giovedì 9 ottobre 2008

Dialoghi...


In una giornata che mi vede stranamente energetico e entusiasta dopo 11 ore di test della rotantissima turbina, mi vengono in mente una serie di dialoghi di cui non necessariamente sono stato protagonista, ma che mi hanno lasciato suoni nelle orecchie...

Il primo è stata la surreale spiegazione al mio collega giapponese, alle 5.52 del mattino, del problema tecnico che avevo avuto ieri al lavoro... Era scontato che lui non ne capisse niente, sia per i fattori ambientali (il bus svizzero in cui si deve mantenere un religioso silenzio zen...) che per l'argomento non certo tra quelli da inzuppare nel latte... Siccome è un supereroe e anche un gentilissimo personaggio, mi ha lasciato parlare, chiaramente fingendo interesse... Poi sul treno ha simulato mal di schiena, e non si è seduto al divanetto con me e il mio collega turco facendosi il viaggio in piedi in altra piazzola...

Che dire poi del mio fallito tentativo di districare anche una sola isolata parola in una conversazione dello stesso turco in lingua originale? Il suo linguaggio mi sembrava un flusso interminabile di sillabe ritmate, senza pause, senza punteggiatura... Insomma un agglomerato denso e senza alcuna variazione sul tema monotono.

E dulcis in fundo, il mio euforico discettare di facezie e ridere di ogni cosa non dovuto a sostanze alcoliche/stupefacenti, quanto alla prospettiva di non dovermi svegliare alle 5 per tutta la prossima settimana... Qui mi sono superato quando ho iniziato a sghignazzare sul fatto che una collega disperasse di esserci per quando ci saranno dei test da lei ideati: insomma, il suo lavoro andava a mare, e io ridevo...

Ehm, mi è tornato in mente quando, in una lontana sera sorrentina, davanti all'ingresso della villa comunale, incontrai una vecchia amica. Notai una differenza in lei: portava gli occhiali. Di lei ricordavo ben poco, e per fare conversazione le dissi: "ah, vedo che hai messo gli occhiali"... "Sì, ho fatto l'intervento per correggere lo strabismo. Si vede vero?" con calma surreale le chiesi: "...ma perchè eri strabica?!! Mica lo avevo notato!" E questo mentre ancora cercavo di decidere se guardare l'occhio indirizzato a ponente o quello diretto a levante...

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