giovedì 26 luglio 2007

Tornare, guardare e volare via...


Ieri mio ritorno sul luogo delittuoso che ha dato origine a una lunga serie di esperienze, non ultimo per importanza a questo mare magnum comunicativo che è questo blog...

Prima di tutto ringrazio Trenitalia: mi ha fatto tornare indietro con la memoria ai canonici 10 minuti di ritardo del treno da Mergellina e mi ha fatto godere il solito viaggio superiscaldato in vagone a microonde. Anche questo fa casa...

Poi l'avvicinamento attraverso nuovi e perigliosi guadi (il ponte abbassato di 30 cm), mi ha riportato alla realtà di come le cose possano cambiare rapidamente e radicalmente: guardando il ben noto palazzo bianco scrostato a chiazze rosse, ho visto tutto con occhi diversi, e pur riconoscendo luoghi e ricordando fatti, non ho sentito l'appartenenza e il desiderio di essere parte del cambiamento... Credo sia giusto così, ma anche questo è stato nuovo e strano! Registrarsi come ospite è stato un momento lirico: la mia nocchiera nelle lande aziendali, con la feroce responsabilità sulla sua testa che nulla andassi a intaccare, ha prestato le sue spalle a questo fardello...

E poi via, sulle roventi strade della solita città impolverata e rumorosa almeno quanto ricca di colore e odore. Sensazioni di casa, sensazioni epidermiche... Sensazioni di chi è pronto a migrare...
P.S.: Dedico questo post a Angy, che ha atteso il mio sorvolo nel suo laboratorio, ma che non sono riuscito a andare a omaggiare degnamente...

2 commenti:

La perfezione stanca ha detto...

Ragazzo, hai dimenticato l'addio finale a suon di colpi di birra e prosecco!!! A tutti voi che leggete, si è ubriacato in modo indegno ed ha ballato sui tavolini di intramoenia agitando la camicia e mostrando a tutti il vello maculato! Che momenti, che momenti!!

Andrea B ha detto...

Avevo omesso per cercare di essere poetico e non andare a ravanare nei miei aspetti più prosaici... D'altronde l'associazione ad un uccello migratore mi sembra sempre meglio di quella a un ubriaco molesto... Anche se, in conclusione, meglio essere chiamato ubriaco che uccello...

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