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mercoledì 27 marzo 2013

Se un'era si chiude

Un'era è un tempo di dimensione soggettiva. Tutto sommato, per un bambino di 5 anni un'era può essere quella della libertà di pipì a letto. I dinosauri hanno anche avuto un'era, lunghetta rispetto alla pipì, non c'è che dire, ma rispetto alla vita dell'universo?

Beh ieri è finita la mia era come ingegnere molto tecnico ed è iniziata quella verso una strada diversa, un passo indietro rispetto al mettere le mani sul tavolo di misura, e un passo in più verso la sedia dell'ufficio. Il cambiamento segna la fine di un decennio di lavoro fruttuoso, faticoso, orgoglioso e a volte un po' doloroso... Ma nel complesso oso dire meraviglioso...

Nella festa di addio al mio ambiente attuale, ho sentito improvvisamente allontanarsi una serie di esperienze e di persone che tanto hanno fatto per me e che non posso smettere di ringraziare silenziosamente. A voce sarebbe difficile perché in fondo ho scoperto che il mio lato tenerone tende orribilmente a manifestarsi nei discorsi pubblici e aprire le fontane di fronte a un pubblico di soli uomini può essere imbarazzante...

La goduria dell'organizzazione cui spero di andare incontro mi attrae. Ovviamente non mi attendo rose e fiori, e forse riesco a non sentirmi tremante di paura grazie agli anni trascorsi. Però ritorna un po' la sensazione del primo giorno di scuola: la differenza sarà forse che la tremarella durerà meno a lungo. O almeno lo spero.

Ma nel complesso mi piace pensare alla mia era e a quelle impronte che ho lasciato sulla terra bagnata. Del tutto immodestamente spero che qualcuno le possa trovare un giorno scavando. E nella curiosità di sapere chi ci sia stato dietro un nome, ritrovi me... Nell'ego presuntuoso che deborda, però c'è orgoglio e vanto. Non li voglio vivere per una volta come difetti...

Nuova era, nuovi obiettivi e nuovi personaggi. Ma anche una bella chiocciola sulle spalle...

lunedì 17 dicembre 2012

Picchi comici sconfinano nella tragedia...

Lontano dalla politica e dalla cronaca nazionale per motivi vari ed eventuali, ritorno e leggo della comparsa sulla scena politica di un nuovo personaggio. Silvio Berlusconi da Arcore si presenta come leader del partito di destra. Da dove venga non è ben chiaro. Pare che la ragione che lo spinge come un fuoco sacro applicato alle terga sia il voler salvare la nazione da scelte scellerate...

Devo dire che la mia memoria forse mi fa un brutto scherzo, sicuramente irriverente, nel ricordare che un omonimo personaggio si sia presentato con lo stesso cipiglio eroico alcuni anni or sono a salvare lo stivale. Nel tempo pero' pare si sia fatto attrarre dalle lusinghe di calzature simili alla forma della nostra penisola, ma in genere indossate da ragazze di dubbi costumi che le indossavano fino a mezza gamba...

Insomma ecco un "what if" nello stile di "se una notte di inverno un viaggiatore" dove la pellicola si riavvolge continuamente raccontando ancora una volta la storia e aggiungendo un nuovo tassello, ma senza che la sostanza cambi, e con la frustrante impressione che dalla farsa comica, si vada inesorabilmente a finire nella tragedia umana. Purtroppo sembra che la pellicola sia di vecchio tipo e i colori si siano deteriorati... Cosi' alcune battute saltano e ci si trova a guardare con occhio critico l'esercizio di stile di un sistema basato su un attore prossimo alla pensione. Le trame che si svolgono e riavvolgono dietro sono sicuramente molto oltre l'immaginazione lineare di uno come me, ma le sorprese sembrano esaurite. Ci saranno colonne di fango e pioggia di altri liquidi affini, ma è probabile che il pubblico in sala inizi a protestare di fronte all'ennesimo tentativo di riproporre gag che non fanno più ridere pur se hanno destato affezione in altri tempi.

Questa profezia potrebbe essere smentita, ma tutto sommato il mondo dello spettacolo cui questa farsa è ispirata ha mostrato che dopo un po' di repliche, il pubblico si disamora. Rambo, Indiana Jones, Rocky, Starwars, non sono sopravvissute al secondo-terzo episodio senza perdere un numero consistente di spettatori ed estimatori. Anche le prime edizioni non necessariamente sono stati capolavori, ma l'occhio si è abituato e ha iniziato a aspettare sorprese che non venivano più o diventavano sempre meno sorprendenti e sempre più risibili. Promesse mai mantenute e sogni dipinti ma mai avverati...

