lunedì 12 novembre 2007

La donna dell'ultima fermata

Oggi un'amica, mentre la prendevo in giro, mi ha detto "Mica abito all'ultima fermata del treno, come te". Ahhhh, come mi è piaciuta questa definizione e l'adotto subito, da ora in poi sono "la donna che abita all'ultima fermata del treno". E' poetica, mi dà una sensazione di lontananza, di ultima chance e anche la sensazione di essere un porto a cui approdare, un senso di riposo e di stanchezza appagata. Bello bello bello. Mi fa venire in mente film poetici come Pomodori verdi fritti.
Ma bando alle ciance, questa settimana si presenta pesantuccia in partenza. Un monte di stage da risolvere, un sacco di adempimenti da fare, visite in regione, il mio compagno che si opera e come ciliegina sulla torta venerdì devo fare una cosa che si preannuncia sgradevole e faticosa, ma a cui non posso dire di no, è mio dovere farla e voglio anche farla. Non credo che potrò partecipare all'open party del nostro maestro, con grande dolore e dispiacere. Buon ritorno prode guerriero!

1 commento:

Andrea B ha detto...

L'appellativo di Maestro ben poco mi si confà: ormai solo emigrato o Napoletanto da esportazione...

PErò avrei dovuto aspettare qualche mese ancora forse, che con l'Euro, a tranci, mi vendevo bene!

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