Ve lo voglio avvisare: sarà un post lungo. Praticamente un pippone.
Sono andata alla cena de "Il grande freddo". Incontro dei liceali. Quelli con cui ho passato 5 anni della mia vita. Si.
All'invito ero perplessa. Poi in effetti ho aspettato con ansia che si avvicinasse il giorno, poi non vedevo l'ora. Chissà perchè. Ora sono le 3 di notte non potevo aspettare domani per scrivere. Eppure queste persone non sanno niente di me, non sanno chi sono, non sanno nulla della perfezione cercata e lasciata, della mia vita, della mia storia, dei miei amori e dolori, delle mie passioni e delle mie avversioni. Però ....
Partiamo dall'inizio. Da dove vi ho lasciato. Mi ha telefonato la mia compagna T e mi ha invitato. E mi ha detto chi c'era. E mi ha detto un nome fra gli altri. Un nome che mi è tornato in mente.
Forse tutta la storia di stasera gira attorno a questo nome. Che si è aperto una strada dentro di me. Mi ha detto Maria Grazia. E all'improvviso ho ricordato. Un nome e un volto. Una persona con cui non ho parlato mai in 5 anni. Tranne una volta. E quella è bastata. Mi ha detto quel nome e mi è tornato in mente il cognome. E poi la storia. E una passeggiata con lei. Una sola. Ma una che conta.
Bhè, torniamo a noi. Ho deciso di cucinare una cosa, poi un'altra, poi un'altra ancora. E poi mi sono svegliata tardi dalla pennica e ho corso per arrivare in tempo. Ma ce l'ho fatta. Ho cucinato quello che volevo e mi sono fatta la doccia e non trovavo un taxi e alla fine sono arrivata. Mamma miaaaa, che cosa fantastica. Eccoli lì. Qualcuno me lo ricordavo, qualche altro per nulla. E tu chi sei?? Maurizio?? E chi è Maurizio? IL SECCHIONEEEEE!! Ecco chi è! Santi ciccioli, tu eri il secchione, quello piccolo, quello che si faceva i fatti suoi, quelli che si abbabbiava le professoresse, e ora sei CARDIOLOGO??? Nooooo! Ma chi si ricordava, ussignur. E Carlo e Angelo, come prima, anzi meglio. E la fascistona. La mia nemica giurata. Eppure ... ecco, è una persona con cui posso parlare, che come me credeva in qualcosa, che si batteva, che sognava e che come me ora ha perso i suoi sogni. E mi duole maledettamente a mio scorno riconoscere che l'unico politico che oggi ha ancora il senso dello stato è il capo del suo partito, che però da ieri non c'è più.
E l'amica di allora, che non mi mollava un minuto e che non sapevo come fare a scrollarmi di dosso. E quello che assolutamente non so chi è. Mi hanno detto che era uno che era arrivato in classe solo l'ultimo anno. Boh!!
E poi lei. Maria Grazia. E all'improvviso un faro si è acceso su di lei, e ho ricordato. La sposa bambina. Quella che se ne è andata il penultimo anno, perchè aspettava un bimbo e si doveva sposare.
E che l'ultimo anno ci ha portato a vedere la sua bambina. E che quel giorno ho accompagnato per un pezzo di strada, lei con il carrozzino e io con la cartella.
Io non so cosa le ho detto ma lei se lo ricorda. Si ricordava di me e io di lei. Un attimo in cui ci siamo incontrate, iniziato e finito lì. Ma che ha lasciato un segno.
Io allora, in quel momento, mi sarei strappata la pelle per darle quello che avevo io, vedevo così bene il suo viso disperato, la sua sensazione che tutto fosse finito lì e che io sentivo così forte, così impellente, così assoluta. E poi ho dimenticato. Ma lei no.
E la sua vita se l'è ripresa. Un pezzettino alla volta. Ha scalato l'Himalaia. E oggi mi ha parlato.
Sono qui che scrivo e sbaglio e cancello e torno indietro e non so come dirlo, non ho le parole per dirlo. Lei non lo sa e non lo sapevo neanch'io, ma quella camminata insieme, quelle parole che non ricordo sono me. Sono veramente me, quello che sono diventata poi, che sono ora.
Quella che per gli amici si farebbe sparare, quella che li sente dentro, solida e sicura. Quella dura, che ama e ama forte. Quella che per la sua amica si farebbe tagliare le mani.