La mia nuova sceneggiatura prevederebbe invece un ritorno alle idee e alla filosofia. La proposta di sogni che dicano di speranze e di un mondo in cui vivere dignitosamente e serenamente per contribuire a rendere le persone felici e realizzate dove questo non coincida necessariamente con ricchezza e eccessi. Una Italia che potesse ritrovare una strada per dare entusiasmo a se stessa e dove non tutto fosse oscurato da presagi foschi e mai ben chiariti come una profezia Maya. Manca poco al 21 Dicembre, e forse si potrebbe far coincidere la data non con la fine del Mondo, ma con l'inizio di un nuovo corso. Che anche i più ambiziosi trovino pace e che i potenti non siano egoisticamente guidati dalla propria borsa. Dove si torni a far parlare le persone del più e del meno e non del peggio del peggio... 

Ma io sono un sognatore di viaggi impossibili su treni ormai probabilmente già indirizzati su binari morti e destinati a fermarsi di fronte a una traversina bianca e rossa. Oppure a sfondarla a tutta velocità senza la possibilità di tornare indietro...


lunedì 12 dicembre 2011

Quel che resta di un anno


Non manca moltissimo alla fine di quest'anno. È una fine agognata per me e quindi non mi dilungherò sul parlare di questi 365 giorni. Almeno non descriverò eventi personali.
Però questo post è dedicato ad alcune riflessioni cui sono giunto nella maturità di un'età che avanza inesorabile, ma non in tutto negativa.



Prima di tutto il 2011 ha sfatato anche la superstizione della fine del mondo. Ormai ce la propinano in tutte le salse più vistose, ma pare che non dipenderà dalle date la nostra dipartita, quanto dalla distruzione che riusciremo a creare sul pianeta... Molto più probabile che siamo capaci di auto-estinguerci piuttosto che ci pensi un evento apocalittico legato a non si sa bene quale congiuntura astrale.


In secondo luogo, dopo un secolo in cui l'umanità ha finito col diventarne schiava, il denaro sta mostrando il suo ghigno tremendo. Se abbiamo attraversato tempi in cui ipocritamente l'adorazione della carta moneta e di tutti i suoi simboli era atto del demonio, oggi questo si è ribaltato. In una forma di dittatura finanziaria, il nostro modo di vivere, la nostra stessa possibilità di essere liberi e di esprimere noi stessi che il benessere porta con sé, costringe a inchinarsi davanti alle banche. Entità assurde come le agenzie di rating, governano più degli stati nazionali, assecondando sensazioni del tutto irrazionali oppure fin troppo guidate dalle potenze emergenti. La grande Cina ha saputo attendere il suo momento, e sembra non avere pietà per nessuno nella sua crescita. Sta fagocitando tutto, ed è imprevedibilmente furba nell'azionare leve come il debito nazionale per acquisire il diritto di governare il futuro attraverso il mercato. Per chi ha ancora fame di raggiungere il luccichio scintillante di questa Europa specchio riflesso di un'America decadente, tutto è lecito.

L'Europa, mai fino in fondo costituita, sta perdendo se stessa a partire da quella moneta e da quel mercato che, ancora una volta sotto il segno del soldo, l'aveva saputa unire. Il crollo a effetto domino delle economie povere strutturalmente e storicamente ricche e importanti, dimostra la fragilità di un sistema che non ha mai accettato di integrarsi fino in fondo. Forse è stato un bene perchè è più facile vincere contro uno solo che contro una squadra di individui che devono difendere la propria porta. Forse avere delle gambe più grandi e muscolose, evita gli sgambetti...

E nella stessa metafora, come non pensare alla fine dell'infinita piaga italiana di Berlusconi? Il suo migliore amico, il denaro, gli ha voltato le spalle. Il mercato dove ha trionfato nella sua vita imprenditoriale, lo ha disarcionato. Cercherà di tornare, di non scomparire, ma se con un pò di malizia gli altri riusciranno infine a emarginarlo non considerandolo più un interlocutore valido, probabilmente potremo fare a meno di ennesime buffonate e di menzogne fasulle per gli anni a venire.

Restano per me dolorose alcune immagini. La spazzatura a Napoli, che ha ridotto la città a immagine mondiale della stupidità italiana e la nazione a zimbello organizzativo planetario. Le manifestazioni violente in Italia e nel mondo contro quello che non piace. Come se distruggerla fisicamente non faccia ricrescere vigorosa la gramigna. L'assenza assoluta oggi di idee e di aspirazioni più alte di un bel cellulare e soprattutto quel vuoto spinto di solidarietà di fronte alle difficoltà degli altri che si avverte non solo in Italia, ma in tutto il pianeta azzurro. Non so quanto si potrà andare avanti così.

