L'attualità a volte può coinvolgerci e sollecitarci a riflettere su questioni molto delicate che hanno a che vedere forse non tanto con la vita di tutti i giorni quanto con il modo di vivere il nostro tempo.
Ebbene, un pò sollecitato dalla Perfezione, un pò preso da momento politico Italiano pieno di confusione e alimentato dalle solite furiose polemiche a sproposito, mi lancio in un paio di riflessioni senza paracadute che spero non saranno troppo banali. Di certo, potranno essere sgradite a qualcuno, ma nella vita non ci amano mica tutti...
Si è innescata l'n-ma polemica sulla laicità. In passato non ho mai capito bene di cosa si parlasse e devo dire che anche oggi ci sono degli elementi che mi restano oscuri. Il Papa doveva andare a parlare all'università di Roma, una serie di personaggi che non sono meglio definiti, hanno protestato vibratamente e quindi il benedetto Benedetto non è andato più. Da questo un putiferio di reazioni politiche. Tutti, in qualche modo, dicono che il Papa doveva essere lasciato libero di parlare e gli manifestano solidarietà. Sembrano affermare, tutti, che quelli che hanno impedito la "lezione" del Pontefice, vadano etichettati come laici. Semplificazione banale o cattiva informazione? Solo io ho percepito il messaggio così? Non lo so, però se il discorso viene portato su questo piano ritengo ci sia un errore di fondo: ancora una volta in Italia vogliamo fare due fazioni quando non ci sono?
Da quello che sono riuscito a capire, leggendo qua e là, non c'è nessuna contrapposizione di fondo tra laici e cattolici. I due insiemi di persone non sono affato disgiunti, ma hanno una bella e allegra fetta di sovrapposizione. Laicità significa solo (e forse non è poco, per quanto abbastanza logico) non considerare lo Stato una succursale della Chiesa Cattolica, ma una entità indipendente che non deve e non può avere preferenze per una religione piuttosto che per un'altra. Significa quindi che le leggi che si fanno e che devono governare il vivere civile, pur se influenzate dalla filosofia corrente in modo evidente, non possono essere dettate dai dogmi cattolici. E cosa c'entra questo con l'esistenza di chi non rispetta il diritto a tutti di parlare?
Io sono un cattolico, lo dico senza alcuna vergogna e senza alcuna remora. La Chiesa è importante per me in quanto messaggera della parola di un Dio nel quale credo e che mi aiuta a sperare tutti i giorni e ad avere alcuni concetti di vita comune cui si può d'altronde arrivare benissimo senza l'ausilio dei dogmi. I 10 comandamenti sono principlamente una serie di regole di vita che trovo abbastanza ragionevoli: non ammazzare, non rubare, non cornificare sono cose abbastanza accettabili se le si semplifica a quello che sono e non li si stiracchia troppo a coprire aspetti che non hanno a che fare con questo. A volte sono critico con la Chiesa. Non nego di non essere d'accordo su tutte le posizioni, ma spero sempre che ci sia posto anche per le mie opinioni in un organismo vivo dove, pur commettendo peccato, si deve poter dissentire. La Chiesa è infatti fatta di uomini, fallibili esattamente quanto me, e alla fine della fiera sono convinto che i conti li farò con il Padreterno, qualunque siano questi conti...
Nonostante sia un cattolico, sono laico. Io credo che le regole del vivere comune non possano essere scritte con l'ottica esclusivamente religiosa. Si deve essere liberi di scegliere a maggioranza, e se la maggioranza poi dice una cosa che è in linea con l'insegnamento cattolico va anche bene, ma non è questa una condizione necessaria e neanche sufficiente. Il tentativo di quella che oggi Eugenio Scalfari definisce su Repubblica Gerarchia Ecclesiale, è stato troppe volte di interferire in Italia con lo svolgimento del normale dibattito politico. Non si deve nè si può ignorare che la nazione è a maggioranza cattolica, ma questa maggioranza ha sempre dato prova di essere anch'essa alquanto laica. Oggi poi, che della politica importa molto poco a troppi, la Chiesa ha gioco facile a riempire il vuoto. Dovrebbe a volte astenersi dall'usare mezzi mediatici, e cercare di essere molto di più luce e guida di coscienze. Ma di sicuro per una istituzione religiosa, confrontarsi con sani dubbi è un esercizio molto difficile...
E ora veniamo al banner. Ho deciso di non metterlo. Secondo me non abbiamo da rivendicare la nostra laicità, soprattutto in questo momento. I media montano clamori su discussioni importanti senza avere mai approfondito i problemi e colpendo la somma ignoranza. Mi metto in prima fila tra gli ignoranti, ma mi riservo di non essere strumentalizzato come elemento che considera le attività della Chiesa in contrasto con le scelte laiche della società civile. Entrambe le parti in gioco devono recitare i loro ruoli e seguire le loro inclinazioni. Possono farlo più o meno bene e più o meno onestamente da un punto di vista intellettuale. Io spero sempre che sia la buona fede a guidare le persone. Essa ha molti punti in comune con la Carità cristiana. E mi piace ricordare che San Filippo Neri diceva: siate buoni se potete! Non ha mai detto lui, voi laici siate buoni: lui parlava di tutti...
