venerdì 9 ottobre 2009

L'insostenibile leggerezza .... del sedere

L'altro giorno salivo le scale per andare in ufficio quand'ecco che da dietro qualcuno mi ha pizzicato il sedere. Ma non un pizzichino, un pizzicone a mano piena. Ellalà, mi giro pronta a mollare un paccherone! Mi freno in tempo, era una collega che scherzava. Ah!
Appena salite, però, arrivate in ufficio, la giovane fanciulla ha cominciato a fare un elogio del mio sedere: e quanto è tosto, e quanto sta su e qui e lì. Devo dire che non mi ero mai soffermata sul mio sedere, forse perchè è dietro di me e quindi non è sotto gli occhi. Sulle tette si, mi ci ero soffermata, perchè sono grandi (e mi sono cresciute molto tardi), perchè sono toste (e spero lo restino ancora a lungo) e perchè sono belle (e non lo dico io, ma amici al di sopra di ogni sospetto). Ma mi stanno davanti e quindi non le posso ignorare.
Ma dopo tutti 'sti elogi del sedere, mi sono girata a guardarlo, poi me lo sono toccato e pizzicato ed effettivamente era tosto. Eh si!!
Ah! Mi si è aperto un mondo! E allora ho cominciato a tastare il sedere a tutti in ufficio, ma solo per vedere se era tosto o fiappo. Mi si è aperto un altro mondo. Sederi fiappi a destra e a manca. Sederi piallati. Non sederi. Apperò!! Due soli sederi degni di nota, uno quello del giovane macho coccolone, che insomma, se è un po' teso reagisce alla toccata e allora si che stai toccando un sedere! E un altro, oddio, che non è un sedere, è un invito. Si impenna, esulta, sfiora il cielo con una rotondità. Non è un sedere, è un proclama! E vivaddio, così devono essere i sederi. A mandolino, a mandola reale. E il mio team leader così ce l'ha. Super. Ohhh!
E dai sederi allo spirito, non so perchè, il passo è stato breve. Forse perchè bisogna solo girarsi dall'altro lato per vederli.
E il mio di spirito in una sola settimana ha trovato una strada che non mi sarei aspettata. E' come se all'improvviso un colpo di vento abbia scompigliato i pezzi di un puzzle, rimettendoli tutti a posto.
E tutto ha trovato effettivamente il suo posto, sederi, colleghi, amici, famiglia.
E all'improvviso mi sono accorta che ho trovato la misura. La misura dei sederi e delle cose. Mi sento improvvisamente giusta. Giusta dentro. Non mi sento più inadeguata, la persona sbagliata al posto sbagliato e nel momento sbagliato. Che dice le cose sbagliata, che veste sbagliata, che è sempre un po' sopra o un po' sotto le righe.
No, all'improvviso ero giusta, con la giusta misura. Sapevo cosa fare, come farlo e cosa dire. Solo che ... dico e faccio le stesse cose, ma questa volta sono giuste. Perchè ci sto bene io.
Per tanto tempo ho cercato fuori di me le cose per essere felice o triste o seria o importante o professionale. Ma come siamo sciocchi a volte. Cerchiamo le cose nel posto sbagliato. E per questo mi sono sentita sbagliata. E' bastato girare lo sguardo e tutto era lì. Solo che non era fuori di me, era dentro.
I limiti, il senso, la serenità, l'allegria, la tristezza. Era tutto lì. Dentro, non fuori.
E quella bambina che mi sono portata dentro per tanto tempo, a cui non riuscivo a pensare senza piangere, che mi sembrava così sola e così triste, che dipingeva sola con gli acquarelli, quella bambina mi ha dato la mano.
E mi sono ricordata di tanti momenti belli, mi sono ricordata che quella bambina è stata anche felice, ha avuto amiche, ha avuto sorrisi. E zie e zii che le hanno voluto e le vogliono bene. Che ci sono.
Ho sorriso e mi ha sorriso. L'ho presa per mano e non ho pianto. Solo ho avuto i brividi e li ho anche adesso. E tutta l'energia che ho disperso è tornata da me. Mi sento come una calamita. Tutto torna.
Adesso ho spazio per tutto e per tutti. Per volervi bene e per fare battute cattive. E mi sento giusta. E ho un sedere tosto.
Che dire, a volte essere soli ti dà la misura del mondo. E del sedere.

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