mercoledì 18 marzo 2009

Considerazioni...


Stasera ho un pò discusso con la Perfezione di un argomento difficile da accettare eppure vivo e presente. Parlo dell'integrazione in altre comunità e di ciò che si può o meno accettare pur di essere un minimo parte di un nuovo mondo.

Mi capita spesso che mi chiamino mafioso qui. Hai voglia a spiegare che al massimo sarebbe camorra... Ovviamente la cosa mi colpisce e infastidisce, ma davanti a me ho due strade divergenti: o incaxxarmi a ogni istante e tirare su questioni su questioni per mettere in chiaro ciò che dovrebbe essere lampante, o in qualche modo rimanere nel tono scherzoso, abbozzare un pò e andare oltre. Generalmente scelgo la strada numero 2 per una serie di motivi. Uno di questi è che se le persone mi dicono mafioso o camorrista, io voglio credere che non sappiano il significato della cosa. Per cui, dopo aver cercato di spiegarlo, ritengo siano abbastanza stupidi da non capirlo e quindi non meritino ulteriore sforzo.

A dirla tutta, con gli stranieri me la prendo anche di meno che con quei troppi italiani che la gente del sud la ha identificata con la criminalità. Il malcostume, la violenza, sono cose che anche quando ti circondano non è detto che ti entrino dentro. Quello che ti resta è la paura di quella violenza e l'odio per tutta la spensieratezza rubata. Quando veniamo guardati dall'alto in basso come sfregiati permanentemente e intimamente intaccati e corrotti anche se "ovviamente" non per colpa nostra, siamo ancor peggio derubati e offesi che da questi stupidi che vedono solo i telegiornali dove tutto diviene romanzo senza alcun contorno di realtà.

Secondo la Perfezione dovrei ribellarmi di più. Dovrei reagire a piè sospinto e spendermi tra l'incazzato e il conciliante nella spiegazione dei fenomeni. Io non lo farò. Potete chiamarlo anche vile "quieto vivere", ma non perdo la stima di me stesso perchè non dedico tempo a colmare le lacune di ignoranti e deficienti. E il loro rispetto posso averlo oppure no, ma dipende solo da chi sono, non da quello che possono dirmi che io sia...

7 commenti:

AlessandroT ha detto...

Bisogna imparare a discernere, in realtà gli stranieri non capiscono pienamente la tragicità della cosa e vedono più il folklore, un pò come dare del "cowboy" ad un americano che magari ha studiato ad Harvard. In Olanda due mie colleghe delle quali ero molto amico dopo un ennesimo scontro con il loro capo vennero a sfogarsi con me ridacchiando:"He is so stupid, we want to kill him style ALLAMAFFIA and you are the only person that could help us! Where is your violin box?". Era chiaro che non c'era malizia. La cosa che mi ha ferito di più da quelle parti è stata la frase: "Ahhh Italian, you were with German during II World War!!", quello sì era un insulto in quel contesto!

Angelo ha detto...

Fai bene a passarci sopra...è folklore...crto, un po' di fastidio lo da'...ma alla fine ha ragione alessandro...

Ecco...sul fatto che eravamo coi nazisti...non me l'hanno mai detto, ma mi sarei vergognato. Solo che in germani hanno imparato, noi no. Da noi governano.

Andrea B ha detto...

Qui in Svizzera, sono molto consapevoli della II Guerra Mondiale, o meglio lo sono molto i tedeschi. La loro vergogna è ancora palpabile. Peccato che gli Italiani abbiano una memoria molto corta...

AlessandroT ha detto...

Io so che in Germania hanno fatto un lavoro immane sulla memoria e senza troppe gentilezze....nel dopoguerra TUTTI i giorni per un ora portavano i ragazzi a guardare i filmati degli orrori e se vomitavano li mettevano in punizione....a me a scuola hanno sempre raccontato Italiani brava gente che hanno portato strade e ponti in Africa....

La perfezione stanca ha detto...

Ma io resto del parere che mi sembra orribile accettare con una risatina di essere chiamati killer o altro. Mi sa tanto di Uriah Heep. E poi non posso proprio tollerare che il mio amato Andrea venga chiamato MAFIA. Grrrr, risveglia la leonessa che è in me!

Angelo ha detto...

@alessandro: se per questo pochi insegnanti illuminati l'hanno fatto anche in italia...Alle elementari ci facevano vedere film come Roma città aperta, e le nostre meastre ci parlavano della guerra e di cosa avevano fatto i fascisti...ed una volta ci fecero incontrare con dei partigiani, che ci raccontarono di quando erano alla macchia. Ed alle scuole medie festeggiammo il nostro preside, che era riuscito a far scappare degli ebrei destinati alla germania.

Cose così oggi sarebbero impensabili.

Purtroppo.

Andrea B ha detto...

La mia scuola media é stata una esperienza un pò diversa. Dovevamo andare vestiti di blu con la camicia bianca... Cosa vi ricorda?
Poi il Liceo é stato un bel pò più fricchettone, ma mi sono sempre chiesto perché non avessimo almeno una divisa con i pantaloni stracciati... Deviazioni...

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