lunedì 26 gennaio 2009

Interview...


Oggi ho fatto un colloquio ad uno studente per vedere se fosse adatto a fare un periodo di internship/stage in azienda da noi... Trattavasi di cinese, già in Svizzera da un anno e evidentemente appartenente a quella generazione rampante del nuovo trend...

Ebbene, devo dirlo, il ragazzo è stato veramente deludente... Prima di tutto, a questo incontro, si è presentato con mezz'ora di ritardo. Spero che abbia chiesto scusa al mio capo, perchè a me non ha detto una parola in merito... Inevitabilmente questo atteggiamento mi ha un pò insospettito, e ecco infatti che la sua prima frase è stata: beh io sono venuto perchè volevo conoscere l'azienda, ma in realtà l'internship la vado a fare da un'altra parte... Stavo già per alzarmi dalla sedia, ma sono stato vinto dalla curiosità di capire che cavolo ci fosse venuto a fare da noi e quanto tempo avesse intenzione di farci perdere... Tempo pagato, per carità, ma che proficuamente può essere organizzato diversamente per aumentare il tempo libero! Il tipo non sapeva neanche cosa producessimo, e secondo me non ha colto bene il significato delle parole "generazione di energia", visto che ha detto che lui desiderava progettare e sviluppare hardware...

Qualche possibilità di salvarsi da questa figuraccia penosa di visitatore in vacanza in casa di un ospite indaffarato, gliela ho anche concessa. Gli ho chiesto delle sue esperienze e mi ha detto poco o niente vendendosi come un piatto di riso alla cantonese fritto in olio guasto... Gli ho presentato quello che avremmo voluto che lui facesse per noi, e ecco che ha strabuzzato gli occhi e ha sorriso ebete ripetendo quello che era il suo obiettivo di vita: fare altro... Gli ho fatto capire che, pur lavorando per macchine grandissime ora, anche io prima facevo microelettronica, ma lui è andato vicino a chiedermi una lettera di referenze che non gli avrei mai scritto... Dopo meno di mezz'ora, d'accordo con il mio capo, lo abbiamo liquidato in stile "passata di mastrolindo". Per cortesia lo ho accompagnato alla porta, desideroso di liberarmi di lui al più presto...

Mi dispiace più per lui che per noi... In fondo si è automaticamente sigillato dietro le spalle una porta che noi avremmo potuto socchiudere... In più, visto come va il mercato dei semiconduttori, qualche alternativa con un pò di flessibilità sarebbe stato saggio lasciarla aperta... Ma era un giovane ragazzino, e la sua visione è quella che un tempo anche noi abbiamo avuto nella ricerca del nostro posto nel mondo... L'esperienza lo aiuterà in futuro, ma ho visto in lui qualcosa che mi ha intristito: mancanza di curiosità... Non una bella cosa per chi vuole fare il nostro mestiere, dove tutto serve e niente è indispensabile, ma di sicuro dove tutto torna!

8 commenti:

Mario ha detto...

...Sarà il bastardo che cova dentro di me, ma io al posto tuo, dopo:
1) oltre mezz'ora di ritardo senza chiedere scusa (non solo al tuo capo, ma anche a te);
2) risposta insolente: "io l'internship la faccio altrove"
mi sarei alzato dalla sedia e lo avrei violentemente colpito con la medesima, in modo da scaraventarlo direttamente all'uscita...
In questo modo avresti evitato di perdere mezz'ora parlando con lui e di sentirti dare altre risposte beote...
Capisco l'ingenuità personale/professionale, ma trovo inammissibile e inaccettabile la mancanza di rispetto per il lavoro altrui e per il tempo che gli era stato dedicato: non mi sembra che trascorriate le vostre giornate giocando a battaglia navale, ed aver sottratto tempo agli altri compiti per ascoltare le sue gloriose uscite mi avrebbbe fatto rischiare l'imputazione di omicidio, o quanto meno tentato tale...
Alla fine comunque, ha raccolto ciò che ha seminato: una pessima impressione nei suoi interlocutori.
Ben gli sta!!!

AlessandroT ha detto...

é una pura questione di contesti, noi siamo cresciuti in un tale penuria di occasioni lavorative che nel tempo siamo diventati dei maestri a livello mondiale nei colloqui e nelle relazioni con le aziende ritenendole occasioni imperdibili e in fin dei conti incarnazioni dell'altissimo. Ho avuto lo stesso trauma in Olanda, lì arrivava tanta gente, si faceva assumere, per poi farsi licenziare poco tempo dopo a causa di strafottenza, ritardi etc. E quando gli dicevano di accomodarsi non facevano tragedie, tanto avrebbero trovato subito un altro lavoro...o un sussidio di disoccupazione pari ad uno stipendio medio dell'Italia meridionale

Angelo ha detto...

La mancanza di curiosità...Io lavoro all'università, faccio principalmente ricerca, e tengo un piccolo corso (un modulo in un corso più grande) sull'analisi di serie temporali. Quello che più mi colpisce è proprio questo...i ragazzi non sono curiosi, subiscono passivamente tutto quello che gli dai, non hanno entusiasmo...Hai ragione. È una cosa molto triste.

Andrea B ha detto...

@Mario: certo che mi ha infastidito, ma noi volevamo qualcosa da lui... Farlo uscire in barella forse non sarebbe servito neanche a rilassarmi... Devo ammettere cmq che la tentazione di chiudere nei primi 30 sec la ho avuta...
@Alessandro: beh, a lui che viene dalla Cina, anche se evidentemente da una Cina benestante, forse il lavoro in CH poteva dare qualche spinta in più...
@Angelo: mi piace pensare che nella massa pecoresca si nascondano anche quelli che pongono e si pongono domande... LA più importante per me sarebbe: e con questo, che ci posso fare? E da lì a inventare!

Angelo ha detto...

Ci sono, poche mosche bianche...e quando le trovi sono veramente soddisfazioni!

Andrea B ha detto...

Mi sarebbe piaciuto godere di più l'università e non vivere così tanto il senso di oppressione da esame e da risultato... Però era allora come oggi emozionante risolvere un problema che sembrava impossibile...

Angelo ha detto...

Se ho capito bene ti occupi di ricerca e sviluppo in un'azienda che fa semiconduttori...La fisica di quella roba è molto bella, e le occasioni per divertirti non devono mancare...ah per divertimento intendo appunto risolvere problemi del tipo: oh...ma sei scemo?

L'università ha i suoi pro ed i suoi contro (ultimamente vincono i contro). Fai ricerca, talvolta anche su cose strane e che non portano a nulla, sei libero, insegni ed hai a che fare con giovani bravi (e meno bravi)...poi beh...ci sono i mali...ma su questo sorvolo.

Andrea B ha detto...

Da un anno ho ormai abbandonato il lavoro di ricerca per venire in Svizzera a fare cose meno esotiche di quelle di prima... E' stato bello a momenti immaginare e inventare, ma quella realtà aveva delle contropartite dolorose...

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