Questo potrebbe diventare un post un pò amaro, uno di quelli che non sono da me. Non sono da me perchè, l'ho detto tante volte, cerco di trasfondere in tutte le cose della mia vita una certa positività. Quella positività che pervade l'aria e vuole dare la fiducia a te e agli altri, che anche se le cose non sono rosee, se ne può ridere un pò...
Però a volte c'è amarezza, anche in questa vita allegra. C'è l'amarezza di aver commesso degli errori di valutazione, aver fatto delle scelte sbagliate, e di non autoassolversi con la buona fede perchè l'attenuante non è cancellazione di una colpa, ma solo diminuzione di pena... Se pure c'è attenuante, c'è anche aggravante: l'aver sbagliato con un amico, rende la cosa anche peggiore... Però non è da oggi che ho accettato di poter commettere errori e che questo abbia delle conseguenze. Non sono più un bambino, quantunque a volte possa sembrare un fatuo ricercatore di una esistenza serena.
Non parlerò di cosa e come sia successo perchè non sarebbe corretto e perchè non è l'opinione altrui che cerco. Ciò su cui voglio soffermarmi è però sul concetto di amicizia. Si tratta di un argomento controverso a mio modo di vedere e che non è un bene comune, quanto un modo di sentire personale un rapporto che si stabilisce con le altre persone. Non solo: con ogni persona la relazione assume contorni e confini diversi, barriere valicabili e invalicabili. comunicazioni su piani più o meno elevati. Non per il modo con cui si stabilisce, nè per i modi che si instaurano, si può nè si deve fare una classifica: risulta meschino e anche abbastanza inutile. Quello che sarebbe importante, è riuscire a capirsi, a comprendersi e a accettarsi un pò. Voglio dire che non lo stesso metro di giudizio si può estendere a tutti perchè è una nostra pretesa: se sei mio amico ti devi prendere questo, questo e quest'altro e io ti do di conseguenza Pippo, Pluto e Paperino...
Per me amicizia è conoscersi, esserci, comunicare, condividere, ma anche capire che non ci siamo solo noi. Per certi versi l'amicizia dovrebbe essere molto poco egoistica e in questo senso più nobile dell'amore, che per sua natura in fondo è poco gentile...
Con gli amici bisognerebbe tendere a farsi il minor male possibile, e sbagliare in questo è grave. Io ho fatto qualche passo di troppo in questa direzione. Non ne sono stato contento e ne ho poi sofferto. In passato ho anche superato i limiti nel chiedere. Anche questo è un errore, secondo me. Volere dagli altri, perchè ci sono amici, che ci diano più di quello che possono darci, o quanto meno non porsi la domanda se non si stia chiedendo troppo, è una caduta da cavallo con il cavallo (l'amico) un pò imbizzarrito da un colpo di sperone di troppo, quando si è già al galoppo...
E ritorno quindi un attimo indietro perchè io sono un fiducioso. Ho detto che sbagliare con gli amici è peggio che con altri che solo conosciamo. E' vero, però è anche molto più frequente perchè ci si espone di più e si possono commettere più sciocchezze. D'altronde il perdonarsi reciproco dovrebbe essere anche una cosa possibile: si tratta di accettare chi è l'altro e forse definire meglio certi limiti, che a volte hanno solo una dimensione temporale o di situazione. Se poi l'altro non è abbastanza oppure non aderisce al nostro concetto ideale di amicizia, si danno le giuste proporzioni alla cosa, con il dolore che questo comporta... E il dolore è di tutti per carità, ma soprattutto è la sofferenza di dover accettare che un altro la pensi diversamente da noi...
Però a volte c'è amarezza, anche in questa vita allegra. C'è l'amarezza di aver commesso degli errori di valutazione, aver fatto delle scelte sbagliate, e di non autoassolversi con la buona fede perchè l'attenuante non è cancellazione di una colpa, ma solo diminuzione di pena... Se pure c'è attenuante, c'è anche aggravante: l'aver sbagliato con un amico, rende la cosa anche peggiore... Però non è da oggi che ho accettato di poter commettere errori e che questo abbia delle conseguenze. Non sono più un bambino, quantunque a volte possa sembrare un fatuo ricercatore di una esistenza serena.
