martedì 18 novembre 2008

Facessim' na' colat e ascess' o' sol' 2: la vendetta, ovvero Pappice ha preso il treno

Caro Capotreno, cari Viaggiatori,
ce l'ho fatta e sono impaziente di raccontarvi la mia esperienza...nulla di che, eh! Finalmente, dopo quasi due anni ed uno sciopero nazionale di mezzo (vedi post 10 novembre) ho affrontato il trasporto pubblico! Se vi ricordate, dovevo raggiungere dal mio posto di lavoro piazza del Municipio a Napoli con Gattacicova. Avevamo un appuntamento con un'estetista che proponeva un trattamento gratuito al viso per far conoscere una prestigiosa marca di cosmetici venduta in farmacia. Il treno ed il successivo bus R2 per raggiungere il centro sono stati indolori, anche perche' guidata da Gatta mi sentivo sicura. Classiche scene di confusione tipiche di ogni stazione grande ed una piazza Garibaldi imbruttita piu' che mai (qualora fosse stato possibile) da paratie e impalcature per i decennali (sarebbe meglio dire secolari?) lavori di...ormai non mi chiedo neanche piu' di cosa!
Fatto il trattamento e spesi dei soldini in cremine (potevi mai uscirtene a mani vuote?) abbiamo deciso di fare una bella passeggiata fino alla stazione. Rivedere certi posti di Napoli, lasciati ormai dai lontani tempi dell'universita' mi ha entusiasmato e, complice la compagnia e le chiacchiere, tutto mi sembrava piacevole pur essendo il nostro percorso non di quelli particolarmente appetibili da un turista; in niente ci siamo ritrovate alla stazione. Saluto Gatta e continuo l'avventura da sola.

Per raggiungere il mio paese devo ususfruire della Circumvesuviana e quando ho preso il treno mi e' sembrato che nulla fosse cambiato: ragazzi che parlavano degli esami, signore piene di pacchi della spesa, qualche bulletto che senza biglietto "fa spia" per vedere se il controllore cominci a controllare, e all'improvviso il volto di un signore che ricordavo essere un utente come me ai vecchi tempi dell'universita': prendevamo spesso lo stesso treno al ritorno, quello appunto dell 17:50. Gli ho sorriso, non mi ha risposto.
Il viaggio comincia e cosi' l'onda dei ricordi, scanditi dal rumore dei binari: ricordi dei giorni stanchi, delle letture, dei pettegolezzi con i vicini di sediolino. Fermata dopo fermata, una malinconica sensazione si e' fatta strada in me, un misto di sollievo perche' certi giorni sono andati via con i loro sacrifici e una voglia matta di tornare indietro nel tempo per poter rifare tante cose meglio e tornare ai momenti belli e andati. Peccato che le ombre della sera non mi abbiano fatto vedere se il panorama fosse mutato o meno, qualche palazzone nuovo sono riuscita a scorgerlo.
Sono quasi arrivata, manca una fermata e viene verso di me un altro signore dal volto familiare, attendo ad incrociare il suo sguardo memore del precedente, ma quando lo faccio egli mi sorride con discrezione. Ricambio contenta e penso tra me: la gente "vera" di treno si ricorda e si riconosce sempre. Al prossimo viaggio!

2 commenti:

Andrea B ha detto...

Che bel post sentimentale cara Pappice! E' proprio vero che i viaggiatori, quelli della vita, si riconoscono sempre... E l'amato treno è prodigo di storie e di amicizie importanti... Non pensare però al passato, alle scelte e al resto: il treno ha una sola direzione, quella in avanti!

La perfezione stanca ha detto...

Tesoro, Pappicina mia, quanto mi manchi, col tuo sorriso solare e il tuo allegro chiacchierio! Che nostalgia canaglia ....
E che invidia per la tua passeggiata con Gattacicova!

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