giovedì 4 agosto 2011

Economia Italiana: non capirne niente eppure capire che non va...


Sono giorni in cui la nostra finanza è squassata dall'onda della speculazione. Per semplificare un pò, significa che qualcuno sta comprando i nostri titoli di Stato di fatto prestandoci dei soldi, ma solo a condizione di ricavarne un interesse molto più alto di quello che può avere da altre nazioni che sono meno disposte a fare queste concessioni, perchè anche se i loro titoli non vengono comprati, sono fiduciosi di farcela lo stesso a mantenere il sistema in funzione...

Io non capisco molto di economia e finanza. Ricordo vagamente alcuni concetti di Microeconomia e di Macroeconomia. A ingegneria, trattavasi di esame cuscinetto dove era importante e molto possibile prendere un bel voto per alzare la media... Non più di questo, tanto è vero che mi bastò scrivere un trattato prolisso e fondamentalmente inutile per beccare un trenta pieno... Raramente questa cosa si è ripetuta.

Però una cosa l'ho capita con l'esperienza. La finanza è un gioco sporco nel quale molti si trovano a proprio agio. Molti sanno approfittare delle debolezze delle masse come di quelle di strutture che in principio sembrano intoccabili, come quelle di uno Stato, per arricchirsi personalmente. E' di questo che si tratta quando c'è una speculazione in atto. Se è vero che i conti italiani non sono così male come sostiene il governo ed è confermato internazionalmente, lo stato è prono all'attacco di questi soggetti affamati di denaro perchè sono le componenti di immagine internazionale e renderci inaffidabili.

Sarebbe possibile dare la colpa al solito Berlusconi e alla sua Gang capeggiata da Tremonti, ma a guardar bene loro sono origine e cattiva gestione della situazione, ma anche in questo momento spettatori senza capacità di reazione alla tensione imposta. Sembra che le trincee da loro costruite nel tempo per difendersi dalle opposizioni interne come dalle parti sociali che tirano acqua al loro mulino, abbiano ormai delle falle troppo grosse. Lo sciagurato declino di Presidente&Co io lo riporto senza esitazione allo scandalo delle mutande: il Bunga Bunga ha tolto la stima di troppi benpensanti e ha dato uno scossone di ridicolo troppo grande per recuperare. Finchè si erano aggirate le leggi e si era fatto il proprio comodo con furbizia, i nostri compatrioti non si erano scandalizzati più di tanto. Ma quando si è incominciato a immaginare gli sguaiati festini, non si è trattato più del superman, quanto del rattuso...

Dico la verità: ben altro avrebbe dovuto aprire gli occhi agli italiani. Tuttavia questa cosa ha gettato la luce rossa su un gruppo di persone che, colto con le braghe calate, si è per la prima volta vergognato. Dire che tutti hanno visto il re nudo, è forse in questo caso la metafora giusta. Ed ecco quindi che il governo fermo a cercare una via per far dimenticare le immagini ridicole, non ha modo di offrire una faccia decisa che dica: l'Italia c'è e ce la farà, per cui basta speculazioni.

Tutti appannati, stanchi, gli uomini di governo si dibattono in tentativi vani di tornare all'antico splendore... Dall'altro lato c'è l'affondo finale, ma anche un pò ingenuo, per riprendere il potere. Che il governo lasci sarebbe di per sè un segnale forte. Ma poi dopo? Bisognerebbe avere idee su cosa fare, ma chi se la prende la responsabilità di operare scelte impopolari e al limite di fallire? Prendere il potere per poi dimostrare che non si è buoni a nulla? Rischioso in periodi di tempesta. E allora ecco il governo tecnico che, pur se fallisce, non deve essere rieletto...

E' un balletto già visto, ma oggi palese. Nella necessità di agire a breve termine, i politici decidono per le ferie, perchè non sanno che altro fare. Decidono poi di andare in pellegrinaggio, destra e sinistra, sperando che in Terrasanta trovino dell'illuminante fieno da spartire nella stalla di Nazareth. In realtà è molto più probabile che trovino solo degli amici del regno animale con cui sono certo saprebbero comunicare meglio che fra di loro a suon di muggiti e ragli...

Dalla Svizzera tutto sembra diventare di nuovo lontano. Perderò ben presto il contatto con questa tristezza. Ma mi resta nel cuore la sensazione che gli unici a non capire cosa fare, a chi chiedere aiuto e come ottenerlo, siano proprio quei politici che dovrebbero guidare il paese. E forse sarebbe il momento di trasformare Montecitorio e Palazzo Madama in due ospizi chiusi, in cui le persone pensino di fare politica e invece siano assecondate come pazze, mentre fuori sono gli altri, qualcuno di buona volontà e di sani principi, a fare le cose davvero...

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