mercoledì 1 ottobre 2008

Un pensiero per alcuni passeggeri

Da qualche giorno leggo su Repubblica delle nuove performance del nostro miniministro (che ci volete fare, sono balbuziente) Brunetta: ultima delle notizie, abolizione dell'assunzione dei precari. E qui è scattata la rivolta, i ricercatori hanno lanciato un grido di dolore.
Trovo tutto quello che sta accadendo un ultimo schiaffo, uno sberleffo supremo all'Italia che pensa, alla ricerca, al progresso, al nostro tentativo di essere ancora un paese civile, di contare ancora qualcosa nel consesso internazionale, di non essere solo un paese di bottegai e commercianti e "imprenditori", un pernacchio agli sforzi di tanti (e sono tanti davvero) che con le loro sole forze e con il loro entusiasmo hanno cercato e cercano di fare un lavoro che migliori il mondo di tutti.
Essì, care Annamaria, Angela, Emma, Antonietta, Antonio potentino, Memole, Ciabrilla e tanti tanti altri che ho conosciuto e a cui ho voluto bene e che ho apprezzato. Non siete niente per il miniministro, solo costi da eliminare.
A chi si è lamentato del governo Prodi, a chi si è lamentato della sinistra (e mi metto nel mucchio, anch'io ho pensato che peggio non si potesse fare), qui ci si sono messi veramente di impegno questa volta: a mare la scuola, a fare gli spazzini i maestri, all'ammasso i ricercatori, a puttane l'università (che già da sola si era data da fare ad autodistruggersi). A che serve pensare, cercare, scoprire, a che serve valere qualcosa, a che serve impegnarsi, a che serve sognare, studiare.
Ora lo sappiamo tutti a che serve, nel nostro pantano, a niente. Un pensiero va anche alla piccola Chiara, che è scappata in Svizzera anche lei e che è finita nel team di ricerca di Alinghi (dove è felice come una pasqua, studiando i suoi amati adesivi). Come lei, se appena potete, scappate, andate via da questo orribile posto, io ho addirittura pensato che forse avrei fatto bene a ficcarmi in qualche progetto per i paesi terzi, a fare il volontario in Africa o in Afghanistan, ma so che non posso. Mi trattiene qui un affetto a cui non so rinunciare, il bimbo più bello del mondo. A voi che siete giovani e che potete ancora sognare e che avete energie, a voi che non avete scelto il precariato come modello di vita, prima scendete in piazza, mettetevi in vendita su e-bay, urlate, strillate e poi cercate un posto all'estero, dove la vostra mente e i vostri sforzi siano apprezzati e dove ai vostri sogni sia dato modo di tradursi in realtà. Lasciate qui solo le Giusi di turno, a fare da tappetino a direttrici dispotiche e pazze.
Lo so, è un post ben amaro questo, ma sinceramente essere italiana non è più un bel vivere.

1 commento:

Andrea B ha detto...

Il mio commento di sostegno al Perfy-Pensiero mi sembra superfluo visto dove sono e da dove vengo...

Purtuttavia, non conoscendo i dettagli della storia, ma bene immaginandoli, voglio dire che la mia speranza è che tutto questo serva da incentivo. Sì, che le persone siano pronte a abbracciare una nuova possibilità senza troppi scrupoli, perchè indietro si lasceranno ben poco...

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