Visualizzazione post con etichetta Economia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Economia. Mostra tutti i post

martedì 4 ottobre 2011

Shopping di cervelli

Qui in Svizzera è in voga lo shopping di cervelli. In un paese dove la disoccupazione è tra il 2 e il 3 percento, esistono molti spazi in cui c'é bisogno di competenza. Qual è infatti la motivazione per molti giovani di continuare a studiare se con il lavoro e l'esperienza te la sfanghi lo stesso? Personalmente non sono d'accordo con questo approccio. L'evoluzione umana richiede delle basi teoriche. È quello che gli altri ci hanno tramandato non può andare perso, e l'evoluzione si interromperebbe violentemente se tutti la pensassimo così... In realtà poi la scelta di questa strategia sembra non pagare profumatamente. Le aziende sono infatti costrette a andare a ravanare in giro alla ricerca di buoni cervelli a buon prezzo. Gli può anche capitare che vada maluccio, con qualche pezzo di antiquariato un po' avariato, ma è un rischio inevitabile che loro si sentono di correre. Ecco comunque spiegata la massiccia presenza di stranieri in ruoli di un certo peso nelle aziende che si trovano qui per scelta ragionata di qualità, o solo per ridurre la pressione fiscale... E l'Italia è una buona fornitrice di cervelli. Avendo una disoccupazione parossistica e quindi una fauna enorme in cui cacciare l'elemento giusto, noi veniamo a donare dietro retribuzione il nostro sapere e la nostra capacità, qualunque essa sia. Sia come sia, gli Svizzeri, in una discreta percentuale, pensano di potercela fare anche senza l'apporto straniero. È forse una illusione neanche troppo pia, e la politica è abbastanza decisa nel proteggere i locali e dare ogni tanto qualche scudisciata agli importati. Salvo poi rendersi conto che la loro maggioranza non è schiacciante come vorrebbero, e che di fatto qui ci sono per la maggior parte persone che tranquillamente se ne fregano delle tue antiche origini, specialmente perché anche le loro sono piuttosto incerte... Ebbene noi svendiamo i cervelli perché siamo generosi. E non solo con la Svizzera. Meglio così: chi era quello che diceva che bisognava far girare l'economia, finanche impoverendosi dei soldi che non si hanno? Ah, sì, era uno che il cervello lo ha dato gratis all'Italia. Il paese ancora ringrazia...

mercoledì 10 agosto 2011

Dominati dal debito

Lo scorso weekend ho visto "The International". É una pellicola tutto sommato mediocre che racconta di un intrigo a base di morti ammazzati e finanza, ma in cui gli attori e non tanto la storia stessa, non riescono a coinvolgere mai... Tuttavia, il punto interessante che emerge é in una sola frase: chi controlla il debito, controlla il mondo.
La crisi finanziaria attuale, altro non é che una guerra tremenda al sistema delle economie nazionali. Si vuole colpire ovunque ci siano debolezze, non acquistando per due lire beni materiali di grande valore, bensì incamerare buoni di stato che altro non sono che il debito di una nazione. Questo debito é garantito dal paese di provenienza grazie al suo prestigio e alla sua solidità, e quindi é un ritorno sicuro. Se i volumi sono ampi, il guadagno sarà elevato anche per aumenti minimi degli interessi promessi...E così banche e altri governi danarosi, benevolmente offrono il loro denaro per averne tanto altro in cambio... L'Italia ne ha bisogno per portare avanti la carretta, ma deve comunque essere in grado di pagare dopo. E un pò come un cane che si morde la coda, più il debito cresce, più aumenta il rischio, quindi i tassi per attrrre i capitali e quindi il debito futuro...Si finisce quindi tutti a essere indebitati anche se nella propria vita si é fatto di tutto per non rimanere schiavi di nessuno e senza la paura di non poter ripagare. Di fatto, un collasso del sistema paese per insolvenza, si traduce nell'impoverimento generalizzato di tutte le risorse di cui i cittadini hanno bisogno. I creditori, non sono benevoli benefattori. Anche loro hanno dietro persone per cui devono aver generato valore. Se questo non accade, saranno anch'essi puniti. Alla fine della catena, qualcuno non mangerà. E nutrirsi é necessario anche in tempi di crisi, almeno (ma sembra non troppo di più) quanto avere l'ultimo iPhone...E quindi, anche se non fai il mutuo per la casa, sei in debito con qualcuno. E in qualche modo, con questa irrisolvibile pazzia, ci si deve convivere. Che il debito sia con noi e non contro di noi...

giovedì 4 agosto 2011

Economia Italiana: non capirne niente eppure capire che non va...