Non parlerò di cosa e come sia successo perchè non sarebbe corretto e perchè non è l'opinione altrui che cerco. Ciò su cui voglio soffermarmi è però sul concetto di amicizia. Si tratta di un argomento controverso a mio modo di vedere e che non è un bene comune, quanto un modo di sentire personale un rapporto che si stabilisce con le altre persone. Non solo: con ogni persona la relazione assume contorni e confini diversi, barriere valicabili e invalicabili. comunicazioni su piani più o meno elevati. Non per il modo con cui si stabilisce, nè per i modi che si instaurano, si può nè si deve fare una classifica: risulta meschino e anche abbastanza inutile. Quello che sarebbe importante, è riuscire a capirsi, a comprendersi e a accettarsi un pò. Voglio dire che non lo stesso metro di giudizio si può estendere a tutti perchè è una nostra pretesa: se sei mio amico ti devi prendere questo, questo e quest'altro e io ti do di conseguenza Pippo, Pluto e Paperino...
Per me amicizia è conoscersi, esserci, comunicare, condividere, ma anche capire che non ci siamo solo noi. Per certi versi l'amicizia dovrebbe essere molto poco egoistica e in questo senso più nobile dell'amore, che per sua natura in fondo è poco gentile...
Con gli amici bisognerebbe tendere a farsi il minor male possibile, e sbagliare in questo è grave. Io ho fatto qualche passo di troppo in questa direzione. Non ne sono stato contento e ne ho poi sofferto. In passato ho anche superato i limiti nel chiedere. Anche questo è un errore, secondo me. Volere dagli altri, perchè ci sono amici, che ci diano più di quello che possono darci, o quanto meno non porsi la domanda se non si stia chiedendo troppo, è una caduta da cavallo con il cavallo (l'amico) un pò imbizzarrito da un colpo di sperone di troppo, quando si è già al galoppo...
E ritorno quindi un attimo indietro perchè io sono un fiducioso. Ho detto che sbagliare con gli amici è peggio che con altri che solo conosciamo. E' vero, però è anche molto più frequente perchè ci si espone di più e si possono commettere più sciocchezze. D'altronde il perdonarsi reciproco dovrebbe essere anche una cosa possibile: si tratta di accettare chi è l'altro e forse definire meglio certi limiti, che a volte hanno solo una dimensione temporale o di situazione. Se poi l'altro non è abbastanza oppure non aderisce al nostro concetto ideale di amicizia, si danno le giuste proporzioni alla cosa, con il dolore che questo comporta... E il dolore è di tutti per carità, ma soprattutto è la sofferenza di dover accettare che un altro la pensi diversamente da noi...
3 commenti:
Mio meraviglioso capotreno, che è successo? Chi ti ha ferito? Dimmelo, che vado su e lo picchio! NESSUNO e dico nessuno, si deve permettere di farti la bua. Sto un po' scherzando, però il tuo post è maledettamente serio e l'argomento terribilmente spinoso. Difficile e complicato e diverso per ognuno di noi.
Nessuna ambizione di essere generale su una cosa personale... Ho detto la mia...
Per questa volta grazie Perfezione: passo sull'offerta di intervento manuale...
Resto amaro...
Io purtroppo sono una di quelle ragazze che pretende tanto in amicizia. E non parlo di attenzioni, regalini, telefonate o cose del genere. In amicizia io mi comporto così: prima di agire cerco di capire se sto facendo del male a qualcuno. Si sono una di quelle ragazze che si crea molto il problema degli altri, nonostante possa sembrare forte e menefreghista dall'esterno. E spesso mi aspetto dall'altra parte un comportamento, se non uguale, almeno simile. Sono una di quelle che si afferra per "questioni di principio". Ahimè sono destinata a ingoiare bocconi amari!
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