Ebbene, un pò sollecitato dalla Perfezione, un pò preso da momento politico Italiano pieno di confusione e alimentato dalle solite furiose polemiche a sproposito, mi lancio in un paio di riflessioni senza paracadute che spero non saranno troppo banali. Di certo, potranno essere sgradite a qualcuno, ma nella vita non ci amano mica tutti...
Si è innescata l'n-ma polemica sulla laicità. In passato non ho mai capito bene di cosa si parlasse e devo dire che anche oggi ci sono degli elementi che mi restano oscuri. Il Papa doveva andare a parlare all'università di Roma, una serie di personaggi che non sono meglio definiti, hanno protestato vibratamente e quindi il benedetto Benedetto non è andato più. Da questo un putiferio di reazioni politiche. Tutti, in qualche modo, dicono che il Papa doveva essere lasciato libero di parlare e gli manifestano solidarietà. Sembrano affermare, tutti, che quelli che hanno impedito la "lezione" del Pontefice, vadano etichettati come laici. Semplificazione banale o cattiva informazione? Solo io ho percepito il messaggio così? Non lo so, però se il discorso viene portato su questo piano ritengo ci sia un errore di fondo: ancora una volta in Italia vogliamo fare due fazioni quando non ci sono?
Da quello che sono riuscito a capire, leggendo qua e là, non c'è nessuna contrapposizione di fondo tra laici e cattolici. I due insiemi di persone non sono affato disgiunti, ma hanno una bella e allegra fetta di sovrapposizione. Laicità significa solo (e forse non è poco, per quanto abbastanza logico) non considerare lo Stato una succursale della Chiesa Cattolica, ma una entità indipendente che non deve e non può avere preferenze per una religione piuttosto che per un'altra. Significa quindi che le leggi che si fanno e che devono governare il vivere civile, pur se influenzate dalla filosofia corrente in modo evidente, non possono essere dettate dai dogmi cattolici. E cosa c'entra questo con l'esistenza di chi non rispetta il diritto a tutti di parlare?
Io sono un cattolico, lo dico senza alcuna vergogna e senza alcuna remora. La Chiesa è importante per me in quanto messaggera della parola di un Dio nel quale credo e che mi aiuta a sperare tutti i giorni e ad avere alcuni concetti di vita comune cui si può d'altronde arrivare benissimo senza l'ausilio dei dogmi. I 10 comandamenti sono principlamente una serie di regole di vita che trovo abbastanza ragionevoli: non ammazzare, non rubare, non cornificare sono cose abbastanza accettabili se le si semplifica a quello che sono e non li si stiracchia troppo a coprire aspetti che non hanno a che fare con questo. A volte sono critico con la Chiesa. Non nego di non essere d'accordo su tutte le posizioni, ma spero sempre che ci sia posto anche per le mie opinioni in un organismo vivo dove, pur commettendo peccato, si deve poter dissentire. La Chiesa è infatti fatta di uomini, fallibili esattamente quanto me, e alla fine della fiera sono convinto che i conti li farò con il Padreterno, qualunque siano questi conti...
Nonostante sia un cattolico, sono laico. Io credo che le regole del vivere comune non possano essere scritte con l'ottica esclusivamente religiosa. Si deve essere liberi di scegliere a maggioranza, e se la maggioranza poi dice una cosa che è in linea con l'insegnamento cattolico va anche bene, ma non è questa una condizione necessaria e neanche sufficiente. Il tentativo di quella che oggi Eugenio Scalfari definisce su Repubblica Gerarchia Ecclesiale, è stato troppe volte di interferire in Italia con lo svolgimento del normale dibattito politico. Non si deve nè si può ignorare che la nazione è a maggioranza cattolica, ma questa maggioranza ha sempre dato prova di essere anch'essa alquanto laica. Oggi poi, che della politica importa molto poco a troppi, la Chiesa ha gioco facile a riempire il vuoto. Dovrebbe a volte astenersi dall'usare mezzi mediatici, e cercare di essere molto di più luce e guida di coscienze. Ma di sicuro per una istituzione religiosa, confrontarsi con sani dubbi è un esercizio molto difficile...
E ora veniamo al banner. Ho deciso di non metterlo. Secondo me non abbiamo da rivendicare la nostra laicità, soprattutto in questo momento. I media montano clamori su discussioni importanti senza avere mai approfondito i problemi e colpendo la somma ignoranza. Mi metto in prima fila tra gli ignoranti, ma mi riservo di non essere strumentalizzato come elemento che considera le attività della Chiesa in contrasto con le scelte laiche della società civile. Entrambe le parti in gioco devono recitare i loro ruoli e seguire le loro inclinazioni. Possono farlo più o meno bene e più o meno onestamente da un punto di vista intellettuale. Io spero sempre che sia la buona fede a guidare le persone. Essa ha molti punti in comune con la Carità cristiana. E mi piace ricordare che San Filippo Neri diceva: siate buoni se potete! Non ha mai detto lui, voi laici siate buoni: lui parlava di tutti...
1 commento:
Accidenti, sono d'accordo con lui!!! Non posso nemmeno litigare, @ +nsao sgrunt!
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