Però, alla fine io ci metto una nota di speranza positiva. Sono nati nel mondo sei o sette bambini che sono stati identificati come i sette-miliardesimi esseri umani della Terra. Sono tutte creature magnifiche che hanno dentro di sé in potenza la rivoluzione contro tutte le cose che ho elencato sopra. Spero che la potenzialità si trasformi un giorno in realtà...

domenica 14 febbraio 2010

Essere ricchi dentro (le tasche)


Il denaro non fa la felicità, ma aiuta a vivere meglio. Essere "ricchi dentro", ma con le tasche vuote, tutto sommato è un pò filosofia del sogno.

Al di là di quelle consolatorie proteste di soddisfazione da animo nobile, ma da quattrini pochi, mi sono reso conto con il tempo che nascere ricchi (non dico benestanti, dico ricchi...) può essere un vantaggio innegabile e molto produttivo. Guardando alla storia, famiglie antiche e danarose, riescono a mettere i propri rampolli in posizioni di rilievo che permettono anche a elementi non eccelsi di avere un ruolo decisamente importante. La teoria delle reti di conoscenza, la possibilità di raggiungere estremi lontani e di avere merce di scambio, aiuta e facilita. Ieri guardavo un documentario sulla famiglia Kennedy. Pur supponendo che i loro geni siano stati particolarmente ben miscelati, vista la media delle attività in cui sono stati coinvolti, mi sembra ovvio concludere che il loro denaro li ha messi sul trampolino più alto. Certo poi sapersi tuffare bene è un merito, ma per tanti altri, già scalare fino al punto di lancio è una impresa.

E' così che si perpetuano generazioni di potere. Certo si può migliorare nel corso di un'esistenza partendo dal basso, ma per raggiungere lo status di chi su un piedistallo c'era già il lavoro è tanto di più. Ma non voglio guardare solo al privilegio come forma di "facilitazione". C'è anche da aggiungere che il vivere in una certa atmosfera, permette di capire molte cose e di essere prodighi nell'utilizzo delle proprie risorse. E questo significa anche un modo di investire e di spendersi largheggiando, che con un pò di oculatezza, ripaga...

Non odio i ricchi nella "sacca". Però penso a volte che tutti meritano una possibilità, e se per nascita non ce l'hai, si dovrebbe trovare un modo di darla lo stesso...

lunedì 4 gennaio 2010

Il momento di ripensare...


Ho lasciato passare queste vacanze in un modo un pò anomalo rispetto al mio passato e anche rispetto alla mia natura supercomunicativa. E' accaduto senza una intenzione particolare. Però è accaduto, e quel certo Sig. Sigmund Freud affermerebbe certamente che un significato per questa cosa c'è. Probabilmente lui ci metterebbe dentro cose sessuali e rapporti difficili con se stessi e con i parenti, ma rimanendo sul piano di quello che invece io so, non mi accosterei a queste cose...

Capita in realtà che ci siano i fattori pregressi che ti influenzano. Venivo da un periodo di forte stress per il mio esilio dal Maniero e per i litigi post-recupero. Capita poi che a Napoli io sia stato tra novembre e dicembre più di un mese e che non ci sia più abituato. E infine c'è il problema che tutti gli altri non hanno più la percezione che tu possa esserci quando da due anni non ci sei più... In questo senso, la mia vita effettivamente non è più qui. Sorprendentemente non lo è, e in maniera attesa non lo è.

La constatazione di questo potrebbe essere triste e amara, ma in fondo è anche un pò un successo pensare di avere generato qualcosa di nuovo altrove. Ricordo alcuni post scritti all'inizio del mio percorso non napoletano nei quali speravo che questo accadesse, e ora sarebbe ipocrita rimpiangerlo. Che le persone mi manchino è normale e più che giustificato. Che io manchi solo ad alcuni lo è altrettanto. E' il solito frullato di vita che ci servono ad ogni momento di ripensamento.

Sì. Lo è ancora una volta in questa arteteca che non so dove mi condurrà, ma che ogni giorno mi assale più o meno intensamente...

In ogni caso sono contento di essere stato ancora una volta qui, nella Napoli dei miei ricordi e che mi ha fatto così come sono. Stare con la mia famiglia è la miglior medicina per una serie delle mie inquietudini, e le decine e decine di ore di sonno messe in serbatoio non saranno perse facilmente. Il controllo della mia ipocondria è migliorato: l'esercizio può fare miracoli.

E ora ripensare e progettare. Senza magoni nello stomaco. ma con una sensazione di poter fare che guidi le scelte e le decisioni. Buon proposito di inizio anno? Anche. Ma soprattutto una idea per non lasciar passare il tempo senza tentare di rallentare i suoi grani che cadono nella clessidra come istanti privi di peso...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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