
Andrea B. ha chiesto il mio punto di vista su
questo articolo.
Domenica scorsa ero sull'IC delle 9.24 da Napoli per Torino con l'intenzione di raggiungere degli amici in barca a Formia, e vorrei raccontare la giornata da un altro punto di vista. Per salire sul treno ho dovuto attraversare la calca di tifosi, per lo piu' facce brutte e poco rassicuranti, che facevano, biglietto e documento alla mano, la fila per i controlli. Chi mi ha scortato e aperto un varco nella folla? La polizia? I ferrovieri? No, i tifosi stessi che hanno fatto un cordone per farci passare. I controlli procedevano a una lentezza esasperante ed eravamo gia' da tempo su un treno ormai in ritardo, senza aria condizionata e con i finestrini chiusi nonostante le mie ripetute richieste di sbloccarli, quando ho visto portare a braccia un tifoso con una ferita alla testa. Non si capiva come se la fosse procurata, poi ho saputo per un attacco epilettico, ma farlo passare in mezzo agli altri tifosi non mi era sembrata una cosa saggia. E infatti un attimo dopo c'e' stato l'assalto al treno. Assalto che, per come l'ho vissuto, si e' svolto in maniera assolutamente non violenta, con i tifosi che hanno fatto di tutto per non disturbarci e per rassicurare chi era preoccupato. Dopo due ore di attesa a guardare il questore e i ferrovieri che discutevano senza decidere nulla e senza dare alcuna informazione, dopo un controllo fasullo dei biglietti delle persone sul treno, dopo che sentivamo la tensione aumentare da tutti i lati, dopo che i programmi di viaggio erano saltati per tutti, appena la polizia ha deciso di aprire un varco per farci passare abbiamo abbandonato il treno, volontariamente, tra le scuse dei capi delle tifoserie organizzate, e a quel punto per me e' iniziata la vera tragedia. Ritenevo scontato il rimborso del biglietto. 10 minuti di coda allo sportello Informazioni per sentrimi dire, senza guardare il mio biglietto, che la biglietteria me lo avrebbe rimborsato. 40 minuti di coda alla biglietteria per sentirmi dire che non avevo diritto al rimborso e che dovevo rivolgermi all'Assistenza clienti. Li' la coda non c'era, ma in compenso uno sgarbatissimo ferroviere, senza alzare gli occhi dal pc, mi ha detto di chiamare l'89 20 21. A quel punto ho cominciato ad irritarmi e lui non ha gradito: " Ma a lei chi glielo ha detto di scendere dal treno?". Ma questa e' un'altra storia e rientra nella normale gestione di Trenitalia che quotidianamente sperimentiamo nella nostra vita di pendolari. Cosa sia successo al binario 24 dalle 11.30 in poi lo ignoro, o meglio, l'ho letto sui giornali, e sinceramente, per come ho visto le cose io, ci credo poco. Non voglio essere complottista e gridare all'imbroglio organizzato da questura, Trenitalia e giornali per far passare i Napoletani per delinquenti e camorristi e per tenere a casa gli ultra' fino alla fine del campionato, ma qualcosa che mi puzza c'e': gli ultra' sono ultra' e credo che nessuno si aspetti che tenuti sotto pressione per 4 ore poi si comportino da signorine perbene, come mai il questore ci ha messo 3 ore per decidere che il treno doveva partire "per motivi di ordine pubblico"? Come mai io sabato sera ho potuto comprare on line un biglietto con prenotazione per un treno gia' strapieno e quando normalmente se il posto non c'e' il biglietto non me lo vendono? Come mai hanno parlato di cariche, sommosse, tifosi senza biglietto, petardi, ultra' che hanno cacciato i passeggeri e io che ero li' sul treno o in giro per gli uffici della stazione ho sentito al massimo qualche coro da stadio? Come mai nessuno ha notato che nelle foto della stazione di Napoli tutti i tifosi hanno in mano biglietto e documento e nessuno e' incappucciato? Io, nel dubbio, per la prima volta sono dalla parte degli ultra' e sono contenta di aver lasciato loro, quando sono scesa dal treno, i biscotti che avevo fatto per S. Forza Napoli!