venerdì 27 febbraio 2009

Cordialità


Bella cosa la cordialità: è quel modo di avvicinarsi alle persone trasmettendo interesse, accettazione, partecipazione e calore... Peccato che a me non piaccia quando è tanta: mi suona allora come una moneta falsa, come una naturale presa per i fondelli che prova a farti fesso... E' un mio difetto, ma nella moderazione delle cose vedo sempre un equilibrio rassicurante, e come ho visto dire l'altra volta in TV a Fassino, Berlusconi è quello che è riuscito a dare risposta a una serie di esigenze degli italiani, andandoli a rassicurare. E' in questo che la sinistra ha fallito, probabilmente perchè non ha mai mostrato di essere cordiale.

Infatti per sua natura, la sinistra non è piaciona, o almeno non riesce a mostrare quell'umanità e quel calore comunicativo che potrebbe metterla in contatto con tante fasce di persone che non chiedono altro che una stretta di mano e un sorriso a tutto tondo... Sono certo che adesso tanti storceranno il naso, perchè bisogna essere realistici e non sfoggiare inutile affettazione, perchè questi sono mezzucci, ma dopo, seppure la mia analisi (tra l'altro analisi di un politico di prima fascia e di lungo corso) può essere semplicistica e riduttiva, i fatti parlano chiaro. Non essendoci una persona forte che goda del sostegno di tutti e che diventi una rubiconda faccia di riferimento, il popolo italiano perde stima e fiducia e si concede a uno che in società la sua porca figura l'ha sempre saputa fare...

Quello che io riconosco a Veltroni, è di averci provato. Di averci messo la sua di faccia, che tutto sommato è sempre stata un pò piaciona, e che poi per autolesionismo assortito e per mancanza di idee o per le troppe idee, non ha potuto ottenere risultati verificabili. Non ho gioito per la sua scomparsa dalla scena. Oggi, a distanza di pochi giorni, sembra che da una supernova egli sia diventato un buco nero da cui tutti vogliono prendere le distanze. Come se poi il suo successore avesse qualche possibilità di portare avanti un progetto che aveva un seppur minimo senso in una guida che puntasse anche sul prestigio personale... Il fatto che possa piacere Franceschini, è segno che sarebbe stato forse meglio rimanere in quello squallido tempo del pentapartito: cos'è la politica di oggi se non una accozzaglia di facce ben note che in un modo o nell'altro hanno militato nella balena bianca e nel garofano? Peccato che con una fetta di balena condita di petali rossi non si siano annozzati: io non avrei avuto a soffrirne...

E per ritornare al titolo, mi viene in mente che mi è capitato più volte di ricevere delle lettere/e-mail in cui il saluto finale era "cordialità". Mi sono sempre storzoliato in simili chiusure, pensando al fatto che provare a trasmettere cordialità con una parola è un atto di grossa presunzione, nonchè di invasione dell'altrui spazio vitale... Forse è per questo che il cordiale presidente lo farei volentieri passare nel tritacarte insieme alle sue lettere...

E quindi, cordialità...

mercoledì 25 febbraio 2009

Gli Amici di Mmaria, che speriamo trovino nemici!


Mentre scrivo la mia televisione è ignominiosamente sintonizzata su Canale 5, e in particolare sulla serata fiume della De Filippi in Costanzo, addobbata a festa con un abito bianco matrimonio a forma di lampadina di Ikea...

Mmaria (cit. Aldo) è contornata dai suoi innumerevoli Amici, che comprendono il gruppo degli "intimi" personaggi/macchiette che si permettono di farsi chiamare professori, le "giovani speranze" rubate all'agricoltura, e il "pubblico urlante" anch'esso membro di questa famiglia allargata... Perchè guardo Amici stasera? Perchè avevo bisogno di una conferma empirica al fatto che l'universo stia continuando a espandersi, ma che un giorno il Big Crunch ci rimetterà tutti in riga... E probabilmente lo farà perchè la natura non si cura di inezie e falsità, ma ha un suo percorso immutabile, che non per capriccio, ma per calcolo matematico, vorrà spazzare anche le nostre colpe come questa trasmissione demenziale...

Il tutto si basa sulla ipotesi di aver trovato dei ragazzetti che possano essere delle promesse artistiche. A giudicarli una serie infinita di personaggi discutibili, che non si capisce cosa abbiano dimostrato nella loro vita per poter trasmettere ad altri il loro incerto sapere... Mi piacerebbe partecipare ad una riunione della redazione del programma, dove sono certo che ci si faccia delle grasse risate alle spalle degli ignari telespettatori che si sorbiranno le infinite polemiche sull'aria fritta. Gli sceneggiatori di questi siparietti da avanspettacolo di serie Z, non sanno fare altro che dare un canovaccio sporco agli improbabili interpreti della commedia della scuola... Dal ballerino omosessuale che dice ai ballerini che sono stati troppo poco maschili ricordando l'imitazione radiofonica di Fiorello, al capocantante che sembra sognare di fronte al suo allievo preferito, con il contorno di una serie di individui che sembrano in astinenza da cicchetto, bello forte please...

Ma non sono solo i compagni di merende di Mmaria a creare il girone infernale. I ragazzi angelici, provano inutilmente a nascondere coda e corna, perchè invece al solo guardarli in viso si può capire quanto siano consapevoli delle regole del gioco e come sappiano sfruttare ogni istante nel tentativo di prendere più spazio... E' un degrado morale che dopo aver raggiunto il fondo, sta scavando a mani nude senza orgoglio... Tutti prendono in giro tutti per essere a loro volta presi in giro.

Mmaria, come la illustre collega a 5 punte, prova a dare effetti stupefacenti dirigendo la baracca con un fare che se fosse ironico sarebbe miracolosamente divertente, ma che è in realtà seriosamente compenetrato nel mistero di come fare vagonate di soldi con la minima fatica.

