domenica 28 settembre 2008

Il cappello


E' da un pò di anni che sono diventato cappello dipendente. Il vento, il freddo e la moda che ha riproposto questo accessorio come indispensabile, mi sono venuti in aiuto.

Ad aggiungere punti alla mia personale classifica di sfigataggine scolastica, sicuramente i vari cappelli indossati hanno contribuito... A Napoli, ad un certo punto, ho iniziato a farne a meno, ma il clima partenopeo è il tropico Italiano, per cui tutto sommato i danni erano e sarebbero stati anche oggi relativi!

Qui però ero dotato solo di una serie interessante di cappelli classici, quindi abbastanza neutri, ma fondamentalmente molto pesanti. Sono quei cappelli di lana pensati per i momenti bui della neve e del vento sferzante. Invece in questo momento, anche oltralpe, stiamo vivendo un autunno che, se pur non particolarmente dolce, almeno non è ghiacciato. Per questa ragione ho deciso che ne volevo un altro più al passo con i tempi e la moda, e anche meno "sudaiolo".

Lo studio del prescelto è durato circa 20 minuti in un negozio del centro commerciale. Qualcuno deve avermi preso anche per un maniaco del condom da cranio, perchè sono stato davanti allo scaffale incerto sul da farsi a provare tutte le possibili fogge con una concentrazione anormale. Prima di scegliere ne ho indossati alcuni bislacchi damascati in controluce, altri da bambini senza capire che lo erano, una serie di anomali visierati... Insomma una scena di indecisione da altri tempi... E alla fine, ho scelto il più semplice e più costoso, che non mi farà apparire particolarmente moderno, che calzerà sulla mia testa con fare terroristico, e che, con orrore, ho scoperto made in Vietnam dalla globalissima Nike... E adesso mi è venuto pure lo scrupolo che sia stato intrecciato da minorenni!

Vabbè, la maledizione dei cappelli continua!

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