domenica 17 gennaio 2010

Manuale pratico di Snowboard


Sarebbe presuntuoso scrivere un manuale di Snowboard for dummies dopo meno di 3h di lezione di cui la metà passate con il sedere per terra. Lo sarebbe se questa non fosse una odissea semiseria e se io non fossi un gran teorico che è invece uno scarsone nella pratica. Patente di guida docet...

Dunque, ecco come si svolge una tipica giornata di sci/snowboard in Svizzera. Sveglia presto (prima è meglio è). Solita trafila di routine. In macchina/treno alla volta della propria destinazione. Poi un pò di traffico (chissà perchè ma non si è gli unici a prendere l'auto per risparmiare sul treno...). Infine località di montagna innevata presa d'assalto da milioni di persone eccitate al pensiero del brivido della velocità. Come possano esserci normalmente tante persone in Svizzera resta misterioso...


Poi il rito dell'affitto attrezzatura, cui non si sottraggono neanche sciatori esperti, ma talmente organizzato e standardizzato da essere costellato da una pacifica efficienza. Tempo da spendere nel negozio, almeno mezz'ora, alla scoperta del proprio lato forte (il destro mediamente).
Ed ecco quindi che se si è un newbie, si va sulla pista con i bambini. Loro già a 5-6 anni vanno come Alberto Tomba dei bei tempi. Se tu invece ci provi oltre i 30, devi mettere in conto che il tuo corpo sarà squassato da dolori muscolari multipli, specialmente nelle rotondità posteriori. Ecco quindi il maestro di sci che parla solo tedesco. E quando dico solo, significa che il suo vocabolario raggiunge le 8 parole inglesi che gli servono per descrivere i movimenti e la posizione dello snowboard: left, right, shoulder, curve, edge, back, front, foot.

Poi però lui danza sulla tavola e si muove al rallentatore, cosa che si può fare solo quando si è nel pieno controllo della situazione. E poi viene il tuo turno, e devi emularlo. E mentre già trovi difficoltà a alzarti in piedi, non hai il tempo di muoverti lentamente perchè sei già disteso, più o meno dolcemente, sulle terga o sulla panza. Meno male che si può ripetere la cosa e provare provare provare provare... Peccato però che già dopo provare provare tu sia un'ameba... Ma ecco un sunto, a mia memoria, dei movimenti più importanti:
  1. "Indossare lo Snowboard" (per i destri) avendo la tavola davanti e infilando il piede destro sull'attacco dotato del cavo di sicurezza. Poi camminare (come zoppi) buttando il piede sinistro avanti alla tavola e usando come piede la lama anteriore dello snow. Alternativa in piano è usare la tavola come monopattino. Attenzione però perchè se si prende velocità, fermarmi significa probabilmente stracciarsi gli adduttori della coscia... Questo metodo mi ha messo in difficoltà... L'altro mi ha solo stancato a morte.
  2. Alzarsi in piedi frontalmente alla discesa e scendere a valle frenando con il bordo posteriore della tavola spostando il proprio peso con un gioco di caviglie verso dietro. Per fermarsi definitivamente, spostare il peso sulla gamba destra (o sinistra credo per i mancini) e ruotare il busto nel lato in cui si trova il peso, in modo che la tavola vada leggermente incontro alla pendenza e si inchiodi con il lato posteriore nella neve. Dopo vani tentativi per trovare un modo di alzarmi, mi hanno dato una mano e un paio di volte ce l'ho fatta. Si cade sia frontalmente che posteriormente. La cosa buona è che non si può cadere in nessun modo di lato a meno di svitarsi le gambe...
  3. Alzarsi in piedi di spalle e scendere a valle frenando con il bordo anteriore della tavola spostando il proprio peso con un gioco di polpacci verso le punte dei piedi. Questo esercizio è come il precedente, ma per fermarsi definitivamente se si va in qualche direzione, basterebbe in teoria spingere la spalla avanti nella stessa direzione per la stessa ragione precedente... A me non sempre è riuscita bene, anzi. Però mi sembra di ricordare di essere riuscito a scendere una volta con una sola caduta dopo pranzo.
  4. Zigzagare da destra a sinistra guardando verso la montagna, consiste nel porsi un immaginario obiettivo di una cosa da raggiungere e, rimanendo plasticamente in tale posizione, frenare sempre con la torsione del busto (frontale) e premendo le punte nella neve. L'ho fatto una volta tra i vari tentativi, ma ho avuto bisogno di aiuto. Ormai le energie per ripetere erano poche, e ogni aggiunta di complessità una specie di tortura...
  5. Curvare è l'operazione più spaventosa. Si inizia sempre spalle a valle, e si sposta tutto il peso sulla gamba destra torcendo la spalla. Siccome ovviamente si è sulla discesa, ti inizi a girare, volente o nolente, sul perno che ti crea la gamba destra. A quel punto, non dovresti avere paura della velocità e dovresti mantenere la posizione spostando il peso perpendicolare/leggermente indietro perchè sei con lo snowboard parallelo alla discesa. Se ci riesci, ti giri completamente e sposti il peso verso dietro in modo da rallentare la corsa frenando come al punto 1. Ripetendo poi l'operazione con la spalla invece che dietro in avanti, dovresti curvare nell'altra direzione e frenare alla fine con il bordo anteriore. Questo è durissimo. Io ho girato che ero già sbilanciato dietro, per cui ho preso una sonora e veloce caduta arricettante, anche per la paura della velocità. Avevo bisogno di fare prima altre (molte) discese normali prima di arrivare a questo, ma vista la stanchezza era troppo dura. Dopo questo lo snowboard l'ho tolto.
Per gettare una luce di speranza, devo dire che gli altri sono stati di gran lunga meglio di me. Più performanti fisicamente e meno paurosi, si sono probabilmente risparmiati un bel pò di cadute. Purtuttavia nessuno ne è stato immune e andare insieme è stato divertente e di sostegno alle nostre anime un pò dannate... Resta per me una considerazione un pò misteriosa. Ci si sveglia presto di sabato. Si affronta in abiti caldissimi un viaggio in auto o in mezzi pubblici super-riscaldati una trasferta. Ci si butta per mezz'ora a indossare degli scarponi scomodissimi che per entrare hanno bisogno di hulk. Poi ti devi portare dietro una tavola che impiccia e peggio ancora quando sei in piano e la tieni al piede. A finale ti fai delle maratone faticatissime in cui lo sforzo fisico ti fa a pezzi. Mangi male come sempre in Svizzera. Dopo torni a casa esausto con dei non chiari pensieri di prossimi dolori... Insomma, c'è da cercare un perchè?



1 commento:

La perfezione stanca ha detto...

Ma un crocchè vestito da snowboarder non corre rischi sulle nevi svizzere?? Soprattutto dopo essere stato frullato con tutte queste cadute!

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