Sono giorni in cui la nostra finanza è squassata dall'onda della speculazione. Per semplificare un pò, significa che qualcuno sta comprando i nostri titoli di Stato di fatto prestandoci dei soldi, ma solo a condizione di ricavarne un interesse molto più alto di quello che può avere da altre nazioni che sono meno disposte a fare queste concessioni, perchè anche se i loro titoli non vengono comprati, sono fiduciosi di farcela lo stesso a mantenere il sistema in funzione...

Io non capisco molto di economia e finanza. Ricordo vagamente alcuni concetti di Microeconomia e di Macroeconomia. A ingegneria, trattavasi di esame cuscinetto dove era importante e molto possibile prendere un bel voto per alzare la media... Non più di questo, tanto è vero che mi bastò scrivere un trattato prolisso e fondamentalmente inutile per beccare un trenta pieno... Raramente questa cosa si è ripetuta.

Però una cosa l'ho capita con l'esperienza. La finanza è un gioco sporco nel quale molti si trovano a proprio agio. Molti sanno approfittare delle debolezze delle masse come di quelle di strutture che in principio sembrano intoccabili, come quelle di uno Stato, per arricchirsi personalmente. E' di questo che si tratta quando c'è una speculazione in atto. Se è vero che i conti italiani non sono così male come sostiene il governo ed è confermato internazionalmente, lo stato è prono all'attacco di questi soggetti affamati di denaro perchè sono le componenti di immagine internazionale e renderci inaffidabili.

Sarebbe possibile dare la colpa al solito Berlusconi e alla sua Gang capeggiata da Tremonti, ma a guardar bene loro sono origine e cattiva gestione della situazione, ma anche in questo momento spettatori senza capacità di reazione alla tensione imposta. Sembra che le trincee da loro costruite nel tempo per difendersi dalle opposizioni interne come dalle parti sociali che tirano acqua al loro mulino, abbiano ormai delle falle troppo grosse. Lo sciagurato declino di Presidente&Co io lo riporto senza esitazione allo scandalo delle mutande: il Bunga Bunga ha tolto la stima di troppi benpensanti e ha dato uno scossone di ridicolo troppo grande per recuperare. Finchè si erano aggirate le leggi e si era fatto il proprio comodo con furbizia, i nostri compatrioti non si erano scandalizzati più di tanto. Ma quando si è incominciato a immaginare gli sguaiati festini, non si è trattato più del superman, quanto del rattuso...

Dico la verità: ben altro avrebbe dovuto aprire gli occhi agli italiani. Tuttavia questa cosa ha gettato la luce rossa su un gruppo di persone che, colto con le braghe calate, si è per la prima volta vergognato. Dire che tutti hanno visto il re nudo, è forse in questo caso la metafora giusta. Ed ecco quindi che il governo fermo a cercare una via per far dimenticare le immagini ridicole, non ha modo di offrire una faccia decisa che dica: l'Italia c'è e ce la farà, per cui basta speculazioni.

Tutti appannati, stanchi, gli uomini di governo si dibattono in tentativi vani di tornare all'antico splendore... Dall'altro lato c'è l'affondo finale, ma anche un pò ingenuo, per riprendere il potere. Che il governo lasci sarebbe di per sè un segnale forte. Ma poi dopo? Bisognerebbe avere idee su cosa fare, ma chi se la prende la responsabilità di operare scelte impopolari e al limite di fallire? Prendere il potere per poi dimostrare che non si è buoni a nulla? Rischioso in periodi di tempesta. E allora ecco il governo tecnico che, pur se fallisce, non deve essere rieletto...

E' un balletto già visto, ma oggi palese. Nella necessità di agire a breve termine, i politici decidono per le ferie, perchè non sanno che altro fare. Decidono poi di andare in pellegrinaggio, destra e sinistra, sperando che in Terrasanta trovino dell'illuminante fieno da spartire nella stalla di Nazareth. In realtà è molto più probabile che trovino solo degli amici del regno animale con cui sono certo saprebbero comunicare meglio che fra di loro a suon di muggiti e ragli...

