La paura di stare soli... Credo che in qualche modo in passato questo argomento lo abbiamo anche sfiorato in vagone letto, ma ora sono pigro e non vado a ricercare indietro...
Ieri sera, discussione da viaggio di ritorno in auto con amiche vecchie e nuove che considero dotate di cerebro. Domanda: la paura o l'incapacità di stare soli, è una buona ragione per condividere la propria vita con qualcuno d'altro? E' necessario (come molti sostengono) che per decidere di stare con qualcuno si stia prima bene con se stessi? Dare adito a una relazione per riempire un vuoto, è produttivo? Tutto ciò, ha anche qualche risvolto morale e di rispetto verso l'altro? Se sì, quale?
E a questo punto potrei dare tutte le mie risposte, come al solito... E invece no! Mi piacerebbe, per chi vuole e ha tempo, e magari anche per chi si deve solo sforzare un pò, che qualche idea e opinione uscisse fuori, perchè ho fiducia che la sensibilità del treno sia molto maggiore di quella del sottoscritto...
Vi aspetto qui...
4 commenti:
Tu pensi cioè che il totale sia maggiore della somma delle parti? Bah! Bando alle ciance, però qui un commento non basta.
Le risposte sarebbero nell'ordine: no, si, no, si. Per il quale ci stiamo pensando. Però però mi sa che non basta. Il fatto è che, vedi, la natura umana fa sì che ci si innamori di qualcun altro ben prima di aver imparato a stare bene con sé stessi e allora sono guai! Nella maggior parte dei casi è proprio sulle nostre debolezze e sui nostri problemi che ci incastriamo con i nostri compagni. E la paura fa 90, purtroppo. Chi vuole restare da solo con le sue forchettine e i suoi bicchierini alzi la mano. Poi, ma solo poi, si arriva a concludere che forse sarebbe meglio, e nel poi ci si dibatte per venirne fuori lasciando indietro meno frammenti possibile di sé stessi e dell'altro. Peraltro pensandoci bene, se aspettassimo di stare bene con noi stessi per coire, forse approderemmo al sospirato lido ben oltre l'età riproduttiva e questo qualche svantaggio lo avrebbe. Le relazioni nel 90% dei casi nascono proprio nei nostri vuoti, anche se sarebbero relazioni più felici e durature se fossero fondate sui nostri pieni.
Ciao a tutti, sono di nuovo il fratello del capotreno. L'argomento oggetto del post è stato trattato alla mia presenza, ed ero uno dei partecipanti alla discussione, più in particolare uno dei (due) favorevoli ad un'autonomia/autarchia sentimentale necessariamente propedeutica ad una relazione a due che possa essere -con un margine di affidabilità sufficiente (anche se, ovviamente, non assoluto)- fondata su ciò che ciascuna delle due parti effettivamente è, cerca o vuole. Sono da sempre convinto che per poter dare qualcosa a qualcuno -in ambito sentimentale, ma non solo- sia necessario saper stare da soli, saper stare bene con se stessi, e che cominciare una relazione perchè bisognosi di affetto, compagnia o quant'altro non porti molto lontano (salve le inevitabili, e fortunatissime, eccezioni), o che non consenta di vedere e conoscere l'altro/a per quello che effettivamente è, pensa, vuole e cerca, essendo la nostra vista come offuscata dal desiderio/bisogno di qualcuno/qualcosa. E' anche vero, come dice la Perfezione, che i sentimenti non sono sempre pianificabili in maniera razionale (per fortuna...o sfortunatamente?!?), tuttavia indipendentemente dal fatto che un atteggiamento come il mio sia dettato da paure, timori, eccessive elucubrazioni, ecc, la sensazione dell'essere "travolti" da qualcosa che vada oltre la mera razionalità (e del lasciarsene travolgere) è e resta inebriante, come nuotare in un mare nuovo, aperto e limpido, che sappiamo ci porterà in un luogo diverso, sconosciuto...come diceva Kerouac, "Dove andiamo?" "Non lo so, ma dobbiamo andare"...
Pure il fratello viaggiatore... E voialtri, di che scuola siete?
Bene con se stessi prima, durante o dopo?
In tutta sincerità, prima di cominciare una relazione, non mi sono mai posta il problema se stavo bene con me stessa o se ero alla sola ricerca di una compagnia sentimentale. Nonostante una forte razionalità, in amore sono stata sempre istintiva, mi sono fatta trascinare dalla corrente e a volte è andata bene (come ora) e a volte male.Una relazione basata solo sulla necessità di riempire un vuoto, o sulla paura della solitudine, è destinata a creare una coppia squilibrata (dove colui che deve riempire il vuoto è più egoista dell'altro). Concordo con la Perfezione: se tutti aspettassimo l'età in cui si sta bene con se stessi prima di allacciare relazioni durature, non ci sarebbero più le future generazioni. Per tante cose ci vuole un pizzico d'incoscienza...anche per rincorrere la felicità!
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