Si svegliò che la luce attraversava le fessure della persiana. Non era intensa, ma sommandosi a quel ronzio crescente delle 7 del mattino, diede il colpo di grazia a quel sonno già agitato...
I pensieri confusi lasciarono presto il posto alle azioni automatiche della mattina. Bagno, colazione, scelta dei quattro panni di cui rivestirsi, chiusura della porta... L'aria nebbiosa non era diversa da quel sottile vapore che avvolgeva ancora i suoi pensieri mentre camminava brevemente all'aria aperta. Poi la solita giornata avrebbe dipinto il solito quadro impressionista lasciandogli niente altro che un vago ricordo di visi, suoni e molte azioni più o meno ragionate.
Sulla strada del ritorno l'immersione nel rumoroso oceano di pensieri lo stordì ancora una volta. Di molti di essi avrebbe voluto liberarsi schioccando le dita, ma la consapevolezza di non avere il pieno controllo del fluire della sua coscienza lo frustrò di nuovo. Anche la stanchezza in agguato non sembrò lasciargli scampo, ma negli ultimi passi verso il giallo palazzo immerso nel silenzio, inattesa una strada laterale colpì i suoi sensi assopiti.
Voltò deciso, senza che una la sua volontà trovasse una spiegazione razionale. Si addentrò nel buio ovattato rischiarato da un incerto lampione lontano. Tirò fino alla gola la lampo del giubbino e chiuse le mani nelle tasche. Improvvisamente odori e contorni solidi misero in circolo adrenalina viva. Un nuovo fluire di sangue nel mistero di una via sconosciuta. L'incantesimo di un momento, nella scoperta di poter cambiare direzione senza perdere i punti cardinali o volendoli perdere per un pò...
Dopo i primi passi sbandati, le spalle iniziarono a raddrizzarsi e alleggerirsi. Gli sembrò di poter sentire i singoli muscoli richiamare all'ordine la sua carcassa e si sentì euforico e per niente ridicolo nell'insignificante vicolo che per lui era una nuova strada maestra... Andò avanti, guardando al lampione ma senza vederlo. Sta ancora camminando...
I pensieri confusi lasciarono presto il posto alle azioni automatiche della mattina. Bagno, colazione, scelta dei quattro panni di cui rivestirsi, chiusura della porta... L'aria nebbiosa non era diversa da quel sottile vapore che avvolgeva ancora i suoi pensieri mentre camminava brevemente all'aria aperta. Poi la solita giornata avrebbe dipinto il solito quadro impressionista lasciandogli niente altro che un vago ricordo di visi, suoni e molte azioni più o meno ragionate.
Sulla strada del ritorno l'immersione nel rumoroso oceano di pensieri lo stordì ancora una volta. Di molti di essi avrebbe voluto liberarsi schioccando le dita, ma la consapevolezza di non avere il pieno controllo del fluire della sua coscienza lo frustrò di nuovo. Anche la stanchezza in agguato non sembrò lasciargli scampo, ma negli ultimi passi verso il giallo palazzo immerso nel silenzio, inattesa una strada laterale colpì i suoi sensi assopiti.
Voltò deciso, senza che una la sua volontà trovasse una spiegazione razionale. Si addentrò nel buio ovattato rischiarato da un incerto lampione lontano. Tirò fino alla gola la lampo del giubbino e chiuse le mani nelle tasche. Improvvisamente odori e contorni solidi misero in circolo adrenalina viva. Un nuovo fluire di sangue nel mistero di una via sconosciuta. L'incantesimo di un momento, nella scoperta di poter cambiare direzione senza perdere i punti cardinali o volendoli perdere per un pò...
Dopo i primi passi sbandati, le spalle iniziarono a raddrizzarsi e alleggerirsi. Gli sembrò di poter sentire i singoli muscoli richiamare all'ordine la sua carcassa e si sentì euforico e per niente ridicolo nell'insignificante vicolo che per lui era una nuova strada maestra... Andò avanti, guardando al lampione ma senza vederlo. Sta ancora camminando...
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