E quale potrà essere il prossimo gradino? Io propongo una trasmissione che si chiami: Nemici di Mmaria de Filippi. Obiettivo stendere in una cassa di pino la felice conduttrice, meglio se insieme a quello sqallido individuo che si occupa della logistica della trasmissione... Il tutto a ritmo di danza mentre si canta e si suona la chitarra con il membro... Mmaria!!!!!

martedì 24 febbraio 2009

La cometa verde


Notizie del telegiornale stasera (sì, a volte riesco a seguirlo qui in Svizzera...). Prima si parla dell'accordo per le nuove centrali nucleari, e poi ecco arrivare la cosiddetta cometa verde, che a saperla trovare si dovrebbe osservare nel nostro cielo a occhio nudo...

Forse potrà sembrare un balzo d'immaginazione siderale, ma mi è venuto spontaneo paragonare il viaggio interstellare della cometa con l'iperbole infinita di quell'altra ipotesi viaggiante dei Verdi e degli ambientalisti.

Il nucleare ritorna in Italia dopo un'assenza di vent'anni o più. Ok, stiamo solo parlando di accordi, per cui prima che qualcosa di vero ci sia sul territorio, tornerà anche un paio di volte l'illustre Halley, ma questa volta, dal mio osservatorio straniero un pò più smaliziato, vi devo dire che le centrali si faranno. Sì, perchè giocando sulla paura che la gente ha di perdere il suo livello di vita da consumo sfrenato e tenendo conto della crescita annuale delle esigenze di produzione energetica, si riuscirà a imbastire quella sana informazione che ci condizionerà al punto di non vedere delle alternative praticabili... E' sintomatico che il timore maggiore degli italiani sia non il sistema in se stesso e i rischi connaturati, quanto che il tutto venga gestito dai connazionali, alla solita maniera "creativa", e quindi ben poco rigorosa e sicura... Anche di questo ci sarebbe da discutere, visto che non credo che si sia tanto peggio di altri, ma lasciamo andare...

Non posso dire però che l'informazione e l'onda emozionale non abbiano giocato il loro ruolo anche nel dopo Chernobyl, quando il nostro programma nucleare stava camminando come nel resto del mondo e forse anche più veloce... Era giusto rinunciare allora all'uranio e suoi omologhi?

Se lo chiedessimo alle "comete verdi", che in Italia sono stati devo dire un partito sempre abbastanza ridicolo, la risposta sarebbe immediata: facciamolo eolico, facciamolo solare ma non ciulliamo con il nucleare! Salvo poi, quando erano un partito presente in parlamento, dedicarsi a battaglie di tutt'altro tenore, le solite battaglie di potere, finendo sui giornali mediamente solo per gli outing del Pecorone Scanto... Mi chiedo onestamente se i Verdi, per portare avanti le loro istanze, non avrebbero dovuto a suo tempo utilizzare la loro posizione di potere per far sentire in Italia di più le istanze ambientali: un altro fallimento...

Dovrei adesso schierarmi pro o contro l'energia inesauribile come le sue scorie, ma sono intimamente dibattuto. Io credo che la domanda di energia dovrà essere colmata, e siccome gli altri sistemi puliti per ora non hanno prodotto gli effetti sperati, sia normale andare a prendere una soluzione bella e pronta... E però mi chiedo se non si stia commettendo lo stesso errore "emozionale" della abolizione... E soprattutto, mi domando e dico: a che servono i referendum se poi un governo e un parlamento possono fare ciò che desiderano? Non si sarebbe dovuta ripetere una consultazione popolare prima di firmare? E' questo forse il maggior mistero di quella Italia confinante con tutti paesi nucleari, Svizzera inclusa...

E intanto devo controllare le mie pillole al potassio: saranno scadute dopo un anno e mezzo?

domenica 22 febbraio 2009

La cameriera cinese

Venerdì sera sono andato a cena fuori con il mio amico Giapponese, in un ristorante cinese... Per certi versi, visti i rapporti non proprio idilliaci tra i due popoli, questa è una contraddizione forte. Però c'è anche da dire che culinariamente, il mio amico spazia parecchio e non ha preconcetti di sorta su qualsiasi cucina, pur ammettendo che per lui la migliore è sempre quella giapponese, dove il cibo è semplicemente "excellent".

Non era la prima volta che andavamo insieme in quel ristorante. Nome: "Il pesce sorridente", ovviamente in inglese, dal menu misto Thai/Cinese. E' un posto non particolarmente originale e nel solco di quegli stereotipi sulla cucina orientale che troviamo in tutta Europa. Però il cibo non è male, e si può spaziare notevolmente nel menu ricco di varianti... Insomma a me non dispiace e siccome è anche in centro città, mi sta bene poter tornare a casa presto...

E poi c'è questa cameriera cinese di età indefinibile, con la quale si intrattengono interessanti conversazioni e che si ricorda chiaramente del mio amico giapponese e sembra che di me si ricordi meno. Parla un inglese non trascurabile, e quando si conversa tra una portata e un'altra, il mio commensale sostiene e io devo confermare che si rivolga a me, ma vada nella sua direzione...

Una volta tanto non c'è una specifica componente di interesse, ma sono colpito dalla curiosità culturale di questa ragazza a cui evidentemente piace sapere le cose delle persone... Volendo la possiamo anche chiamare caperaggine, ma non la vedo come una cosa fine a se stessa. C'è in lei quella curiosità di cui ho parlato in un post recente, e spero che trovi anche nello studio o nel lavoro risposte alle sue domande...

Buon appetito...

Pick Yourself Up

Nothing's impossible I have found,
For when my chin is on the ground,
I pick myself up,
Dust myself off,
Start All over again.

Don't lose your confidence if you slip,
Be grateful for a pleasant trip,
And pick yourself up,
Dust yourself off,
Start all over again.

