domenica 17 maggio 2009

Pino (Daniele) Marittimo


Come un vapore meridionale, è arrivato in una Zurigo primaverile schizzata d'acqua, quel Pino marittimo di cognome Daniele, che di percorsi di musica gradevoli e meno ne ha esplorati un bel pò...

Non posso dire di essere mai stato uno dei suoi fan più appassionati: ho amato e amo molto alcune canzoni antiche che mi riportano alla mia terra natale con una poesia delicata e struggente e con quel dialetto che è la mia vera lingua, la lingua dello stomaco e non della testa... Tuttavia sono un emigrato, e basta poco in questa condizione, a voler ricercare origini e sonorità che sono state parte del mio sangue e della mia educazione non scolastica. C'era il concerto e ci sono andato, senza pensarci neanche troppo, perchè il desiderio di sentire un pò di vento salino, foss'anche coperto da quella intollerabile asetticità svizzera, mi ha convinto...

E' stata una nuova esperienza e andare ad un evento all'estero ha presentato molti spunti interessanti. Ci sono andato con persone di varia origine, per la maggior parte con radici italiane, ma con dei percorsi di vita piuttosto frammentati. Decisi a coprire con le nostre voci le mancanze di quella del Pino nazionale che tanto ormai ha dato, fin dall'attacco di "Quando", abbiamo iniziato a cantare a piena ugola/batacchio. Il tono era quello delle campane effettivamente, ma in Italia, a un qualsiasi concerto, chi se ne importa? Ebbene qui invece un paio di spettatori, appena visto l'andazzo, si sono dileguati con sguardi di disapprovazione verso di noi. Aperto uno spiazzo nella folla intorno a noi, senza risparmiare un pò di critica verso il nuovo album, abbiamo mantenuto il nostro atteggiamento "politically scorrect"... D'altronde, a parte l'esaltazione di molti per gli assoli di musica (lunghissime pause per far riprendere Pino dallo sforzo...), c'era intorno a noi una vasta popolazione di inerti mummie ben conservate, che al massimo battevano il tempo con il sopracciglio proponendo una versione filtrata delle canzoni più ritmate, e che hanno mostrato gradimento con un paio di battimani decisi, ma contenuti...

D'altronde che ci fosse qualcosa di culturalmente diverso lo abbiamo capito all'ingresso della sala, quando una gentile e sorridente signorina ci ha offerto gratuitamente un pacchettino bianco. Si trattava di precauzioni tese a proteggere da danni irreparabili la fondamentale salute pubblica in un ambiente promiscuo: tappi per le orecchie...

1 commento:

Mario ha detto...

...NO!!! Non ci credo... tappi auricolari...
Temo proprio non sarebbe possibile andare a vedere gli U2 in terra elvetica: data la passione per la band (con conseguente manifestazione di entusiasmo) rischierei di perdere buona parte del concerto per essere stato tradotto nelle suddette elvetiche galere...e per me sarebbe un dolore troppo forte da affrontare...
Alla luce di ciò comincio a riconsiderare il mio proposito di abbandonare questo Paese alla ricerca di un'occupazione dalle tue parti...
...Ma solo per gli U2... :-)

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