domenica 7 giugno 2009

Elegia di una serie TV: addio a ER

Inutile dire che questo é un post che per molti risulterà ridicolo. Inutile cercare di avvicinare l'affetto per un serial tv a quello per una storia letteraria. Impossibile chiarire le ragioni di una febbre settimanale. Non ci proverò, conscio di essere destinato all'insuccesso. Ma racconterò di personaggi e interpreti, che un ricordo in me lo hanno lasciato, senza rimorsi...
Si avvicina l'ultima puntata di ER, Emergency Room per i profani dell'argomento, i "Medici in prima linea" di Raidue. Si avvicina il momento di dire addio alle sale del pronto soccorso dove una lunghissima serie di personaggi, storie verosimili e altre molto meno, drammi e commedie, hanno lasciato un segno. 15 anni di invenzioni sono tanti, e anche le migliori menti sono andate in crisi di idee davanti all'inesorabile passare del tempo. É stato così che i personaggi sono diventati sempre più il centro dell'evento, lasciando meno spazio a quella tecnica medica che invece era per me un punto fortissimo. Ma inconsciamente mi sono sentito risucchiato anche nelle storie dei medici, la maggior parte dei quali al limite dell'eroismo epico. Ancora ricordo una puntata della seconda o terza serie in cui il Dr. Greene (al secolo Anthony Edwards) commetteva una serie di errori irreparabili. E ricordo che sudavo e saltavo sul divano in una specie di trance emotiva, mormorando frasi sconnesse del tipo "che fai!!??"... Ce ne sono altre di situazioni simili, con l'appuntamento fisso del lunedì per il quale mi facevo negare al telefono e mi chiudevo religiosamente in camera da pranzo attento a non perdere neanche una parola... Dopo le prime 3-4 serie con un cast da cui sono usciti anche attori importanti (su tutti George Clooney, ma anche William Macy), é iniziato un lento a costante abbandono dei maggiori protagonisti. Per la verità generalmente in seguito a momenti tragici, ma anche dichiaratamente solo per stanchezza o paura di rimanere vittime perenni dello show. Pochi sono riusciti a fare qualcosa di buono dopo. Almeno la loro visibilità é stata compromessa dall'ombra di nomi con cui identificarli, persone che così tagliate e confezionate non potevano lasciarli intoccati. Per me ormai drogato, non é stato possibile evitare di soffrire per le dipartite. Le logiche personali e quelle dello showbusiness sfuggono all'osservatore/spettatore, e infatti la vera fine inizia quando tutto diviene prevedibile, il che coincide con la trasformazione di una serie di successo in una soap, non sempre di buon livello...
Quello che sta accadendo in queste ultime puntate é di far attraversare alle vecchie glorie gli schermi, finanche a quelli che sono morti... Una per tutte l'apparizione postuma del Dr. Greene. D'altronde, noi fans, meritavamo questi ricordi, a accentuare e allo stesso tempo lenire quella malinconia della fine...
Assisto ormai agli eventi con un occhio disincantato, un pò critico, ma anche benevolo. Sto un pò salutando un'altra delle mie insane manie, come già accadde per il gioco di ruolo alcuni anni fa. Con l'esperienza di oggi, ER mi mancherà principalmente come appuntamento un pò curioso. Resterà però nella mia memoria perché l'ho fatto diventare una costante. Segno del tempo che passa e se ne é andato, lo celebro con un urrà, alzando un calice virtuale alla salute di chi mi ha saputo coinvolgere in una storia lunga un sogno...

3 commenti:

Mario ha detto...

Anch'io non posso non ricordare le serate in cui il Capotreno faceva addirittura staccare il telefono per non essere interrotto durante la visione, per poi riattaccarlo per confrontarsi con una delle nostre cugine (quasi) altrettanto fanaticamente appassionata...
C'è un pò di malinconia nell'avvicinarsi alla conclusione di questa serie TV, anche se il sottoscritto -causa il proprio folle terrore per sangue e ferite aperte- ha finito per non vederne un numero di ore non indifferente, ma si percepiva una certa stanchezza generale.
In ogni caso, arriverà qualcos'altro in grado di darci altrettante emozioni, magari (soprattutto, direi...) in altri campi...
Comincia una nuova attesa!

il pappice ha detto...

Commento, tentativo n.2...non so perche' il primo sia andato a vuoto.

Ero certa che il Capotreno parlasse di questa serie e della sua fine ufficiale. Pur non essendo stata una spettatrice costante, ho seguito i suoi protagonisti nel corso degli anni. Dopo aver visto la puntata di venerdi ho fatto tre considerazioni.
Un telefilm fatto bene che poche volte mi sembra abbia ceduto a qualche sentimentalismo-che tanto fa ascolto- e del quale, per fortuna potremmo ricordare una fine decorosa che non vanifica, come e' stato in altri casi, anni di fedelta'.
Quanta nostalgia negli sguardi e nelle parole dei vecchi protagonisti calati in una realta' che non gli appartiene piu' ormai: ad una certo punto, il dottor Ross fa un elenco di nomi di suoi ex-colleghi che gli attuali medici in servizio non hanno mai sentito neanche nominare. E' una sensazione che conosco quella di sentirsi estarnei in una realta' un tempo familiare, e' la vita.
Ultima considerazione, la piu' importante: il reale interesse con cui gli Americani affrontano temi sociali, vedi la donazione di organi, nel rispetto della sensibilita' dello spettatore.

Andrea B ha detto...

Sono contento di leggere almeno due commenti su questo tema. Ne sono contento perchè nella mia maniacalità mi sono sentito spesso alieno... Non era così: visto una volta, ER entrava nella tua vita. Un altro arrivederci!

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