Work like a soul inspired,
Till the battle of the day is won.
You may be sick and tired,
But you'll be a man, my son!

Will you remember the famous men,
Who had to fall to rise again?
So take a deep breath,
Pick yourself up,
Dust yourself off,
Start all over again.

PICK YOURSELF UP
(Lyrics by: Dorothy Fields / Music by: Jerome Kern)

sabato 21 febbraio 2009

Fasnacht: il carnevale Svizzero!


Oggi c'era il sole e sono andato in giro con musica nelle orecchie e cappello in testa... Quasi si poteva stare bene all'aperto, ma soprattutto io ne avevo voglia...

Ed ecco di sorpresa la folla ovunque raccolta in abiti colorati e chiassosi. Effetto carnevale: qui si festeggia sul serio come se fosse una festa comandata, non sopraffatti da quel senso di peccato e di disapprovazione latente che tutto sommato si respira un pò in Italia. Ovviamente loro devono condire tutto con abbondante alcool, per cui i fiumi di gluewhein hanno la portata del Nilo e lo si può capire benissimo dagli occhi luccicanti dei partecipanti che ballano composti sui tavoli...

Perchè poi c'è da dire che comunque questi festeggiamenti sono regolati e organizzati. Il caos non è pensabile in questa terra di menti poco fantasiose, visto che si organizzano i palchetti per le tante band che potranno esibirsi da una certa ora e solo per quell'intervallo. Si danno gli spazi precisi ai banchetti delle immancabili salsiccie e patate. Si stabiliscono rigorosi orari in cui mandare in scena il casino e oltre i quali l'esibizione verrà bruscamente troncata. Gli stessi partecipanti, a una certa ora, se ne vogliono assolutamente andare, perchè il loro divertimento d'ordinanza lo hanno eseguito ed esaurito, ed è quindi il momento di ripulirsi la faccia e rientrare nei soliti vestiti perfettamente stirati o all'altro estremo in quelli ricercatamente sdruciti!

Che dire di più: io li ammiro, perchè il caos organizzato fa poca paura e tranquillizza tanto. Al limite anestetizza un pò, mettendo forse in secondo piano il gusto della scoperta e della sorpresa e il potere immaginativo. Probabilmente noi italiani lasciamo molto più spazio al caos incontrollato, con la conseguenza di correre qualche rischio in più, ma allo stesso tempo di avere la possibilità di creare qualcosa di più entusiasmante al di fuori degli schemi. Senza generalizzare, la nostra capacità di adattamento e di innovazione mi sembra un pò superiore, seppure dettata forse dalla incapacità di controllare appieno l'evoluzione degli eventi perchè la folla non si muoverà mai come un corpo unico in un paese dove ogni regione ha una sua capitale che è a sua volta regione di mille quartieri tutti diversi...

Nella media a volte c'è la virtù, altre la noia...

venerdì 20 febbraio 2009

La Svizzera affamata


Nell'immaginario comune, molto più delle vacche viola e del cioccolato troppo dolce (bleah!), la Svizzera è un organismo vivente sui soldi e di conseguenza sulle banche... Non si può negare che, ovunque ci si giri, ci sia una ricchissima filiale mediamente piena di gente. Insomma la Svizzera è come un bambino in tenera età che succhia alla prima mammella che si trova davanti come un'idrovora. La differenza è che invece del latte, quello che tira fuori sono soldi, montagne di soldi che sanno sempre dove andare a collocare... D'altronde qui il denaro gira, perchè senza denaro o con modeste quantità disponibili, il Governo non ama che tu stia a calcare le patrie pulitissime strade...

Resta inconfutabile che il denaro qui lo puoi anche mangiare, ma facilmente ti va di traverso... Prova l'ho avuta nel mio ultimo infelice tentativo di strappare del denaro a un distributore Bancomat. Sono andato lì con la solita indifferenza, nel tentativo di prenderlo alla sprovvista, ficcargli tra gli occhi la carta, digitare con violenza il PIN e la richiesta di soldi anestetizzandolo con dei colpi intensi sulla tastiera, e poi aspettare lo sputo della carta e la vomitata di denaro... Ma ecco che la digestione doveva essere già iniziata, perchè quando ho premuto l'ok perchè i soldi venissero a me, lo schermo si è fatto improvvisamente nero pece, e il distributore ha smesso di dare ogni qualsiasi cenno di vita...

Sono rimasto interdetto: ho subito pensato che un paio di colpetti dietro la schiena potevano aiutare a superare il parossismo della carta andata di traverso, ma invece no. Indigestione e morte mi hanno lasciato solo, senza la mia fidata carta di prelievo e con la solitudine del mercato alle 18 alle spalle... Insomma, la demoniaca macchina si è ingollata finanche il plasticosa scheda pur di tenersi i soldi e continuare a masticarseli con soddisfazione!
Ho quindi dovuto bloccare il bancomat e richiedere il nuovo, che efficientemente la mia Banca mi ha recapitato oggi.

Ma pensare alla vita del distributore automatico, che come moto di ribellione ha deciso di smettere di erogare e di tenersi anche l'importuna carta, mi ha messo un pò di tristezza: che futuro per noi se anche le macchine che dovrebbero farlo per lavoro non ci danno più un franco/euro/sterlina???

giovedì 19 febbraio 2009

Carica!