Incontrare Maria Grazia mi ha dato una spinta, mi ha fatto sentire bene. Allora anche a 18 anni lo sapevo!! In qualche nodo di me, io lo sapevo.
E poi un'altra ex compagna mi ha detto cose così belle. Ma così belle, così belle che non so nemmeno ripetervele.
Quelli che aspettavo, quelli per cui sono andata non mi hanno detto niente. Quelli che avevo dimenticato sono tornati alla mia mente in modo così prepotente da investirmi come uno tsunami.
Che conclusioni trarre? Forse non ci sono conclusioni ma solo nuovi inizi. Quello che so, che sento, è che Maria Grazia io la voglio rivedere. Voglio parlare con lei. Voglio vedere quel viso che davvero, più di tutti noi, è uguale ad allora. Non una ruga, non un segno, 50 o 18 nessuna differenza. E la voglio rivedere perchè sento che come me anche lei è quella di allora e a volte si guarda e vede la diciottenne di sempre imprigionata in un corpo che la rappresenta ogni giorno un po' meno e ogni giorno di più. Una che pensava di avere un futuro e l'ha perso e l'ha ritrovato.
Una come me, che il futuro lo vede ancora e ce l'ha sempre davanti e gli corre incontro e non pensa affatto che sia tutto finito.
Che dire d'altro? In fondo ci siamo ritrovati abbastanza simili a noi stessi con piacere e entusiamo. E quella che ha detto "Ma dai, siamo uguali, nessuno di noi è cascato per terra, la carne ce l'abbiamo ancora addosso, una classe di ferro più o meno" era l'unica a cui avrei dato 50 anni e che portava un foulard al collo come le signore che se lo nascondono perchè ha ceduto. E che aveva le rughe e i segni dell'età. Che aveva le borse sotto gli occhi e i suoi 50 li portava tutti in faccia.
Forse perchè l'età è una categoria dello spirito. E io nello spirito non me li sento affatto. E in verità non li sente nemmeno il mio fondoschiena.
Sono andata alla cena de "Il grande freddo". Incontro dei liceali. Quelli con cui ho passato 5 anni della mia vita. Si.
All'invito ero perplessa. Poi in effetti ho aspettato con ansia che si avvicinasse il giorno, poi non vedevo l'ora. Chissà perchè. Ora sono le 3 di notte non potevo aspettare domani per scrivere. Eppure queste persone non sanno niente di me, non sanno chi sono, non sanno nulla della perfezione cercata e lasciata, della mia vita, della mia storia, dei miei amori e dolori, delle mie passioni e delle mie avversioni. Però ....
Partiamo dall'inizio. Da dove vi ho lasciato. Mi ha telefonato la mia compagna T e mi ha invitato. E mi ha detto chi c'era. E mi ha detto un nome fra gli altri. Un nome che mi è tornato in mente.
Forse tutta la storia di stasera gira attorno a questo nome. Che si è aperto una strada dentro di me. Mi ha detto Maria Grazia. E all'improvviso ho ricordato. Un nome e un volto. Una persona con cui non ho parlato mai in 5 anni. Tranne una volta. E quella è bastata. Mi ha detto quel nome e mi è tornato in mente il cognome. E poi la storia. E una passeggiata con lei. Una sola. Ma una che conta.
Bhè, torniamo a noi. Ho deciso di cucinare una cosa, poi un'altra, poi un'altra ancora. E poi mi sono svegliata tardi dalla pennica e ho corso per arrivare in tempo. Ma ce l'ho fatta. Ho cucinato quello che volevo e mi sono fatta la doccia e non trovavo un taxi e alla fine sono arrivata. Mamma miaaaa, che cosa fantastica. Eccoli lì. Qualcuno me lo ricordavo, qualche altro per nulla. E tu chi sei?? Maurizio?? E chi è Maurizio? IL SECCHIONEEEEE!! Ecco chi è! Santi ciccioli, tu eri il secchione, quello piccolo, quello che si faceva i fatti suoi, quelli che si abbabbiava le professoresse, e ora sei CARDIOLOGO??? Nooooo! Ma chi si ricordava, ussignur. E Carlo e Angelo, come prima, anzi meglio. E la fascistona. La mia nemica giurata. Eppure ... ecco, è una persona con cui posso parlare, che come me credeva in qualcosa, che si batteva, che sognava e che come me ora ha perso i suoi sogni. E mi duole maledettamente a mio scorno riconoscere che l'unico politico che oggi ha ancora il senso dello stato è il capo del suo partito, che però da ieri non c'è più.
