Vorrei iniziare una serie di post sui mezzi di locomozione nella loro accezione poetica... Vorrei farlo perchè il nostro blog è di per sé un blog itinerante, che al viaggio ha votato il suo nome e il suo percorso... La mia paura è di non essere in grado di dire cose nuove (e fin qui mi sembra scontato), ma soprattutto di non saperle dire bene. Però ci voglio provare lo stesso, perchè la vita se ne va via veloce, e mi sembra ieri che avevo pochi anni e montavo sul mio primo triciclo cadendo e rompendomi il mento, e invece ieri "reale" ho comprato una bicicletta vera, grande e leggera, veloce sotto i miei piedi, e vissuta, perchè usata...
La bicicletta è libertà assoluta. E' un mezzo di trasporto semplice e che non richiede niente altro che buona volontà: avete mai pensato infatti che, a parte camminare, i mezzi di locomozione usano una fonte energetica esterna che permette la locomozione stessa? Credo ci abbiate pensato, ma ricordarlo ci stava bene... Insomma, libertà: sì, perchè appoggi il sedere al sellino, dai la prima pedalata, e il mondo inizia a scorrere a una diversa velocità, soprattutto se sei in discesa... Aria intorno, nessuna protezione particolare, lo sforzo sì, ma non esagerato... Si ha un luogo di partenza, ma i percorsi con la bicicletta non sono obbligati: si vede qualcosa di interessante, e si può svoltare senza necessariamente preoccuparsi del senso di marcia o del semaforo, almeno in Italia... Poi si va finchè non ci si sente stanchi. Può avvenire di patire un pò i pendii, ma che soddisfazione scollinare! E poi, metaforicamente, è proprio bella l'immagine di scalare una montagna per poi godersi una discesa a rotta di collo, dove il vento ti sbatte fresco in viso e la strada si brucia sotto i copertoni...
Il ciclismo è poi romantico sport di fatica. Quello sfrenato correre e fuggire per essere ripresi e riprovare ancora, ha il gusto antico della gara e della vittoria e della possibile sconfitta. Nulla è come uno sprint violento o una scalata a strappo: vedere persone minute ma profondamente risolute andarsene via è emozione e adrenalina, è la speranza di riuscire a essere così nella vita, velocisti o scalatori non importa, ma vincenti a costo di sacrificio...
Non so se la bicicletta sia poi tanto popolare. Non è sempre comoda e richiede un impegno in prima persona, cose rare. Io la amo però, perchè in bici ho sempre stretto i denti, e non dimenticherò mai i miei piccoli gran premi della montagna...
La bicicletta è libertà assoluta. E' un mezzo di trasporto semplice e che non richiede niente altro che buona volontà: avete mai pensato infatti che, a parte camminare, i mezzi di locomozione usano una fonte energetica esterna che permette la locomozione stessa? Credo ci abbiate pensato, ma ricordarlo ci stava bene... Insomma, libertà: sì, perchè appoggi il sedere al sellino, dai la prima pedalata, e il mondo inizia a scorrere a una diversa velocità, soprattutto se sei in discesa... Aria intorno, nessuna protezione particolare, lo sforzo sì, ma non esagerato... Si ha un luogo di partenza, ma i percorsi con la bicicletta non sono obbligati: si vede qualcosa di interessante, e si può svoltare senza necessariamente preoccuparsi del senso di marcia o del semaforo, almeno in Italia... Poi si va finchè non ci si sente stanchi. Può avvenire di patire un pò i pendii, ma che soddisfazione scollinare! E poi, metaforicamente, è proprio bella l'immagine di scalare una montagna per poi godersi una discesa a rotta di collo, dove il vento ti sbatte fresco in viso e la strada si brucia sotto i copertoni...
Il ciclismo è poi romantico sport di fatica. Quello sfrenato correre e fuggire per essere ripresi e riprovare ancora, ha il gusto antico della gara e della vittoria e della possibile sconfitta. Nulla è come uno sprint violento o una scalata a strappo: vedere persone minute ma profondamente risolute andarsene via è emozione e adrenalina, è la speranza di riuscire a essere così nella vita, velocisti o scalatori non importa, ma vincenti a costo di sacrificio...
Non so se la bicicletta sia poi tanto popolare. Non è sempre comoda e richiede un impegno in prima persona, cose rare. Io la amo però, perchè in bici ho sempre stretto i denti, e non dimenticherò mai i miei piccoli gran premi della montagna...
1 commento:
Mi ricordo quando ho imparato ad andare in bici, nel parco dove abitavo. E ricordo che chi mi insegno' fu nonna Golino, la nonna di tutti noi bimbi del parco, con una semplice frase: "perche' rasenti il muro? mettiti al centro del viale e vai! al max poggi i piedi a terra!" .
ps. nonna golino era la nonna ufficiosa di tutti noi e quella ufficiale di valeria ovviamente....
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