Vabbè vabbè, la spazzatura l'abbiamo quasi capita (tanto che ho fatto una capa tanto al mio lui, raccontandogli per filo e per segno lo Svizzerosistema munnezza), ma il lavoro, dicci del nuovo lavoro, sparla dei nuovi colleghi, ti prego, tu che puoi. Oltretutto tu scrivi in italiano - per ora - e quindi lo svizzero tedesco non capisce un tubo anche se sgama il blog, no? Cantaci le tue gesta, o prode Andrea, e l'ira funesta che tanti danni addusse agli elvetici. Io intanto per questi primi due giorni ho scelto un inizio soft, non tanto a tuffo nel lavoro, seguendo la stessa tecnica che uso per fare il bagno a mare: inzuppamento del piedino nell'acqua, ohi è fredda, brr, ritirata del piedino, passeggiatina sul bagnasciuga, ripucciamento del piedino nell'acqua, se pò fà, mò metto pure l'altro, avanzata di due passi, ritirata di tre, avanzata di quattro passi, seeeeee, l'onda arriva e mi bagna mezzo polpaccio, acci quanto è fredda (intanto il mio lui si è strappato 10 ricci dalla testa e mi sta guardando schifato). Avanzata con immersione del ginocchio nell'acqua, aaaaahhhh, vabbè se ci sto dentro poi mi abituo, non è tanto fredda, sosta con l'acquetta che va su e giù tipo pediluvio (gambiluvio, più o meno - il mio lui si strappa altri 10 ricci e ulula e buttatiiiii). Avanzata di altri due passini, piccoli però, fino a mezza coscia, acci arriva l'ora e mi bagna un pò più su (tutta la spiaggia urla e buttaaaaaaatiiiiiiii). Braccia tirate su strette al petto, allungamento sulle punte e avanzamento di altri due passini, barcollo e zacchete, devo fare ancora un passino, eeeeeeeehhhhhhhhhh. Mi guardo intorno, uffa, avanzo un altro pochino, sono immersa fino alla vita (il mio lui si pugnala con una conchiglia trovata sul bagnasciuga e tenta di fare kippuse, il cane è svenuto sulla riva, sono arrivati i pompieri, praticamente tutta l'isola urla eeeee buuuuuttaaaaaatiiiiiiiii). Qualche altro passino esitante, oscillo da un piede all'altro, le braccia sono su su su su su, sbuffo e digrigno i denti, ma non è tanto tanto fredda, no no. Ancora un passino, cavolo è passato un motoscafo, ora arriva un'onda, nooooooo, ecco mi ha bagnata tutta, uffa uffa uffa, ormai le tette sono nell'acqua, saltello un pò e infine mi immergo, iiiiiiiihhhhhhhh (il mio lui ha battuto il record traversata isola terraferma tre o quattro volte, dall'intera costa calabrese proviene un cachinno "buuuuuuuuuttaaaaaaaaaaaaaaaatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii"). Uh, quante storie, ma alla fine che vi importa se mi butto o no, infilo la testa in acqua e finalmente il cane rinviene e si scaraventa in acqua anche lui, i bambini immobilizzati riacquistan vita e si tuffano, la spiaggia esulta, la costa calabrese pure, i pompieri ripartono a sirene spiegate, io dò due bracciate, mi guardo intorno e ..... vabbè ma c'è troppa gente, mò risalgo, ecco.
Insomma, calarsi piano nel lavoro come nell'acque gelide del mediterraneo, no? Così fa meno male, quindi ancora oggi lentamente riprendo confidenza con il mezzo e poi da domani mi tufferò completamente. Alè.
Racconti di viaggio lungo i percorsi della vita...
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Capotreno e Viaggiatori
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1 commento:
Se guardo il lato dx di questo post vedo le onde del mare che bagnano il tuo gentile piedino... Certo, dopo questo tuo racconto, venire a mare con te sarebbe uno spasso galattico potendo intervenire con un tuffo a cufaniello improvviso al tuo fianco che ti inonderebbe immantinente... Proprio come si faceva da bambini con i restii a bagnarsi... Discolaccio che sono! ;-)
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