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domenica 21 dicembre 2008

Per momenti così...


Oggi pranzo a casa degli zii. Uno di quei momenti che avvengono perchè è bello che accadano. Ci si trova insieme per passare del tempo, mangiando sì, ma come scusa di quei sentimenti che non vanno via nel tempo, ma restano sulla propria retina incollati e intensi...

E per momenti così io vivo. Vivo per il pomeriggio passato con una bambina che sorride e ride allegra mentre ci guarda insieme. Vivo per quell'ora trascorsa a parlare di quello che ci è successo, noi i 4 cugini di sempre sparsi ai 4 angoli del mondo. Con quell'ironia di chi conosce perchè, sì e no. Quel senza inganni e senza finzioni. Quel ci saremo ancora...

E mentre vivo, sono ancora una volta felice, perchè oggi gli attimi così riesco a farli miei, indimenticabili... Cosa abbiamo detto non lo so, non importa... Quello che siamo lo so bene, e quello sì, è nel mio piccolo cuore.

lunedì 12 maggio 2008

Mio fratello è figlio unico: la famiglia


In questi 2 giorni, in treno, ho visto il film di Daniele Luchetti con Scamarcio e Germano... La storia è bella, ma non la racconto qui, perchè sarebbe togliere il gusto a chi il film non lo ha visto e probabilmente ciò che ho colto io non sarebbe lo stesso di quelli che lo hanno visto...

Ne parlo perchè è un film pieno di spunti importanti per tutte le generazioni, trattando di famiglia, di politica, di amore e di dolore... Con l'età, forse sto diventando un pò sentimentale, o forse lo sono sempre stato, ma mi commuovo per queste storie. Mi commuove il senso profondo che evocano nei miei ricordi e credo che ci siano percorsi comuni a tanti, che vanno solo spolverati per essere compresi un pò di più...

Forse mi sbaglio, ma nel mio immaginario, la famiglia è sempre stata tirata per la giacchetta come valore da chi ne aveva più bisogno. Mi spiego meglio: sembra che tutti prima o poi si ergano a difensori della istituzione come se fossero i depositari assoluti del concetto e della ricetta giusta. Di fatto, non credo che la famiglia sia una cosa che si possa classificare come proprietà intellettuale di qualche parte politica o stupido/intelligente movimento. La famiglia è una cosa che per noi italiani ha storicamente una forma, ma che sempre siamo stati disposti a accettare come elemento cangiante della società. Questo perchè siamo gente di cuore, e che il Papa, la Destra o la Sinistra tentino di dare l'indicazione in valore assoluto di quale sia il modo giusto, è uno spettacolo desolante... Nel film, tutto sommato, c'è una tipica famiglia cattolica, che mai disconosce la famiglia di un figlio che pure ha fatto delle scelte difficili, nè giudica. La famiglia resta solo a guardare e amare, perchè è l'amore, e non un vincolo scritto, che tiene insieme delle persone. L'amore sì, e quel legame di sangue che non ha una spiegazione, ma che è l'impulso elettrico che ogni giorno ci fa battere il cuore... E' per questo che due fratelli, pur tra le loro difficoltà comunicative risolte solo a calci e pugni, pur tra le loro diversità di approccio alla vita, pur nel dolore della lontananza, non si perdono mai... E la prima domanda di uno all'altro è sempre come stai, e come stanno mamma e papà...

La famiglia di origine è il nucleo da cui si irradia quella che vorremmo essere in grado di costruire. Possiamo incontrare difficoltà, sentirla a volte come un peso, ma non saremmo noi senza di lei e senza portare dentro di noi ore, giorni, mesi e anni di convivenza, di comunione e di sopportazione, come anche di scontro, crescita e speranza che le cose diventino quello che sogniamo... Anche nella vita da soli, siamo un pò famiglia. Magari una famiglia non completa, eppure meritevole di rispetto e di quello stesso amore che si genera con unioni, matrimoni, figli e così via...

Io mi sento una famiglia, magari non completa, ma capace di voler bene a quella che saprò creare, come anche a quelle di chi mi è accanto e che si è già lanciato sulla strada piena di curve e pericoli, su cui guidare è una impresa difficile, stancante, ma emozionante.

Lavori altamente usuranti: i genitori


Vengo da due giorni di vita in famiglia. Ospite di mio parentado emigrato, sono stato a stretto contatto con la mia nipote più vicina e più adorata...

