domenica 26 aprile 2009

Vivere col vento in faccia

Mi pare quasi che il capotreno ed io ci siamo un po' scambiati i ruoli. Lui narra gli eventi giornalieri (e ci fa ridere un sacco) ed io filosofeggio. Ma tant'è. So' corsi e ricorsi (basta che non siano in carta da bollo).
Dopo aver diviso gli esseri umani in tormentati e felici vi sottopongo un'altra sottocategoria, liberamente intersecantesi con quelle summenzionate, e cioè quelli che vivono con il vento in faccia. Fra cui me, per l'appunto.
Immaginate gli eventi della vita come un vento, forte. Io sto lì in mezzo al turbine, un po' china su me stessa e affronto il vento. Sempre. Il vento dissecca, brucia, asciuga e ti ritrovi che quando ti servirebbero tutte le energie tu non ne hai più. Sei prosciugato, arso dal vento. Mummificato, direi.
La sabbia portata dal vento ti ha graffiato, strappato le vesti, riempito gli occhi. Ma indomito sei lì, a prenderlo sempre in faccia. Per le piccole cose e per le grandi, lotti, urli contro il vento che non ti sente, perché non ha orecchie e non si cura di te. Ma tu sei lì, ancora.
Poi ci sono quelli che quando il vento soffia forte sanno fare una cosa diversa: si girano e si riparano dietro un angolo. Aspettano. Nel frattempo si dedicano ad altre cose, giocano, studiano, amano, cantano. Si concentrano su quelle. Poi un messaggio misterioso li raggiunge e loro sbirciano da dietro l'angolo, colgono il tempo in cui il vento è calato e riprendono la loro strada e i loro obiettivi. Non si sono lasciati bruciare, non sono stanchi, non hanno sciupato le energie. Belli lustri, grassi e paciosi, raggiungono senza sforzo il loro obiettivo. E intanto hanno anche accumulato sapere, esperienze, hanno fatto altro. Io no.
Ma mi ci voglio impegnare, voglio imparare a farmi da parte, a lasciare che il vento soffi invano e non contro di me. Voglio imparare davvero però, non voglio far finta di non interessarmi e star sempre lì con un occhietto fuori dall'angolo a sbirciare, perché in tal caso il vento mi prenderebbe lo stesso. Non ho ancora imparato, è vero. Ma lo farò, in fondo ho un grande maestro, il mio nipotino, che sembra dimenticare le cose, che si distrae e tu pensi non si ricorda più. E invece poi salta fuori con una frase, una richiesta che ti lascia attonito come se avessi preso un bastonata in testa e capisci che lui se la teneva lì, stava solo aspettando che cessasse il vento.
E anch'io voglio fare così, smetterla di essere sempre in mezzo alla tempesta, per le sciocchezze e le cose importanti. Il vento ora sta soffiando forte, proverò ad aspettare.

1 commento:

Andrea B ha detto...

Ogni tanto io mi metto di sguincio... Peccato che tu avendo gli airbag, non riesca a evitare di andare un pò a vento! :-)

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