E l'amica di allora, che non mi mollava un minuto e che non sapevo come fare a scrollarmi di dosso. E quello che assolutamente non so chi è. Mi hanno detto che era uno che era arrivato in classe solo l'ultimo anno. Boh!!
E poi lei. Maria Grazia. E all'improvviso un faro si è acceso su di lei, e ho ricordato. La sposa bambina. Quella che se ne è andata il penultimo anno, perchè aspettava un bimbo e si doveva sposare.
E che l'ultimo anno ci ha portato a vedere la sua bambina. E che quel giorno ho accompagnato per un pezzo di strada, lei con il carrozzino e io con la cartella.
Io non so cosa le ho detto ma lei se lo ricorda. Si ricordava di me e io di lei. Un attimo in cui ci siamo incontrate, iniziato e finito lì. Ma che ha lasciato un segno.
Io allora, in quel momento, mi sarei strappata la pelle per darle quello che avevo io, vedevo così bene il suo viso disperato, la sua sensazione che tutto fosse finito lì e che io sentivo così forte, così impellente, così assoluta. E poi ho dimenticato. Ma lei no.
E la sua vita se l'è ripresa. Un pezzettino alla volta. Ha scalato l'Himalaia. E oggi mi ha parlato.
Sono qui che scrivo e sbaglio e cancello e torno indietro e non so come dirlo, non ho le parole per dirlo. Lei non lo sa e non lo sapevo neanch'io, ma quella camminata insieme, quelle parole che non ricordo sono me. Sono veramente me, quello che sono diventata poi, che sono ora.
Quella che per gli amici si farebbe sparare, quella che li sente dentro, solida e sicura. Quella dura, che ama e ama forte. Quella che per la sua amica si farebbe tagliare le mani.
Incontrare Maria Grazia mi ha dato una spinta, mi ha fatto sentire bene. Allora anche a 18 anni lo sapevo!! In qualche nodo di me, io lo sapevo.
E poi un'altra ex compagna mi ha detto cose così belle. Ma così belle, così belle che non so nemmeno ripetervele.
Quelli che aspettavo, quelli per cui sono andata non mi hanno detto niente. Quelli che avevo dimenticato sono tornati alla mia mente in modo così prepotente da investirmi come uno tsunami.
Che conclusioni trarre? Forse non ci sono conclusioni ma solo nuovi inizi. Quello che so, che sento, è che Maria Grazia io la voglio rivedere. Voglio parlare con lei. Voglio vedere quel viso che davvero, più di tutti noi, è uguale ad allora. Non una ruga, non un segno, 50 o 18 nessuna differenza. E la voglio rivedere perchè sento che come me anche lei è quella di allora e a volte si guarda e vede la diciottenne di sempre imprigionata in un corpo che la rappresenta ogni giorno un po' meno e ogni giorno di più. Una che pensava di avere un futuro e l'ha perso e l'ha ritrovato.
Una come me, che il futuro lo vede ancora e ce l'ha sempre davanti e gli corre incontro e non pensa affatto che sia tutto finito.
Che dire d'altro? In fondo ci siamo ritrovati abbastanza simili a noi stessi con piacere e entusiamo. E quella che ha detto "Ma dai, siamo uguali, nessuno di noi è cascato per terra, la carne ce l'abbiamo ancora addosso, una classe di ferro più o meno" era l'unica a cui avrei dato 50 anni e che portava un foulard al collo come le signore che se lo nascondono perchè ha ceduto. E che aveva le rughe e i segni dell'età. Che aveva le borse sotto gli occhi e i suoi 50 li portava tutti in faccia.
Forse perchè l'età è una categoria dello spirito. E io nello spirito non me li sento affatto. E in verità non li sente nemmeno il mio fondoschiena.
1 commento:
Tra i tuoi post, questo è forse uno dei più belli, perchè intenso e agitato...
Non so se questo "Grande Freddo" mi attrarrebbe. Credo che tutto sommato ne avrei un irrazionale timore. C'è una antica sofferenza in me per tante cose dei miei anni di liceo e credo di portarmela dietro. Oggi è così, fra un pò di anni chissà.
Buon riposo Perfezione, in un turbine di ricordi e di rinnovamento...
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