Ne esco di certo felice, entusiasta delle gioie familiari, eppure atterrito dall'impegno che si deve profondere nella vita quotidiana... La tua vita, per certi versi, non è più tua: c'è un piccolo esserino che ti domina e con uno sguardo può portarti istantaneamente dall'inferno al paradiso e viceversa... Guardi per capire, per far passare un messaggio che diviene efficace esclusivamente quando è coadiuvato da un contatto fisico... La comunicazione passa come una scossa elettrica a piccola intensità, trasmettendo tutta quell'attenzione che il piccolo sgambettatore reclama a gran voce. I concetti sono primordiali: mangiare, bere, pipì, dormire. Eppure la loro importanza riesce a scavalcare senza alcuno sforzo tutte quelle false priorità ideali che riusciamo a costruire nella nostra esistenza... Insomma si diventa dei pupazzoni più o meno capaci di organizzazione, ma sempre pronti a cambiare repentinamente piano e direzione, perchè il sorriso e le risate possano albergare sulle gonfie guance del re/regina con potere di veto e di pianto...


Il lavoro è evidentemente usurante: notte, giorno... L'h24 è un miraggio sperabile e irraggiungibile. Il 100% delle energie fisiche una chimera lontana... Qui bisogna stiracchiare la giornata a 26-30h e iniziare a pensare alle anfetamine per mantenere le proprie performance al 120%! Ma alla fine della giornata, se si va a guardare quello speciale conto corrente dove si mettono gli euro che ci danno i sentimenti, quello dei genitori è un lavoro altamente remunerativo, forse il più remunerativo per chi è manager della propria esistenza...


Sì, usurante, ma anche ben pagato da quei momenti in cui si ride, si gioca, e si ritorna piccoli piccoli sentendosi vicini a quelle creature che scalzeranno dal nostro cuore ogni altra passione, lasciando solo un gran pieno...

domenica 4 maggio 2008

Quotidianità



Ormai,ahyme, questi 4 giorni di "pacchia" stanno terminando.

Lo scorso mercoledì pomeriggio avevo pensato che, complice il bel tempo, avrei potuto organizzare una gita, magari al mare o a visitare un altro pezzettino di questa città, che non smetterà mai di meravigliarmi con la sua mestosità.

Invece nulla di tutto questo è accaduto...mi sono fata prendere da quella sana pigrizia che il Capotreno conosce bene e piuttosto che stancarmi fuori, ho deciso che era il momento di dedicarmi al mio microscopico giardino (vanto della proprietaria all'atto dell'affitto dell'appartamento).

Premetto che sono 20 mq, di cui 10 piastrellati, per cui non è che serva tutto questo impegno, però dopo un anno di abbandono ormai le piante, dure a morire, avevano occupato anche la parte destinata agli umani.
Dopo aver potato le siepi e un ficus che aveva quasi deciso di suicidarsi lanciandosi dal parapetto, zappettato, concimato, seminato e finalmente installata la rete che ci protegge da sguardi indiscreti, posso ritenermi soddisfatta, stanca ma soddisfatta.
La mia soddisfazione, però, non è dovuta solo al risultato "botanico", ma soprattutto al clima che i lavoro all'aria aperta ha creato nel piccolo nucleo familiare.
ll giardinaggio è stato un modo per tenere, finalmente, fuori lo stress, un modo per fare 2 chiacchiere in tranquillità, per pianificare il futuro prossimo, per confermare che le scelte fatte in passato non sono tutte sbagliate.
E' stato, forse, il modo che mi ha consentito di riappacificarmi con il mondo, ma di più con me stessa e tornare ad essere ottimista, come la mia natura mi impone!
Peccato che domani si torna al lavoro...e speriamo che non si rompa l'incantesimo!
P.S. L'ortensia nella foto è la mia :-D !

lunedì 11 febbraio 2008

L'importanza della famiglia...


Mi metto in vetrina. Sono uno di quei rari maschi latini che vogliono crearsi una famiglia. Sono attratto dal pensiero di avere una stabile unione con una donna e ancor di più da quella di avere dei figli dietro cui perdere la testa e le inibizioni da adulto...

Sono disposto a molti compromessi per questa cosa. Certo credo che non possa essere una unione felice quella che mette insieme persone che non hanno la capacità di sacrificarsi per l'altro... Allo stesso modo, sono certo che io sarò un uomo burattino nelle mani di una donna che mi dimostri affetto... Troppo intelligenti le nostre controparti e troppo scaltre perchè noi, poveri tapini, riusciamo seriamente a prendere qualche misera decisione dopo avergli dato il nostro cuore!

Eppure la famiglia mi sfugge... Non vedo all'orizzonte la creazione della stessa, e molti mi rimproverano di non pensare un passo per volta, ma di voler fare tutta la maratona insieme. In questo credo abbiano ragione gli Altri. Dovrei andare passo a passo: donna, rapporto, convivenza, forse matrimonio, figli... Ma io sono fatto così: programmo lontano dettagliatamente... Nel lavoro questo paga, nella vita sentimentale di sicuro no...

E sono anche convinto che, pur conoscendo il mio errore, non riuscirò a correggermi facilmente. Per cui, miei cari lettori e lettrici, non infierite troppo... :-)

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori