venerdì 5 novembre 2010

Quello che non puoi fare, anche con una strategia...


E' capitato in questi giorni al mio capo di dover dire a un ragazzo che ha lavorato con noi per più di un anno, che non sarebbe stato assunto. Tra le tante cose che nella vita sono difficili da fare, al limite dell'impossibile, è non farsi coinvolgere dalla parte umana di una cosa così. Dopo aver mangiato insieme ogni giorno, chiacchierato e riso, insomma condiviso, devi sostanzialmente deludere e abbattere. Soprattutto sai che questo creerà una frattura insanabile e che non ci sarà modo di recuperare.

Si può cercare una strategia che minimizzi il disagio, ma gira e rigira, non credo che ci sia un modo buono per deludere le attese degli altri. A volte si può cercare di consolare, di stare vicino, ma in realtà il problema non è il nostro ruolo nelle scelte o comunque nel comunicare notizie. Quello che viene pungolato è il nostro senso di inadeguatezza. Il nostro auto-processare errori e atteggiamenti. Certo all'inizio e alla fine si darà la colpa a chi potrà prendersela, cercando di risparmiarsi l'ulteriore momento di sconforto che è dato dall'aver un pò fallito in un nostro obiettivo. Ma se ci si mette dalla parte di chi deve comunicare, l'immedesimazione nella "sottrazione" che si viene a dare rende le parole difficili a uscire.

Ecco quindi perchè le e-mail e le lettere sono giunte a semplificare la vita di tutti quelli che devono affrontare gli occhi accusatori di chi sta per ricevere una notizia che non desidera. Sono gli occhi di chi non ottiene un lavoro, di chi deve pagare una rata del mutuo, non può farlo e sta per rimanere senza casa, di chi ha bisogno di medicine e non può permettersele (e con sistemi come quello americano si crepa...). Sono gli occhi della storia. Gli occhi umiliati eppure fieri. Gli occhi che comunque accusano.

Quello che conta in questa storia e che vorrei trasmettere è il riflesso di un malessere. Il solo sapere che due persone alla fine ci sono rimaste male, mi ha toccato un po', al punto di sognare le espressioni e i risultati di tutto ciò... Insomma, se un cinico non soffre nel vedere quello che accade intorno, forse un cinico non sono...

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