Colleghi viaggiatori nonche' bloggers (si dice cosi'?), Capotreno carissimo,
sono stata incuriosita dalla notizia di un premio assegnato ai migliori blog dell'anno dalla rivista Time (http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_febbraio_18/classifica_blog_marina_rossi_d96a090e-fdbd-11dd-aa50-00144f02aabc.shtml). Nell'articolo si evidenzia che blog italiani meritevoli almeno di citazione non ce ne siano. Ma come? E noi?!
Mi chiedo: ma davvero questi del Time si saranno messi a leggere tutti i blog in rete? E ancora, occorre essere un blog "di servizio", scambiare per forza notizie utili o addirittura gossip per poter essere considerati? Capotreno aiutami tu, non avessi saputo che c'era una classifica dei migliori blog (e chissa' magari un premio in moneta...), ma adesso...ci sono rimasta troppo male!
Non fischio, dunque, ma suono la carica perche' l'anno prossimo "blog dell'anno" dovra' essere il nostro!
Vabbe', magari poi tanta popolarita' finisce per nuocere alla genuinita' dei nostri post, meglio pochi ma buoni...? Ritorno al mio posto sul treno, fischio!

mercoledì 18 febbraio 2009

Il venditore...


Oggi meeting tecnico per una serie di sensori che potrebbero essere interessanti per delle misure che facciamo nel mio lavoro, e in cui sono diventato il referente "learning by doing"... Non mi addentrerò in nessuna disquisizione scientifica, per il semplice fatto che sarebbe noiosissimo e poco costruttivo...

Invece vi descriverò la figura del Venditore che oggi si è presentato alla nostra audience di agguerriti ingegneri che devono essere convinti. Egli è giunto già in ritardo di mezz'ora. Questo ci ha perplesso alquanto, ma passi perchè in fondo c'era interesse e si sperava di cavare fuori un bel pò di informazioni... Il tizio sembrava un gangster degli intoccabili: capelli impomatati, sguardo lupigno, sorriso alla Frank Sinatra, camicia violetta con cravatta bluette (non giudico il buon gusto...), gli mancavano solo le scarpe con le ghette per essere perfetto!

Ha iniziato esplorando il nostro lavoro e cercando di farsi un'idea delle sue effettive possibilità di mollarci l'enciclopedia. Il problema grave si è verificato quando ha capito, troppo tardi, che se minimamente ci dava spago, avremmo tirato fuori una serie di domande specifiche e a raffica da mettergli in subbuglio la accurata chioma... Tecnicamente poi, le sue risposte sono state sempre vaghe, non è riuscito a metterci a posto con delle cifre, foss'anche inventate per l'occasione... Termini come "molto preciso", "accurato", "migliore dei concorrenti", mostrano il fianco alla baionetta inquisitoria, e lui si è beccato una serie di stilettate alla Giulio Cesare.

Dal mio canto, devo essere onesto, lui aveva una non trascurabile aggravante: il suo modo di rispondere alle domande, mi ricordava in modo inquietante quello del Cretino, e non sono riuscito a togliermi dalle orecchie questo suo modo di parlare... Ebbene, quando dovevo fare una domanda, mi tremava il labbro di sopra e faticavo a nascondere il ghigno. Oltretutto, lo stesso ghigno era dipinto sul volto di un collega che mi stava di fronte, molto probabilmente dovuto all'incredulità di fronte al maldestro tentativo di darci a intendere l'impossibile...

Un venditore deve fare il suo lavoro: raggirarti affinchè tu creda che ti vuole regalare quasi gratis della merce straordinaria. Ma sotto il fuoco incrociato di quattro tecnici, anche il miglior venditore verrà impallinato. Peccato, se mi avesse cantato My Way, avrei firmato un assegno senza battere ciglio!

martedì 17 febbraio 2009

Cose strane...


Per un pò di giorni non parlerò di me... Almeno, non scriverò niente di personale ma solo osservazioni da uomo di strada... Questo non prescinde dal metterci un pò di opinioni che per loro natura sono già mie, ma non racconterò di sensazioni e pensieri... Alcuni tireranno un sospiro di sollievo perchè in fondo mi rendo conto che una serie di post di questo tenore sia piuttosto pesante, altri forse saranno sorpresi. Alcuni altri capiranno...

E dopo questo preambolo ecco cosa è successo oggi che mi ha colpito. Ero salito sul mio solito bus delle 18.50 del martedì: avendo il corso di tedesco, esco prima dal lavoro e ho questo orario un pò strano per il rientro a casa... Mi siedo pensieroso in un divanetto da 2, e già capisco che non è proprio la mia serata migliore. A fianco a me si siede una distinta signora piuttosto avanti con gli anni. E' una di quelle della razza peggiore: i comunicativi a sproposito. Questi individui hanno un contegno espansivo guidato da una compulsiva necessità di sfracassarti le palle prendendo a parlare quando anche è più che evidente che te ne vorresti stare un pò per i cilindri tuoi! La mia salvezza è che, pur essendo appena uscito da due ore di lingua, siccome qui parlano il dialetto dei poveri nonni loro, io non ci capisco una puleggia e quindi annuisco poco convinto... Alla fine credo mi abbia detto che si era spaventata di uno che si era accovacciato vicino a lei per recuperare una moneta pensando che fosse un cane... Ma molto probabilmente questo è tutta una mia sceneggiatura di serie B...

Ma a parte la babbiona, la scena più interessante si è materializzata improvvisa di fronte alle mie avide cornee. Un distinto uomo sulla trentina, alto come un giocatore di basket, distintamente abbigliato con un gessato di taglio purtroppo Svizzero, è salito sul bus, ha gentilmente rifiutato il sedile offertogli da gentili passeggeri, e è rimasto in piedi cercando qualcosa nella tasca... La mia attenzione era a livelli molto bassi per questo individuo, finchè non ho in maniera inattesa iniziato a riconoscere quello che stesse facendo nel viaggio in bus... Sfidando ogni punto che poteva diventare di sutura della sua mano, scalando impervie distese di stoffa da cappotto, quest'uomo, aggrappato alle maniglie del bus, ha iniziato a rinforzare tutti i bottoni... Lo ha fatto metodico, evidentemente trainato nell'infilare nella cruna il filo... Punto, contropunto, giro intorno, e ecco i bottoni meravigliosamente ok. Nessuno si è accorto di nulla, è stato solo un momento fugace di storia passata, quando le cose si volevano aggiustare, invece di prenderle nuove... E meno male che non ci sono state frenate brusche: sai che soettacolo orribile l'ago che gli ha trafitto un dito?

domenica 15 febbraio 2009

La sindrome dell'Action


Oggi c'è il sole, ma è inutile che vi dica come vivo la domenica perchè sono certo di averla descritta a più riprese sul blog, e non ho cambiato abitudini... Stare a casa e non andare per supermercati ha però un risvolto benefico: riesco a scampare, anche se per poco, alla mia sindrome dell'Action...

