ma anche Einstein a volte: era un omino piccolo, decisamente non bello, ma mi risulta che ci siano al mondo ancora un po' di persone che si ricordano di lui...

mercoledì 16 aprile 2008

Invidia da filone...



Sono uscito stamattina a fare due passi sulla solita via Caracciolo piena di auto, ma anche di sole e di mare... Ho camminato come al solito guardandomi intorno, e ho felicemente e invidiosamente constatato l'impressionante numero di filonari del mercoledì, impegnati nelle solite interessanti conversazioni sul futuro, sul sesso, sulla moda e sul Napoli... Discinti in abbigliamenti nei quali mai mi troverei a mio agio, con chilometri in pelle liscia (e spesso abbastanza tirata perchè la ciccia spinge da sotto) in chiara esposizione solare, si ammucchiavano sulle bianche scogliere di Napoli (e basta con quelle di Dover!)... Quelle scogliere note per la leggendaria frequentazione di zoccolone nere provenienti dalle fogne sottostanti e per l'afrore di mare misto a munnezza... Il lungomare resta meraviglioso, ma se si guarda oltre la balaustra un pò da pensare viene...


Quello che mi è successo è di riandare velocemente al mio lungo periodo scolastico, solo per accorgermi che, proprio filone, io non l'ho fatto mai... Cioè, finanche quando non sono andato a scuola, ho sempre avvertito a casa, senza subirne conseguenze. Proprio l'aver disinnescato il gusto del proibito da parte dei miei genitori, mi ha messo nella condizione di non sentire il richiamo delle scogliere e di quant'altro c'era... Che peccato: sarebbe stato carino alla fine essere un pò più ribelle... Ma non si torna indietro, e fare filone al lavoro si chiama ferie o malattia... Entrambe sono cose che hanno un costo e non garantiscono lo stesso livello di spensieratezza di un tempo..


Quindi invidia del filone, credo condivisa da molti, anche da quelli che della possibilità hanno a suo tempo usufruito: in fondo cosa c'è di meglio che sentirsi liberi e delittuosi?

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori