domenica 26 maggio 2013

Dedicato a Bruce Springsteen e alle sue dediche...

Sono tornato a Napoli per il concerto di Piazza del Boss Born in USA, ma con lontane origini italiane. L'ho fatto per vedere la mia famiglia, senz'altro, ma anche per la musica di questo straordinario ultrasessantenne che sa suonare, cantare e parlare ai cuori...

È un uomo entusiasta Bruce Springsteen. È uno che fa di ogni concerto un evento indimenticabile e che sente. È venuto a Napoli a parlare di problemi e di come bisogni voler bene alla propria terra. A dire che non ci si può dimenticare che quelle pietre che calpestiamo sono parte di noi. E che non è bene sputarci sopra, non solo perché è ingiuriare noi stessi, ma anche perché essere fieri e non vedere solo la spazzatura salva.

Al di là di un concerto molto personale, in cui i momenti di memoria delle origini e del percorso di una vita si fondono indissolubilmente, mi resta la sensazione di una lezione. Il venire a dirci, con gli occhi di chi ha visto tutto il mondo eppure non vuole dimenticare da dove sono partiti gli antenati che hanno fatto la sua storia, che ognuno ha la sua hometown da amare, anche se non è bella e luminosa. E ognuno è un po' responsabile di non farla cadere sempre più giù...

Mi sono dispiaciute le stupide e pretestuose polemiche sull'organizzazione dell'evento. Il soprintendente Cozzolino si riterrà paladino dell'arte di Napoli. La sua spada sfolgorante a guardare alla situazione attuale, non la vedo luccicare.

Napoli ha forse bisogno che siano gli artisti e gli stranieri a ricordarle le sue bellezze visto che i napoletani stessi non le vedono più. La città ha bisogno di vivere in musica, arte, turismo e spettacolo, perché non è mai riuscita a diventare economicamente rilevante. E se questi figuri si preoccupano delle pagliuzze date dai tendoni stesi per ridurre la partecipazione di spettatori non paganti, forse non riescono a riconoscere la trave che gli si è conficcata da decenni nell'occhio. Quel silenzio colpevole sul degrado del patrimonio artistico unico al mondo, reso inservibile e progressivamente distrutto per mancanza di attenzione, idee. E poi il rivendicare che si deve operare per salvaguardare, senza specificare come e dove. Un sopraintendente che puzza tanto di burocrate che miseramente non vuole essere scavalcato, ma che sa scaldare bene la sua poltrona in una inazione costante e troppo serena.

Ci vogliono gli artisti a risvegliare le coscienze? Non solo loro, ma anche loro... E non ci vogliono gli immobili burocrati a preservare quello che va in malora. Ci vuole cuore e intelligenza, capacità di sognare e far sperare...

Parole difficili oggi...

sabato 18 maggio 2013

La comoda posizione in poltrona

Finalmente scoperto l'arcano del successo delle trasmissioni di approfondimento, magari un po' scabrose...

Permettono a tutti di stare in poltrona a indignarsi e a criticare tutto e tutti, senza poi essere costretti a proporre alcunché come soluzione. È su questo che si basa l'utente medio e più o meno recentemente il politico medio: stare su un comodo scranno pieno di cuscini e poter puntare il dito in ogni direzione a indicare quello che va male con minore o maggiore sdegno. Il tutto per poi non giungere a nessun altra conclusione se non che gli Altri (inteso qualsiasi essere che non sia riflesso da uno specchio), tutti, non hanno capito niente, sono pessimi ed inutili. Intendiamoci: mediamente a dire così ci si azzecca. Quanti sono in grado di superare indenni la prova dei fatti? Sul campo di battaglia della vita qualcosa si lascia sempre. Ed è questa frequente  ignoranza o dimenticanza dei propri errori che ci regala la toga di Cassazione senza altro grado di giudizio che il nostro...

Appare un ostacolo insormontabile il passo che dovrebbe seguire la critica se essa fosse costruttiva: una qualsiasi forma di proposta. Cioè ci si mette facilmente in posizione critica, ma quando poi si dovrebbe iniziare a saltare dall'altra parte, ecco che manca il coraggio del fachiro per stendersi sul letto di chiodi...

Succede anche nel lavoro: finché non guidi, non hai responsabilità e stai comodo a sparare ad alzo zero palle di fuoco che scoppiano fragorosamente. E dopo, inizi a capire che per avere un bel prato, non bisogna raderlo al minimo, al limite dissodando la terra, ma bisogna tagliarlo giusto e farlo ricrescere, e dove non ce n'è più, ripiantare.

Fuor di metafora, mandare a quel paese tutto e tutti, se poi non è seguito da una proposta, mette solo a nudo i problemi, ma non li risolve.

E forse vale la pena di iniziare a ripensare alla critica come elemento di pungolo e stimolo alla soluzione, non solo come mezzo liberatorio di offesa personale e generale.

Molti del Movimento 5 stelle si sono messi in questa posizione. La Sinistra ne è stata per troppi anni maestra senza mai riuscire a cambiare il proprio aspetto flagellante e autolesionista. Berlusconi & Co ne hanno fatto un'arte straordinaria riuscendo a buttare le colpe nel campo degli altri ogni volta che l'avevano fatta sporca.

Insomma tutti maestri. Tanti bravi alunni. A quando uno che sappia riformare questa scuola?

Quella stanchezza lì

Negli ultimi giorni mi sento spesso molto stanco. Qualcuno potrebbe dire che probabilmente dipenda dalla primavera, ma invece in una analisi difficile ma non impossibile, posso dire che tutto dipende dai meeting...

Sì perché di recente faccio riunioni una dietro l'altra sforzando enormemente quel mio lato ben nascosto, ma senz'altro presente, che soffre di attacchi di timida inadeguatezza. Cambiare lavoro mi ha portato in una condizione di debolezza. Dove ho lasciato avevo conquistato un posto chiaro e solido, ma nella nuova posizione mi sento decisamente più esposto alle correnti.

Sebbene fosse previsto e sia una cosa già vissuta in passato, non è sempre facile. Basandomi sull'esperienza, la domanda non è se passerà, ma solo quando...

D'altronde so bene di non essere una mosca bianca in un mondo dove solo i pazzi o gli incoscienti non hanno timori e momentanei appannamenti delle loro certezze. Non che questo consoli, ma almeno rende un po' meno soli. E questo non è mai un fattore da sottovalutare...

Il mio lato ottimista mi fa pensare alla forza dell'esperienza che sto facendo. In questa corsa in salita verso le innevate cime di Lavaredo, fatico. Però la differenza non la fa il fisico, ma la volontà. E quella è per ora salda. E se non ce la dovessi fare più, magari ecco che cercherò un riferimento e continuerò a pedalare del mio passo. L'arrivo lo troverò...

Benvenuto Presidente: per sperare?

Al cinema si può trovare un po' di ispirazione. Non è una novità, ma è forse più frequente che sia il cinema a ispirarsi alla realtà. Innescare il processo inverso è ricercato da tanti, ma riesce a ben pochi.

Ho visto benvenuto presidente. Ebbene credo sia un film che con leggerezza incarni una serie di temi di oggi. Su tutti la politica inumana e sporca. Quella che è una ribellione più o meno consapevole della società civile ad un sistema oscuro nei suoi modi e nei suoi mezzi, scaltro però, e poi in definitiva scoperto nella vita insostenibile di tanti che dalla politica e dai suoi rappresentanti non ottengono aiuto, ma solo tasse e lacrime.

È alquanto singolare che sia un film a dover dire che se si ritornasse indietro a degli ideali più semplici, alle uova di colombo, ma soprattutto a una vicinanza alle vere necessità dei cittadini, si guadagnerebbe rispetto e sostegno, e non ci sarebbe da preoccuparsi della poltrona, perché la buonafede e la sincerità pagherebbero automaticamente...

Eppure non è così, e la deludente esperienza dell'elezione di un nuovo vecchio presidente della repubblica, testimonia che una Repubblica non è più capace di rinnovarsi. Ci si appassiona a questa beutiful politica, ma essa è solo una serie di colpi di scena che indignano, ma non producono impegno o proposta.

Pur nel mio sospetto di scarsa visione del futuro e di disimpegno fattivo, il 5 stelle sta producendo un terremoto. Purtroppo non vedo come possa vincere contro la dimenticanza e l'abitudine di un governo Letta che a parte solenni proclami resta ostaggio di Berlusconi e dei suoi processi, della strategia di perenne debolezza del PD destinato allo scioglimento dopo la prossima disfatta elettorale e di tutti gli altri volenterosi di sparire...

Insomma come la Chiesa è riuscita in poche mosse a recuperare una credibilità e un consenso planetario, così la politica dovrebbe cercare una soluzione che entusiasmi le persone. Non vedo nessuno a parte Silvio che riesca a illudere e fingere di avere qualche idea sul da farsi. E forse ci meritiamo lui e le sue furbizie al di fuori della legge. Peccato non avere davanti agli occhi un ritratto immortale e immorale del Dorian Gray nazionale: probabilmente ci potremmo anche noi rispecchiare e cambiare opinione...

Sogni...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori