domenica 26 luglio 2009

Message in a bottle

Ops! Che fai se una persona di cui hai parlato una chioppa sul blog (e non sempre bene) ci incappa dentro cercando una ricetta?? Maledici la sorte o la benedici? Oppure ci pensi un attimo e ti dici che in fondo un blog è un po' così, è un messaggio in una bottiglia, e si sa, un messaggio si spera sempre che venga letto, e soprattutto che venga letto dal destinatario. E se per caso la bottiglia, portata dalle onde, atterra davanti ai piedi della persona giusta, allora si può dire che è stata volontà del noumeno. E da ora in poi se continuerà a leggere che farai? Ti tarperai le alucce auliche o continuerai a volare in tutte le direzioni che il tuo spirito ti ispira?
Grazie, ma ho già provato a scrivere parlando per metafore ed ellissi e, sinceramente, è una palla. E' per questo che ai nuovi colleghi di lavoro non ho detto che ho un blog. E quindi la risposta la ho. Continuerò a scrivere come mi dice la testolina bislacca. E se continuerà a leggere sarà una voce in più nei nostri silenzi, che sono sempre troppi.
In questa fase di nuovo ho lasciato il capotreno solo a dettar legge e scritti. Quando il lavoro mi prende o quando la vita mi avvolge nel cavo della sua onda con troppe sensazioni e rabbie e nuovi incontri, mi capita di non riuscire a coagulare i pensieri in parole. Ma poi all'improvviso la voglia mi coglie e come un fumatore incallito che torna al suo vizio, non sono capace di resistere nemmeno un minuto e DEVO scrivere immediatamente oppure il post mi continua a girare nella testa a mo' di frullatore.
Nel frattempo la persona di cui parlo legge il blog all'indietro. Arghh!
A te che leggi, se dopo aver percorso a ritroso gli ultimi due anni tornerai all'inizio/alla fine e troverai questo post, un abbraccio speciale, che conosci e forse ricordi. Ho piacere e anche timore che tu legga, forse ti piacerà o forse no. Hai ispirato molti dei miei post, anche quando non sei tu il soggetto. Ma nella peggiore delle ipotesi avrai aumentato il nostro share e nella migliore ti avrò detto a distanza di tempo e di luogo quello che ho provato.
Io sarò Zen, come una canzone che abbiamo ascoltato ieri, cantata da Rokia Triarè. Era in francese e l'ho capita. A conferma che, andando in Svizzera, ho perlomeno due lingue a disposizione fra le tre o quattro che si parlano in quel paese.
Ogni tanto penso a farmi un blog tutto mio, ma io qui mi trovo bene e non ho tante responsabilità, cosa che mi piace dimolto, perciò capotreno, continuerai ad ospitarmi per un altro po' e spero non ti dispiaccia.

1 commento:

Andrea B ha detto...

E come al solito, scriviamo quasi in sincrono... Però io non ospito nessuno: ognuno ha il suo biglietto che paga con i suoi post... Quando c'è voglia e ispirazione per viaggiare dentro casa in giro per il mondo!

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