Dovete sapere che qui le offerte nei supermercati vengono indicate con il termine Action. In genere i prodotti "beneficati" dallo sconto, hanno degli appariscenti bollini arancioni o delle etichette gialle che attirano l'occhio del consumatore tipo. IO sono un tipico consumatore tipo, e non solo le mie pupille, ma tutto il mio corpo inizia a fremere per la possibilità di acquistare a prezzo ridotto le cose più disparate... Prima di trasferirmi qui, non andavo a fare la spesa. Avendo vissuto sempre a casa, nei supermercati ci ero sempre andato per aiutare più che per comprare... Ero completamente distaccato da qualsiasi condizione di prezzo, e le offerte speciali non mi colpivano per niente...

Ma da quando sono qui, sono completamente in balia della capacità comunicativa del marketing da supermercato: appena vedo un bollino arancione, ne sono irresistibilmente attratto, e seppure entro nel negozio con una chiara lista, ne esco sempre con almeno due o tre prodotti in più di cui generalmente non ho alcun bisogno, ma che erano ribassati... Per non parlare poi di quando le offerte sono su generi che comprerei comunque: lì mi scateno senza freni in una lotta all'arraffo che ha qualcosa di pre-bellico! Un esempio per tutti è stato il mio acquisto di circa 100€ di biscotti del Mulino Bianco, che ho consumato in circa 6 mesi... Avrò pure risparmiato, ma a ripensarci quando sono uscito con 5 buste piene di biscotti, mi sono sentito da un lato stranamente soddisfatto, e dall'altro profondamente idiota...

La consapevolezza della sindrome, non aiuta per niente. Ormai è da tempo che so che cederò, ma la mente non può nulla contro l'approccio viscerale alla conquista del genere di consumo... Sono certo che A di A+M se la riderà leggendo questo, perchè in fondo anche lui ha una parte in questo mio declino morale all'interno del vortice consumistico...

Molti interrogativi mi si aprono quando spalanco le porte delle mie numerose dispense: cosa ne farò di 10 spugne per la cucina se ne uso 2 ogni 4 mesi? Quando consumerò i 15kg di pasta dell'ultimo ribasso? Perchè ho delle scatolette di tonno giganti che solo una truppa potrebbe mangiare?

La giustificazione è sempre uguale, tremendamente uguale: erano in Action...

sabato 14 febbraio 2009

Serate internazionali...


La serata è iniziata presto, ed ecco perchè sono adesso già rintanato nel calduccio di casa a scrivere sul blog. Sì, le serate in Svizzera, normalmente finiscono quando a Napoli la gente sta appena mettendo il naso fuori di casa... Chi pensa di tornare a casa alle 23 nel sud Italia senza provare un moto di ribellione? Ormai anche i ragazzini di 12 anni se ne stanno fuori almeno fino alle 3 del mattino. Che questo sia giusto o sbagliato non lo so dire, ma è un dato di fatto...

Eppure se esci di casa alle 18.30, tornare indietro di buon ora non è un discorso impensabile, senza contare che dopo n-settimane di lavoro, n-ore di stress, il corpo e la mente vogliono qualcosa che sia morbido e confortevole. Lo vedo dipinto sui volti di molti di quei forzati del divertimento che la loro vita non la sanno prendere proprio come viene, ma devono dare un senso estremo a ogni avvenimento... Mi sono sempre chiesto, da anni e anni, perchè è necessario fare tardissimo per divertirsi bene. A volte è vero che il tempo passa senza accorgersene, per cui ti ritrovi la mattina dopo che sei ancora in giro. Ma stiamo parlando di eventi in cui o ci si innamora o nascono amicizie che hanno buone speranze di durare. Quando una serata è stata carina, non necessariamente fantastica o memorabile, perchè stiracchiarla in attesa dell'esplosione del fuoco artificiale che potrebbe non verificarsi? Dal mio punto di vista meglio chiuderla serenamente lì quando non si ha molto altro da generare se non rumore di fondo...

Ed ecco così che sto per pigiamarmi, e andare a letto sereno. Ho visto degli amici, fatto quattro chiacchiere su culture internazionali e imparato qualcosa. Ho saputo che in Giappone i ristoranti sono come Windows: WYSIWYG (What You See Is What You Get), e che puoi comprare come souvenir la copia in plastica del piatto che hai mangiato che sarà sempre lo stesso ogni giorno... Ho verificato che gli americani sanno ridere del loro cibo anche se credono veramente che il Donkin' Donuts sia buono... E che gli Italo-Svizzeri sono molto svizzeri...

Insomma non volevo di più, e forse questo è un limite, ma ho avuto qualcosa, e questo è un successo...

Buonanotte!

Passera, Pangasio, Eglefino... I mille pesci della Svizzera...


Recentemente vado a cena da una amica che mi domanda candida: "preferisci la passera o una scaloppina? Però la passera è congelata..." Dopo il primo momento di allegria e sbigottimento, ecco giungere la triste verità: si parlava della cena...

