lunedì 12 maggio 2008

Mio fratello è figlio unico: la famiglia


In questi 2 giorni, in treno, ho visto il film di Daniele Luchetti con Scamarcio e Germano... La storia è bella, ma non la racconto qui, perchè sarebbe togliere il gusto a chi il film non lo ha visto e probabilmente ciò che ho colto io non sarebbe lo stesso di quelli che lo hanno visto...

Ne parlo perchè è un film pieno di spunti importanti per tutte le generazioni, trattando di famiglia, di politica, di amore e di dolore... Con l'età, forse sto diventando un pò sentimentale, o forse lo sono sempre stato, ma mi commuovo per queste storie. Mi commuove il senso profondo che evocano nei miei ricordi e credo che ci siano percorsi comuni a tanti, che vanno solo spolverati per essere compresi un pò di più...

Forse mi sbaglio, ma nel mio immaginario, la famiglia è sempre stata tirata per la giacchetta come valore da chi ne aveva più bisogno. Mi spiego meglio: sembra che tutti prima o poi si ergano a difensori della istituzione come se fossero i depositari assoluti del concetto e della ricetta giusta. Di fatto, non credo che la famiglia sia una cosa che si possa classificare come proprietà intellettuale di qualche parte politica o stupido/intelligente movimento. La famiglia è una cosa che per noi italiani ha storicamente una forma, ma che sempre siamo stati disposti a accettare come elemento cangiante della società. Questo perchè siamo gente di cuore, e che il Papa, la Destra o la Sinistra tentino di dare l'indicazione in valore assoluto di quale sia il modo giusto, è uno spettacolo desolante... Nel film, tutto sommato, c'è una tipica famiglia cattolica, che mai disconosce la famiglia di un figlio che pure ha fatto delle scelte difficili, nè giudica. La famiglia resta solo a guardare e amare, perchè è l'amore, e non un vincolo scritto, che tiene insieme delle persone. L'amore sì, e quel legame di sangue che non ha una spiegazione, ma che è l'impulso elettrico che ogni giorno ci fa battere il cuore... E' per questo che due fratelli, pur tra le loro difficoltà comunicative risolte solo a calci e pugni, pur tra le loro diversità di approccio alla vita, pur nel dolore della lontananza, non si perdono mai... E la prima domanda di uno all'altro è sempre come stai, e come stanno mamma e papà...

La famiglia di origine è il nucleo da cui si irradia quella che vorremmo essere in grado di costruire. Possiamo incontrare difficoltà, sentirla a volte come un peso, ma non saremmo noi senza di lei e senza portare dentro di noi ore, giorni, mesi e anni di convivenza, di comunione e di sopportazione, come anche di scontro, crescita e speranza che le cose diventino quello che sogniamo... Anche nella vita da soli, siamo un pò famiglia. Magari una famiglia non completa, eppure meritevole di rispetto e di quello stesso amore che si genera con unioni, matrimoni, figli e così via...

Io mi sento una famiglia, magari non completa, ma capace di voler bene a quella che saprò creare, come anche a quelle di chi mi è accanto e che si è già lanciato sulla strada piena di curve e pericoli, su cui guidare è una impresa difficile, stancante, ma emozionante.

2 commenti:

La perfezione stanca ha detto...

Ma non è un tantino presto per commuoverti a causa dell'età?? Commuoviti e basta! (e trovati una donna!)

Andrea B ha detto...

In tema di commozione potrei cercare di muoverla a pietà! Mi sembra una strategia possibilmente proficua!

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