mercoledì 23 febbraio 2011

Senza. (Tentativo banale di poesia in prosa)

Stare, rimanere, essere... Secondi, minuti, ore, giorni, settimane... E il tempo si allunga silenzioso come una sentenza... Guardare avanti in un vuoto e oscuro cannocchiale incapace di catturare nuova luce... Eppure quella consapevole e lacerante realtà che non é resa.
Te, noi, loro... Fogli che si girano al vento silenziosi in pagine nuove, indesiderate almeno quanto inevitabili...
E quelle sillabe brevi che racchiudono il senso di un momento perduto...

martedì 22 febbraio 2011

Suppliers/Fornitori: la dura lotta x sopravvivergli

Arrivo in ufficio in un venerdì che é il culmine di una settimana di feste natalizie, auguri, incontri e strette di mano. Ci arrivo stanco di una notte non particolarmente esaltante dal punto di vista sonno. La prima e-mail della lista viene da un fornitore. La leggo incredulo fino alla fine, parte la prima scarica di imprecazioni. Pugno sul tavolo (inutile), rilettura, e nuova serie elaborata. Mi ricordo nel frattempo che anche un altro che ha in mano x noi un progetto importante, non si é fatto vivo. E ancora, uno che dovrebbe solo rispondere a un paio di domande, nicchia nell'ombra. Insomma, i fornitori, presi i soldi, scappano. All'inizio sembra che ti possano dare il mondo, ma poi all'atto pratico le loro prestazioni si appannano come quelle di un orso in letargo. Prima saltano come canguri arrapati dietro al profumo del denaro, ma poi crollano impietosamente di fronte alle necessità del cliente. Insomma, tristezza. E rabbia. Perché non sono i miei soldi, non é la mia vita, ma gli imbrogli sono imbrogli. Mi rimetto in moto e dopo tanto tempo ritrovo questo post mai pubblicato. Cade a fagiolo nella mia giornata di viaggio. Infatti sono stato a Francoforte a trovare proprio quel famigerato fornitore. Dopo tanta acqua e tanto tempo, sembra lontana quella solenne mattinata di sopraffatto disgusto. Ma nel bilancio generale, viene il pensiero che anche noi siamo fornitori a volte. Infidi suppliers, cerchiamo la strada per nascondere alla meglio i nostri ritardi e per abbellire le nostre macchie. Ma non é né facile né prevedibile l'entità delle nostre pessime figure nonché la loro frequenza... E alla fine resta la sensazione che miracolosamente tutto si aggiusti, anche in barba ai contrattempi. Chissà se sia poi vero...

lunedì 21 febbraio 2011

CERN


Sono stato a visitare il CERN a Meyrin. Ci sono andato perchè in una vita che sembra quella di un altro, ho pensato di studiare fisica e di diventare un particellare. Il tutto leggendo un paio di libri alle superiori che la mia prof di matematica, donna legata indissolubilmente alla sua materia e alla sua devozione alla Chiesa, mi aveva prestato.

Se per fortuna mia e della scienza che probabilmente non sarei stato capace di esprimere, non sono un fisico, è perchè non mi sentivo tagliato per la missione della scoperta... Sono stato ripagato in termini di lavoro? Si' e no. Ma non ho un rimpianto. Anche guardando al calo di motivazione che si puo' avere nella ricerca di lungo termine che non va a produrre, ammiro chi lo fa, ma preferisco il mio piu' rozzo ambiente semi-produttivo.

La speranza che riponevo in questa visita, era pero' quella di vedere un minimo della struttura di ricerca per farmi un'idea delle attrezzature in gioco e delle dimensioni. Che delusione. Guidati da fratello povero di Harry Potter in salsa di soia, quello che abbiamo fatto è stato un giro in un film del centro ricerche con una banalizzata spiegazione della costruzione della struttura. Roba che neanche architetti o ingegneri civili avrebbero apprezzato. Niente di niente su come e cosa si cerca se non in brevi parole. Niente di niente sull'importanza della ricerca condotta e su come si ottengono le condizioni necessarie agli esperimenti. Insomma un breve excursus di banalità che non mi hanno arricchito.

Se volete viaggiare nella scienza, non andate al CERN in visita: meglio Piero o Alberto Angela. Anche li' televisione, ma seduti in poltrona e senza il maghetto, è già un passo in avanti!

giovedì 10 febbraio 2011

E infine uscimmo a riveder le stelle

Dante non me ne voglia per la citazione da qualsiasi luogo egli sia. Ma la sensazione è quella. Essere stato immerso nel caldo senza luce di un cunicolo sotterrano pieno di miasmi e di tossine, e infine respirare un po' di aria fresca e veder le stelle... Non luce particolare, ma quel piccolo bagliore che gli occhi piccoli possono improvvisamente distinguere.

Non tutto è a posto. Ma almeno ho la sensazione di stare facendo dei passi avanti e sono ottimista. Forse non tutto si puo' aggiustare, ma vorrei almeno riparare qualche altro pezzetto di me... Con il lavoro che schiavizza un po' i pensieri insieme alle ore della giornata, mi lascio andare in un vuoto cosmico...

Ma andare è positivo, rispetto agli ultimi post per la verità un po' depressi. Non so chi abbia avuto il coraggio di leggerli. Il mio intento liberatorio nello scriverli è stato assolto ancora una volta da questo paziente Blog, che sperabilmente tornerà fra poco a parlare di viaggi...

Buonanotte!

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Capotreno e Viaggiatori