In realtà qui in Svizzera vivo un problema drammatico: guardo le scatole dei pesci congelati e non ne capisco l'origine nè una buona destinazione in cucina. Non parlo neanche dei pesci presunti freschi che provano a propinare, visto che il loro aspetto è di esseri che troppo hanno vissuto, sia nella loro esistenza pre che post mortem... Avevo trovato che il filetto di Pangasio non era da buttar via come sapore, e particolarmente buono in pastella e fritto, ma poi sono venuto a sapere che per capitare fresco sulla mia tavola era partito dal Vietnam e dalle foci del Mekong, un fiume che pare sia molto poeticamente color rosa a causa di non ben specificati scarichi industriali... Trovare il semplice filetto di merluzzo non è impresa facile. Quanto meno si parla di Nasello, che sarà pure simile, ma non è merluzzo...

Le uniche sicurezze restano i gamberetti, perchè lì sai che sono di origine Thailandese, cosa che qui ha un valore aggiunto. Non sono disprezzabili devo dire, ma una frittura insieme ai calamari è impresa disperata: ho comprato i tondini congelati un paio di volte per bollirli all'insalata, con risultati decisamente scadenti. Duri o molli, mi hanno messo in seria difficoltà di gusto, e ormai ne sono stato definitivamente allontanato...

La curiosità per la passera permane, quanto meno per il fatto che parlare di pesce passera è un strano, almeno dal punto di vista figurativo...

venerdì 13 febbraio 2009

M'illumino di Meno

Come anche l'anno scorso:

Non ho parole

http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2009/02/12/
Al peggio non c'è mai fine.

giovedì 12 febbraio 2009

Non ridono abbastanza...


Secondo me i teutonici non ridono abbastanza. Sì, generalmente la mia impressione è che raggiungano lo stato di "pre-ilarità", quando sul volto gli si dipinge un sorriso divertito, ma senza che poi si lascino andare a una risata liberatoria... Generalmente per arrivare a quella devono essersi resi il più simili possibile a uno di quei barilotti di birra in alluminio, almeno dal punto di vista del contenuto...

Liberarsi dai freni inibitori tramite l'alcol è una strategia di origini antiche, ma loro ne hanno fatto una scienza esatta. Quantità batte qualità 5 a zero in queste epiche battaglie a chi resta in piedi. Nessuna differenza tra uomini e donne, neanche sulla quantità necessaria per sentirsi volare e di sicuro non superare il temutissimo palloncino della polizia... Ho visto persone qui riuscire a bere 5-6 birre senza battere ciglio, senza neanche l'ausilio preventivo del pesantissimo cibo che si autopropinano... Però il sistema idraulico corporeo deve avere qualche inceppamento, perchè nessuno fugge verso il bagno con fretta e ne torna soddisfatto... Se io ingollassi una simile quantità di liquidi, tenderei a non allontanarmi oltre i 4 metri dal gabinetto, onde evitare spiacevoli (e soprattutto umidi) inconvenienti...

E se anche i tedeschi trovassero altre ricette per ridere un pò? Io me ne preoccuperei seriamente: potrebbero diventare un popolo molto poco serioso e ancor meno noioso, e iniziare a diffondersi in forma giullaresca... Solo che rimarrebbero macchinosi nei movimenti, al punto da non riuscire mai a sfondare neanche a una festa patronale...

Eppure la contropartita sarebbe tragica: chi potrebbe sopravvivere a un cambio di prospettiva in cui fossero i rigidi oltralpini a recitare espressivi come pini della foresta nera?
Non lo so, ma forse è meglio che si mantengano così, senza troppo divertimento: potrebbe fargli male! :-)

martedì 10 febbraio 2009

Discorsi grandi fatti dai piccoli...

Parto dal caso che in questi giorni ha coinvolto tutta l'Italia per fare un discorso un pò grande, che dalla mia piccolezza probabilmente non affronterò bene, usando anche luoghi comuni che daranno fastidio. Ma tant'è, non me la sento di rimanere del tutto in silenzio sulla storia di Eluana Enlgaro e di quello che significa...

Non vado nei dettagli perchè non li conosco. Quel poco che ho potuto seguire mi è sembrato un confuso rincorrersi di persone che a diverso titolo hanno creduto e credono che in tutti i drammi, in tutte le storie, si abbia diritto di intervento e di parola, seppure non si sono mai trovati nelle stesse condizioni e mai ci si troveranno, perchè qualunque esperienza assume un forma diversa per ognuno... I contorni di un fatto possono essere simili, le nostre reazioni, in quanto prodotte da esseri dissimili, non seguiranno mai gli stessi percorsi...

Troppi si sono alzati dal loro banchetto a dire un sì o un no, provando a decidere di quello che sarebbe dovuto succedere. Troppi si sono voluti sentire Dio stesso, e non solo interpreti della sua parola, nel tentativo di seguire delle convinzioni. Il dramma non è diventato più un fatto personale di una famiglia e di un individuo, ma quello collettivo di una nazione che si è appigliata a un caso guidata dai soliti burattinai che sempre di più provano con successo a prendere il controllo delle scelte di tutti...

Questa volta non dico proprio per niente un politically correct: rispetto tutti. Io me ne frego, e quegli imbecilli che hanno alzato la voce solo perchè i capi gli dicono di fare così, o di quelli che non essendo dotati di altra facoltà che quella di parola (leggi Gasparri come Franceschini), si sono lanciati in avventurose analisi del sentito dire.

La scelta non era e non poteva essere di nessun altro che della persona. Non accetto che si parli di suicidio o di omicidio da parte di chicchessia. Ognuno DEVE avere il diritto di lasciare detto cosa desidera per se stesso nelle condizioni più avverse che si potranno generare... Io personalmente oggi, in condizioni di vita vegetativa, vorrei rimanere attaccato alle macchine. Non so spiegare perchè, ma lo vorrei, e in futuro potrei cambiare idea. Questo non mi impedisce di pensare che se gli altri hanno un diverso avviso, abbiano il libero arbitrio di farlo. Se poi nel momento del distacco la vita finirà, non sarà una cosa naturale? Da cristiano e cattolico, forse andrò all'inferno per questa mia posizione, ma ancora, se gli altri che non credono in Dio desiderano fare una scelta consapevole, perchè possono farlo in vita rimanendo al di fuori della Chiesa e non in morte?