Dalla Svizzera tutto sembra diventare di nuovo lontano. Perderò ben presto il contatto con questa tristezza. Ma mi resta nel cuore la sensazione che gli unici a non capire cosa fare, a chi chiedere aiuto e come ottenerlo, siano proprio quei politici che dovrebbero guidare il paese. E forse sarebbe il momento di trasformare Montecitorio e Palazzo Madama in due ospizi chiusi, in cui le persone pensino di fare politica e invece siano assecondate come pazze, mentre fuori sono gli altri, qualcuno di buona volontà e di sani principi, a fare le cose davvero...

domenica 28 dicembre 2008

La crisi economica (lungo, pensoso, penoso)

Ho deciso di buttare questo bel mattone nello stagno, anche se è domenica, perchè devo dire che mi sento per la prima volta colpito e investito dal fenomeno. In passato tempi duri ce ne sono stati, almeno io credo, ma la differenza era che io e tutti quelli della mia età, probabilmente ci trovavamo sotto l'ombrello della vita a casa, per cui la pioggia marrone cadeva nei dintorni, e a noi arrivava qualche schizzo di rimbalzo e l'inevitabile puzza...

Oggi invece, sarà questa tristissima consapevolezza informativa che ci fa prendere parte a tragedie immani diffuse in tutto il mondo, sarà che siamo dentro al lavoro fino al collo e a stento riusciamo a respirare, gli Tsunami finanziari li vediamo arrivare e li sentiamo violenti. A volte siamo fortunatamente in un palazzo solido che giusto vibra un pò, altre ci troviamo in piccole capanne malesiane sulle spiaggia...

Ebbene è crisi. L'onda ha raggiunto l'Europa passando l'Atlantico e chissà quando raggiungerà anche l'Asia dal Pacifico. Ci sono diverse persone a me vicine che si trovano di conseguenza in un periodo che definire spiacevole è riduttivo, e più in generale, altre che si stanno attrezzando contro il bagno fuori stagione.

Non sono un analista, ma uno che spera che le cose si rimettano in moto. Sono preoccupato perchè le mosse che sono state fatte dai governi mondiali sono inusuali: immettere flussi di denaro enormi per la salvezza delle aziende era una politica non sempre adottata dagli stati... Specialmente la debacle americana mi ha abbattuto: è andata a confermare una sensazione di rallentamento che mi appariva lampante dopo il tremendo 2001 e che inevitabilmente coinvolge tutti i vagoni attaccati a quella locomotiva, tra cui la Vecchia Europa... Io credo che si recupererà molto, ma il punto è a che prezzo e quando? Le illuminatissime menti economiche mondiali, mi sembrano strattonate da troppi interessi personali per avere una visione d'insieme di una strategia globale che rimetta le cose a posto. Il vaso occidentale si è sbrecciato parecchio, forse è in pezzi, e incollare i cocci potrebbe essere una operazione troppo dura anche per le risorse di Attack di governi ricchi e prima molto prosperi.

E intanto c'è la gente che aspetta patendo e arrangiando. Nelle aree da sempre depresse, forse si sta quasi meglio: lì si è dovuto sempre combattere e quindi si hanno anticorpi colle contropalle, come diceva un mio amico... Le previsioni però parlano di almeno sei mesi di totale fermo per tante, troppe attività che coinvolgono un numero di persone difficilmente gestibile. Non ho soluzioni, ma mi chiedo se qualcuno che è nella stanza dei bottoni ci si stia applicando.

In Italia vedo le solite discussioni inutili sul sesso degli angeli, e anche la faccia rubiconda e i capelli impiantati del Presidentone dovrebbero adattarsi di più alla circostanza. Che cacchio ce ne frega del presidenzialismo quando la gente se ne sta a casa in cassa integrazione? Queste uscite sono come quelle di Garella, il portiere del Napoli con il maggior numero di parate di sedere che io abbia mai visto!

L'unica è comunque provare a essere propositivi. In questo tempo, per dare un pò d'aria a tutti, non mi sembra male l'idea di far lavorare meno più persone: riducendo le spese sui contributi, credo che sia fattibile. Sperando che poi ci sia modo per tornare indietro...

So che forse questa ipotesi è un pò semplicistica, ma attenderei curioso e soddisfatto idee migliori...

E speriamo che i fenomeni disastrosi finiscano!

Note per Viaggiatori Occasionali...

Questo blog attualmente non contiene pubblicità esplicita e se ce ne è di occulta non lo sappiamo neanche noi che siamo gli autori... Per il copyright, esso è di chiunque lo reclami e possa dimostrare che le sue pretese hanno un minimo fondo di verità. Se inavvertitamente qualcosa coperto da proprietà intellettuali varie è stato usato, vi preghiamo di segnalarcelo, perchè provvederemo a riparare alla disattenzione che nessun vantaggio economico e morale ci porterà...

Capotreno e Viaggiatori