lunedì 11 gennaio 2010

La vera maestra


Sono giunto alla conclusione che l'unica vera maestra per l'umanità sia la storia. Lo è nella misura in cui si voglia imparare, ovviamente. Ricordare la storia significa infatti fare esperienza, e tutte le scienze (almeno quelle empiriche) si basano sulle testimonianze pratiche e sul tramandare i loro risultati.

Purtuttavia devo riconoscere che l'umanità tutta non riesce a mettere a frutto la memoria del suo passato con la stessa abilità con cui riesce a sviluppare nuove tecniche. Arriviamo continuamente a mordere la nostra coda, per quanto corto sia il coccige che ne è testimonianza antica. Per dirlo meno aulicamente, ci sappiamo dare proprio bene i morsi sul c**o. Lo facciamo tutti i giorni, con le guerre, divulgando l'odio per il diverso, scadendo in tristi percorsi ignoranti di qualsiasi passato culturale.

E ecco quindi che il progresso scientifico batte di gran lunga il progresso della società, se si va a verificare il numero di volte in cui si ricade negli stessi viziosi errori. Ho visto un film stasera, ispirato a una storia vera, su una maestra americana che è riuscita con i suoi studenti, a creare un gruppo forte che ha salvato questi ragazzi difficili. Contro le attese di tutti, molti di loro ce l'hanno fatta a diventare adulti. Il punto importante, tralasciando la qualità del film a momenti un pò mieloso, è che la storia insegna, ma storia non coincide con tradizione. La storia la hanno fatta le novità: chi si ricorda gli eventi di centinaia di anni di Medioevo, il periodo in cui le tradizioni più si sono conservate immutate? Tutti però attribuiscono un valore a altri momenti di rottura, come la Rivoluzione Francese o quella Industriale. Sono momenti in cui nelle idee o nelle tecniche, l'insegnamento storico, si è trasformato in novità.

Confusamente, nella mia testa, emerge la sensazione che stiamo vivendo una nuova epoca profondamente silenziosa e cupa, dove non nascono innovazioni che scuotano. Certo, gli eventi si giudicano a posteriori, ma come esprimere lo sgomento di fronte al vuoto pneumatico che si rispecchia nella mancanza di movimenti che seguano delle idee? E' il benessere economico una linea guida? Mi sta bene, ma perchè sembra che invece di sentirsi entusiasmati nella sua ricerca, si viva schiacciati dalla triste quotidianità?

E questo è solo un esempio. Forse bisogna volgere anche la testa indietro per riconoscere quello che c'è stato e capire cosa ci manca davvero: imparare da una vecchia, vecchissima maestra, purtuttavia giovane, come ogni minuto che viviamo...

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