E in una serata per me un pò nera, credo che sia anche ora che la si smetta di mettere sotto un occhio di bue gli esempi per esecrarli o esaltarli. Il gioco sulla vita delle persone vere è disgustoso e odioso. L'inseguimento della notizia e la copertura mediatica senza ritegno un fenomeno dei nostri tempi che non lascia spazio a pudore e dolore, ma solo allo spettacolo... Le coscienze non hanno bisogno dei TG, e le riflessioni di ognuno possono essere molto più delicate di quella fredda e brutale cronaca che fa del minuto dettaglio la sua ragione di esistere. E' una ragione senza sentimento, un tipo di ragione che per me non ha senso di esistere...

lunedì 9 febbraio 2009

Sentimenti contrastanti e la vita vera...


E' un momento complicato per me. Lo capisco dallo stato di distrazione profonda che vivo e dal distacco da tutte quelle che normalmente dovrebbero essere le mie priorità. Dipende da sentimenti che mi si agitano dentro come le "zoccole nella panza" come diceva sempre un mio amico non proprio all'acme della sua poesia... Anche la mia poesia deve essere piuttosto vaga in questo momento se tiro fuori un'espressione del genere, ma non si può sempre volare alto!

Parlo di priorità perchè c'è una vita da mandare avanti e la sto trascurando. Mentre il maniero sta per essere ristrutturato sotto il mio naso in una data imprecisata e con delle conseguenze per la mia vita che spaziano dalla catastrofe dei cessi comuni e alla intossicante cucina da campo, lascio passare i giorni senza mettermi in contatto con l'agenzia che gestisce il palazzo per saperne di più... Invento scuse, immergendomi fino alla cima dei capelli nel lavoro... Dovrei anche andare in banca da secoli per vedere se posso organizzare un modo per avere una pensione un giorno, visto che qui in Svizzera le garanzie in tal senso sono piuttosto limitate... E anche per questo, l'agenda non trova mai una collocazione...


E intanto sono anche colpito solo di striscio dall'Italia che va a ramengo... Con i governanti che stanno alfine mostrando di quale pasta sono fatti. Con la crisi che è anche fantastica scusa per tutti quelli che un'occasione buona per buttare fuori la gente e far lavorare di più chi resta la stavano aspettando dall'ultima volta... Con le scelte conniventi di chi il potere se lo sta costruendo dall'altro lato e quindi non vuole dare fastidio a chi sta alla guida per ottenerne riconoscenza...

Ed è questa la vita vera. E' una vita piena di disagi più psicologici che fisici, che pure riesco a fare miei con difficoltà, non perchè non mi interessi, ma perchè delle nubi scure e dense mi lasciano cieco, sordo e muto... E' meglio così? E' accettabile tutto ciò? Non lo so, ma un pò in colpa verso me stesso e verso il mondo, mi ci sento...

domenica 8 febbraio 2009

L'Italia chiamò

Ultimamente il blog ha preso una vena intimista, ma sento che nel mezzo di quello che sta succedendo nel nostro paese, una parola e forse anche più d'una, va assolutamente spesa.
Voglio ricordare qualcosa

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Ma ora nella nostra Italia, anche a causa del nostro silenzio, della nostra rassegnazione, sta avvenendo un vero e proprio attacco alla democrazia, allo Stato. Il nano sta facendo prove tecniche di colpo di stato e questo no, io non glielo posso permettere. E' tempo di alzare la testa e la voce e dire quello che c'è da dire. E non lo faccio per me, io la mia vita l'ho avuta, di quelle vite ricche, belle, piene di cose e di libertà, lo voglio fare per i nostri figli e i nostri nipoti, che sono bambini e che corrono il rischio di vivere nello stesso mondo che conobbero i nostri genitori. La dittatura, l'oppressione, la guerra sono distanti un solo passo e tutti quelli che hanno coscienza devono fare qualcosa per impedire che accada.
Io chiedo di vivere in uno stato che rispetti il cittadino, la sua fede, le sue credenze, che non mi imponga di vivere in modi e secondo fedi che non condivido. Io non voglio imporre il mio modo di vivere ai cattolici e chiedo che questi non mi impongano il loro. Così come gli islamici, i buddisti, gli scintoisti e chi più ne ha più ne metta. Insieme e nel rispetto reciproco.
Alcune persone si sono associate per difendere la libertà e la democrazia. E' anche stata pubblicata su molti giornali un’intera pagina, con un appello in difesa della libertà, della giustizia e del rispetto dei principi che sono alla base della nostra Repubblica. Hanno saputo esprimere quello che penso molto meglio di me.
Vi segnalo il sito e vi invito a firmare per sottoscrivere l’appello. Inoltre l’associazione in questione si muove e organizza iniziative pubbliche. Nel comitato dei garanti ci sono Umberto Eco, Gae Aulenti, A. Galante Garrone, Guido Rossi, Umberto Veronesi, Giovanni Bachelet, Enzo Biagi (fu), Claudio Magris. Come vedete sono persone che provengono da tutte le professioni, unite solo dal disagio che l’attuale situazione provoca in tutti noi e dal desiderio di fare qualcosa perchè questo disagio trovi la sua espressione.
Firmate l’appello “Rompiamo il silenzio” su
http://www.libertaegiustizia.it/index.php

Scusa capotrenose interrompo i tuoi momenti di sogno e i tuoi tuffi nella fresca e cristallina acqua BLUE, ma qui in Italia la situazione ormai fa veramente paura.

venerdì 6 febbraio 2009

Running a risk...

I have run a risk. I left my home, my family and part of me. It was a bet. I won...

I have run a risk loosing some friends and not moving enough steps towards them... I lost...

I'm running a risk now, writing again about me and giving part of my feelings to unknown readers... It is a risk I will not avoid...

I'm running a risk looking into Blue Eyes. I want to see what is behind, maybe a rainbow to climb to the sky...

giovedì 5 febbraio 2009

Nefandezze...


"Nefandezza" è una parola intrigante... Essendo desueta, il solo pronunciarla può avere due effetti opposti: per chi parla poco potabile (come a volte il sottoscritto...), può dare quel brivido di orrore per cui è intesa. Per molti altri risulta piuttosto comica.

Ovviamente questo non divide il mondo nè classifica le persone, ma è un dato di fatto che la reazione di fronte alle parole dipende grandemente da quanto le abbiamo "gustate" nella nostra vita... Ricordo come al liceo, la mia professoressa di Italiano dei primi due anni, fosse una narratrice straordinaria. Non usava espressioni complicate, ma aveva una facilità di racconto impressionante per le nostre giovani menti, riempendo le sue ore con un volume di immagini apocalittico! Il mio modo di scrivere nonchè le mie idee le risultavanot molto indifferenti. Non sono mai andato oltre il 6 e 1/2, e anche oggi non credo di essere poi migliorato di tanto. Da ambizioso e presuntuoso primo della classe, desideravo eccellere e fare di meglio, ma la sua vena artistico/narrativa tendeva (probabilmente giustamente) a premiare le fantasiose espressioni di alcune compagne di scuola, molto più inclini alla creatività e meno affascinate dalla tecnica di cui io invece volevo diventare padrone... La professoressa del triennio era invece un donnone molto diverso dal punto di vista della sensibilità. Una persona equilibrata e noiosa, forse anche per una vita non certo facile, che pontificava in oro al mio inchiostro steso su foglio protocollo in bella caligrafia...

Credo in quel periodo di aver scritto nefandezze inenarrabili lasciandomi andare a tentativi analitico/saggistici della peggior risma... Anche allora ero in grado di pittare chilometri di linee arzigogolate riempiendo fino 4 facciate di foglio protocollo... Erano i tempi della scrittura a mano libera, tutt'oggi affascinante per quando insopportabilmente lenta... Gli incoraggianti 8, dovuti fondamentalmente alla capacità di non sbagliare i verbi, al non commettere errori sui congiuntivi, ma non a delle capacità interpretative, facevano da contraltare alla diminuita gloria delle "creative"... E anche allora non riuscivo a godermi la cosa: sentivo di non essere un artista, ma un osservatore con delle idee poche volte originali...

"La fredda cronaca", se andassi a rileggere gli scritti di allora, sarebbe ancora efficace, ma quanto noiosa? Probabilmente molto... E a questo punto, non sarebbe stato meglio provare a scrivere cose che avessero insito un germe di orrore per la loro cruda e nefanda inutilità, ma stilisticamente dorate? O viceversa, darsi a ipotesi profonde con rozza brutalità? E invece, ancora una volta, sono rimasto nel mezzo, dove sta anche la virtù: in altre parole dove non si scopa e non si gode! :-)

lunedì 2 febbraio 2009

Il Superbowl e il gusto pieno della vita...


Ieri sera Football Americano in scena. Finale delle finali in diretta su Raidue e su Raisport più. Entrambi i canali, come anche gli altri italiani, me li pago mensilmente e non posso negare con una certa soddisfazione... Lo so che fa emigrante del Bel Paese, ma io sono affezionato a una serie di voci e suoni, e anche i telefilm di cui sono drogato, mi piace vederli doppiati dai nostri bravissimi attori... Per lo sport poi, il commento in madrelingua non è indispensabile, ma aggiunge quel tocco di grazia e di relax indispensabili per la giusta visione...

Al di là però del discorso tecnico, devo dire che ieri sera me la sono proprio scialata... Essendo in diretta, il Superbowl è iniziato alla non proprio svizzera ora delle 12.15 a.m. Normalmente, a quel punto, sono già cotto da molto nel mio meraviglioso lettone due piazze piumonato, ma dagli antichi anni di Capodistria e delle prime visioni dello sport americano in TV con la voce di Flavio Tranquillo, io ho un legame viscerale con il football NFL. Non posso dimenticare i pomeriggi passati a vedere partite e a indovinare formazioni e giochi affascinato dalla strategia. dalla tecnica, ma anche un pò dalla violenza gratuita del gioco... Mediamente il Superbowl è una brutta partita. Tutti sono mezzi stonati da una settimana di sovraesposizione mediatica e l'ego già non proprio contenuto dei giocatori multimilionari, si sgonfia arrivando come un condom bucato alla finale... Ma la curiosità è tanta, e la voglia di vedere un pò di vero gioco, ha vinto. E ha vinto per fortuna, perchè è stata una partita veramente imprevedibile e emozionante...

Tifavo per Arizona, e avevo anche scommesso che avrebbe vinto di 3 la lauta cifra di un Euro con la mia Teacher Americana che invece aveva preso Pittsburgh per motivi sentimentali... A due minuti dalla fine stravincevo, avendo addirittura azzeccato il punteggio... Poi la disfatta all'ultimo respiro... Alle quattro del mattino sono andato a letto ancora agitato, come se avessi bevuto un bottiglione di amaro Averna, per il suo gusto pieno della vita...

A volte ci vuole anche questo: impazzire e non pensare troppo... Peccato per le nauseanti conseguenze di stamattina quando in ufficio ci sono stato come un fantasma all'opera. Ma non potevo perdere l'occasione di lanciare anche io dal treno in movimento!

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori